Il nuovo Commissario della Autorità di Sistema Portuale Spezia/Carrara in una intervista oggi sul Secolo XIX inizia il suo mandato in continuità con la "cultura" dei Presidenti precedenti, affermando:
1. l’Autorità di sistema Portuale deve diventare un facilitatore
delle opere portuali
2. semplificare e accelerare i dragaggi
3. la sostenibilità del porto si lega alla zona logistica
semplificata,
Ma davvero il ruolo di una Autorità di sistema portuale
deve essere esercitato secondo le suddette priorità? Io non credo proprio sia per ragioni di fatto ma anche di
diritto ma soprattutto per una ragione che questo signore dimentica
(volutamente o meno): il porto è ospite dell’ecosistema golfo non il contrario!
Ma vediamo meglio la inconsistenza giuridica e
sostanziale delle affermazioni del neocommissario sopra riportate…
L’AUTORITÀ DI SISTEMA PORTUALE DEVE DIVENTARE UN
FACILITATORE DELLE OPERE PORTUALI?
Direi proprio di no basta leggere l’articolo 6 della
legge quadro sui porti 84 del 1994 e successive modifiche (QUI)
che al comma 4 prevede tra il primo dei compiti della Autorità Portuale quello indicato
dalla lettera a): “a) indirizzo, programmazione, coordinamento, regolazione,
promozione e controllo, anche mediante gli uffici territoriali portuali delle
operazioni e dei servizi portuali, delle attività autorizzatorie e concessorie e
delle altre attività commerciali ed industriali esercitate nei porti e nelle
circoscrizioni territoriali. All'autorità di sistema portuale sono, altresì,
conferiti poteri di ordinanza, anche in riferimento alla sicurezza rispetto a
rischi di incidenti connessi alle attività e alle condizioni di igiene sul
lavoro”
Come si vede anche quando si usa, il termine
promozione lo si lega subito al termine controllo a conferma che questa
promozione deve essere svolta proprio come funzione di garanzia delle attività
portuali e non come mera promozione commerciale delle operazioni portuali.
A conferma si veda il Parere del Consiglio di Stato n.
1641 del 9/7/2002 nell’analizzare i compiti della Autorità Portuale ex
articolo 6 legge quadro 84/1994, affermò: “Tali attività, implicanti, come
si è visto, anche l’esercizio di poteri autoritativi, riguardando
prevalentemente attività di supervisione e di controllo sul corretto
funzionamento del porto e delle sue strutture operative, assumono una specifica
connotazione di carattere pubblicistico”. Inoltre, in un altro parere n. 2361 del 25/7/2008 (vedi QUI)
il Consiglio di Stato ha chiarito che questa visione di una Autorità
Portuale quale ente di indirizzo e controllo per uno sviluppo armonico
(in termini urbanistici, economici, ambientali, di sicurezza in generale di
lavoratori e cittadini residenti ) si sposa con l’evoluzione della visione dei
porti commerciali nella legge quadro del 1994.
D’altronde non casualmente il comma 11 articolo 6 della legge quadro 84/1994 conferma il principale ruolo di terzietà
della Autorità di sistema portuale, affermando: “11. Le Autorità di
sistema portuale non possono svolgere, né direttamente né tramite società
partecipate, operazioni portuali e attività ad esse strettamente connesse”. D’altronde
perfino il Tribunale UE (QUI)
aveva a suo tempo affermato (in relazione alla natura giuridica dei canoni
concessori) che le autorizzazioni alle operazioni portuali non possono essere
considerate servizio per il mercato!
Direi che quanto sopra riportato sia sufficiente per
considerare come molto pericolosa la affermazione del neocommissario. Una affermazione
che sempre inserirsi nella logica semplificatoria e derogatoria portata avanti
in questi anni dai governi che si sono succeduti si quelli di centro sinistre
che l’attuale di centro destra. Una logica frutto della azione di lobbistica degli
operatori portuali come ho spiegato ampiamente QUI,
con particolare riferimento alla demolizione (QUI)
della visione pubblica della pianificazione programmazione delle aree portuali,
solo parzialmente corretta dalla Corte Costituzionale (QUI)
Ma non è finita che agli operatori portuali non va bene
neppure al Delibera della Autorità di Regolazione dei Trasporti che fissa nuove
sulle concessioni portuali. Una Delibera che peraltro, come ho ampiamente
spiegato QUI,
costituisce sotto il profilo della tutela ambientale un passo indietro rispetto
alle linee guida sulle modalità di applicazione del Regolamento recante
disciplina per il rilascio delle concessioni di aree e banchine. Per gli
operatori anche questa delibera è troppo poco permissiva nel facilitare gli
investimenti portuali QUI,
sic!
SONO NECESSARIE NUOVE ACCELERAZIONI E SEMPLIFICAZIONI PER
I DRAGAGGI PORTUALI?
Evidentemente al neocommissario non bastano le numerose norme
derogatorie approvate in questi anni, tutte a discapito della tutela dell’ambiente
marino. Non bastano evidentemente visto che sta per essere pubblicato il
Decreto che stravolgerà quel poco di norme ambientale che c’erano a tutela dei
dragaggi, anche questo frutto delle pesante azione lobbistica degli operatori
portuali, il tutto spiegato ampiamente QUI.
Ed è significativo come questo signore, in continuità di
chi lo ha preceduto, rimuova del tutto quello che è accaduto (QUI)
al nostro Golfo solo pochi anni fa proprio per la logica semplificatoria
acceleratoria che lui ora rivendica imperterrito.
DAVVERO CHE LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE SI COLLEGA ALLE
ZONE LOGISTICHE SEMPLIFICATE (ZLS)?
Questo strumento di programmazione delle aree portuali è
diventato da tempo il veicolo per favorire la estensione del modello di
deregolamentazione delle aree portuali anche ad altre aree del nostro territorio
nazionale.
Emblematico è il regolamento di gestione delle ZLS che riprende,
come spiego ampiamente QUI,
il modello accentratore e semplificatorio in deroga a norma ambientali già
previsto dalla istituzione della Zona economica speciale per il Sud (QUI).
Il tutto in coerenza con indirizzi (QUI)
già avanzati da circa 5 anni da parte di Confindustria e già parzialmente
presenti nella normativa approvata in questi anni.
CONCLUSIONI
L’intervista del neocommissario conferma la superficialità
e la mancanza di senso del proprio ruolo istituzionale di questo signore come d’altronde
di quelli che lo hanno preceduto. I Presidenti delle Autorità di sistema
portuale sembrano sempre di più i rappresentanti degli operatori portuali, come
insegna la vicenda (analizzata QUI)
del precedente Presidente della Autorità di sistema portuale Spezia-Carrara,
passato in pochi giorni da questa carica a quella di Presidente del Gruppo
Spinelli (noto operatore portuale QUI).
Questa logica al di la della loro buona fede che non sta
a me mettere in discussione, esprime una visione che non comprende come la
logica deregulation delle aree portuali sopra descritta è stata sicuramente il
brodo di coltura che hanno portato alle inchieste sui porti liguri di cui ho
trattato QUI.
La logica semplificatoria acceleratoria, come approfondisco QUI, sta ancora oggi producendo:
1. rischi ambientali enormi al golfo di Spezia vista l’avvio a breve dei dragaggi in violazione delle norme sulla bonifica complessiva della parte a mare del sito di bonifica di Pitelli;
2. una grave mancanza di trasparenza nella assegnazione diretta
(senza gara) del "PROGETTO ESECUTIVO RELATIVO ALL'INTERVENTO DI BONIFICA
DEI FONDALI DEL MOLO ITALIA ANTISTANTI IL MOLO GARIBALDI"
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