martedì 20 aprile 2021

Sul progetto di centrale a gas a Spezia Enel risponde al Ministero della Transizione: analisi critica

Enel ha presentato le integrazioni  (QUI) al progetto di centrale a gas spezzino richieste dal Ministero della Transizione Ecologica (QUI). 

Il nodo di fondo resta quello della transizione alle generazione elettrica da sole fonti rinnovabili e come questo progetto si inserisce in tale scenario. Per questo inizio questo post senza rimuovere il problema di fondo citando quanto afferma Enea nella sua analisi del primo trimestre 2021: “Sebbene come detto la flessione della domanda abbia un po’ allentato i rischi di adeguatezza, in realtà anche nel 2020 il minimo margine di capacità “effettivo” (cioè la capacità disponibile in eccesso rispetto alla domanda, incrementata della riserva di sostituzione; NB: vedi nota metodologica per caratteristiche e limiti della stima) è rimasto su valori molto ridotti. La soglia che separa l’1% delle ore (circa 88 ore) nelle quali si è registrato il margine più ridotto si è fermata a 4 GW, con una percentuale di capacità in eccesso sulla domanda inferiore al 10%”.

Nessuno che abbia un minimo di conoscenza del tema energia,  in particolare in relazione alla generazione elettrica, può rimuovere quanto sopra dichiarato da Enea. 

Il problema è come rispondere a questa criticità, su questo la visione di Enel appare riduttiva e di seguito spiegherò perché.

  

COSA RISPONDE ENEL SUL RAPPORTO TRA PROGETTO CENTRALE A GAS E ADEGUATEZZA DEL SISTEMA DI GENERAZIONE ELETTRICA NAZIONALE

Enel nella sua replica alle richieste di integrazioni si basa prevalentemente sul Rapporto di Adeguatezza di Terna del 2019 e sul Piano Nazionale Integrato Energia e Clima-PNIEC (gennaio 2020). Entrambi i documenti faccio notare precedenti alla evoluzione del dibattito sulla transizione energetica in sede UE. 

Ovviamente e sintetizzando (il rapporto di adeguatezza Terna lo trovate QUI)  Enel citando Terna afferma che: “è maggiore il rischio di non disporre di risorse sufficienti per coprire i picchi di carico e per garantire l'adeguatezza del sistema e la qualità del servizio. Senza azioni correttive questa tendenza proseguirà portando il sistema elettrico in condizioni di esercizio sempre più critiche ed esponendo il sistema a rischi di black out”.

Enel nella sua risposta aggiunge sempre citando Terna: “il decommissioning totale del carbone dovrà essere accompagnato da una almeno parziale riconversione a gas degli impianti attuali (con particolare attenzione alla zona Nord)”.

Enel poi a sostegno della sua tesi pro-gas cita anche il PNIEC (ultima versione inizio 2020 QUI) nella parte in cui si afferma: “… l’Italia ritiene di accelerare la transizione dai combustibili tradizionali alle fonti rinnovabili, promuovendo il graduale abbandono del carbone per la generazione elettrica a favore di un mix elettrico basato su una quota crescente di rinnovabili e, per la parte residua, sul gas”.

 

 

COSA RISPONDE ENEL SUL RAPPORTO TRA CONTINUAZIONE CENTRALE A CARBONE A SPEZIA E NUOVO PROGETTO DI CENTRALE A GAS

Enel sulla chiusura del carbone a Spezia afferma nella sua risposta al Ministero della Transizione Ecologica: “La non realizzazione del progetto della nuova unità a gas a La Spezia si tradurrebbe in una mancata opportunità di concretizzare la chiusura degli impianti a carbone e di realizzare il programma previsto per la transizione energetica che secondo le riportate previsioni del PNIEC è subordinata anche alla programmazione e realizzazione nell’immediato futuro degli impianti termoelettrici a gas necessari per il sistema e delle relative infrastrutture”.

 

 

COSA RISPONDE ENEL SULLE ALTERNATIVE TECNOLOGICHE ALLA CENTRALE A GAS PROPOSTA A SPEZIA

Sulla richiesta del Ministero della Transizione di produrre soluzione tecnologiche alternative al gas per il sito spezzino, Enel da un lato risponde ponendo due scenari:

Il Primo: centrale a gas più piccola di quella proposta

Il Secondo: integrare il progetto di centrale a gas nelle attuali dimensioni con impianti 7,3 MW di capacità fotovoltaica, per una estensione pari a circa 12 ha e 60 MW di capacità BESS (Battery Energy Storage System) per una estensione di circa 2,3 ha, che verranno autorizzati con iter distinti dal procedimento del gas.

  

 

COSA RISPONDE ENEL SUL RAPPORTO TRA PROGETTO CENTRALE A GAS E SCENARI DI RIDUZIONE EMISSIONI CO2 SIA DEL PNIEC CHE DEL GREEN DEAL UE

Infine molto significativa è la risposta di Enel alla richiesta del Ministero, punto 2 della nota della Commissione VIA VAS,  che consisteva nel mettere a confronto a seconda del combustibile utilizzato la evoluzione delle emissioni di CO2 fino al 2030. Questo, affermano le richieste della Commissione, andrà fatto per tutti gli scenari considerati quindi anche quelli che non prevedono la mega centrale a gas prevista dal progetto Enel, il tutto rapportato ai nuovi obiettivi della UE sulla transizione energetica a neutralità climatica.

Enel a questa richiesta risponde che anche nella scenario nuovo del Green Deal della UE: “Si evidenzia che la produzione da GAS nel suo complesso continua a coprire una parte importante della domanda, con decrementi assoluti inferiori rispetto alla crescita delle FER in quanto parte della generazione è sostitutiva di quella attuale a carbone. In questo senso, i nuovi impianti”.  Non solo ma secondo Enel la generazione a gas anche al 2030 (scenario Green Deal) vedrà la presenza di ben 100 Twh di contro a 248 da Fonti Rinnovabili.

 

 

COME ANALIZZARE LE RISPOSTE DI ENEL

Ho sempre sostenuto, fin dalla presentazione del progetto di centrale a gas, che la questione andava affrontata non in un ottica localistica ma nazionale ed europea. Quindi per potere fermare questo progetto non basta valutarne l’impatto ambientale specifico ma in primo luogo la sua credibilità rispetto ai presupposti su cui nasce: garantire la adeguatezza del sistema elettrico nazionale nella transizione alle fonti rinnovabili al 2025-2030.

 

 

PRIMA RISPOSTA ALLE INTEGRAZIONI DI ENEL: IL CARBONE SI PUÒ CHIUDERE A BREVE SENZA NUOVA CENTRALE A GAS

Come risulta dalla nota dell’ex Ministero dello Sviluppo Economico su dati Terna la centrale a carbone attualmente deve restare a disposizione per entrare in funzione perchè nell’area nord del sistema elettrico nazionale c’è un deficit di 500 MWe. Ebbene la cosa che Enel non dice è che dal 2019 giacciono presso il Ministero dell’Ambiente (ora della Transizione Ecologica) progetti di potenziamento di impianti esistenti a gas per  1227 MWe (per un approfondimento vedi QUI).

Quindi se la centrale a carbone deve per ora restare aperta non è dipeso dalla mancata approvazione e realizzazione della nuova centrale a gas spezzina ma semmai dai ritardi del Ministero competente.

Se si approvassero velocemente questi progetti di upgrade entro il prossimo anno la centrale a carbone potrebbe chiudere anche senza la nuova centrale a gas.

 

 

SECONDA RISPOSTA ALLE INTEGRAZIONI ENEL: MA DI QUANTO GAS HA BISOGNO IL PAESE?

Enel nelle sue integrazioni cita il PNIEC ma solo quello che interessa a questa società. Il PNIEC (ultima versione) a pagina 111 afferma: “ferma restando la necessità di accelerare la crescita delle energie rinnovabili, nell’ambito degli interventi complessivi (accumuli, reti, generazione flessibile, altre opere di rete) da realizzare per il target 2030, alcune modifiche infrastrutturali risultano in particolare connesse allo scenario di phase out dal carbone e in particolare, da avviare nella finestra 2020-2025: - nuova capacità a gas per circa 3 GW, di cui circa il 50% sostanzialmente connesso al phase out, coerentemente con la pianificazione e la regolamentazione (paesaggistica e ambientale) regionale, e nuovi sistemi di accumulo per 3 GW nelle aree centro - sud, sud e Sicilia;”.  

Insomma si parla di 3000 MW  di cui però solo 1500 sono relativi al phase out (uscita dal carbone).

In realtà non è così. Ad oggi alla VIA ordinaria del Ministero della Transizione Ecologica sono in fase di approvazione progetti di centrali a gas nuove per ben 13527 Mwe. Di cosa stiamo parlando?

Se venissero approvati tutti compresi i 2500 MWe di upgrade ad impianti a gas esistenti arriveremo alla cifra di oltre 16.000 MWe a gas. 

Insomma la transizione è alle fonti rinnovabili o al gas?

 

 

TERZA RISPOSTA ALLE INTEGRAZIONI ENEL: LA CORSA AL GAS NON C’ENTRA MOLTO CON LA ADEGUATEZZA DEL SISTEMA ELETTRICO NAZIONALE MA CON GLI INCENTIVI DEL CAPACITY MARKET

Il capacity market è un meccanismo di origine UE che dovrebbero incentivare i produttori di energia elettrica nella fase di transizione alle rinnovabili (al 2025) oltre che alla progressiva uscita dal carbone (da subito).

Il meccanismo dovrebbe incentivare anche gli impianti da Fonti Rinnovabili ma ad oggi non è stato così . I dati ufficiali parlano chiaro: per il primo anno sono stati assegnati 40,9 GW di potenza, di cui 4,4 GW di capacità estera e 1 GW di rinnovabili per un costo totale annuo dell’asta pari a 1,3 miliardi di euro di cui 19,2 milioni per la capacità estera. E di questi a godere dei maggiori benefici saranno Enel Produzione con 9,6 GW, A2A con 4,8 GW ed Edison con 3,8 GW. Per il 2023 si parla di 43,3 GW assegnati, di potenza, di cui 4,4 GW di capacità estera e 1,3 GW di rinnovabili per un costo totale annuo dell’asta pari a 1.475 milioni di euro (19,4 milioni per la capacità estera). E anche in questo caso a vedere i maggiori vantaggi saranno Enel Produzione (11,8 GW), A2A (5 GW) ed Eni (3,8 GW).

 

Sulla sostenibilità economica del futuro a tuttogas si veda lo studio (QUIdi Carbon Tracker Initiative (QUI), un think tank finanziario indipendente.

Lo studio analizza l’attuabilità finanziaria di nuove centrali a gas in Italia, confrontandone il costo con quello di un portafoglio di rinnovabili che offra gli stessi servizi garantiti dalla rete (quantità mensile di energia, capacità di picco e flessibilità).

 


SI POTEVA USARE DIVERSAMENTE IL  MECCANISMO DEL CAPACITY MARKET? SI

Il Regolamento UE (2019/943), che ha previsto detto meccanismo, all’articolo 24 afferma che la valutazione nazionale delle risorse per garantire, nella fase di transizione alle fonti rinnovabili,  la stabilità del mercato interno della energia elettrica verrà svolta a livello regionale. Non solo ma detto Regolamento non vincola la istituzione dei meccanismi di capacità all’uso delle fonti fossili delle generazione termoelettrica e quindi neppure a tetti obbligatori da garantire come si evince dagli articoli 21 (Principi generali per i meccanismi di capacità) e 22  (principi di concezione per i meccanismi di capacità).

Occorre porre una revisione di come è stato gestito questo meccanismo ad oggi. La revisione deve essere posta fin da ora non serve rinviare la revisione del capacity market alle nuove aste del 2024 perché questo vorrebbe dire subire come minimo la nuova centrale a gas o comunque la continuazione fino al 2025 della centrale a carbone.

Si può fare senza incorrere in procedure di infrazioni UE? Si.

La Raccomandazione 18 GIUGNO 2019 (2019/C 297/12 - QUI)  su attuazione meccanismo del capacity market, relativamente alla parte che riguarda l’Italia, afferma che la proposta di Piano nazionale integrato energia e clima presentata dal Governo italiano dovrà: “… precisare la misura in cui il previsto sviluppo nel settore del gas è compatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli impianti termoelettrici a carbone”.

Questa precisazione il Governo nazionale non l’ha mai fatta si è limitata  scegliere il gas punto.

 

 

QUARTA RISPOSTA ALLE INTEGRAZIONI ENEL: RELATIVAMENTE AL RAPPORTO TRA IL PROGETTO DI CENTRALE A GAS E I NUOVI OBIETTIVI DELLA UE SULLA  RIDUZIONE DELL’EFFETTO SERRA

Sul punto Enel rimuove il fatto che i nuovi obiettivi europei proposti a inizio 2020 prevedono riduzioni delle emissioni di gas serra ulteriori che richiederanno una revisione dello stesso PNIEC come ammesso dallo stesso Governo Nazionale (QUI). Lo stesso Studio di Impatto Ambientale del progetto di centrale a gas per Spezia, presentato il 20/12/2019, non tiene conto quindi di quanto affermato nella Comunicazione  del 11.12.2019 COM(2019) 640 finale, intitolata ”Il Green Deal europeo”.

Non casualmente il Parere (QUI) del Comitato economico e sociale europeo sul tema “Mercati del carbonio: creazione, strutturazione e sfide per l’industria europea” prevede che i piani di ripresa devono essere allineati all’obiettivo climatico dell’UE e devono essere armonizzati con la finalità generale del Green Deal europeo.

Per una analisi puntuale dei nuovi indirizzi della UE in materia di politiche climatiche vedi QUI.

 

 

QUINTA RISPOSTA ALLE INTEGRAZIONI ENEL: LE ALTERNATIVE TECNOLOGICHE ANALIZZATE SONO INSUFFICIENTI

Enel pone come alternative tecnologiche al progetto di centrale di oltre 800 Mwe delle finte alternative. Infatti è ovvio che una centrale a gas più piccola non ha senso in quanto produrrebbe comunque gli stessi effetti ambientali se non peggiori di quella proposta. mentre il riferimento all’impianto fotovoltaico da soli 7Mwe non è una alternativa ma semmai una integrazione al progetto di centrale a gas.

Nella VIA le alternative devono essere realistiche non inventate per giustificare la proposta iniziale come invece fa Enel nelle sue integrazioni (Corte di Giustizia con sentenza del 7 novembre 2018 (causa C461-17 - QUI)


 

IL METODO CON CUI SONO STATI INDIVIDUATI I SITI PER LE NUOVE CENTRALI A GAS È IN CONTRASTO CON IL PNIEC

Enel cita nelle sue integrazioni cita il PNIEC per giustificare il suo progetto come coerente con gli scenari energetici nazionali. In realtà il PNIEC non indica i siti specifici dove verranno fatte le centrali a gas.

Il PNIEC anzi prevede un metodo di concertazione per decidere i singoli siti dove sono previste le chiusure delle centrali a carbone, mai rispettato fino ad ora. In particolare a pagina 111 del PNIEC, dove si afferma: “Le valutazioni delle modifiche infrastrutturali eventualmente necessarie ai fini della concreta attuazione del phase out del carbone dalla produzione elettrica si baseranno sul confronto in appositi tavoli settoriali (per zone di mercato elettrico, per singolo sito e specifico per la Sardegna), con gli operatori, le autonomie locali, Terna, le parti sociali e le associazioni ambientaliste e di categoria. I tavoli hanno lo scopo di valutare le condizioni tecniche e normative, le infrastrutture necessarie, nonché le modalità di salvaguardia dell’occupazione (per la quale sono state stanziate apposite risorse)”.

Non solo ma la Dichiarazione di sintesi (22 gennaio 2020) relativa alla procedura di VAS del PNIEC, a pagina 10, afferma: “Il Piano è un documento di natura strategica e non scende nel dettaglio degli interventi, né li localizza sul territorio” per poi aggiungere: “Nelle fasi attuative del Piano è previsto che i Ministeri competenti insieme alle Regioni individuino le aree idonee e quelle non idonee”.  

 

 

CHIEDERE ARCHIVIAZIONE DEL PROGETTO DI CENTRALE A GAS E RIAPRIRE LA STRATEGIA DELLA TRANSIZIONE ALLE RINNOVABILI SUPERANDO LA LOGICA DEL TUTTO GAS

La revisione del meccanismo del capacity market deve essere accompagnata, da parte della Regione e degli enti locali interessati nonché i rappresentanti spezzini nel nuovo Governo Draghi,  dalla richiesta di immediata archiviazione del procedimento di VIA in corso sul progetto di nuova centrale a gas su Spezia motivandolo con la necessità rivedere gli obiettivi della transizione al 2025 secondo gli ultimi indirizzi della UE: Green Deal nonché Comunicazione della Commissione sulla nuova strategia di adattamento ai mutamenti climatici (QUI) che porteranno a rivedere il Piano Nazionale di ripresa e resilienza approvato dall’ex Governo Conte2. 

Sotto il profilo strettamente normativo la giustificazione della archiviazione si potrebbe trovare nella non coerenza del quadro programmatico dello Studio di Impatto Ambientale del progetto di centrale a gas presentato da Enel con gli scenari suddetti.

La richiesta oggi può essere facilitata dal fatto che le competenze in materia di sicurezza del sistema elettrico sono state trasferite con il Decreto Legge n°22 del 1 Marzo 2021 (QUI) al neo Ministero della Transizione Ecologica che assomma a se anche le vecchi competenze del Ministero dell’Ambiente. Insieme con queste richieste occorrerebbe anche avanzare al Ministro della Transizione la proposta di anticipare (tecnicamente possibile) una parte di quanto affermato nella nuova Strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra (QUI) presentata dal governo uscente alla UE, relativamente al rapporto tra stabilità sistema elettrico e promozione delle fonti rinnovabili.

 

 

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