Il Ministro
della Infrastrutture in una dichiarazione riportata oggi dal Secolo XIX (vedi titolo a fianco) afferma che il progetto
della Gronda pur essendo una priorità è anche datato.
Io
aggiungo che bisogna intenderci cosa si intende per datato, perché se il
problema è solo quello di fare qualche riordino tecnico non siamo per niente
d’accordo. Il vero problema di questo progetto come spiego da tempo è che è
prima di tutto datata, anzi scaduta, la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che è
del 2014 prorogata senza alcuna valutazione integrativa nel 2019.
La
questione è ancora più rilevante alla luce della recente procedura semplificata
per una serie di progetti auto-stradali tra cui anche quella della Gronda di
Genova.
Vediamo in
sintesi questa nuova procedura e perché occorre riaprire la VIA a prescindere
dai presunti o reali “ammodernamenti” richiesti da Ministro.
LA NUOVA PROCEDURA
SPECIALE PER AVVIARE PROGETTI AUTOSTRADALI COME QUELLO DELLA GRONDA DI GENOVA
L’articolo 10 del
Decreto Legge 176 del 18 novembre 2022 (QUI) convertito nella legge 6/2023 (QUI) introduce
un apposito articolo 44-bis alla legge 108/2021 (QUI) prevedendo particolari semplificazioni
per avviare i progetti di opere autostradali elencate nell’allegato IV-bis
inserito nella suddetta legge 108/2021.
La procedura, che ho
illustrato più approfonditamente QUI, prevede che una commissione speciale del
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici verifichi lo stato di fattibilità del
progetto avendo a disposizione solo 15 giorni (sic!) dopodiché parte una conferenza
dei servizi da parte della stazione appaltante che acquisisce tutto quello che
serve al progetto comprese le verifiche sulla VIA ma, aggiunge la norma
speciale, “tenuto conto delle preminenti esigenze di appaltabilità dell'opera e
della sua realizzazione entro i termini previsti dal PNRR ovvero, in
relazione agli interventi
finanziati con le risorse del Piano nazionale complementare al PNRR”.
Come si vede siamo allo stravolgimento dei principi fondanti del diritto comunitario ambientale ma anche della Costituzione alla luce del nuovo articolo 41 (QUI) visto che l’impatto ambientale non può essere secondario rispetta ad esigenze di una procedura formale come quella dell’appalto pubblico.
In realtà questa ennesima norma speciale serve per aggirare il dato normativo ma anche giurisprudenziale come vedremo, che dimostra la necessità di una nuova VIA per il progetto Gronda.
LE RAGIONI
DELLA NUOVA VIA PER IL PROGETTO GRONDA
1. prima
di tutto sul rinvio continuo a studi e monitoraggi addirittura dopo la
realizzazione dell’opera per problematiche di grande rischio come quelle
idrogeologiche, idrauliche e relative al possibile isterilimento delle numerose
sorgenti
2. sulla
mancata considerazione delle numerose osservazioni del pubblico sui suddetti
rischi
3. sulla
mancata valutazione di alternative reali secondo gli indirizzi
descritti dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale
4. sulla
mancata valutazione delle alternative emerse nel Dibattito Pubblico all’interno
del procedimento di VIA di fatto quindi aggirando perfino quel limitato
percorso partecipativo
5. sulla
mancata applicazione dei principi innovativi in materia di partecipazione del
pubblico dentro il procedimento ordinario di VIA, unica garanzia per far si che
la VIA prendesse in considerazione ulteriori alternative considerato che
rispetto alla conclusione della VIA sono ormai passati 5 anni e si è deciso
oltretutto di prorogarla senza colmare tutte le lacune istruttorie e
procedurali emerse.
Per approfondire le
motivazioni tecniche e giuridiche di quanto sopra elencato vi invito a leggere
il dossier che troverete QUI.
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