Relazione speciale (QUI) della Corte di Conti della UE dove si afferma in sintesi
che gli obiettivi per il 2020 sono stati raggiunti, ma scarsi segnali indicano
che le azioni intraprese per conseguire gli obiettivi per il 2030 saranno
sufficienti.
Un
dato emerge su tutto a bilancio 2021-2027 sono stati stanziati solo il 10%
delle risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi del 2030 in materia
energetica e climatica: riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030,
comprese le emissioni e gli assorbimenti, ad almeno il 55% rispetto al 1990.
Non
solo ma i conclamati risultati al 2020 rimuovono le emissioni dalle rilocalizzazioni
e soprattutto gli aumenti prodotti dalle emissioni del trasporto aereo e
marittimo.
Tutto
questo deriva secondo la Corte dei Conti UE dal fatto che i Piani nazionale per
l’energia e il clima non forniscono dati adeguati sul fabbisogno di investimenti
e sulle fonti di investimento.
Di seguito la sintesi della Relazione:
I. I cambiamenti climatici costituiscono una sfida a livello
mondiale, con effetti significativi sulla vita dei cittadini dell’Unione
europea (UE). Nel tempo, l’UE si è posta obiettivi sempre più ambiziosi in
materia di energia e di clima per rispondere a tale sfida. Tra questi figurano
gli obiettivi per il 2020 e il 2030 concernenti la riduzione delle emissioni di
gas a effetto serra, l’incremento dell’uso di energia da fonti rinnovabili e la
promozione dell’efficienza energetica.
II. La Corte ha deciso di espletare adesso il presente audit tenuto
conto dell’elevato livello di interesse pubblico. Traendo insegnamento dalle
pratiche che hanno permesso di raggiungere gli obiettivi per il 2020, ci si
aspetta che questa relazione possa aiutare la Commissione a valutare i progetti
di piani nazionali per l’energia e il clima e gli Stati membri a finalizzarli.
III. L’UE dispone di un quadro giuridico in atto che disciplina gli
obiettivi in materia di energia e di clima. Gli Stati membri dovevano
presentare i piani nazionali per l’energia e il clima per il periodo 2021-2030,
in cui descrivevano le politiche per conseguire tali obiettivi. La Commissione
e gli Stati membri monitorano e riferiscono in merito ai progressi realizzati
nel raggiungimento degli obiettivi.
IV. L’UE si è impegnata a destinare all’azione per il clima almeno il
20 % della dotazione di bilancio per il 2014-2020. Per il bilancio UE
2021-2027, tale dotazione è aumentata al 30 %, ossia a circa 87 miliardi di
euro all’anno. Tale importo equivale a meno del 10 % degli investimenti totali
necessari per raggiungere gli obiettivi per il 2030, stimati
approssimativamente a 1 000 miliardi di euro all’anno. La parte restante degli
investimenti dovrebbe provenire da fondi privati e nazionali.
V. Ai fini del presente audit, la Corte ha valutato se l’UE si sia
basata su azioni efficaci per raggiungere i propri obiettivi in materia di
energia e di clima per il 2030. Gli auditor hanno esaminato se l’UE abbia
tratto insegnamenti dalle pratiche che hanno permesso di raggiungere gli
obiettivi per il 2020: questo la aiuterebbe a conseguire gli obiettivi più
ambiziosi per il 2030.
VI. Gli auditor della Corte hanno riscontrato che l’UE aveva sì
raggiunto gli obiettivi per il 2020, ma che ciò era ascrivibile anche al
contributo di fattori esterni. La Commissione non ha esaminato in che misura i
progressi in questione siano stati il risultato delle politiche adottate
piuttosto che di fattori esterni, quali la crisi finanziaria del 2009 e
l’esatto contributo della pandemia di COVID-19 nel 2020.
VII. La Corte ha rilevato che, per quanto riguarda la riduzione delle
emissioni di gas a effetto serra, l’UE si è posizionata bene rispetto ad altri
paesi industrializzati. Tuttavia, la contabilizzazione delle emissioni di gas a
effetto serra dell’UE ai fini dell’obiettivo per il 2020 non includeva le
emissioni risultanti dagli scambi commerciali, prodotte dalla rilocalizzazione
delle emissioni di carbonio (che, se incluse, si stima avrebbero comportato un
aumento di circa l’8 %) e dal trasporto aereo e marittimo internazionale
(rispettivamente 3,4 % e 3,6 %).
VIII. La Commissione dispone solo di una panoramica parziale delle
azioni che si sono rivelate efficaci per il raggiungimento degli obiettivi per
il 2020. Essa ha individuato i settori che hanno prodotto risultati positivi,
ossia quelli che rientravano nel sistema di scambio di quote di emissione
(emissions trading system – ETS) dell’UE, ma non dispone di informazioni sui
costi e sugli effetti delle azioni. Non dispone di dati sui costi che il
conseguimento di tali obiettivi dell’UE comporta per il bilancio dell’UE, i
bilanci nazionali e il settore privato.
IX. Neanche i piani nazionali per l’energia e il clima forniscono
dati sul fabbisogno di investimenti e sulle fonti di finanziamento, che
consentano di valutare se tali piani costituiscano una base valida per
conseguire gli obiettivi per il 2030. Nel complesso, gli auditor della Corte
hanno finora riscontrato scarsi segnali indicanti che gli obiettivi dell’UE per
il 2030 si tradurranno in sufficienti azioni. Non vi sono informazioni che
consentano di sapere se verranno messi a disposizione finanziamenti sufficienti
a conseguire tali obiettivi, in particolare dal settore privato.
X. La Corte raccomanda alla Commissione di: o
assicurare una maggiore trasparenza sulla performance dell’UE e degli Stati
membri sull’azione per il clima e l’energia; o tenere conto di tutte le
emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’UE, comprese le emissioni
associate agli scambi commerciali e quelle causate dal trasporto aereo e
marittimo internazionale; o sostenere l’impegno degli Stati membri per il
raggiungimento degli obiettivi per il 2030.
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