Enel ha presentato le
integrazioni (QUI) al progetto di centrale a gas
spezzino richieste dal Ministero della Transizione Ecologica (QUI).
Il nodo di fondo resta quello della transizione alle generazione elettrica da sole fonti rinnovabili e come questo progetto si inserisce in tale scenario. Per questo inizio questo post senza rimuovere il problema di fondo citando quanto afferma Enea nella sua analisi del primo trimestre 2021: “Sebbene come detto la flessione della domanda abbia un po’ allentato i rischi di adeguatezza, in realtà anche nel 2020 il minimo margine di capacità “effettivo” (cioè la capacità disponibile in eccesso rispetto alla domanda, incrementata della riserva di sostituzione; NB: vedi nota metodologica per caratteristiche e limiti della stima) è rimasto su valori molto ridotti. La soglia che separa l’1% delle ore (circa 88 ore) nelle quali si è registrato il margine più ridotto si è fermata a 4 GW, con una percentuale di capacità in eccesso sulla domanda inferiore al 10%”.
Nessuno che abbia un minimo di conoscenza del tema energia, in particolare in relazione alla generazione elettrica, può rimuovere quanto sopra dichiarato da Enea.
Il problema è come rispondere a questa criticità, su questo la visione di Enel appare riduttiva e di seguito spiegherò perché.
COSA RISPONDE
ENEL SUL RAPPORTO TRA PROGETTO CENTRALE A GAS E ADEGUATEZZA DEL SISTEMA DI
GENERAZIONE ELETTRICA NAZIONALE
Enel nella sua replica
alle richieste di integrazioni si basa prevalentemente sul Rapporto di
Adeguatezza di Terna del 2019 e sul Piano Nazionale Integrato Energia e Clima-PNIEC
(gennaio 2020). Entrambi i documenti faccio notare precedenti alla evoluzione del dibattito sulla transizione energetica in sede UE.
Ovviamente e sintetizzando
(il rapporto di adeguatezza Terna lo trovate QUI) Enel citando Terna afferma che: “è maggiore
il rischio di non disporre di risorse sufficienti per coprire i picchi di
carico e per garantire l'adeguatezza del sistema e la qualità del servizio.
Senza azioni correttive questa tendenza proseguirà portando il sistema
elettrico in condizioni di esercizio sempre più critiche ed esponendo il
sistema a rischi di black out”.
Enel nella sua risposta
aggiunge sempre citando Terna: “il decommissioning totale del carbone dovrà
essere accompagnato da una almeno parziale riconversione a gas degli impianti
attuali (con particolare attenzione alla zona Nord)”.
Enel poi a sostegno della sua tesi pro-gas cita anche il PNIEC (ultima versione inizio 2020 QUI) nella parte in cui si afferma: “… l’Italia ritiene di accelerare la transizione dai combustibili tradizionali alle fonti rinnovabili, promuovendo il graduale abbandono del carbone per la generazione elettrica a favore di un mix elettrico basato su una quota crescente di rinnovabili e, per la parte residua, sul gas”.
COSA RISPONDE
ENEL SUL RAPPORTO TRA CONTINUAZIONE CENTRALE A CARBONE A SPEZIA E NUOVO
PROGETTO DI CENTRALE A GAS
Enel sulla chiusura
del carbone a Spezia afferma nella sua risposta al Ministero della Transizione
Ecologica: “La non realizzazione del progetto della nuova unità a gas a La
Spezia si tradurrebbe in una mancata opportunità di concretizzare la chiusura
degli impianti a carbone e di realizzare il programma previsto per la
transizione energetica che secondo le riportate previsioni del PNIEC è
subordinata anche alla programmazione e realizzazione nell’immediato
futuro degli impianti termoelettrici a gas necessari per il sistema e delle
relative infrastrutture”.
COSA RISPONDE
ENEL SULLE ALTERNATIVE TECNOLOGICHE ALLA CENTRALE A GAS PROPOSTA A SPEZIA
Sulla richiesta del Ministero
della Transizione di produrre soluzione tecnologiche alternative al gas per il
sito spezzino, Enel da un lato risponde ponendo due scenari:
Il Primo: centrale a gas più piccola di quella proposta
Il Secondo: integrare il progetto di centrale a gas nelle
attuali dimensioni con impianti 7,3 MW di capacità fotovoltaica, per una
estensione pari a circa 12 ha e 60 MW di capacità BESS (Battery Energy Storage
System) per una estensione di circa 2,3 ha, che verranno autorizzati con iter
distinti dal procedimento del gas.
COSA RISPONDE
ENEL SUL RAPPORTO TRA PROGETTO CENTRALE A GAS E SCENARI DI RIDUZIONE EMISSIONI
CO2 SIA DEL PNIEC CHE DEL GREEN DEAL UE
Infine molto significativa
è la risposta di Enel alla richiesta del Ministero, punto 2 della nota della
Commissione VIA VAS, che consisteva nel mettere a confronto a seconda del
combustibile utilizzato la evoluzione delle emissioni di CO2 fino al 2030.
Questo, affermano le richieste della Commissione, andrà fatto per tutti gli
scenari considerati quindi anche quelli che non prevedono la mega centrale a
gas prevista dal progetto Enel, il tutto rapportato ai nuovi obiettivi della UE
sulla transizione energetica a neutralità climatica.
Enel a questa richiesta
risponde che anche nella scenario nuovo del Green Deal della UE: “Si
evidenzia che la produzione da GAS nel suo complesso continua a coprire una
parte importante della domanda, con decrementi assoluti inferiori rispetto alla
crescita delle FER in quanto parte della generazione è sostitutiva di quella
attuale a carbone. In questo senso, i nuovi impianti”. Non solo ma secondo Enel la generazione a gas
anche al 2030 (scenario Green Deal) vedrà
la presenza di ben 100 Twh di contro a 248 da Fonti Rinnovabili.
COME
ANALIZZARE LE RISPOSTE DI ENEL
Ho sempre sostenuto, fin dalla presentazione del progetto di centrale a gas, che la questione andava affrontata non in un ottica localistica ma nazionale ed europea. Quindi per potere fermare questo progetto non basta valutarne l’impatto ambientale specifico ma in primo luogo la sua credibilità rispetto ai presupposti su cui nasce: garantire la adeguatezza del sistema elettrico nazionale nella transizione alle fonti rinnovabili al 2025-2030.
PRIMA
RISPOSTA ALLE INTEGRAZIONI DI ENEL: IL CARBONE SI PUÒ CHIUDERE A BREVE SENZA
NUOVA CENTRALE A GAS
Come risulta dalla nota
dell’ex Ministero dello Sviluppo Economico su dati Terna la centrale a carbone
attualmente deve restare a disposizione per entrare in funzione perchè nell’area
nord del sistema elettrico nazionale c’è un deficit di 500 MWe. Ebbene la cosa
che Enel non dice è che dal 2019 giacciono presso il Ministero dell’Ambiente
(ora della Transizione Ecologica) progetti di potenziamento di impianti
esistenti a gas per 1227 MWe (per un
approfondimento vedi QUI).
Quindi se la centrale a
carbone deve per ora restare aperta non è dipeso dalla mancata approvazione e
realizzazione della nuova centrale a gas spezzina ma semmai dai ritardi del
Ministero competente.
Se si approvassero
velocemente questi progetti di upgrade entro il prossimo anno la centrale a carbone
potrebbe chiudere anche senza la nuova centrale a gas.
SECONDA RISPOSTA
ALLE INTEGRAZIONI ENEL: MA DI QUANTO GAS HA BISOGNO IL PAESE?
Enel nelle sue integrazioni
cita il PNIEC ma solo quello che interessa a questa società. Il PNIEC (ultima
versione) a pagina 111 afferma: “ferma restando la necessità di accelerare la
crescita delle energie rinnovabili, nell’ambito degli interventi complessivi
(accumuli, reti, generazione flessibile, altre opere di rete) da realizzare per
il target 2030, alcune modifiche infrastrutturali risultano in particolare connesse
allo scenario di phase out dal carbone e in particolare, da avviare nella
finestra 2020-2025: - nuova capacità a gas per circa 3 GW, di cui circa il 50%
sostanzialmente connesso al phase out, coerentemente con la pianificazione
e la regolamentazione (paesaggistica e ambientale) regionale, e nuovi sistemi
di accumulo per 3 GW nelle aree centro - sud, sud e Sicilia;”.
Insomma si parla di 3000
MW di cui però solo 1500 sono relativi
al phase out (uscita dal carbone).
In realtà non è così. Ad oggi
alla VIA ordinaria del Ministero della Transizione Ecologica sono in fase di
approvazione progetti di centrali a gas nuove per ben 13527 Mwe. Di cosa stiamo
parlando?
Se venissero approvati tutti compresi i 2500 MWe di upgrade ad impianti a gas esistenti arriveremo alla cifra di oltre 16.000 MWe a gas.
Insomma la transizione è alle fonti
rinnovabili o al gas?
TERZA RISPOSTA
ALLE INTEGRAZIONI ENEL: LA CORSA AL GAS NON C’ENTRA MOLTO CON LA ADEGUATEZZA
DEL SISTEMA ELETTRICO NAZIONALE MA CON GLI INCENTIVI DEL CAPACITY MARKET
Il capacity market è un
meccanismo di origine UE che dovrebbero incentivare i produttori di energia
elettrica nella fase di transizione alle rinnovabili (al 2025) oltre che alla
progressiva uscita dal carbone (da subito).
Il meccanismo dovrebbe
incentivare anche gli impianti da Fonti Rinnovabili ma ad oggi non è stato così
. I dati ufficiali parlano chiaro: per il primo anno sono stati assegnati 40,9
GW di potenza, di cui 4,4 GW di capacità estera e 1 GW di rinnovabili per un
costo totale annuo dell’asta pari a 1,3 miliardi di euro di cui 19,2 milioni
per la capacità estera. E di questi a godere dei maggiori benefici saranno Enel
Produzione con 9,6 GW, A2A con 4,8 GW ed Edison con 3,8 GW. Per il 2023 si
parla di 43,3 GW assegnati, di potenza, di cui 4,4 GW di capacità estera e 1,3
GW di rinnovabili per un costo totale annuo dell’asta pari a 1.475 milioni di
euro (19,4 milioni per la capacità estera). E anche in questo caso a vedere i
maggiori vantaggi saranno Enel Produzione (11,8 GW), A2A (5 GW) ed Eni (3,8
GW).
Sulla sostenibilità economica del futuro a tuttogas si veda lo studio (QUI) di Carbon Tracker Initiative (QUI), un think tank finanziario indipendente.
Lo studio analizza l’attuabilità
finanziaria di nuove centrali a gas in Italia, confrontandone il costo con
quello di un portafoglio di rinnovabili che offra gli stessi servizi garantiti dalla
rete (quantità mensile di energia, capacità di picco e flessibilità).
SI POTEVA
USARE DIVERSAMENTE IL MECCANISMO DEL
CAPACITY MARKET? SI
Il Regolamento
UE (2019/943), che ha previsto detto meccanismo, all’articolo
24 afferma che la valutazione nazionale delle risorse per garantire, nella
fase di transizione alle fonti rinnovabili, la stabilità del mercato
interno della energia elettrica verrà svolta a livello regionale. Non solo ma
detto Regolamento non vincola la istituzione dei meccanismi di capacità all’uso
delle fonti fossili delle generazione termoelettrica e quindi neppure a tetti
obbligatori da garantire come si evince dagli articoli 21 (Principi generali
per i meccanismi di capacità) e 22 (principi di concezione per i
meccanismi di capacità).
Occorre porre una
revisione di come è stato gestito questo meccanismo ad oggi. La revisione deve
essere posta fin da ora non serve rinviare la revisione del capacity
market alle nuove aste del 2024 perché questo vorrebbe dire subire come
minimo la nuova centrale a gas o comunque la continuazione fino al 2025 della
centrale a carbone.
Si può fare senza
incorrere in procedure di infrazioni UE? Si.
La Raccomandazione 18
GIUGNO 2019 (2019/C 297/12 - QUI) su
attuazione meccanismo del capacity market, relativamente alla parte che
riguarda l’Italia, afferma che la proposta di Piano nazionale integrato energia
e clima presentata dal Governo italiano dovrà: “… precisare la misura
in cui il previsto sviluppo nel settore del gas è compatibile con gli obiettivi
di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli
impianti termoelettrici a carbone”.
Questa precisazione il
Governo nazionale non l’ha mai fatta si è limitata scegliere il gas
punto.
QUARTA
RISPOSTA ALLE INTEGRAZIONI ENEL: RELATIVAMENTE AL RAPPORTO TRA IL PROGETTO DI
CENTRALE A GAS E I NUOVI OBIETTIVI DELLA UE SULLA RIDUZIONE DELL’EFFETTO SERRA
Sul punto Enel rimuove il
fatto che i nuovi obiettivi europei
proposti a inizio 2020 prevedono riduzioni delle emissioni di gas serra
ulteriori che richiederanno una revisione dello stesso PNIEC come ammesso dallo
stesso Governo Nazionale (QUI). Lo
stesso Studio di Impatto Ambientale del progetto di centrale a gas per Spezia,
presentato il 20/12/2019, non tiene conto quindi di quanto affermato nella
Comunicazione del 11.12.2019 COM(2019) 640 finale, intitolata ”Il
Green Deal europeo”.
Non casualmente il Parere (QUI) del Comitato economico e sociale europeo sul
tema “Mercati del carbonio: creazione, strutturazione e sfide per l’industria
europea” prevede che i piani di ripresa devono essere allineati all’obiettivo
climatico dell’UE e devono essere armonizzati con la finalità generale del
Green Deal europeo.
Per una analisi puntuale
dei nuovi indirizzi della UE in materia di politiche climatiche vedi QUI.
QUINTA RISPOSTA ALLE INTEGRAZIONI ENEL: LE ALTERNATIVE TECNOLOGICHE ANALIZZATE
SONO INSUFFICIENTI
Enel pone come alternative
tecnologiche al progetto di centrale di oltre 800 Mwe delle finte alternative.
Infatti è ovvio che una centrale a gas più piccola non ha senso in quanto
produrrebbe comunque gli stessi effetti ambientali se non peggiori di quella
proposta. mentre il riferimento all’impianto
fotovoltaico da soli 7Mwe non è una
alternativa ma semmai una integrazione al progetto di centrale a gas.
Nella VIA le alternative devono
essere realistiche non inventate per giustificare la proposta iniziale come
invece fa Enel nelle sue integrazioni (
IL METODO CON CUI SONO STATI INDIVIDUATI I SITI PER LE NUOVE CENTRALI A GAS È IN CONTRASTO CON IL PNIEC
Enel cita nelle sue
integrazioni cita il PNIEC per giustificare il suo progetto come coerente con
gli scenari energetici nazionali. In realtà il PNIEC non indica i siti
specifici dove verranno fatte le centrali a gas.
Il PNIEC anzi prevede un
metodo di concertazione per decidere i singoli siti dove sono previste le
chiusure delle centrali a carbone, mai rispettato fino ad ora. In particolare a pagina 111 del PNIEC,
dove si afferma: “Le valutazioni delle modifiche infrastrutturali
eventualmente necessarie ai fini della concreta attuazione del phase out del
carbone dalla produzione elettrica si baseranno sul confronto in appositi
tavoli settoriali (per zone di mercato elettrico, per singolo sito e specifico
per la Sardegna), con gli operatori, le autonomie locali, Terna, le parti
sociali e le associazioni ambientaliste e di categoria. I tavoli hanno lo scopo
di valutare le condizioni tecniche e normative, le infrastrutture necessarie,
nonché le modalità di salvaguardia dell’occupazione (per la quale sono state
stanziate apposite risorse)”.
Non solo ma la
Dichiarazione di sintesi (22
gennaio 2020) relativa alla procedura di VAS del PNIEC, a pagina 10, afferma: “Il
Piano è un documento di natura strategica e non scende nel dettaglio degli
interventi, né li localizza sul territorio” per poi aggiungere: “Nelle
fasi attuative del Piano è previsto che i Ministeri competenti insieme alle
Regioni individuino le aree idonee e quelle non idonee”.
CHIEDERE
ARCHIVIAZIONE DEL PROGETTO DI CENTRALE A GAS E RIAPRIRE LA STRATEGIA DELLA
TRANSIZIONE ALLE RINNOVABILI SUPERANDO LA LOGICA DEL TUTTO GAS
La revisione del
meccanismo del capacity market deve essere accompagnata, da parte della Regione
e degli enti locali interessati nonché i rappresentanti spezzini nel nuovo
Governo Draghi, dalla richiesta di immediata archiviazione del
procedimento di VIA in corso sul progetto di nuova centrale a gas su Spezia motivandolo
con la necessità rivedere gli obiettivi della transizione al 2025 secondo gli
ultimi indirizzi della UE: Green Deal nonché Comunicazione della
Commissione sulla nuova strategia di adattamento ai mutamenti climatici (QUI) che
porteranno a rivedere il Piano Nazionale di ripresa e resilienza approvato
dall’ex Governo Conte2.
Sotto il profilo
strettamente normativo la giustificazione della archiviazione si potrebbe trovare
nella non coerenza del quadro programmatico dello Studio di Impatto Ambientale
del progetto di centrale a gas presentato da Enel con gli scenari suddetti.
La richiesta oggi può essere facilitata dal fatto che le competenze in materia di sicurezza del sistema elettrico sono state trasferite con il Decreto Legge n°22 del 1 Marzo 2021 (QUI) al neo Ministero della Transizione Ecologica che assomma a se anche le vecchi competenze del Ministero dell’Ambiente. Insieme con queste richieste occorrerebbe anche avanzare al Ministro della Transizione la proposta di anticipare (tecnicamente possibile) una parte di quanto affermato nella nuova Strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra (QUI) presentata dal governo uscente alla UE, relativamente al rapporto tra stabilità sistema elettrico e promozione delle fonti rinnovabili.
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