Come riportano anche i mass media locali è stato aggiudicato l’appalto
per l’elettrificazione delle navi che attraccheranno al Molo Garibaldi nel
porto spezzino.
Come era noto da tempo il progetto entrerà realisticamente in
funzione non prima del 2025. Non solo ma non potrà riguardare che una parte
delle navi sempre che nel frattempo aumentino le navi in grado di utilizzare questo
sistema di alimentazione.
Questa notizia pur in sé positiva in realtà la ritengo
assolutamente insufficiente per una serie di ragioni, la prima delle quali è
che comunque gli spezzini dovranno subire altri 2 (forse 3) anni di emissioni significative
da parte di navi (non solo quelle da crociera) che attraccano a due passi in
linea d’aria dal centro cittadino.
Ma le perplessità al di là di questo dato temporale di per sé, comunque
significativo, sono solo una parte del problema. In realtà nelle dichiarazioni
iper-ottimistiche della Autorità di Sistema Portuale si rimuovono alcune
questioni decisive che riassumo di seguito rinviando con appositi link ad
approfondimenti già svolti in questi blog.
LA CORTE DEI CONTI SUL FALLIMENTO DELLE ELETTRIFICAZIONI
DELLE BANCHINE FINO AD ORA APPALTATE
Al fine di verificare il conseguimento degli obiettivi previsti
per il primo trimestre 2022 e appurare prospetticamente l’assenza di criticità
atte a ripercuotersi sul successivo regolare andamento del Programma di
interventi, il Magistrato assegnatario ha avviato l’istruttoria nei confronti
di MIMS e di alcune ADSP. Si tratta del Programma di interventi denominato “Mobilità e Logistica. Elettrificazione delle banchine
dei porti (cold ironing)”. Il programma è ricompreso nel Piano nazionale per
gli investimenti complementari (PNIC), del quale condivide la finalità di
integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa
e resilienza (PNRR). Il risultato è
stata la delibera n°2 approvata in Camera di consiglio del 19 maggio
2022 (QUI)
che dimostra:
1.Il non raggiungimento
dell’obiettivo nel 2022 del 30% delle opere/esecuzione dei lavori
2. I
tempi lunghi di realizzazione degli interventi di elettrificazione: si conferma
il 2026 come minimo
Per un approfondimento vedi prima parte di questo post QUI.
Si veda anche l’Inchiesta di NABU associazione ambientalista
tedesca fondata nel 1899 che comprende più di 875.000 membri e sostenitori, che
si impegnano nella conservazione degli habitat, della flora e della fauna
minacciati, nella protezione del clima e nella politica energetica. Dall’Inchiesta
emerge che sempre più navi da crociera sono in grado di utilizzare
l'alimentazione a terra, ma l'utilizzo effettivo è ancora molto basso. Per un
approfondimento vedi QUI.
Non casualmente il gruppo Grimaldi ha aperto il 2023 con un ordine per cinque nuove navi car carrier e un'opzione per ulteriori due per un investimento complessivo di oltre 630 milioni di dollari (QUI), ordini ulteriormente aumentati (QUI). Le navi avranno la notazione di classe Ammonia ready del Rina, cioè potranno essere convertite in una fase successiva all'utilizzo dell'ammoniaca come combustibile alternativo a zero emissioni di carbonio, oltre ad essere predisposte per il cold ironing, cioè per rifornirsi di energia elettrica da terra durante l'ormeggio. Ma restano ancora ipotesi limitate rispetto al parco navi complessivo e comunque questi progetti dimostrano come l'ipotesi elettrificazione non sia strategica per gli armatori.
RIDUZIONE ALIQUOTE
IMPOSTE PER RIFORNIRE ENERGIA ELETTRICA A NAVI IN PORTO SI MUOVE QUALCOSA MA SOLO IN EUROPA
Oltre ai limiti di cui sono responsabili le autorità italiane come
evidenziato dal sopra descritto rapporto deliberato dalla Corte dei Conti,
sussiste anche quello dei costi della energia elettrica per i gestori delle
navi che dovrebbero utilizzare le banchine elettrificate.
D’altronde che nel mondo degli operatori portuali ci sia uno
scarso interesse per le banchine elettrificate lo avevo già analizzato in un
post del 2018 (QUI)
Per un approfondimento vedi seconda parte di questo post QUI.
Altro che banchine elettrificate, gli
armatori vanno in altra direzione diversa avendo creato l’Alleanza industriale
UE sui carburanti rinnovabili e a basse emissioni nei trasporti a cui partecipa
anche Assoarmatori (vedi QUI). Ma
questa alleanza nasce proprio a sua volta per affrontare le criticità legate
allo sviluppo dei carburanti alternativi a basse emissioni come dimostrano questi
studi che riporto di seguito.
AUTOREVOLI STUDI INTERNAZIONALI DIMOSTRANO CHE I
COMBUSTIBILI ALTERNATIVI PER NAVI NON SONO FACILMENTE UTILIZZABILI SU LARGA SCALA
Questi studi rilevano il divario tra la quantità di combustibili
verdi per il trasporto marittimo necessari per raggiungere gli obiettivi di
riduzione dei gas serra dell’Accordo di Parigi (QUI) e
le attuali e prossime capacità di produzione di detto combustibile. Per un
approfondimento su questi studi vedi QUI.
PROBLEMA POTENZA NECESSARIA PER ALIMENTARE LE NAVI IN BANCHINA
Secondo DBA Group (che dal 2022 ha progettato in Italia venti sistemi di Cold Ironing) nei Porti vi è la necessità di un “sistema di alimentazione nave” in grado di garantire anche fino a 20 MW di potenza per ogni singolo accosto per grandi navi da crociera e con tensioni di alimentazione sino a 11x kV, ma, soprattutto, con frequenze di rete variabili per potersi adattare a tutte le “famiglie” di Navi presenti nel mercato. Gli ampi range di potenze e di caratteristiche della rete, unitamente all’eterogeneità dei sistemi a bordo nave, impongono di adottare una grande flessibilità progettuale. Per progettare un sistema di elettrificazione efficace, che raggiunga in maniera adeguata e in posizione diversa ogni possibile punto di alimentazione a bordo nave, è necessario eseguire uno studio approfondito del contesto portuale, dei suoi vincoli strutturali e delle sue regole operative, nonché estendere le valutazioni progettuali anche ad eventuali soluzioni flessibili come quelle “mobili”. Questo è il vero problema nonostante che, ad esempio, dal 2017 tutte le nuove navi di Msc Crociere (QUI) sono dotate di alimentazione da terra come standard e, insieme ai retrofit completati su altre navi, il 67% della flotta ginevrina è dotato di questa tecnologia.CONTROLLI COMBUSTIBILI NAVI IN PORTO
La legge nazionale ed europea nonchè le convenzioni internazionali
permettono monitoraggi ben diversi e più efficaci e quindi che se questi non
vengono fatti è responsabilità di tutti gli enti competenti sia statali che
territoriali.
Insomma, controlli inadeguati continuano come hanno dimostrato le
audizioni in commissione consiliare ambiente del Comune spezzino QUI.
GLI ATTUALI LIMITI DEGLI INQUINANTI AERIFORMI NON
GARANTISCONO LA TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA NELLE AREE RESIDENZIALI
PROSPICIENTI IL PORTO DI SPEZIA
La nuova proposta di Direttiva della UE applica i nuovi limiti
della Organizzazione Mondiale della sanità che una volta entrati in vigore
manderebbero fuori legge molte città italiane come pure la qualità dell’aria
dei quartieri limitrofi al porto di Spezia.
Per un approfondimento leggete QUI.
Le banchine elettrificate arriveranno, se va bene tra 4 anni (ma
senza considerare le criticità espresse da questo post, per questo occorrerebbe
da subito, oltre che spendere milioni di soldi pubblici per la elettrificazione per
coprire l’inquinamento prodotto da soggetti privati che guadagnano miliardi di
euro dalle loro concessioni (banchine elettrificate o meno che anche se arriveranno nei tempi dichiarati dovranno fare i conti con le criticità espresse da questo post):
1. l’aggiornamento dei punti di
monitoraggio quando emergono superamenti dei limiti dell’OMS a prescindere che
corrispondano a quelli di legge,
2. più punti di campionamento per
raccogliere dati a lungo termine sugli inquinanti atmosferici contemplati dalla
direttiva.
Lo faranno? Non credo visto che hanno rimosso (Sindaco Presidente
Regione Autorità di Sistema Portuale) i superamenti dei limiti di legge negli
anni passati (nelle zone dei quartieri antistanti l'attracco delle navi a Spezia) nonostante la Corte di Giustizia abbia chiarito che scatti l’obbligo
di agire, da parte delle autorità competenti, nel caso di superamento dei limiti
anche di un singolo inquinante.
CONCLUSIONI
4 anni sono troppi in attesa delle banchine elettrificate, sempre che siano 4 anni!
Occorrerebbero quindi, interventi immediati:
1. di limitazione, ove possibile di accesso alle navi nel porto
2. modificare immediatamente il sistema dei controlli sui combustibili marittimi nel porto spezzino
3. avviare uno studio mirato sull’impatto sanitario dell’attività portuale nei confronti dei residenti e nell'attesa non incrementare ulteriormente il traffico marittimo in porto. E' quello che avevo chiesto nel 2000 alla Autorità Portuale da assessore e che l’allora Presidente non rispettò mai! Eppoi ci sono i coglioni di turno che dicono sapete dire solo dei no!
20 anni buttati contro la salute pubblica e ora ci venite a
chiedere altri 4 anni che magari diventeranno 6 e che magari non risolveranno
del tutto il problema come ho dimostrato in questo post!
P.S.
Che poi la politica politicante ti prende pure per il culo come dimostra questo passaggio del “Quaderno sull’economia circolare e la logistica partecipativa” del Freight Leaders Council" QUI, presentato dal Ministro per la mobilità sostenibile dove si afferma: "“Tra i fattori critici di successo si segnala l’importanza della partecipazione di tutti gli stakeholders coinvolti nel processo di transizione,..".
MA QUANDO MAI!
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