È stato già applicato a Venezia dove in base a tale accordo le compagnie di navigazione si impegnano a far funzionare i motori principali e ausiliari delle navi passeggeri con combustibile per uso marittimo con tenore di zolfo non superiore allo 0,1% in massa (di contro al limite di legge attuale dello 0,5% ex articolo 295 DLgs 152/2006), non solo all'ormeggio, ma anche durante la navigazione prima dell'ingresso nell’area golfo e durante tutte le fasi di manovra all'interno dell'area portuale prima dell’attracco vero e proprio alle banchine. Alla fine a Venezia hanno tolto le navi da crociera dal centro della serie altro che accordi volontari!
Premesso che di accordi volontari ne sono stati fatti e promossi o promessi altri sulle emissioni da navi nel porto spezzino senza grandi risultati come riporto in questo post di qualche tempo per gli smemorati QUI.
Ma mettiamo che questo accordo raggiunto dal Comune spezzino sia più serio dei precedenti almeno nelle intenzioni, la domanda è un'altra: davvero questo accordo è, non dico risolutivo, ma comunque decisamente migliorativo rispetto alla grave situazione di inquinamento da emissioni navali che vivono i quartieri limitrofi all’attracco delle navi in porto?
Intanto si applica solo alle navi da crociera ma soprattutto il problema è che per l’attracco nei porti già ora il limite è dello 0,1% per lo zolfo nei combustibili
Si veda il comma 8 articolo 295 dlgs 152/2006 che recita: “8. A decorrere dal 1° gennaio 2010 è vietato l'utilizzo di combustibili per uso marittimo con tenore di zolfo superiore allo 0,10% in massa su navi all'ormeggio. Il divieto si applica anche ai periodi di carico, scarico e stazionamento. La sostituzione dei combustibili utilizzati con combustibili conformi a tale limite deve essere completata il prima possibile dopo l'ormeggio. La sostituzione dei combustibili conformi a tale limite con altri combustibili deve avvenire il più tardi possibile prima della partenza”.
Nonostante ciò, come sappiamo, per restare a Spezia, la presenza delle navi in porto soprattutto zona attracco navi da crociera produce ogni giorno picchi notevoli di No2 che se fosse in vigore i nuovi limiti fissati dall’OMS e a breve dalla nuova Direttiva UE sulla qualità dell’aria metterebbero fuori legge la nostra città. Senza considerare che visto che parliamo di netto superamento dei nuovi limiti dell’OMS, al di la di rispetto o meno della legge, è chiaro che il protrarsi di questa situazione sta creando un chiaro rischio per la salute pubblica di migliaia di cittadini
Quindi applicare il limite dell’0,1% anche al momento in cui le navi entrano nel golfo non risolve minimamente la problematica sopra esposta.
Una soluzione, anche se discussa dagli addetti ai lavori, potrebbero essere i c.d. scrubber ma come risulta da vari studi che ho spesso riportato in questo blog:
1. le misure di
efficienza non vengono ancora utilizzate a sufficienza.
2. l'olio
combustibile pesante con scrubber o l'olio combustibile pesante a basso
contenuto di zolfo domina oggi il mercato
3. sulle megacontainer il
costo del catalizzatore ha un costo di spazio a bordo pari ad altrettanti
container. Il calcolo dello studio prevede che su una nave da 20.000 TEU senza
lo scrubber si possono caricare 200 container in più. In realtà agli scrubber si
preferiscono sempre di più i combustibili a basso tenore di zolfo, che può
servire per i picchi di SOX ma non per gli ossidi di azoto.
A tutto questo occorre aggiungere la non adeguatezza dei controlli sui combustibili delle navi che entrano in porto come ho dimostrato QUI.
COSA SERVE FARE DAVVERO PER TUTELARE LA SALUTE PUBBLICA A
BREVE TERMINE
Ovviamente
io non mi limito a criticare. Cosa fare, dentro le competenze di legge quindi
senza obiettivi impossibili o illegali, l’ho spiegato più volte anche
nell’ultimo post QUI ma anche QUI da ultimo QUI, e che riassumo:
1. l’aggiornamento
dei punti di monitoraggio quando emergono superamenti dei limiti dell’OMS a
prescindere che corrispondano a quelli di legge;
2. più
punti di campionamento per raccogliere dati a lungo termine sugli inquinanti
atmosferici contemplati dalla direttiva;
3. limitazione,
ove possibile di accesso alle navi nel porto;
4. modificare
immediatamente il sistema dei controlli sui combustibili marittimi nel porto
spezzino;
5. avviare
uno studio mirato sull’impatto sanitario dell’attività portuale nei confronti
dei residenti e nell'attesa non incrementare ulteriormente il traffico marittimo
in porto.
P.S. un esempio (QUI) concreto senza tanti discorsi futuribili viene da Venzia dove Monfalcone – Norwegian Cruise Line Holdings e il Comune di Venezia hanno trovato un accordo per la gestione degli scali in rada della compagnia americana.
L’accordo, che non è stato firmato con la locale autorità portuale ma direttamente col municipio, prevede delle limitazioni all'attività crocieristica della compagnia fuori dalle bocche del porto e al contempo il versamento di 600 mila euro all'anno per tre anni per sostenere la vita culturale e sociale cittadina.
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