Si tratta della Risoluzione del Parlamento europeo approvata il 25 marzo 2021 sull'attuazione delle direttive sulla qualità dell'aria ambiente: direttiva 2004/107/CE (QUI) e direttiva 2008/50/CE (QUI) .
Testo completo della Risoluzione: QUI.
Di seguito una
ricostruzione per titoli della Risoluzione...
LE CRITICITA’ CHE EMERGONO DALLA RISOLUZIONE
1. evidenzia che le Direttive sulla qualità dell'aria ambiente dell'Unione europea, pur essendo state efficaci nel fissare norme comuni a livello dell'UE in materia di qualità dell'aria e nell'agevolare lo scambio di informazioni sulla qualità dell'aria, sono riuscite solo in parte a ridurre effettivamente l'inquinamento atmosferico e a limitarne le ripercussioni negative sulla salute, la qualità della vita e l'ambiente;
2. incoraggia la Commissione a tener conto della complessa natura dell'inquinamento atmosferico (ad esempio la formazione di particolato secondario, il trasferimento dell'inquinamento atmosferico su scala globale e dell'UE) nell'elaborazione di una nuova politica in materia di qualità dell'aria, così da garantire un approccio integrato e olistico;
3. prende atto del fatto che le misure di confinamento per controllare la diffusione della pandemia hanno portato a una drastica riduzione temporanea del traffico e delle attività industriali, che di conseguenza ha portato a un calo senza precedenti delle emissioni e dell'inquinamento atmosferico su scala continentale, con concentrazioni di inquinanti ben al di sotto dei limiti legali e delle raccomandazioni dell'OMS, dimostrando dunque in modo chiaro l'impatto delle attività umane sull'ambiente
ADEGUARE I VALORI LIMITE
DEGLI INQUINANTI NELLA QUALITÀ DELL’ARIA ALLE LINEE GUIDA DELL’OMS
La Risoluzione chiede di rivedere
le norme sulla qualità dell'aria e invita la Commissione ad allineare i valori
di PM10, PM2,5, SO2 e O3 alle linee guida dell'OMS, e i valori del benzene
(C6H6) e del benzo(a)pirene (BaP) ai livelli di riferimento dell'OMS,
apportando modifiche legislative alle direttive sulla qualità dell'aria
ambiente a seguito di una valutazione d'impatto globale sugli aspetti sanitari,
ambientali, sociali ed economici.
COLMARE LE LACUNE
NORMATIVE SULLE EMISSIONI ACUSTICHE
La Risoluzione chiede alla
Commissione di proporre atti normativi nel caso in cui si riscontrino lacune
giuridiche, esaminando altresì i benefici collaterali per altre dimensioni di
inquinamento, per esempio quello acustico; chiede alla Commissione di
analizzare le conseguenze dell'inquinamento dell'aria interna e i possibili
rimedi legislativi per tutte le fonti rilevanti di inquinamento dell'aria
interna.
MONITORARE ANCHE GLI
INQUINANTI NON REGOLAMENTATI
La Risoluzione chiede che
nel monitoraggio siano inclusi, se del caso, sulla base di una valutazione dei
più recenti dati scientifici, anche altri inquinanti non regolamentati che
hanno comprovate ripercussioni negative sulla salute e sull'ambiente nell'UE,
come le particelle ultrafini, il particolato carbonioso, il mercurio e
l'ammoniaca.
ADEGUARE LA NORMATIVA AI
PICCHI DI CONCENTRAZIONE DEL PARTICOLATO FINE
La Risoluzione sottolinea
che gli standard annuali permettono ai picchi di concentrazione degli
inquinanti di passare inosservati, in particolare nel caso del PM2,5.
CREARE ELENCHI DI SOSTANNZE PERICOLOSE PER LA SALUTE
La Risoluzione invita la
Commissione a stilare un elenco di controllo riguardante sostanze o composti
che destano preoccupazioni per la salute presso l'opinione pubblica o la
comunità scientifica ("elenco di controllo"), ad esempio le
microplastiche, al fine di consentire di dare seguito alle nuove conoscenze
sull'importanza per la salute umana di tali composti e sostanze emergenti e sui
metodi e gli approcci di monitoraggio più adeguati.
NUOVE LINEE GUIDA SULLA COSTRUZIONE DELLE RETI DI CAMPIONAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA
La Risoluzione sottolinea
che le disposizioni relative all'ubicazione dei siti prevedono una molteplicità
di criteri e offrono un grado di flessibilità che può rendere più difficile la
verifica, il che spesso comporta situazioni in cui le reti di monitoraggio
nelle città non forniscono informazioni sui luoghi in cui si verificano le
maggiori concentrazioni di inquinanti atmosferici, con il rischio che i
superamenti dei valori limite passino inosservati; esorta la Commissione,
mediante un atto di esecuzione in conformità dell'articolo 28 della direttiva
2008/50/CE, a fornire senza indugio agli Stati membri linee guida sulle
modalità di creazione delle reti di monitoraggio; invita la Commissione, nel
quadro delle proposte di revisione delle direttive sulla qualità dell'aria
ambiente, a rivedere e stabilire nuove regole obbligatorie per l'ubicazione
delle stazioni di monitoraggio e dei punti di campionamento.
INDIVIDUARE INDICATORI CHE
TENGANO CONTO DELLA SALUTE UMANA
La Risoluzione:
1. sottolinea a questo proposito la necessità che la legislazione dell'UE tenga maggiormente e opportunamente conto dell'esposizione umana all'inquinamento atmosferico ed esorta la Commissione a includere nuovi indicatori negli indici di qualità dell'aria, come la densità della popolazione nei pressi delle stazioni di monitoraggio e dei punti di campionamento, in modo da stabilire criteri di "esposizione generale della popolazione" e disposizioni per la rappresentatività dei siti di monitoraggio;
2. sottolinea la necessità di integrare nell'elaborazione delle nuove politiche gli insegnamenti sull'inquinamento atmosferico tratti dalla pandemia di COVID-19.
NECESSITÀ DI APPROCCIO
OLISTICO TRA INQUINAMENTO ARIA E MUTAMENTI CLIMATICI
La Risoluzione sottolinea il crescente
legame tra l'inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici, come
dimostrato dalle crescenti concentrazioni di ozono provocate dall'aumento delle
temperature e dalle ondate di calore più frequenti; ritiene che un approccio
olistico per contrastare l'inquinamento atmosferico sia compatibile con
un'analisi caso per caso delle caratteristiche specifiche di ciascun
inquinante, ad esempio per l'ozono, un gas incolore e di odore pungente che non
è un inquinante primario e la cui prevenzione richiede misure di riduzione dei
precursori (NOx e COV) a lungo termine.
NECESSITÀ DI DISCIPLINARE
LE EMISSIONI DI METANO
La Risoluzione sottolinea
che le emissioni di metano non sono disciplinate dalla legislazione dell'UE
sull'inquinamento atmosferico e non sono specificamente disciplinate dalla
politica climatica dell'UE; accoglie con favore la recentemente pubblicata
strategia dell'UE per ridurre le emissioni di metano e incoraggia la
Commissione ad affrontare in modo efficace la necessità di per ridurre al
minimo le emissioni di metano, soprattutto quelle derivanti dall'agricoltura e
dai rifiuti.
ATTUARE MISURE CONCRETE
CON L’INQUINAMENTO DA AMMONIACA
La Risoluzione rileva con
preoccupazione che, mentre le emissioni della maggior parte degli inquinanti
atmosferici continuano a diminuire in tutta l'Unione europea, le emissioni di
ammoniaca (NH3), soprattutto quelle derivanti dal settore agricolo, continuano
ad aumentare, e costituiscono una difficoltà per gli Stati membri dell'UE in
quanto ostacolano l'osservanza dei limiti dell'UE rispetto agli inquinanti
atmosferici; sottolinea che, nelle aree urbane, le emissioni di ammoniaca
rappresentano circa il 50% dell'impatto dell'inquinamento atmosferico sulla
salute, in quanto l'ammoniaca è un precursore fondamentale del particolato;
invita gli Stati membri a sfruttare i propri piani strategici nazionali
nell'ambito della PAC come un'opportunità per combattere l'inquinamento
atmosferico proveniente dal settore agricolo; chiede alla Commissione e agli
Stati membri di valutare altresì le opzioni per mitigare queste emissioni nell'ambito
della direttiva sulle emissioni industriali1 ;
AMPLIARE LA APPLICAZIONE
DELLA DIRETTIVA SULLE EMISSIONI DAI GRANDI IMPIANTI INDUSTRIALI
La Risoluzione esprime
preoccupazione per la pratica di costruire nuovi impianti industriali con una
capacità appena inferiore alle soglie stabilite nella direttiva sulle emissioni
industriali, in modo da porli deliberatamente al di fuori dal campo di
applicazione della direttiva stessa; accoglie con favore a questo proposito
l'annunciata revisione della direttiva sulle emissioni industriali per
affrontare più efficacemente la questione dell'inquinamento dei grandi impianti
industriali, promuovere le attività industriali aventi il più ridotto impatto
ambientale e per renderli pienamente coerenti con le politiche dell'UE in
materia di ambiente, clima, energia ed economia circolare.
REGOLAMENTARE IN MODO
EFFICACE LE EMISSIONI DELLE NAVI NEI PORTI
La Risoluzione richiama
l'attenzione sul fatto che le città portuali esposte a un ulteriore
inquinamento dovuto alla navigazione, alle gru, alle crociere e a vari veicoli
di trasporto devono affrontare questi aspetti per migliorare la qualità
dell'aria; osserva con preoccupazione che l'impatto dannoso delle navi sulla
qualità dell'aria continua ad aumentare parallelamente alla crescita del
settore; invita la Commissione a rispettare urgentemente il proprio impegno di
regolamentare l'accesso ai porti delle navi più inquinanti e di obbligare le
navi attraccate a utilizzare le infrastrutture di ricarica e rifornimento
disponibili, ad esempio l'elettricità erogata da reti elettriche terrestri, per
diminuire le emissioni inquinanti nell'aria, proteggendo così le zone costiere
e le loro popolazioni; invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare uno
"standard di emissioni zero per le navi ormeggiate" in tutti i porti
europei.
RIVEDERE REQUISITI E DURATA PIANI PER LA QUALITÀ DELL’ARIA
La Risoluzione:
1. invita la Commissione, mediante un atto di esecuzione in conformità dell'articolo 28 della direttiva 2008/50/CE, a fissare quanto prima una serie di requisiti minimi e di migliori pratiche sia per la redazione che per l'attuazione dei piani per la qualità dell'aria per far sì che tali piani stabiliscano un'azione limitata nel tempo, che sia commisurata al problema dell'inquinamento cui devono far fronte;
2. si rammarica tuttavia del fatto che le direttive sulla qualità dell'aria ambiente non impongano agli Stati membri di riferire alla Commissione in merito all'attuazione dei piani per la qualità dell'aria, né di aggiornare tali piani quando vengono adottate nuove misure o se i progressi sono insufficienti; sottolinea inoltre che la Commissione non analizza né fornisce alcun riscontro ai piani per la qualità dell'aria presentati e alle misure ivi contenute; invita la Commissione a introdurre un sistema più trasparente e reattivo per lo scambio di informazioni e l'obbligo di una rendicontazione annuale sull'attuazione dei piani per la qualità dell'aria, nonché una procedura di valutazione dei piani presentati, in modo da garantire che le misure degli Stati membri intese a migliorare la qualità dell'aria siano rapide ed efficaci.
UNIFICARE GLI INDICI DI
VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELL’ARIA
La Risoluzione richiama
l'attenzione sul fatto che gli Stati membri, le regioni e le città definiscono
gli indici di qualità dell'aria in modo diverso e che le informazioni e le
soglie di allarme per alcuni inquinanti sono al momento mancanti; esorta la
Commissione e gli Stati membri a stabilire un sistema standardizzato di
classificazione della qualità dell'aria applicabile in tutta l'UE.
MIGLIORARE LA INFORMAZIONE
DEL PUBBLICO SULLA QUALITÀ DELL’ARIA E L’IMPATTO SULLA SALUTE
La Risoluzione:
1. invita la Commissione, gli Stati membri e le pertinenti amministrazioni regionali e locali a lanciare campagne aggiornate di informazione pubblica e di sensibilizzazione su temi quali i diversi tipi di inquinanti atmosferici e il loro impatto sulla salute umana o gli esistenti livelli di inquinamento atmosferico nel territorio, ivi incluse informazioni rivolte ai gruppi vulnerabili, e a pubblicare classifiche dalle quali risultino i maggiori e i peggiori progressi conseguiti per zona di qualità dell'aria;
2. invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare e promuovere strumenti per incoraggiare la partecipazione del pubblico all'attuazione delle direttive sulla qualità dell'aria ambiente, quali la creazione da parte degli Stati membri di uno strumento online e/o un'applicazione che informi i cittadini sulla qualità dell'aria e sul relativo impatto sulla salute umana, che consenta loro di richiedere stazioni di monitoraggio dell'aria o punti di campionamento.
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