domenica 11 aprile 2021

Biodigestore Saliceti: quelli che se andavamo tutti alla Inchiesta Pubblica cambiava tutto oohh yeahh!

Al TAR  Liguria (vedi QUI) stavolta abbiamo perso, inizio subito così almeno evitiamo i discorsi tipo “rimuovi le tue responsabilità”. 

Scritto questo chi vuole capire come stanno le cose dal mio punto di vista e non solo, prosegua la lettura del post altrimenti se è prevenuto continui pure a cazzeggiare sui social in relazione a questa vicenda.  

Intanto, se è vero che abbiamo perso, anche le sentenze di sconfitta vanno lette con attenzione per intero e non solo le righe finali. Questo perché i processi non sono come i risultati del calcio per la classifica dove contano solo i goal segnati in più per vincere i tre punti, nelle sentenze che concludono i processi conta anche, continuando nella metafora calcistica, come si è arrivati ai goal chi li ha segnati e cosa invece si è riconosciuto a chi ha perso e soprattutto quanto ha perso chi ha perso e le conseguenze future della sconfitta.


LE RAGIONI DEL RICORSO CONTRO LA DELIBERA DI CONVOCAZIONE DELLA INCHIESTA PUBBLICA SUL PROGETTO DI BIODIGESTORE

Torniamo al diritto e lasciamo il calcio. La sentenza è chiara ha dichiarato inammissibile il ricorso che aveva impugnato la delibera di istituzione della Inchiesta Pubblica all’interno del procedimento di autorizzazione del progetto di biodigestore previsto per la località di Saliceti. Inammissibile vuol dire che secondo i giudici questa delibera non era impugnabile in quanto non concludeva del tutto il procedimento di autorizzazione.

Su questo aspetto si può discutere e posso accettare critiche da un punto di vista legale, ma una cosa va precisata altrimenti si fa solo confusione: il TAR non è entrato nel merito del perché abbiamo impugnato quella delibera rinviando questo aspetto al ricorso contro le conclusioni della conferenza dei servizi che in questo caso anticipano il contenuto del Provvedimento di autorizzazione unico regionale al progetto in questione, il c.d. PAUR peraltro non ancora rilasciato dalla Regione. La partita vera si giocherà li quindi per ora tutto è ancora possibile!

 Alla luce di questa verità oggettiva per noi si conferma il motivo per cui facemmo quel ricorso contro la delibera di istituzione della Inchiesta Pubblica: quella delibera affermava che il sito di Saliceti era previsto dalla vigente Pianificazione cosa per noi non vera. In questo modo a nostro avviso si sfalsava anche la stessa Inchiesta Pubblica perché fondata su un presupposto non vero:  <<il sito scelto dalla Pianificazione Pubblica non è Boscalino ma Saliceti>>.

Con il nostro ricorso quindi abbiamo voluto tutelare la indipendenza e la efficacia della Inchiesta Pubblica che pure essendo non una fase decisionale (come afferma il TAR Liguria) è sempre una fase endoprocedimentale cioè interna al procedimento di autorizzazione e le conclusioni della stessa possono incidere sulla decisione finale ma se i presupposti sono sfalsati come potrà incidere l’Inchiesta Pubblica? Vedremo a breve come infatti non abbia inciso minimamente almeno dal punto di vista di chi non vuole il biodigestore nel sito di Saliceti. 

Questo è il motivo di fondo alla base del nostro ricorso.

 

LE CRITICHE DI QUELLI CHE BISOGNAVA PARTECIPARE ALLA INCHIESTA PUBBLICA PER PORTARE A CASA UN RISULTATO

Ora però le critiche che vengono fatte, anche da una parte di chi dichiara di essere contro il progetto in questione non sono solo sul contenuto della sentenza ma su un ragionamento se vogliamo più politico e cioè: <<se avessero partecipato tutti alla Inchiesta Pubblica il risultato sarebbe stato diverso!>>.

Ne siete certi e su quali basi? Avete letto gli atti della Inchiesta?  Non ho letto da nessuna parte una analisi di questi atti che giustificasse la tesi suddetta ma solo battute sui social.


COSA DICONO I DOCUMENTI RELATIVI ALLA INCHIESTA PUBBLICA

Noi quegli atti li abbiamo letti compreso il documento che la Giunta Regionale e gli Uffici competenti della Regione avevano prodotto pochi giorni prima dell’inizio della Inchiesta Pubblica.

Quel documento nella parte specifica dedicata alla Inchiesta (pagine 13 e 14), che è anche la parte conclusiva, affermava (pagina 14): 


Mi sembra chiaro che la Regione aveva già deciso (peraltro senza neppure nasconderlo vedi sopra) prima ancora che iniziasse l’Inchiesta che il sito era Saliceti e che al massimo non solo l’Inchiesta Pubblica ma l’intero procedimento di autorizzazione (di cui l’Inchiesta era parte) avrebbe potuto solo verificare la compatibilità del progetto di Recos SpA con quel sito. 

D’altronde la cosa risulta ancora più chiara se uno si prende la briga di leggere la relazione conclusiva della Inchiesta Pubblica, dove la tematica delle alternative di sito a Saliceti e i vizi procedurali sulla Pianificazione non vengono valutati nel merito tanto meno la lettera dei tre Sindaci dei Comuni interessati che contesta il contenuto della delibera istitutiva della Inchiesta proprio sulle questioni procedurali. Tutta la relazione finale della Inchiesta è incentra sulla valutazione degli impatti del progetto per verificarne la compatibilità con il sito di Saliceti.

In quella relazione l’unico accenno alle questioni procedurali è  a pagina 4: “Durante le sedute della Inchiesta Pubblica si sono susseguiti interventi si sono susseguiti interventi da parte dei funzionari di Regione Liguria, Provincia della Spezia che hanno fornito risposte, per la parte di competenza, ad alcune osservazioni illustrate durante le riunioni e dettagliate nei documenti sopra indicati, in particolare per la parte procedurale, per i tempi previsti della durata della Inchiesta Pubblica, per gli aspetti contenuti nel piano regionale e provinciale dei rifiuti; i funzionari regionali hanno redatto i verbali delle udienze della Inchiesta Pubblica”.

Risulta quindi che  il Presidente e il Comitato della Inchiesta Pubblica si sono limitati a prendere atto di quanto dichiarato dai funzionari regionali e provinciali sulle questioni procedurali senza minimante riportare nel merito le posizioni di 3 Sindaci ma anche di una parte degli intervenuti alle udienze della Inchiesta e soprattutto senza neppure fornire sul punto una propria valutazione come invece il Presidente della Inchiesta ha diritto di fare, si veda in questo senso il comma 3 articolo 4 della DGR 317 del 2019 che disciplina l’Inchiesta Pubblica nella VIA: “Il Presidente dell’inchiesta pubblica redige una Relazione nella quale, ripercorrendo il processo di partecipazione, ne fa un’analisi critica…”.  Dove è l’analisi critica sulle questioni procedurali poste dai Sindaci (nella lettera depositata alla Presidenza della Inchiesta) e dal Comitato Sarzana CheBotta in relazione al contrasto del sito di Saliceti con la Pianificazione vigente? Non c’è. Il Presidente venendo meno al suo ruolo terzo ha bellamente rimosso nella Relazione Finale quanto era emerso dal dibattito della Inchiesta.

Non solo ma faccio notare come, dalla citazione della Relazione Finale della Inchiesta sopra riportata, si evincono altre due questioni che confermano la non trasparenza nella gestione della Inchiesta:

1. i funzionari regionali e provinciali in questa vicenda sono autorità competente al rilascio della autorizzazione quindi non devono interloquire sistematicamente con il pubblico ma, essendo soggetto terzo, dovevano intervenire solo ed unicamente in apposita audizione dove eventualmente rispondere alle domande del pubblico partecipante in merito alla metodologia e agli indicatori con cui avrebbero valutato il progetto e non anticipando decisioni prese soprattutto in relazione alla pianificazione che come è noto è competenza del livello politico.  All'interno della Inchiesta Pubblica, il compito della Autorità Competente, non è quello di difendere una decisione ancora da prendere ma semmai valutare quanto emerso dal percorso partecipativo, una volta concluso, per verificare quanto di questo è utilizzabile al fine della decisione conclusiva motivando invece perché non è stato accolto.

2. è abnorme secondo tutte le buone pratiche della Inchiesta Pubblica che a redigere i verbali invece della Commissione della Inchiesta Pubblica siano stati i funzionari regionali. In questo modo il Presidente della Inchiesta Pubblica è venuto meno al suo ruolo di garante della acquisizione nei verbali di tutto quanto emerso dalle udienze. Questo peraltro lo afferma la stessa DGR 317 del 2019 che disciplina l’Inchiesta Pubblica, si veda il comma 2 articolo 3 della DGR secondo il quale: “Il presidente dell’inchiesta pubblica nomina un segretario, che redige il verbale di ogni udienza da pubblicare sul sito web dell’autorità competente in materia di VIA e sui siti web dei comuni interessati”. Ovvio che il segretario verbalizzante debba essere un membro del Comitato della Inchiesta Pubblica non certo un funzionario della Regione!

Il Presidente della Inchiesta Pubblica tra l’altro se fosse  stato un vero Garante del percorso partecipativo avrebbe dovuto convocare l’Assessore Regionale all’Ambiente e chiedere a questo signore, di fronte ai partecipanti,  perché pochi mesi ( 9agosto 2018)  prima della presentazione del progetto di biodigestore di Saliceti abbia dichiarato (QUI): ”il parere Vas (Valutazione ambientale strategica) n.100, assunto con Dgr n.1168 del 2017 sul Piano d’Area di La Spezia, non ha affatto “bocciato” la localizzazione di Boscalino per il biodigestore, ma si è limitato a manifestare alcuni dubbi in merito alla coesistenza del sito di Boscalino per gli anni 2018/2020 con una stazione di trasferimento in concomitanza con i lavori di realizzazione dell’impianto di digestione anaerobica, considerate le dimensioni limitate dell’area in questione. La Provincia della Spezia, con la revisione del proprio Piano ai fini di conformarsi al parere Vas, ha specificato le motivazioni che hanno condotto all’indicazione di tale sito”.


 

CONCLUDENDO...  

Insomma a prescindere dalle ragioni legali davvero si può dichiarare che la partecipazione alla Inchiesta Pubblica anche di chi non vi ha partecipato avrebbe garantito qualche risultato migliore? Con quale onestà intellettuale si fa una affermazione del genere di fronte alla dura realtà dei fatti e degli atti sopra esposti?

Ma soprattutto coloro che fanno questa affermazione non si rendono conto, visto che alcuni di loro parteciparono alla Inchiesta, che fare questa affermazione è prima di tutto un modo per delegittimare questa loro partecipazione? Perché dove hanno fallito loro dovevano riuscire gli altri?

Diciamo la verità sin dall’inizio del 2019 le pressioni di Recos SpA e ovviamente della sua capofila Iren avevano fatto cambiare idea alla Regione sul sito del biodigestore. Una volta cambiata idea hanno perseguito questo loro obiettivo con forte determinazione arrivando ad inventarsi una Inchiesta Pubblica ad hoc (modificando addirittura la delibera che disciplina tale fase procedimentale). In questo non c'è nulla di illegale intendiamoci ma quello che è illegittimo a nostro avviso invece è il modo in cui si è dato esecuzione a questa variazione. Se è illegittimo in assoluto lo decideranno TAR e se necessario Consiglio di Stato, di sicuro è un modo di procedere non trasparente e non rispettoso del ruolo dei Comuni e delle comunità locali interessate.

Comunque non voglio convincere ulteriormente nessuno chiedo solo a chi sostiene la tesi della utilità della Inchiesta Pubblica: abbiate il coraggio intellettuale di dimostrare che quanto scritto sopra non risponde al vero. Attendo con fiducia perché le mie indicazioni (a Comitati e Comuni) in tutta questa vicenda sono sempre state espresse con “scienza e coscienza” come si dice tra professionisti, quindi se si dimostra che ho torto sono pronto ad ammetterlo ma per favore entrando nel merito non con le battute politichesi. A me delle logiche politico elettorali non frega un belino visto che sono quasi 30 anni che non mi candido ad una elezione.

Fatti,  Atti, Analisi tecniche e giuridiche mi aspetto questo altrimenti per favore basta polemiche!



P.S...

eppoi per favore attendo sempre che mi si spieghi per filo e per segno (come ho invece fatto sempre io in questi due anni) quali strategie diverse da quella adottata dai Comuni interessati avrebbero dovuto essere intraprese per fermare il progetto di biodigestore, anche su questo attendo lumi da molto tempo. 

 

 


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