La Clean Cities Campaign
(QUI) è una coalizione europea di
ONG, associazioni ambientaliste, think-tank, movimenti di base e organizzazioni
della società civile che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni
entro il 2030. La Clean Cities ha prodotto un dossier (QUI) su come rendere ciclabili le città italiane: piani,
scenari, risorse.
Il Dossier è ulteriormente
rafforzato dal documento di Ispra sulla continua crescita dei mezzi su gomma
privati in Europa e in Itali di cui tratto nella seconda parte del post
IL DOSSIER DI
CLEAN CITIES CAMPAIGN IN
SINTESI:
1. L’Italia investe nell’auto (quasi) 100 volte più che
nella bici: 98 miliardi di euro per il settore automotive e le infrastrutture
stradali contro poco più di un miliardo per bonus bici e ciclabili urbane ed
extraurbane.
2. Le città italiane hanno una media di 2,8 km di
ciclabili per diecimila abitanti, con grandi disparità territoriali: da zero km
in molti capoluoghi del Centro-Sud ai 12-15km di Modena, Ferrara, Reggio
Emilia. Molte città italiane sono quindi fanalino di coda nel contesto europeo,
ma alcune sono ciclabili quanto Helsinki (20km/10.000 abitanti), Amsterdam
(14km/10.000 abitanti) e Copenaghen (8km/10.000 abitanti).
3. Tra il 2015 e il 2020, le ciclabili urbane sono
aumentate, (+18% nei capoluoghi di provincia e +30% nei capoluoghi di città metropolitana),
ma la crescita si è concentrata quasi esclusivamente nei centri urbani che già
avevano un livello di infrastrutture ciclabili superiore alla media.
4. Non tutte le città capoluogo di provincia hanno un PIANO URBANO PER LA MOBILITA' SOTENIBILE (PUMS), e non tutti i PUMS includono un biciplan. Nel complesso, i PUMS che
prevedono uno sviluppo della ciclabilità pianificano 3.448 nuovi km di ciclovie
urbane rispetto ai quattromila già esistenti (+83%). A questi si aggiungono
oltre 4.500 km previsti dai PUMS di alcune città metropolitane, per un totale
di circa 8.000 km di nuove ciclabili da realizzare.
5. Secondo i nostri calcoli, per realizzare le ciclabili
previste dai PUMS servono 1,34 miliardi di euro, una cifra dieci volte
superiore alle risorse già stanziate per le ciclabili urbane e al momento
ancora da assegnare (dati MIMS).
6. Secondo l’analisi di Clean Cities, FIAB, Kyoto Club e
Legambiente, per colmare il gap con il resto d’Europa e consentire un robusto
spostamento modale, alle città italiane servono 16.000 km di ciclabili in più
(rispetto al 2020), per un totale di 21.000 km al 2030.
7. Una stima prudenziale del fabbisogno economico
richiede di investire almeno 3,2 miliardi di euro nell’arco dei prossimi sette
anni, ovvero appena il 3,5% di quanto già stanziato per il comparto auto e
infrastrutture connesse.
8. L’obiettivo di raggiungere una densità complessiva di
32 km ciclabili / 100 kmq contenuto nel Piano Generale della Mobilità
Ciclistica è insufficiente: secondo la nostra analisi solo le ciclabili
previste dai PUMS ci porterebbero a 43 km / 100 kmq. Se si proietta il dato sui
capoluoghi privi di biciplan e che dovranno dotarsene in base al PGMC, la
densità supererà i 51,5 km / 100 kmq.
9. La nostra proposta è di integrare il Piano Generale
della Mobilità Ciclistica, approvando un piano straordinario di investimenti
per la ciclabilità nella prossima legge di bilancio, con uno stanziamento di
500 milioni di euro l’anno fino al 2030. Occorre precisare che con
10. Proponiamo inoltre: la creazione di una struttura
tecnica incardinata nel MINISTERO PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE (MIMS), con budget dedicato, che coordini il Piano
nazionale per la ciclabilità; Finanziamenti per sharing mobility nelle città
poco appetibili per i grandi operatori di bike-sharing; l’istituzione di un
fondo per la promozione della ciclabilità con sgravi, incentivi ad hoc e
accordi di mobility management con le aziende; l’obbligo per i nuovi progetti
infrastrutturali di prevedere connessioni intermodali; la promozione
dell’accesso delle bici ai treni regionali con adeguata fornitura di posti e
scontistica sugli abbonamenti; una grande campagna di sensibilizzazione sulla
bicicletta come mezzo di trasporto per gli spostamenti quotidiani per lavoro e
studio; e un programma di formazione e sensibilizzazione degli enti locali sui
recenti sviluppi legislativi in tema di ciclabilità.
IPSRA:
IN EUROPA CONTINUA A CRESCERE L’USO DEL MEZZO PRIVATO
Documento (QUI) di Ispra
su La mobilità sostenibile nelle aree urbane: La situazione attuale e le
prospettive future.
In Italia, il parco auto nazionale cresce
costantemente: a fine 2021 è stata raggiunta la quota record di quasi 40
milioni di autovetture (Fonte ACI). La situazione italiana non rappresenta
un’eccezione in Europa: tutti i 27 stati hanno visto crescere nel tempo il loro
parco auto fatta eccezione per la Bulgaria. Nel vecchio continente, circolavano
250 milioni a fine 2020.
La frazione della popolazione europea esposta
a livelli di inquinati superiori ai limiti vigenti è del 34%, per l’ozono (O3)
e del 4% per il biossido di azoto (NO2). Se però andiamo a considerare i limiti
imposti dall’OMS, notoriamente più stringenti di quelli europei, le medesime
percentuali schizzano al 94% per l’esposizione a NO2 e al 99% per l’O3. Nel
2019, EEA ha attribuito 307.000 morti premature all’esposizione di particolato
PM2.5, 40.400 all’esposizione cronica di NO2 e 16.800 all’ozono (fonte EEA).
Da non sottovalutare
l’inquinamento acustico generato dal traffico viario: l’EEA ha stabilito che
oltre il 20% della popolazione europea è esposto a livelli di rumore durante il
giorno e la notte superiori ai 55 decibel (soglia di segnalazione stabilita
dalla direttiva sul rumore ambientale dell’UE) a causa del traffico stradale.
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