Parere del Comitato Economico e Sociale (CESE) della
UE, QUI, sulla Proposta
(QUI) di Direttiva
relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa.
Per una analisi della proposta di Direttiva vedi il post sul mio
blog
(QUI).
Il
Parere accoglie in generale con favore la proposta di revisione delle direttive
sulla qualità dell’aria ambiente.
Di seguito una breve sintesi delle criticità della proposta di Direttiva come individuate dal Parere del CESE per poi analizzarle più specificamente nella seconda parte del post...
Il Parere individua le seguenti criticità nella proposta di Direttiva:
1. non è stata scelta la opzione di piano allineamento alle linee
guida delle OMS del 2021 sui limiti della qualità dell’aria
2. occorre allinearsi ai suddetti limiti OMS non oltre il 2030
3. per l’ozono la proposta di Direttiva fa ancora riferimento ai valori
obiettivo e non ai valori limite lasciando quindi troppo margine discrezionale
agli stati membri e alle loro articolazioni regionali (vedi Regioni in Italia).
Dietro questa posizione si nasconde il lavoro di lobby che ad esempio stanno
facendo le Regioni del Nord Italia per arrivare ad estendere i valori obiettivi
eliminando i valori limite e lasciando la flessibilità di decisione a livello
locale.
4. Insufficienti le misure previste per dare concreata attuazione
alla Direttiva sulla qualità dell’aria considerate le sistematiche violazioni
da parte di molti Stati membri.
6. Sono insufficienti i siti di monitoraggio previsti in particolare per le polveri ultrafini (2,5, micron di diametro) e l’ammoniaca.
7. Sull’ammoniaca il Parere sottolinea il limite della mancanza di linee guida specifiche anche da parte dell’OMS anche se per questo inquinante, molto pericoloso perché tra l’altro favorisce la concentrazione del PM 2,5 secondario (ad esempio in Pianura Padana ma non solo), esiste la recente proposta di revisione della direttiva sulle emissioni industriali (IED) che estende i limiti di emissione anche alle aziende zootecniche più grandi.
Si riportano le parti più significative del Parere anche con riferimento ai limiti della proposta di nuova Direttiva sulla qualità dell’aria.
NECESSITÀ DI ACCELERARE SUL RISPETTO DEI LIMITI DEGLI
INQUINANTI SECONDO LE ULTIME LINEE GUIDA DELL’OMS
Il
CESE accoglie con favore la decisione della Commissione di concentrarsi sul
rapporto costi/benefici, ma si rammarica che quest’ultimo, e non gli indicatori
relativi al massimo livello di protezione della vita e della salute umana, sia
considerato l’indicatore più importante da prendere in considerazione in questa
revisione. Ciò ha portato a privilegiare l’opzione strategica I-2 di un
«maggiore allineamento» piuttosto che quella di un «pieno allineamento»
(opzione I-1). Fatta eccezione per il biossido di azoto, la proposta sembra
prevedere un allineamento alle linee guida dell’OMS del 2005 e non alle ultime
linee guida pubblicate nel settembre 2021.
VALORI LIMITE E VALORI OBIETTIVO
L’AZIONE DI LOBBY DELLA REGIONE
LOMBARDIA CONTRO L’APPLICAZIONE DEI VALORI LIMITE DELL’OMS
Tutto
questo appare nettamente in contrasto con l’azione di lobby (QUI) che la Regione
Lombardia tramite i propri funzionari volta a trasformare i
limiti imposti per legge ai vari inquinanti in semplici valori obiettivo, il
che priverebbe di tutela larghe fasce di cittadini, rendendo allo stesso tempo
impossibile perseguire le violazioni per via giudiziaria.
Le
principali proposte avanzate dalle regioni – che si riflettono negli
emendamenti proposti da alcuni parlamentari europei affiliati ai governi
regionali in questione – sono di ottenere flessibilità e di eliminare del tutto
i limiti di legge per le concentrazioni degli inquinanti dell’aria, ottenendo
così un quadro normativo fumoso e ricco di deroghe nell’ambito del quale sia
sempre rinviabile un approccio serio al tema della qualità dell’aria in Italia.
Il tentativo, da parte della regione Lombardia, di
ostacolare uno sviluppo normativo che renderebbe inevitabili le politiche sino
ad oggi omesse è purtroppo in linea con le scelte fatte fino ad oggi, che hanno
costantemente promosso la sottovalutazione degli impatti dell’inquinamento
sulla salute umana e teso al depotenziamento delle politiche atte a ridurlo (ad
esempio favorendo l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico ed ostacolando la
circolazione dei veicoli inquinanti).
NECESSITÀ DI MISURE CHE FAVORISCONO IL RISPETTO DELLA
DIRETTIVA DA PARTE DEI SINGOLI STATI MEMBRI
Purtroppo,
la maggior parte degli Stati membri non rispetta ancora le norme dell’UE
vigenti in materia e non sta adottando misure efficaci per migliorare la
qualità dell’aria, come dimostra il numero di procedure di infrazione in corso.
Pertanto, la revisione avrebbe dovuto non solo fissare il giusto livello di
ambizione, coerentemente con i dati scientifici, in modo da stimolare altre
iniziative decisive, ma anche migliorare le norme di attuazione e applicazione,
al fine di assistere e orientare meglio gli Stati membri e le autorità
competenti.
QUESTIONE OZONO TROPOSFERICO
All’articolo 13 della proposta di Direttiva sulla qualità dell'aria si prevede di trasformare in «valori limite» quasi tutti gli inquinanti atmosferici attualmente soggetti a «valori obiettivo», ad eccezione dell’ozono, che è ancora coperto dai soli «valori obiettivo». Tale esenzione è giustificata dalle «caratteristiche complesse della sua formazione nell’atmosfera, che complicano il compito di valutare la fattibilità del rispetto di rigorosi valori limite».
Secondo il Comitato, tali valori obiettivo non incentiveranno sufficientemente gli Stati membri e le autorità competenti a ridurre l’ozono troposferico, che è uno dei tre inquinanti più gravi. Esistono soluzioni per ridurre l’ozono tossico. La riduzione dei precursori dell’ozono, come l’NO2, i composti organici volatili (COV) non metanici e le emissioni di metano, contribuirà a far diminuire le concentrazioni di ozono. Il miglioramento delle norme sulle emissioni dei veicoli, la riduzione dell’uso (o il divieto) di solventi, vernici o irroratrici ad elevato tenore di COV, l’effettiva riduzione delle emissioni di metano provenienti dall’energia, dai rifiuti e dall’agricoltura (il principale responsabile) sono soluzioni efficaci per ridurre di conseguenza l’ozono troposferico. Questi ben noti strumenti dovrebbero essere pienamente sfruttati. Il Comitato raccomanda di allineare pienamente le norme dell’UE in materia di ozono, sotto forma di valore limite, agli orientamenti globali dell’OMS sulla qualità dell’aria del 2021.
PIÙ SITI DI MONITORAGGIO DELLE POLVERI
ULTRAFINI
AMMONIACA
L’ammoniaca
(NH3) è un
composto inorganico formato da azoto e idrogeno. Livelli elevati di ammoniaca
danneggiano i polmoni e sono causa di mortalità. L’NH3 contribuisce in modo
significativo ai livelli eccessivi di PM secondario, deteriora il nostro
ambiente e danneggia la biodiversità attraverso l’acidificazione e
l’eutrofizzazione. La riduzione dell’ammoniaca può essere conseguita nel
settore agroalimentare, in quello dei trasporti su strada e in quello dell’«uso
dei solventi e dei prodotti».
Non
esistono raccomandazioni dell’OMS riguardanti le concentrazioni di ammoniaca
nell’aria ambiente e i loro effetti sulla salute. Tuttavia, l’impatto sulla
salute e sull’ambiente è ben documentato (QUI), in
quanto le emissioni di ammoniaca contribuiscono alla formazione di PM2,5 secondario,
per il quale esistono orientamenti dell’OMS sulla qualità dell’aria. Gli
esperti hanno proposto un livello critico a lungo termine per la vegetazione
(piante superiori) pari a 3 μg/m3.
La
recente proposta di revisione della direttiva sulle emissioni industriali (IED
- QUI) ,
con il suo obiettivo maggiormente ambizioso di ridurre le emissioni industriali
e di estendere l’ambito di applicazione della direttiva alle aziende
zootecniche più grandi dell’UE, può contribuire in modo significativo alla riduzione
delle emissioni di ammoniaca in quanto la principale fonte di emissioni di NH3 è l’agricoltura e circa ¾ delle emissioni nell’UE
sono causate dalla gestione degli effluenti di allevamento (Il 76,2 % nel 2020, secondo il quadro operativo nazionale sulle emissioni di inquinanti atmosferici.). Tuttavia,
la direttiva sulle emissioni industriali dovrebbe essere attuata in maniera
proporzionata ed efficiente sotto il profilo dei costi al fine di scongiurare
un ulteriore aumento dei costi di produzione nel settore agroalimentare (Vedi
Parere CES in pagina 12 NewsAmbiente Novembre 2022 - QUI). Per una
analisi della proposta di revisione della Direttiva IED vedi nel mio blog (QUI).
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