Rapporto di Ispra QUI (Istituto del Ministero della Transizione Ecologica ex Ministero dell’Ambiente)
che illustra i dati del 2020,
riferiti a tutti i procedimenti di bonifica censiti dalle regioni/province
autonome al 31.12.2019, che oltre ad essere quelli più recenti, costituiscono
il set di maggiore completezza ed affidabilità.
Di seguito una sintesi per temi del Rapporto...
LE SUPERFICI INTERESSATE
DALLE PROCEDURE DI BONIFICA
I dati sono relativi a
tutti i procedimenti di bonifica censiti dalle Regioni/PA nelle proprie
anagrafi/banche dati, anche quelli avviati e/o conclusi ai sensi del previgente
D.M. 471/99. Il numero totale, aggiornato al 31/12/2019, è pari a 34.478
procedimenti di cui 16.264 in corso e 17.862 conclusi.
La superficie interessata
dai procedimenti di bonifica è nota solo per una parte di essi (67%), è pari a
66.561 ettari (666 kmq) e rappresenta lo 0,22 % della superficie del territorio
italiano; di questi 37.816 ettari sono relativi a procedimenti in corso e
28.745 ettari sono relativi a procedimenti conclusi.
Pur nella limitatezza
dell’informazione disponibile si può affermare che allo stato delle conoscenze
attuali una superficie corrispondente all’estensione del comune di Arezzo (22°
comune d’Italia per estensione territoriale) risulta attualmente implicata in
procedimenti di bonifica regionali, quella equivalente al comune di Modica (43°
comune d’Italia per estensione territoriale) è stata bonificata o svincolata.
A livello nazionale:
• la bonifica/messa in
sicurezza è approvata o conclusa in attesa di certificazione in quasi la metà
delle superfici (11.755 ettari pari al 31% dei siti per i quali sono note le
aree);
• si trovano in fase di
notifica, quindi nel primo step dell’iter procedurale, 12.927 ettari (34% dei
siti per i quali sono note le aree). Tra le aree restituite agli usi a seguito
della chiusura dei procedimenti, quasi quattro ettari su cinque sono restituiti
senza necessità di alcun intervento di bonifica.
Un ulteriore interessante
confronto è quello con i dati di superficie dei Siti di Interesse Nazionale
(SIN), la cui superficie complessiva a terra è pari a 1.721 kmq e rappresenta
lo 0,57% della superficie del territorio italiano.
Il dato nazionale riferito
al numero di siti mostra che più della metà dei procedimenti in corso (9.151,
56%) si trova nella prima fase, quella relativa alla attivazione del
procedimento; si tratta principalmente di siti il cui stato della
contaminazione non è noto o lo è in modo preliminare. Le successive fasi
“modello concettuale” e “bonifica” sono equamente distribuite (rispettivamente
3.397 procedimenti pari al 21% e 3.184 procedimenti, pari al 20%); il restante
3% (532 siti) è costituito da procedimenti per i quali l’informazione non è
disponibile. In termini di superfici, è possibile ascrivere ai 16.264
procedimenti in corso un’estensione complessiva di 37.816 ettari (superfici
note nel 66% dei procedimenti). Di questi:
• 12.927 ettari sono
relativi a procedimenti in fase di notifica;
• 13.125 ettari sono
relativi a procedimenti in fase di modello concettuale;
• 11.755 ettari sono
relativi a procedimenti in fase di bonifica;
• 9 ettari sono privi di
informazione sull’iter.
In sintesi in termini
percentuali risultano:
• in fase di notifica il
56% del numero di siti e il 34% delle superfici;
• in fase di modello
concettuale il 21% del numero di siti e il 35% delle superfici;
• in fase di bonifica il
20% del numero di siti e il 31% delle superfici;
• il 3% del numero di siti
senza informazioni sull’iter del procedimento.
È interessante notare come
la maggiore percentuale del numero dei siti con procedimento in corso sia
relativa a quelli che si trovano nella fase di notifica.
LO STATO DELLA CONTAMINAZIONE
Lo stato della
contaminazione è noto per una significativa percentuale dei siti con
procedimento in corso (15.732, pari al 97%). Il dato nazionale mostra un
sostanziale equilibrio tra i siti in attesa di accertamenti (35%), quelli
potenzialmente contaminati (33%) e quelli contaminati (29%).
Di particolare interesse è
la verifica di quanto si sta facendo nei siti definiti come contaminati per
ricondurre lo stato ambientale ad un livello di accettabilità per la salute
dell’uomo e per la qualità delle matrici suolo, sottosuolo e acque sotterranee.
Ciò è possibile confrontando il numero di siti contaminati con quello dei siti
con intervento di bonifica e/o messa in sicurezza approvato o concluso in
attesa di certificazione. Questo confronto mostra che a fronte di 4.689 siti
contaminati, risultano 2.505 interventi di bonifica e/o messa in sicurezza
approvati (pari al 53% dei siti contaminati), 679 interventi di bonifica e/o
messa in sicurezza conclusi in attesa di certificazione (pari al 14% dei siti
contaminati) e infine 1.505 siti (pari al 32% dei siti contaminati) per i quali
ancora non è stata avviata la fase di intervento. Di questi ultimi, 533 (pari
all’11% dei siti contaminati) hanno analisi di rischio approvata con
certificazione di sito contaminato, i rimanenti 972 (pari al 21% dei
contaminati) sono in una fase dell’iter precedente a quella dell’approvazione
dell’analisi di rischio. In conclusione sul 32% dei siti riconosciuti come
contaminati non risultano avviati interventi e sul 21% non è noto lo stato di
avanzamento procedurale.
I LIMITI CHE EMERGONO DAL
RAPPORTO
La raccolta dei dati sulle
bonifiche dei siti contaminati regionali effettuata da SNPA mediante la Rete
dei Referenti dei Siti Contaminati, con il decisivo contributo delle Regioni e
delle Province Autonome, ha permesso di avere una conoscenza sullo stato
dell’arte a livello nazionale ad oggi senza precedenti. Fatta questa premessa,
è evidente che i dati ad oggi disponibili presentano dei limiti quali:
• la mancanza di informazioni
relative ai Siti di Interesse Nazionale (SIN);
• il dato è di tipo
aggregato, non permette cioè l’analisi di ogni singolo procedimento, mentre
consente la valutazione degli stessi a diversi livelli territoriali (comunale,
provinciale, regionale e nazionale);
• il dato non permette il
monitoraggio temporale, cioè la definizione di eventuali trend;
• i dati di superficie
sono eterogenei (superficie tecnica e superficie amministrativa) e in alcuni
casi assenti o con disponibilità limitata;
• alcuni indicatori
risentono della eterogeneità di popolamento e gestione delle banche
dati/anagrafi regionali;
• non è possibile ad oggi
formulare valutazioni sull’applicazione dei diversi procedimenti di bonifica né
sulle tecnologie e sulle relative performance in termini di efficacia
ambientale e di costi;
• non sono disponibili le
informazioni relative ai contaminanti e alla loro diffusione.
I TEMI DA APPROFONDIRE
Sulla scorta di quanto fin
qui illustrato si ritiene si possano quindi individuare dei temi da approfondire
o affrontare “ex novo” per i quali è necessario portare a termine una serie di
azioni: • estendere la raccolta e analisi dei dati anche ai procedimenti di
bonifica in ambito SIN, omogeneizzando le informazioni relative ai procedimenti
nei Siti di Interesse Nazionale con quelle a livello regionale consentendo di
costruire un quadro esaustivo della contaminazione e dello stato di avanzamento
delle bonifiche in Italia;
• abbandonare l’analisi
del dato aggregato ed avviare quanto prima quella relativa ai singoli
procedimenti che permetterebbe tra l’altro il monitoraggio temporale;
• distinguere le superfici
amministrative che riguardano i vincoli amministrativi, da quelle tecniche che
si riferiscono a dati ambientali;
• acquisire le
informazioni relative ai contaminanti presenti nei siti;
• monitorare la durata
della progettazione (analisi di rischio, progetto di bonifica, messa in
sicurezza) e la durata degli interventi nelle diverse modalità procedurali
(ordinaria, semplificata) previste dalla norma; • censire e monitorare le
tecnologie di bonifica utilizzate;
• monitorare tempi e costi
relativi agli interventi di bonifica;
• approfondire le
informazioni in corrispondenza dei siti che necessitano maggior dettaglio (siti
contaminati, siti in bonifica) rispetto a quelli meno rappresentativi (siti con
sola attivazione).
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