Parere del Comitato Economico Sociale della UE (QUI), del 22 settembre 2022 ma pubblicato solo alla fine di dicembre
2022, che parte da una constatazione: La legislazione europea in materia
di energia non riconosce la protezione del clima come obiettivo della
regolamentazione delle reti.
La
conseguenza di ciò è che anche le autorità nazionali di regolazione hanno
difficoltà a creare incentivi per attività di trasformazione, potenziamento e
modernizzazione delle reti di distribuzione elettrica che rispondano ai
requisiti della neutralità climatica.
Il
documento svolge una analisi critica degli effetti delle privatizzazioni che
hanno prodotto la riduzione degli investimenti sulle reti energetiche e
infrastrutture di stoccaggio che hanno ostacolato lo sviluppo delle rinnovabili.
Significativo
anche il passaggio del documento dove si auspica una rimunicipalizzazione di
imprese di servizi pubblici
BASSI TASSI DI INVESTIMENTI PUBBLICHE NELLA
INFRASTRUTTURE ENERGETICHE
Il
tasso di investimento pubblico dell'UE nelle tecnologie energetiche pulite
necessarie per la decarbonizzazione è il più basso tra quelli delle grandi
economie, e ciò indebolisce la nostra competitività.
Dall'inizio
delle liberalizzazioni, gli investimenti da parte delle imprese elettriche
hanno fatto registrare una contrazione, che ha comportato difficoltà
nell'approvvigionamento, ostacolando l'ulteriore diffusione delle energie da
fonti rinnovabili.
Il
CESE appoggia pertanto la proposta della Commissione, in merito all'attuazione
del piano REPowerEU, di utilizzare i piani di ripresa economica e il
dispositivo per la ripresa e la resilienza, nonché finanziamenti supplementari
provenienti dal Fondo di coesione e dal bilancio per la politica agricola comune.
LA NECESSARIA TUTELA DEI CONSUMATORI
L'assetto e la regolamentazione del mercato devono essere adattati alle nuove realtà delle energie da fonti rinnovabili che prevarranno in futuro (un maggior decentramento della produzione e un aumento del consumo in loco). A tal fine, tuttavia, devono ancora essere create le condizioni necessarie per i diversi attori e deve essere garantita un'adeguata protezione dei consumatori. Il CESE plaude all'intenzione della Commissione di valutare le possibili soluzioni per ottimizzare l'assetto del mercato dell'energia elettrica, e auspica vivamente che si effettuino valutazioni del mercato volte ad analizzare il comportamento di tutti i potenziali attori sul mercato dell'energia e l'assetto di tale mercato. Il CESE sottolinea, in ogni caso, l'importanza di condurre una valutazione d'impatto globale prima di formulare qualsiasi proposta.
INFRASTRUTTURE ENERGETICHE E REGOLAMENTAZIONE DEL
MERCATO PER PROMUOVERE LE FONTI RINNOVABILI
Il CESE è convinto che occorra prestare particolare
attenzione alla definizione dell'ampliamento delle reti come interesse
pubblico prioritario, all'integrazione della protezione del clima come
obiettivo normativo e, in generale, a un più efficace sincronismo nella
pianificazione delle energie da fonti rinnovabili e della rete dell'energia
elettrica. In tale ambito sono assolutamente necessarie disposizioni specifiche
di diritto europeo.
L'assetto e la regolamentazione del mercato devono essere adattati alle
nuove realtà delle energie da fonti rinnovabili che prevarranno in futuro: un
maggior decentramento della produzione e un aumento del consumo in loco.
A tal fine, tuttavia, devono ancora essere create le condizioni necessarie
per i diversi attori e deve essere garantita un'adeguata protezione dei
consumatori. Occorre effettuare valutazioni del mercato che analizzino il
comportamento di tutti i potenziali attori sul mercato dell'energia e l'assetto
di tale mercato.
CARENZA DI INVESTIMENTI NELLE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE DA PARTE DELLE IMPRESE ELETTICHE DOPO LA LIBERALIZZAZIONE
Gli investimenti nelle infrastrutture energetiche sono volti a promuovere la sicurezza dell'approvvigionamento e la diffusione delle energie da fonti rinnovabili in modo rapido, efficiente ed economico, nell'interesse dei consumatori e dell'economia. E al riguardo si pone una questione assolutamente decisiva, ossia quella di chi eserciterà in futuro il controllo di infrastrutture così centrali come la rete energetica e l'infrastruttura di stoccaggio. Dall'inizio delle liberalizzazioni, gli investimenti da parte delle imprese elettriche hanno fatto registrare una contrazione, in relazione alla rete e alla produzione, che ha comportato difficoltà nell'approvvigionamento, ostacolando l'ulteriore diffusione delle energie da fonti rinnovabili.
INVESTIMENTO PUBBLICI PER IL DECENTRAMENTO DELLA PRODUZIONE DI ENERGIA
In quest'ottica, acquistano importanza l'approvvigionamento energetico a livello locale e regionale e la «rimunicipalizzazione» di imprese di servizi pubblici, in particolare in relazione alle strategie di decentramento. In tale contesto, gli investimenti pubblici destinati alla produzione decentrata di energia a livello dei comuni svolgono un ruolo determinante. È inoltre opportuno valutare ulteriori possibilità di incentivazione, come lo stanziamento diretto di risorse finanziarie tramite fondi. I tetti degli edifici pubblici sono particolarmente idonei ad alimentare interi quartieri con l'energia solare a basso costo.
Un aspetto importante nel corso della transizione energetica sarà costituito dal coordinamento e dall'organizzazione tra importatori, operatori di rete regionali, comunità energetiche di cittadini, autoproduttori di energia e comunità energetiche che utilizzano in loco l'energia elettrica prodotta, imprese di stoccaggio e fornitori.
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