Gli Stati membri
dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO), riuniti presso il Comitato
per la protezione dell'ambiente marino (MEPC 80), hanno adottato la Strategia
IMO 2023 (QUI) sulla riduzione delle emissioni di gas serra delle
navi. Sostanzialmente la decisione presa risente del mancato accordo del gruppo
di lavoro intersessionale in sede IMO di cui avevo scritto QUI.
I limiti di fondo della
decisione sono tre:
1. a breve termine (2030) gli obiettivi di riduzione dei
gas serra restano quelli già concordati nel 2008 e non raggiunti ad oggi:
ridurre le emissioni di CO2 per lavoro di trasporto, in media nel trasporto
marittimo internazionale, di almeno il 40% entro il 2030 rispetto al 2018;
2. eccessiva gradualità nel raggiungere gli obiettivi
stabiliti
3. mancanza di obbligatorietà in quanto viene introdotta
nella decisione una clausola sugli impatti nei singoli stati a pagina 9: “The
impacts on States of measure combination of measures should be assessed”
tradotto per applicarle nelle varie nazioni si valuterà di volta l’impatto
delle misure prese prima di applicarle.
Inutile dire che le
associazioni ambientaliste internazionali più attente alla problematica si sono
dichiarate molto insoddisfatte ma su questo torneremo ora vediamo in sintesi
gli obiettivi della decisione:
OBIETTIVI
DELLA NUOVA STRATEGIA IMO
1. Riduzione
dell'intensità di carbonio della nave attraverso un ulteriore miglioramento dell'efficienza
energetica delle navi nuove, obiettivo però generico per ora da riesaminare in
sede di progettazione in materia di efficienza energetica per le navi.
2. Ridurre le emissioni di CO2 in media di almeno
il 40% entro il 2030, rispetto al 2008; (ma si tratta di obiettivo già previsto
nella decisione del 2018 (QUI).
3. Adozione di tecnologie, combustibili e/o fonti
energetiche a emissioni zero o prossime allo zero di gas a effetto serra che
rappresentino almeno il 5%, con una percentuale pari al 10%, dell'energia
utilizzata dal trasporto marittimo internazionale entro il 2030.
4. Raggiungere l'azzeramento delle emissioni nette
entro o intorno al 2050, tenendo conto delle diverse circostanze nazionali,
proseguendo nel contempo gli sforzi per eliminarle gradualmente, come richiesto
nella visione coerente con l'obiettivo a lungo termine in materia di
temperatura di cui all'articolo 2 dell'accordo di Parigi: limitare il
riscaldamento globale al di sotto di 2°C e a proseguire gli sforzi per
circoscriverlo a 1,5°C.
Questo ultimo è un
obiettivo migliore rispetto alla decisione del 2018 in sede IMO che lo rinviava
a dopo il 2050. Ma come insegnano le esperienze di questi anni per raggiungere
gli obiettivi strategici la chiarezza e i vincoli per quelli intermedi sono decisivi
ed è proprio su questi ultimi che la nuova decisione in sede IMO è limitante.
OBIETTIVI
INTERMEDI
1. ridurre
le emissioni totali annue di gas a effetto serra prodotte dal trasporto
marittimo internazionale di almeno il 20%, con una percentuale di 30% entro il
2030 rispetto al 2008;
2. ridurre
le emissioni totali annue di gas serra prodotte dal trasporto marittimo
internazionale di almeno il 70%, con l'obiettivo di raggiungere l'80% entro il
2040 rispetto al 2008.
LA COMPLESSA
PROCEDURA PER VALUTARE L’IMPATTO DELLE MISURE SUGLI STATI PRIMA DI APPLICARE LA
NUOVA DECISIONE IMO
Secondo il punto 4.12
(pagina 9) della Strategia IMO nel valutare l'impatto sugli Stati,
dovrebbe essere considerato l'impatto di (una) misura(e), a seconda dei casi,
nei seguenti termini:
1. lontananza
geografica e connettività ai principali mercati;
2. valore e tipologia del carico;
3. dipendenza dal trasporto;
4. spese di trasporto;
5. sicurezza
alimentare;
6. risposta ai disastri;
7. economicità;
8. progresso e sviluppo socioeconomico.
Il punto 4.13. della Strategia IMO conclude affermando: “4.13 Once the comprehensive impact assessment is completed, and disproportionately negative impacts assessed and addressed, as appropriate, the measure(s) may be considered for adoption.” Tradotto una volta completa la valutazione globale dell’impatto secondo i suddetti parametri le misure potranno essere considerate per essere adottate.
CONCLUSIONI I
LIMITI DELLA DECISIONE IMO E LE CONTRADDIZIONI DELLE NUOVE NORME UE SULLA
EMISSIONI DI GAS SERRA DALLE NAVI
L’obiettivo della emissione
nette entro il 20250 previsto dalla nuova Strategia IMO qui esaminata è un
obiettivo migliore rispetto alla decisione del 2018 in sede IMO che lo rinviava
a dopo il 2050. Ma come insegnano le esperienze di questi anni per raggiungere
gli obiettivi strategici la chiarezza e i vincoli per quelli intermedi sono
decisivi ed è proprio su questi ultimi che la nuova decisione in sede IMO è
limitante come risulta da quanto sopra riportato.
Questa decisione si
collega alle ultime normative UE in materia di emissioni gas serra dal
trasporto marittimo:
1. norme
per il monitoraggio, la comunicazione e la verifica accurati delle emissioni di
anidride carbonica (CO2) e di altre informazioni
pertinenti in relazione alle navi che arrivano, circolano o partono da porti
sotto la giurisdizione di uno Stato membro: QUI;
2. Applicazione
del sistema scambio quote emissioni gas serra al trasporto marittimo:
QUI.
A questa due norme in sostanza positive si accompagna, negativamente, la prossima normativa UE sull’inserimento del trasporto marittimo nella c.d. tassonomia verde anche in contrasto con gli esperti della Commissione UE: QUI.
Quanto sopra si accompagna a due studi molto significativi:
1. il primo che dimostra i ritardi della UE nel
regolamentare le emissioni di gas serra dalle navi: QUI;
2. il secondo che dimostra gli effetti economici del
cambiamento climatico sulle industrie marittime e portuali se non verranno
adottate azioni concrete per ridurre le emissioni: QUI.
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