martedì 13 dicembre 2022

Dossier Non è un paese per bici e allarme Ispra sulla crescita dei mezzi su gomma nella UE

La Clean Cities Campaign (QUI) è una coalizione europea di ONG, associazioni ambientaliste, think-tank, movimenti di base e organizzazioni della società civile che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030. La Clean Cities ha prodotto un dossier (QUI) su come rendere ciclabili le città italiane: piani, scenari, risorse.

Il Dossier è ulteriormente rafforzato dal documento di Ispra sulla continua crescita dei mezzi su gomma privati in Europa e in Itali di cui tratto nella seconda parte del post

 

 

IL DOSSIER DI CLEAN CITIES CAMPAIGN  IN SINTESI:

1. L’Italia investe nell’auto (quasi) 100 volte più che nella bici: 98 miliardi di euro per il settore automotive e le infrastrutture stradali contro poco più di un miliardo per bonus bici e ciclabili urbane ed extraurbane.

2. Le città italiane hanno una media di 2,8 km di ciclabili per diecimila abitanti, con grandi disparità territoriali: da zero km in molti capoluoghi del Centro-Sud ai 12-15km di Modena, Ferrara, Reggio Emilia. Molte città italiane sono quindi fanalino di coda nel contesto europeo, ma alcune sono ciclabili quanto Helsinki (20km/10.000 abitanti), Amsterdam (14km/10.000 abitanti) e Copenaghen (8km/10.000 abitanti).

3. Tra il 2015 e il 2020, le ciclabili urbane sono aumentate, (+18% nei capoluoghi di provincia e +30% nei capoluoghi di città metropolitana), ma la crescita si è concentrata quasi esclusivamente nei centri urbani che già avevano un livello di infrastrutture ciclabili superiore alla media.

4. Non tutte le città capoluogo di provincia hanno un PIANO URBANO PER LA MOBILITA' SOTENIBILE (PUMS), e non tutti i PUMS includono un biciplan. Nel complesso, i PUMS che prevedono uno sviluppo della ciclabilità pianificano 3.448 nuovi km di ciclovie urbane rispetto ai quattromila già esistenti (+83%). A questi si aggiungono oltre 4.500 km previsti dai PUMS di alcune città metropolitane, per un totale di circa 8.000 km di nuove ciclabili da realizzare.

5. Secondo i nostri calcoli, per realizzare le ciclabili previste dai PUMS servono 1,34 miliardi di euro, una cifra dieci volte superiore alle risorse già stanziate per le ciclabili urbane e al momento ancora da assegnare (dati MIMS).

6. Secondo l’analisi di Clean Cities, FIAB, Kyoto Club e Legambiente, per colmare il gap con il resto d’Europa e consentire un robusto spostamento modale, alle città italiane servono 16.000 km di ciclabili in più (rispetto al 2020), per un totale di 21.000 km al 2030.

7. Una stima prudenziale del fabbisogno economico richiede di investire almeno 3,2 miliardi di euro nell’arco dei prossimi sette anni, ovvero appena il 3,5% di quanto già stanziato per il comparto auto e infrastrutture connesse.

8. L’obiettivo di raggiungere una densità complessiva di 32 km ciclabili / 100 kmq contenuto nel Piano Generale della Mobilità Ciclistica è insufficiente: secondo la nostra analisi solo le ciclabili previste dai PUMS ci porterebbero a 43 km / 100 kmq. Se si proietta il dato sui capoluoghi privi di biciplan e che dovranno dotarsene in base al PGMC, la densità supererà i 51,5 km / 100 kmq.

9. La nostra proposta è di integrare il Piano Generale della Mobilità Ciclistica, approvando un piano straordinario di investimenti per la ciclabilità nella prossima legge di bilancio, con uno stanziamento di 500 milioni di euro l’anno fino al 2030. Occorre precisare che con Con Decreto 23 agosto 2022 del Ministero infrastrutture e mobilità sostenibile è approvato il Piano generale della mobilità ciclistica 2022-2024 vedi QUI. Il Piano stanzia circa 200 milioni di euro statali ma solo fino al 2026 per ciclovie turistiche ed urbane il resto verrà dai fondi UE. 

10. Proponiamo inoltre: la creazione di una struttura tecnica incardinata nel MINISTERO PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE (MIMS), con budget dedicato, che coordini il Piano nazionale per la ciclabilità; Finanziamenti per sharing mobility nelle città poco appetibili per i grandi operatori di bike-sharing; l’istituzione di un fondo per la promozione della ciclabilità con sgravi, incentivi ad hoc e accordi di mobility management con le aziende; l’obbligo per i nuovi progetti infrastrutturali di prevedere connessioni intermodali; la promozione dell’accesso delle bici ai treni regionali con adeguata fornitura di posti e scontistica sugli abbonamenti; una grande campagna di sensibilizzazione sulla bicicletta come mezzo di trasporto per gli spostamenti quotidiani per lavoro e studio; e un programma di formazione e sensibilizzazione degli enti locali sui recenti sviluppi legislativi in tema di ciclabilità.

 

 

IPSRA: IN EUROPA CONTINUA A CRESCERE L’USO DEL MEZZO PRIVATO

Documento (QUI) di Ispra su La mobilità sostenibile nelle aree urbane: La situazione attuale e le prospettive future.

In Italia, il parco auto nazionale cresce costantemente: a fine 2021 è stata raggiunta la quota record di quasi 40 milioni di autovetture (Fonte ACI). La situazione italiana non rappresenta un’eccezione in Europa: tutti i 27 stati hanno visto crescere nel tempo il loro parco auto fatta eccezione per la Bulgaria. Nel vecchio continente, circolavano 250 milioni a fine 2020.

La frazione della popolazione europea esposta a livelli di inquinati superiori ai limiti vigenti è del 34%, per l’ozono (O3) e del 4% per il biossido di azoto (NO2). Se però andiamo a considerare i limiti imposti dall’OMS, notoriamente più stringenti di quelli europei, le medesime percentuali schizzano al 94% per l’esposizione a NO2 e al 99% per l’O3. Nel 2019, EEA ha attribuito 307.000 morti premature all’esposizione di particolato PM2.5, 40.400 all’esposizione cronica di NO2 e 16.800 all’ozono (fonte EEA).

Da non sottovalutare l’inquinamento acustico generato dal traffico viario: l’EEA ha stabilito che oltre il 20% della popolazione europea è esposto a livelli di rumore durante il giorno e la notte superiori ai 55 decibel (soglia di segnalazione stabilita dalla direttiva sul rumore ambientale dell’UE) a causa del traffico stradale.

 

 

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