mercoledì 5 luglio 2023

Corte dei Conti UE: azioni su energia e clima insufficienti

Relazione speciale (QUI) della Corte di Conti della UE dove si afferma in sintesi che gli obiettivi per il 2020 sono stati raggiunti, ma scarsi segnali indicano che le azioni intraprese per conseguire gli obiettivi per il 2030 saranno sufficienti.

Un dato emerge su tutto a bilancio 2021-2027 sono stati stanziati solo il 10% delle risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi del 2030 in materia energetica e climatica: riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, comprese le emissioni e gli assorbimenti, ad almeno il 55% rispetto al 1990.

Non solo ma i conclamati risultati al 2020 rimuovono le emissioni dalle rilocalizzazioni e soprattutto gli aumenti prodotti dalle emissioni del trasporto aereo e marittimo.

Tutto questo deriva secondo la Corte dei Conti UE dal fatto che i Piani nazionale per l’energia e il clima non forniscono dati adeguati sul fabbisogno di investimenti e sulle fonti di investimento.


Di seguito la sintesi della Relazione:

 

I. I cambiamenti climatici costituiscono una sfida a livello mondiale, con effetti significativi sulla vita dei cittadini dell’Unione europea (UE). Nel tempo, l’UE si è posta obiettivi sempre più ambiziosi in materia di energia e di clima per rispondere a tale sfida. Tra questi figurano gli obiettivi per il 2020 e il 2030 concernenti la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, l’incremento dell’uso di energia da fonti rinnovabili e la promozione dell’efficienza energetica.

 

II. La Corte ha deciso di espletare adesso il presente audit tenuto conto dell’elevato livello di interesse pubblico. Traendo insegnamento dalle pratiche che hanno permesso di raggiungere gli obiettivi per il 2020, ci si aspetta che questa relazione possa aiutare la Commissione a valutare i progetti di piani nazionali per l’energia e il clima e gli Stati membri a finalizzarli.

 

III. L’UE dispone di un quadro giuridico in atto che disciplina gli obiettivi in materia di energia e di clima. Gli Stati membri dovevano presentare i piani nazionali per l’energia e il clima per il periodo 2021-2030, in cui descrivevano le politiche per conseguire tali obiettivi. La Commissione e gli Stati membri monitorano e riferiscono in merito ai progressi realizzati nel raggiungimento degli obiettivi.

 

IV. L’UE si è impegnata a destinare all’azione per il clima almeno il 20 % della dotazione di bilancio per il 2014-2020. Per il bilancio UE 2021-2027, tale dotazione è aumentata al 30 %, ossia a circa 87 miliardi di euro all’anno. Tale importo equivale a meno del 10 % degli investimenti totali necessari per raggiungere gli obiettivi per il 2030, stimati approssimativamente a 1 000 miliardi di euro all’anno. La parte restante degli investimenti dovrebbe provenire da fondi privati e nazionali.

 

V. Ai fini del presente audit, la Corte ha valutato se l’UE si sia basata su azioni efficaci per raggiungere i propri obiettivi in materia di energia e di clima per il 2030. Gli auditor hanno esaminato se l’UE abbia tratto insegnamenti dalle pratiche che hanno permesso di raggiungere gli obiettivi per il 2020: questo la aiuterebbe a conseguire gli obiettivi più ambiziosi per il 2030.

 

VI. Gli auditor della Corte hanno riscontrato che l’UE aveva sì raggiunto gli obiettivi per il 2020, ma che ciò era ascrivibile anche al contributo di fattori esterni. La Commissione non ha esaminato in che misura i progressi in questione siano stati il risultato delle politiche adottate piuttosto che di fattori esterni, quali la crisi finanziaria del 2009 e l’esatto contributo della pandemia di COVID-19 nel 2020. 

 

VII. La Corte ha rilevato che, per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, l’UE si è posizionata bene rispetto ad altri paesi industrializzati. Tuttavia, la contabilizzazione delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE ai fini dell’obiettivo per il 2020 non includeva le emissioni risultanti dagli scambi commerciali, prodotte dalla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio (che, se incluse, si stima avrebbero comportato un aumento di circa l’8 %) e dal trasporto aereo e marittimo internazionale (rispettivamente 3,4 % e 3,6 %).

 

VIII. La Commissione dispone solo di una panoramica parziale delle azioni che si sono rivelate efficaci per il raggiungimento degli obiettivi per il 2020. Essa ha individuato i settori che hanno prodotto risultati positivi, ossia quelli che rientravano nel sistema di scambio di quote di emissione (emissions trading system – ETS) dell’UE, ma non dispone di informazioni sui costi e sugli effetti delle azioni. Non dispone di dati sui costi che il conseguimento di tali obiettivi dell’UE comporta per il bilancio dell’UE, i bilanci nazionali e il settore privato.

 

IX. Neanche i piani nazionali per l’energia e il clima forniscono dati sul fabbisogno di investimenti e sulle fonti di finanziamento, che consentano di valutare se tali piani costituiscano una base valida per conseguire gli obiettivi per il 2030. Nel complesso, gli auditor della Corte hanno finora riscontrato scarsi segnali indicanti che gli obiettivi dell’UE per il 2030 si tradurranno in sufficienti azioni. Non vi sono informazioni che consentano di sapere se verranno messi a disposizione finanziamenti sufficienti a conseguire tali obiettivi, in particolare dal settore privato.

 

X.  La Corte raccomanda alla Commissione di: o assicurare una maggiore trasparenza sulla performance dell’UE e degli Stati membri sull’azione per il clima e l’energia; o tenere conto di tutte le emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’UE, comprese le emissioni associate agli scambi commerciali e quelle causate dal trasporto aereo e marittimo internazionale; o sostenere l’impegno degli Stati membri per il raggiungimento degli obiettivi per il 2030.

 

 


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