Dopo il progetto nel porto di Napoli (QUI) in
quello di Livorno (QUI) anche
quello a Monfalcone viene sottoposto alla più rigorosa procedura di
Valutazione di Impatto Ambientale (QUI). Invece
quello per il porto di Spezia no è bastata una semplice verifica di
assoggettabilità (QUI) e via
libera, almeno per gli impatti ambientali, mentre manca la concessione della
Autorità Portuale (che non andrebbe rilasciata QUI). Mi riferisco ovviamente al progetto di trasferimento di navette (minimo 10 al giorno) che dal rigassificatore di Panigaglia (Portovenere) attraverseranno il
congestionato porto spezzino cariche di autobotti pieni di gnl (gas naturale
liquefatto).
CONFRONTO PROGETTO MONFALCONE CON QUELLO SPEZZINO
Il progetto di Monfalcone come risulta dagli
atti del proponente è molto simile a quello proposto per il porto spezzino
perché prevede:
- trasferimento a terra del GNL tramite “nave
shuttle” avente una capacità di 12.000 m3;
- lavori di adeguamento sulla banchina tra cui
l’installazione di un carroponte per la movimentazione degli ISO Container,
l’installazione di quanto necessario per il caricamento (riempimento) degli
stessi per consentire le manovre in sicurezza;
- sistema di logistica treno-gomma nell’area
di Monfalcone per il trasporto del GNL all’utente finale tramite ISO Container.
Occorre precisare che il progetto di Monfalcone prevede una unità galleggiante per lo stoccaggio del GNL denominata “nave madre”, della capacità di 145.000 m3, ormeggiata al largo del golfo di Trieste. Ma anche qui non c’è differenza significativa con quello di Panigaglia per il semplice motivo che qui esiste già un rigassificatore che verrà ampliato nella sua capacità di stoccaggio.
L'ALTRO PROGETTO CHE TRASFORMA IL GOLFO SPEZZINO IN UN HUB DEL GAS NON MANDATO A VIA ORDINARIA
A quanto sopra occorre
aggiungere che nel caso spezzino a fianco del progetto di trasbordo del GNL con
navette e autobotti è previsto un altro progetto, denominato VESSEL
Reloading, con il quale si prevedono navi spola, di capacità fino a 30.000 mc ormeggiate presso il
pontile del terminale di rigassificazione di Panigaglia. In aggiunta, il
progetto, prevede la possibilità di fornire il servizio di approvvigionamento o
rifornimento di combustibile Gnl a bordo di navi nel mercato del Mar Tirreno
del Nord.
In
particolare il progetto prevede l’adeguamento del pontile principale mediante
l’installazione di ulteriori briccole dotate di opportuni arredi d’ormeggio che
consentano l’ormeggio di navi metaniere di capacità compresa tra 2.000 mc e
30.000 mc ampliando la flessibilità nell’utilizzo dell’impianto attuale;
modifiche impiantistiche minori con adeguamento del piping e relativi strutture
di supporto per consentire il trasferimento di Gnl dalla Sezione di Stoccaggio
ai bracci di scarico (Sezione di Ricezione e Trasferimento); adeguamento dei
sistemi elettrici e di strumentazione e controllo e misura per consentire
l’operazione di caricamento di navi metaniere.
Ebbene questo secondo progetto non solo non è
andato a VIA ordinaria come quello delle navette ma addirittura è stato
valutato separatamente da quello del trasferimento del gnl nel porto spezzino, realizzando una frazionamento del
progetto che ha impedito di valutare l’impatto cumulativo dei due progetti
spezzini (QUI).
IL CONFRONTO TRA I MOTIVI DI
APPLICAZIONE DELLA VIA ORDINARIA A MONFALCONE CON QUELLI DI ESCLUSIONE DELLA VIA
ORDINARIA NEI DUE PROGETTI DI PANIGAGLIA
Il motivo principale per cui il progetto di
Monfalcone dovrò andare a procedura di VIA
ordinaria è così descritto nel Decreto Direttoriale del Ministero
dell’Ambiente del 7 giugno scorso: “La
Valutazione Appropriata di Incidenza Ambientale è necessaria al fine di
valutare le incidenze che il progetto in esame, da solo o congiuntamente ad
altri piani o progetti, potrà avere sul/i sito/i interessato/i, della Rete
Natura 2000, i quali, ancorché esterni all’area di sito del progetto, possono
essere situati all'interno dell'«Area di Influenza» del progetto stesso,
tenendo conto degli obiettivi di conservazione del/i sito/i, e di valutare se
si verificheranno o potrebbero verificarsi effetti negativi sull'integrità del/i
sito/i interessato/i. Le relative conclusioni dovrebbero consentire alle
autorità competenti di accertare se il piano o progetto inciderà negativamente
sull'integrità del/i sito/i.”
Questo nonostante che in
quel Decreto Direttoriale si affermi: “CONSIDERATO che è stata effettuata la
disamina delle aree sottoposte a specifica tutela ambientale potenzialmente
interessate dalla realizzazione degli interventi, e che da tale ricognizione è
emerso che l’area di progetto non ricade neppure parzialmente all’interno di
tali siti, e che il sito della Rete Natura 2000 più vicino è il SIC IT3330007
“Cavana di Monfalcone”, a una distanza di soli 180 m dalla zona oggetto di
intervento;”
Guardate, dalla
cartografia ufficiale che pubblico di seguito, dove è collocato il sito del
rigassificatore di Panigaglia interessato dalle modifiche sostanziali per i due
progetti sopra richiamati rispetto al sito rete natura 2000:
Quindi a Monfalcone la
presenza di un sito protetto dalla normativa sulla biodiversità porta il
progetto a VIA ordinaria nel golfo spezzino produce l’effetto esattamente
contrario in barba alla vigente normativa nazionale che dovrebbe essere uguale per tutti. In realtà dalla seconda cartografia risulta che il sito
Natura 2000 è addirittura non contermine ma praticamente sovrapposto al
rigassificatore di Panigaglia peraltro ciò si ricava anche dallo Studio
Preliminare Ambientale presentato da GNL Italia per il progetto di
modifica del rigassificatore di Panigaglia dove a pagina 110 possiamo
leggere: “Dal sopralluogo effettuato presso l’area di intervento è stato possibile
valutare che nella zona potenzialmente interferita o direttamente interessata
dall’intervento oggetto di questa procedura è presente un solo tipo di habitat
forestale tra quelli elencati per il Sito Portovenere - Riomaggiore - S.
Benedetto riferibile al 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia;”
Comunque anche se l'area interessata dai progetti in questione fosse solo contermine al sito Natura 2000, e così non è come abbiamo visto sopra, la Corte di
Giustizia (sentenza 7 novembre 2018 causa C461-17 (QUI) ha
avuto modo di affermare che la normativa sui siti habitat: “sottopone al
meccanismo di tutela ambientale ivi previsto qualsiasi piano o progetto non
direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa avere
incidenze significative su tale sito”. Non solo ma le stesse Linee
guida UE sulla valutazione di incidenza affermano che: “Relativamente
al campo di applicazione geografico, le disposizioni dell’articolo 6 paragrafo
3 della Direttiva 92/42/CEE non sono limitate a piano e progetti concernenti
esclusivamente un sito protetto e prendono anche in considerazione sviluppi al
di fuori del sito ma che possono avere incidenze significative su esso.”.
Insomma, la VIA ordinaria non esiste solo per
il rigassificatore di Panigaglia e i progetti di ampliamento che lo riguardano,
evidentemente il nostro è un “golfo figlio di un dio minore” o forse
abbiamo una classe dirigente regionale e locale compresi quelli che ora sono
all’opposizione ma che al momento della esclusione della VIA ordinaria ai
progetti spezzini sul gnl sopra descritti era al governo, di posteggiatori di
decisioni prese fuori dal territorio.
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