In un'intervista al Secolo XIX dello scorso 14 luglio il Ministro
delle Imprese e del Made in Italy esprime la necessità di riaprire molte
miniere in Italia ricche delle c.d. materie prime critiche (Critical Raw Materials di
seguito CRM) necessarie per le tecnologie per la transizione c.d. ecologica
(fonti rinnovabili, reti intelligenti etc. etc.). I concetti espressi nell'intervista da parte del Ministro sono stati ulteriormente sviluppati nella audizione alla Commissione Industria del Senato dello scorso 13 luglio 2023 QUI.
Tra queste anche i giacimenti di titanio nel Parco del
Beigua in Liguria ma probabilmente anche in altri siti per altre materie
critiche in questa regione.
Sulle CRM ho trattato anche in altri post dell’apposita sezione del mio blog: QUI.
Sui siti specifici si tornerà quando verranno indicati specificamente, per ora in questo post interessa analizzare due assunti del Ministro:
1. le CRM ci sono nelle miniere da
riaprire perché le materie prime critiche l’Italia ora in gran parte le importa
dall’estero
2. occorre una nuova normativa che
semplifichi la riapertura delle miniere.
Analizziamo segnatamente questi due assunti rilevandone fondatezze
ma anche le criticità, ma prima di tutto cosa si intende per CRM...
COSA SONO LE CRITICAL RAW MATERIALS (CRM)
La tavola periodica delle diverse CRM, riportata sopra e tratta dal saggio ”Terre rare
la Cina e la geopolitica dei minerali strategici” di S. Kalantzakos ed.
Bocconi 2021) fa riferimento ai simboli chimici delle varie CRM che si distinguono in leggere (numeri
della tavola 57-60 e 62) e pesanti (numeri della tavola 63-71 e 39), le secondo
sono quelle più pregiate per essere utilizzate nelle tecnologie per la c.d. transizione ecologica.
Le CRM sono anche dette terre rare perché pur essendo
diffuse nella crosta terrestre non si trovano facilmente in grosse
concentrazioni in modo da rendere efficiente e non troppo costosa la loro
estrazione.
Quanto agli usi sia sufficiente notare che queste materie prime
hanno rivoluzionato la progettazione dei magneti per i motori elettrici.
L’elenco delle CRM è stato aggiornato nel 2020 dalla Commissione UE con apposita Comunicazione (QUI):
·
Antimony ·
Baryte ·
Beryllium ·
Bismuth ·
Borate ·
Cobalt ·
Coking Coal ·
Fluorspar ·
Gallium ·
Germanium ·
Hafnium ·
Heavy Rare Earth Elements ·
Light Rare Earth Elements ·
Indium ·
Magnesium ·
Natural Graphite ·
Natural Rubber ·
Niobium ·
Platinum Group Metals ·
Phosphate rock ·
Phosphorus ·
Scandium ·
Silicon metal ·
Tantalum ·
Tungsten ·
Vanadium ·
Bauxite ·
Lithium ·
Titanium ·
Strontium
Per un approfondimenti sono interessanti le slide del Convegno
organizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico (DGPIIPMI), dall'ENEA e dal
Tavolo Nazionale Materie Prime Critiche nell'ambito dell'edizione 2021 di
Ecomondo - 29 ottobre 2021: QUI.
SUI FABBISOGNI DI CRM: NUOVE MINIERE O RICICLO ?
Analisi ENEA sulle CRM
Secondo l’Analisi 2022 sul sistema energetico italiano (QUI) l’ENEA ha
rilevato alcuni punti critici fondamentali per capire cosa fare:
1. non esiste ufficialmente una carta mineraria aggiornata che tenga conto anche dei giacimenti potenziali ma proprio per questo motivo, visti i lunghi tempi di attivazione dell’attività mineraria, nel medio periodo la dipendenza dell’Italia dall’estero difficilmente potrà venir compensata dalle risorse nazionali potenziali.
2. I dati del commercio estero
relativi ai prodotti finiti, o a componenti essenziali, che afferiscono al
campo delle energie alternative segnalano un passivo di oltre 2 miliardi e 300
milioni di euro per il 2021 (ENEA, 2022). Sembrerebbe quindi che
complessivamente il sistema paese preferisca importare dall’estero il manufatto
industriale che contribuisce ad un’economia low-carbon piuttosto che produrlo
in proprio, anche se sussistono rilevanti eccezioni (come nel solare termico)
ed esempi di produzioni nazionali (ad esempio nel fotovoltaico, o nei veicoli
elettrici).
3. la stessa bassa percentuale
raggiunta allo stato corrente di riciclo per alcune CRM può essere letta in
chiaroscuro, come prospettiva di miglioramento.
4. le CRM non richiedono un flusso
commerciale ininterrotto, essendo caratterizzate da una domanda ciclica (Giuli,
2020), e sono connotate da volumi fisici bassi, con tutte le conseguenze in
termini di onerosità economica ed ambientale del trasporto. 5. i margini dell’innovazione tecnologica per
l’aumento dei rendimenti, per la sostituzione di materie più costose con altre
meno costose e per il riciclo sono ragionevolmente elevati da cui, una nota
ottimistica da parte di molti
analisti del settore, secondo la quale proprio l’ascesa del costo marginale delle
materie prime eserciterebbe una positiva spinta sulla ricerca ed applicazione
delle tecnologie - ma anche delle pratiche - del riciclo, rendendo in
prospettiva più conveniente quest’ultimo rispetto alla loro estrazione,
trasformazione, raffinazione ed importazione.
6. A condizione che diventi oggetto
di progettualità politica, il problema della criticità di queste risorse
potrebbe quindi auspicabilmente riguardare più che altro l’orizzonte temporale
vicino, senza ostacolare il percorso della transizione energetica e senza
riproporre necessariamente una nuova versione di un ordine politico mondiale
fondato sulla dipendenza tra le nazioni.
Lo Studio (QUI)
di The European House – Ambrosetti, commissionato da Erion sullo stato del
riciclaggio dei Rifiuti elettronici (RAEE)
ERION è il più importante sistema multi-consortile italiano di
Responsabilità Estesa del Produttore per la gestione dei rifiuti associati ai
prodotti elettronici – che per la prima volta ha mappato tutti i settori
industriali nei quali tali materie prime sono coinvolte. Nello specifico, nel
nostro Paese, ben 26 CRM su 30 sono indispensabili per l’industria aerospaziale
(87% del totale), 24 per quella ad alta intensità energetica (80%), 21 per
l’elettronica e l’automotive (70%) e 18 per le energie rinnovabili (60%).
Secondo lo studio in Europa per 22 materie critiche su 28 (per
tungsteno e vanadio mancano dati) il tasso di raccolta da riciclaggio di
rifiuti elettronici è del 10%!
In Italia il tasso di riciclo dei rifiuti elettronici è al 34% ma come raccolta procapite in Europa siamo in fondo alla classifica come dimostra il grafico, riportato di seguito, tratto dallo studio Ambrosetti
Con riferimento alla prima
dimensione, vale a dire il recupero di materie prime critiche, The European
House – Ambrosetti ha stimato che, a fronte del raggiungimento del tasso di
raccolta dei best performer europei si potrebbero recuperare circa 7,6 mila tonnellate
di materie prime critiche. Di contro, a tendere, qualora mantenessimo l’attuale
tasso di raccolta, si creerebbe un gap di rifiuti tecnologici da recuperare
pari a circa 280 mila tonnellate, che si tradurrebbe in una perdita di 15,6
mila tonnellate di materie prime critiche.
Lo studio in conclusione dimostra
che prima di pensare a nuove norme di semplificazione pe riaprire le miniere
(magari in deroga a quelle ambientali) occorrerebbe:
1. nuova
normativa al fine di adeguare la disciplina di raccolta dei prodotti
tecnologici (ampliando la possibilità di raccogliere RAEE di piccole dimensioni
e pile esauste anche ai distributori non appartenenti alle categorie
merceologiche degli apparecchi elettronici e delle pile) e semplificare e
digitalizzare l’iscrizione all’Albo dei gestori ambientali
2. incentivazione di meccanismi
di raccolta, sviluppo di “ecopoint” diffusi sul territorio e creazione di
meccanismi di controllo a contrasto ai flussi paralleli– e, infine,
3. impiantistica di riciclaggio
– semplificazione delle procedure autorizzative (in media oggi la realizzazione
di un impianto richiede 4,3 anni), così da garantire tempi certi di esecuzione
anche attraverso l’adozione di modelli per favorire una «gestione del consenso»
sul territorio, oltre a un incremento della capillarità dei centri di raccolta,
oggi distribuiti territorialmente in modo disomogeneo.
Uno studio sul recupero delle CRM dal drenaggio acido delle
miniere esistenti
Volendo rimanere sulle miniere, ma quelle esistenti non quelle da
riaprire o nuove, risulta molto interessante lo studio (QUI)
predisposto dalla Ohio State University che è partito dal dato per cui l’estrazione
delle CRM da miniere dedicata è molto costoso ma ha anche rilevanti impatti
ambientali (su cui tornerò nella seconda parte di questo post) . La tecnica
utilizzata ha una duplice finalità di neutralizzare le acque di
drenaggio che attraversano inevitabilmente le miniere attive allo stesso tempo
catturare le terre rare presenti in detto drenaggio.
LA NORMATIVA CHE DISCIPLINA L’APERTURA E LA GESTIONE DELLE MINIERE
La Valutazione di Impatto Ambientale: i rischi di ulteriori
semplificazioni
La Norma quadro è tutt’ora il DPR 9 aprile 1959, n. 128 (QUI) ma sotto il profilo della tutela dell’ambiente e della salute pubblica rileva prima di tutto il testo unico ambientale (DLgs 152/2006 QUI) che prevede la applicazione della Valutazione di Impatto Ambientale ordinaria alla “attività di ricerca e coltivazione delle seguenti
sostanze minerali: minerali utilizzabili per l'estrazione di
metalli, metalloidi e
loro composti” ex lettera 7-quinquies allegato
II parte II DLgs 152/2006. La proposta
del Ministro delle Imprese richiamata all’inizio di questo post quando fa
riferimento a procedure semplificate potrebbe comportare l’inserimento delle
miniere per estrazione delle CRM nell’elenco delle opere interne alle procedure di VIA per gli
impianti e le attività rientranti nei progetti finanziati con il PNRR (vedi
allegato I-bis alla parte II del DLgs 152/2006). Quello che potrebbe accadere,
e sarebbe molto pericoloso perché le attività di cui stiamo trattando sono
altamente inquinanti, è l’applicazione alla VIA per le nuove miniere o
riapertura delle vecchie delle procedure speciali già sperimentate per:
1. rigassificatori
QUI;
2. trivelle per estrazione di gas
nazionale QUI
e QUI;
3. progetti dichiarati strategici
e/o urgenti QUI;
4. silenzio assenso per la
Valutazione di Impatto Ambientale e per l’Autorizzazione Integrata Ambientale
relativamente all’avvio dell’utilizzo dei combustibili alternativi compreso
il CSS (Combustibile Solido Secondario da rifiuti), QUI;
5. semplificazioni per
avviare i progetti di opere autostradali elencate nell’allegato
alla legge, QUI;
6. per non parlare delle già
modificate procedura di VIA ordinaria con riduzione assurda dei termini
istruttori e della partecipazione del pubblico QUI
e QUI.
La disciplina dei rifiuti da attività estrattiva mineraria:
adeguarla per limitare gli specifici impatti ambientali dalla estrazione delle
CRM
Non solo ma per le attività minerarie rileva anche DLGS
30/5/2008 n. 117 che disciplina i rifiuti prodotti da attività estrattive (QUI). Una
normativa complessa modificata negli anni successivi ma che ha mantenuta al
centro strumenti di tutela preventiva del potenziale inquinamento da residui di
attività di miniera come il piano di gestione dei rifiuti da estrazione dei
minerali, misure di prevenzione degli incidenti, piani di emergenza esterni a
tutela della popolazione oltre che dei lavoratori, norme di trasparenza e
coinvolgimento del pubblico. Questa normativa al massimo dovrà essere integrata
per migliorare il contenuto dei piani di gestione e dei piani di emergenza come
delle misure di prevenzione incidenti al fine di adeguarla alle specificità
delle problematiche ambientali che pongono le attività di estrazione delle CRM.
Il Documento della UE contro le deroghe alle norme ambientali per
la disciplina della estrazione delle CRM
La Commissione UE nel 2021 ha prodotto un articolato documento (QUI) nel quale
tra le molte questioni affrontate si afferma, pagina 5, testualmente: “L’estrazione
e la trasformazione delle materie prime sostenibili rispettano tutte le norme e
i regolamenti nell’Unione europea, compresa la legislazione dell’UE sancita nei
trattati dell’Unione.”
Relativamente ai rifiuti da estrazione delle CRM il documento UE afferma la necessità di applicare le migliori tecniche disponibili in materia di gestione dei rifiuti di estrazione, in linea con la direttiva sui rifiuti di estrazione (attuata in Italia con il DLgs 117/2008) e con il Reference Document for the Management of Waste from Extractive Industries (QUI). Quest’ultimo costituisce le Migliori tecnologie disponibili applicabili alla gestione dei rifiuti da estrazioni minerarie.
Il rischio semplificazioni per la riapertura delle miniere
Quanto sopra fa capire come la attività di cui stiamo parlando
deve rispettare rigorose norme ambientali e la transizione ecologica non può
essere la scusa per violarle o derogarle. Purtroppo, non è la stessa idea del
Ministro delle imprese italiano che nella riunione tenutasi a livello UE lo
scorso 22 maggio 2023 tra tutti i Ministeri dell’Industria degli stati membri
ha fatto queste affermazioni gravissime: “Molti
dei giacimenti italiani di materie prime si trovano in regioni turistiche come
la Toscana, la Liguria e la Sardegna, dove le riserve naturali rendono più
difficile qualsiasi attività estrattiva. L’Italia ha bisogno non solo di
autorizzazioni più rapide, ma anche di una maggiore flessibilità
nell’applicazione della legislazione ambientale.”
Esattamente il pensiero opposto lo ha esplicitato alla suddetta
riunione il Ministro dell’Economia del Belgio Jo Brouns: “Gli aspetti
relativi alle autorizzazioni dovrebbero essere chiariti e adattati per
garantire un processo trasparente e inclusivo per le parti interessate”,
aggiungendo: “la necessità di mantenere elevati standard sociali e
ambientali”.
Non casualmente l’ONU ha prodotto un Rapporto sulla
Governance delle risorse minerarie nel 21°secolo (QUI) dove si
richiede un nuovo quadro di governance per il settore estrattivo denominato
"Licenza di sviluppo sostenibile per operare" e che includa
principi basati sul consenso, opzioni politiche e migliori pratiche compatibili
con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e altri impegni politici.
Il rapporto discute le azioni pratiche per migliorare
l'architettura di governance internazionale per l'estrazione mineraria per
migliorare il suo contributo allo sviluppo sostenibile. Le proposte includono
il raggiungimento di un consenso internazionale in merito al contenuto
normativo e alla struttura della Licenza per lo sviluppo sostenibile per
operare informati da input di esperti di un "Panel di alto livello
sulle attività minerarie per lo sviluppo sostenibile". Il Rapporto
considera, inoltre, la creazione di un'agenzia mineraria internazionale per
condividere informazioni e dati pertinenti. I governi potrebbero anche raggiungere
accordi bilaterali e plurilaterali in materia di sicurezza
dell'approvvigionamento di materie prime e sviluppo guidato dalle risorse. La
rendicontazione periodica dei progressi verso lo sviluppo sostenibile potrebbe
essere abilitata attraverso una revisione globale dello "Stato del settore
estrattivo" o un processo equivalente.
IL TAVOLO DI LAVORO DEL MINISTERO DELLE IMPRESE
Il Ministero delle Imprese di concerto con quello dell’Ambiente ha
avviato, con apposito Decreto 15/9/2022 (QUI) un Tavolo
Tecnico Materie Prime Critiche (QUI).
Fondamentale sarà il lavoro di due dei 4 gruppi di lavoro
istituiti all’interno del Tavolo ai fini di garantire la tutela ambientale e la
promozione prioritaria del recupero/riciclaggio delle CRM soprattutto dai RAEE
piuttosto che una proliferazione di attività estrattive in aree oltretutto
protette come il caso in Liguria del Parco del Beigua. I due gruppi di
lavoro in questione sono:
1. Gruppo di Lavoro 2 “Mining”
Coordinato da ISPRA (Dipartimento per il Servizio Geologico D’Italia). Nell’ottica
della sostenibilità e dell’economia circolare, il GdL ha l’obiettivo di
identificare le potenzialità per le attività estrattive primarie e secondarie
(recupero da rifiuti estrattivi) verificando le possibilità di un’estrazione
sostenibile nel territorio italiano compreso il recupero di materie prime da
siti precedentemente abbandonati e da rifiuti minerari. Il GdL comprende tra i
partecipanti un’ampia parte della comunità nazionale scientifica e tecnica in
materia di attività estrattive.
2. Gruppo
di Lavoro 3 “Ecodesigned – Ecoprogettazione”. Coordinato da ENEA, si pone
l’obiettivo di analizzare le potenzialità dell'eco-design per ridurre la
domanda di materie prime critiche. Partire da una corretta progettazione dei
prodotti favorisce il riuso e il recupero dei componenti e dei materiali a fine
vita.
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