martedì 1 luglio 2025

Il neocommissario del porto spezzino dimentica che il porto è ospite di un golfo

Il nuovo Commissario della Autorità di Sistema Portuale Spezia/Carrara in una intervista oggi sul Secolo XIX inizia il suo mandato in continuità con la "cultura" dei Presidenti precedenti, affermando:

1. l’Autorità di sistema Portuale deve diventare un facilitatore delle opere portuali

2. semplificare e accelerare i dragaggi

3. la sostenibilità del porto si lega alla zona logistica semplificata,

Ma davvero il ruolo di una Autorità di sistema portuale deve essere esercitato secondo le suddette priorità? Io non credo proprio sia per ragioni di fatto ma anche di diritto ma soprattutto per una ragione che questo signore dimentica (volutamente o meno): il porto è ospite dell’ecosistema golfo non il contrario!

Ma vediamo meglio la inconsistenza giuridica e sostanziale delle affermazioni del neocommissario sopra riportate…

 

L’AUTORITÀ DI SISTEMA PORTUALE DEVE DIVENTARE UN FACILITATORE DELLE OPERE PORTUALI?

Direi proprio di no basta leggere l’articolo 6 della legge quadro sui porti 84 del 1994 e successive modifiche (QUI) che al comma 4 prevede tra il primo dei compiti della Autorità Portuale quello indicato dalla lettera a): “a) indirizzo, programmazione, coordinamento, regolazione, promozione e controllo, anche mediante gli uffici territoriali portuali delle operazioni e dei servizi portuali, delle attività autorizzatorie e concessorie e delle altre attività commerciali ed industriali esercitate nei porti e nelle circoscrizioni territoriali. All'autorità di sistema portuale sono, altresì, conferiti poteri di ordinanza, anche in riferimento alla sicurezza rispetto a rischi di incidenti connessi alle attività e alle condizioni di igiene sul lavoro

Come si vede anche quando si usa, il termine promozione lo si lega subito al termine controllo a conferma che questa promozione deve essere svolta proprio come funzione di garanzia delle attività portuali e non come mera promozione commerciale delle operazioni portuali.

A conferma si veda il Parere del Consiglio di Stato n. 1641 del 9/7/2002 nell’analizzare i compiti della Autorità Portuale ex articolo 6 legge quadro 84/1994, affermò: “Tali attività, implicanti, come si è visto, anche l’esercizio di poteri autoritativi, riguardando prevalentemente attività di supervisione e di controllo sul corretto funzionamento del porto e delle sue strutture operative, assumono una specifica connotazione di carattere pubblicistico”. Inoltre, in un altro parere n. 2361 del 25/7/2008  (vedi QUI) il Consiglio di Stato ha chiarito che questa visione di una Autorità Portuale quale ente  di indirizzo e controllo per uno sviluppo armonico (in termini urbanistici, economici, ambientali, di sicurezza in generale di lavoratori e cittadini residenti ) si sposa con l’evoluzione della visione dei porti commerciali nella legge quadro del 1994.

D’altronde non casualmente il comma 11 articolo 6 della legge quadro 84/1994 conferma il principale ruolo di terzietà della Autorità di sistema portuale, affermando: “11. Le Autorità di sistema portuale non possono svolgere, né direttamente né tramite società partecipate, operazioni portuali e attività ad esse strettamente connesse”. D’altronde perfino il Tribunale UE (QUI) aveva a suo tempo affermato (in relazione alla natura giuridica dei canoni concessori) che le autorizzazioni alle operazioni portuali non possono essere considerate servizio per il mercato!

 

Direi che quanto sopra riportato sia sufficiente per considerare come molto pericolosa la affermazione del neocommissario. Una affermazione che sempre inserirsi nella logica semplificatoria e derogatoria portata avanti in questi anni dai governi che si sono succeduti si quelli di centro sinistre che l’attuale di centro destra. Una logica frutto della azione di lobbistica degli operatori portuali come ho spiegato ampiamente QUI, con particolare riferimento alla demolizione (QUI) della visione pubblica della pianificazione programmazione delle aree portuali, solo parzialmente corretta dalla Corte Costituzionale (QUI)

 

Ma non è finita che agli operatori portuali non va bene neppure al Delibera della Autorità di Regolazione dei Trasporti che fissa nuove sulle concessioni portuali. Una Delibera che peraltro, come ho ampiamente spiegato QUI, costituisce sotto il profilo della tutela ambientale un passo indietro rispetto alle linee guida sulle modalità di applicazione del Regolamento recante disciplina per il rilascio delle concessioni di aree e banchine. Per gli operatori anche questa delibera è troppo poco permissiva nel facilitare gli investimenti portuali QUI, sic!

 

 


SONO NECESSARIE NUOVE ACCELERAZIONI E SEMPLIFICAZIONI PER I DRAGAGGI PORTUALI?

Evidentemente al neocommissario non bastano le numerose norme derogatorie approvate in questi anni, tutte a discapito della tutela dell’ambiente marino. Non bastano evidentemente visto che sta per essere pubblicato il Decreto che stravolgerà quel poco di norme ambientale che c’erano a tutela dei dragaggi, anche questo frutto delle pesante azione lobbistica degli operatori portuali, il tutto spiegato ampiamente QUI.

Ed è significativo come questo signore, in continuità di chi lo ha preceduto, rimuova del tutto quello che è accaduto (QUI) al nostro Golfo solo pochi anni fa proprio per la logica semplificatoria acceleratoria che lui ora rivendica imperterrito.

 

 


DAVVERO CHE LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE SI COLLEGA ALLE ZONE LOGISTICHE SEMPLIFICATE (ZLS)?

Questo strumento di programmazione delle aree portuali è diventato da tempo il veicolo per favorire la estensione del modello di deregolamentazione delle aree portuali anche ad altre aree del nostro territorio nazionale.

Emblematico è il regolamento di gestione delle ZLS che riprende, come spiego ampiamente QUI, il modello accentratore e semplificatorio in deroga a norma ambientali già previsto dalla istituzione della Zona economica speciale per il Sud (QUI). Il tutto in coerenza con indirizzi (QUI) già avanzati da circa 5 anni da parte di Confindustria e già parzialmente presenti nella normativa approvata in questi anni. 

 


 

CONCLUSIONI

L’intervista del neocommissario conferma la superficialità e la mancanza di senso del proprio ruolo istituzionale di questo signore come d’altronde di quelli che lo hanno preceduto. I Presidenti delle Autorità di sistema portuale sembrano sempre di più i rappresentanti degli operatori portuali, come insegna la vicenda (analizzata QUI) del precedente Presidente della Autorità di sistema portuale Spezia-Carrara, passato in pochi giorni da questa carica a quella di Presidente del Gruppo Spinelli (noto operatore portuale QUI).

 

Questa logica al di la della loro buona fede che non sta a me mettere in discussione, esprime una visione che non comprende come la logica deregulation delle aree portuali sopra descritta è stata sicuramente il brodo di coltura che hanno portato alle inchieste sui porti liguri di cui ho trattato QUI.

La logica semplificatoria acceleratoria, come approfondisco QUIsta ancora oggi producendo:

1. rischi ambientali enormi al golfo di Spezia vista l’avvio a breve dei dragaggi in violazione delle norme sulla bonifica complessiva della parte a mare del sito di bonifica di Pitelli;

2. una grave mancanza di trasparenza nella assegnazione diretta (senza gara) del "PROGETTO ESECUTIVO RELATIVO ALL'INTERVENTO DI BONIFICA DEI FONDALI DEL MOLO ITALIA ANTISTANTI IL MOLO GARIBALDI"

 

 

 


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