Rapporto (QUI) del
Gestore dei Mercati Energetici (GME) nella sua newsletter n° 173 dell’agosto
2023 che conferma come i biodigestori senza gli incentivi pubblici sul
biometano non reggerebbero il confronto con il mercato come avevo già
dimostrato partendo da un caso specifico, QUI.
Con questi incentivi a pioggia (come dimostra lo stesso Rapporto
del GME) si dimentica quanto richiesto dalla Guida operativa per il
rispetto del principio di non arrecare danno significativo all’ambiente
(DNHS) recentemente aggiornata (QUI). La Guida,
in relazione ai biodigestori afferma che nella realizzazione dei nuovi impianti
sarà pertanto necessario realizzare una valutazione del rischio ambientale e
climatico attuale e futuro in relazione ad alluvioni, nevicate, innalzamento
dei livelli dei mari, piogge intense, ecc. Ci si dimentica, come peraltro
sta avvenendo per il GNL, che stiamo parlando comunque di fonti che favoriscono
le emissioni di gas serra con buona pace degli obiettivi di neutralità
climatica strombazzati da UE e dai nostri Governi “dè destra e dè sinistra”!
Di seguito una sintesi dei dati principali del Rapporto del GME per poi nella seconda parte riportare una ricostruzione più ampia del Rapporto.
ALCUNI DATI DI SINTESI DAL RAPPORTO CHE VERRANNO SVILUPPATI NEL PROSEGUO DEL POST
1. A fine 2022 l’Italia ha prodoto
0,17 miliardi di mc di biometano (il 5% della produzione totale nella UE) ben
lontana dalla Germania arrivata a 1,2 miliardi
2. Il
76,8% di biometano è prodotto dai rifiuti organici (dati 2021), percentuale
sicuramente in aumento vista la entrata in funzione dei nuovi impianti nel 2022
3. Con
il Piano RepowerEU (QUI) della
Commissione pubblicato a maggio 2022 l’UE ha innalzato gli obiettivi relativi
al biometano rispetto a quanto contenuto nel Pacchetto “FIT for 55”, portando
da 18 a 35 mld mc l’asticella della produzione annua attesa per il 2030.
4. Da questi obiettivi nella UE
nascerebbe, secondo il Rapporto, la necessità di ingenti incentivi per
sviluppare la produzione di biometano: 18 miliardi di euro. Dei 18 miliardi di
euro citati, 4,1 saranno investiti nei prossimi due anni, altri 12,4 entro il
2030; oltre 1 miliardo è stato stanziato senza una tempistica specifica.
5. Il
Gestore dei Servizi Energetici (GSE) riferisce che al 31 dicembre 2022
risultavano attivi 45 impianti di biometano, dei quali 13 entrati nel corso
dell’anno
6. Diversa
la situazione del biogas: L’Italia oggi può contare anche su circa 2.260
impianti di produzione di biogas per una potenza installata di 1.455 MW e una
produzione sui 2,5 mld mc, che rende il nostro paese secondo produttore di
biogas in Europa e quarto al mondo
7. Con
un recentissimo Decreto-legge è stata introdotta una procedura abilitativa
semplificata per la riconversione a biometano degli impianti a biogas e per la
modifica degli impianti a biometano esistenti
8. Il
nuovo PNIEC italiano 2023, in linea con il RepoweEU, fissa al 2030 un ambizioso
obiettivo di produzione di 5 Mtep di biogas e biometano, pari a circa 6 mld di
mc, suddivisi tra termico (3,7 Mtep o 4,5 mld mc) e trasporti (1,2 Mtep o 1,5
mld mc).
9. L’attuale
trend di produzione di biometano, in Italia, ottenuta dagli impianti in
esercizio (DM 2 marzo 2018), appare finora inferiore a uno scenario evolutivo
di graduale avvicinamento agli obiettivi delineati sia a livello UE che nazionali.
La produzione 2022 è stata di poco superiore ai 200 mil mc, da qui
l’attivazione di nuovi strumenti di sostegno e di nuove semplificazioni su cui
sta lavorando il Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica.
LA SITUAZIONE IN EUROPA GLI INDIRIZZI DEL REPOWEREU
A fine 2022, l'Europa contava in totale 1.222 impianti di
produzione di biometano, in deciso aumento negli ultimi anni, essendo quasi
raddoppiati rispetto al 2017 (627).
Il 58% degli impianti attivi è allacciato alla rete di
distribuzione gas, il 19% è connesso alla rete di trasporto, il 9% non è
allacciato alla rete gas e per il restante 14% non sono disponibili informazioni.
I maggiori produttori di biometano nel 2021 sono stati Germania
(1,2 mld mc), Regno Unito (0,6 mld mc), Danimarca (0,5 mld mc), Francia (0,4
mld mc), Paesi Bassi (0,22 mld mc) e Italia (0,17 mld mc).
Mediamente il 10%-15% di biogas prodotto in Europa viene
convertito in biometano e immesso in rete.
In totale, dunque, la produzione di biogas e biometano nel 2021 è
stata di 18,4 mld mc, un volume pari al consumo di gas naturale del Belgio e al
4,5% del consumo di gas dell'Unione Europea nel 2021.
GLI INDIRIZZI DEL REPOWEREU
Con il Piano RepowerEU della Commissione pubblicato a maggio 2022,
nel quadro delle misure per raggiungere l’indipendenza dal gas russo e
contemporaneamente spingere sull’acceleratore della transizione, l’UE ha innalzato
gli obiettivi relativi al biometano rispetto a quanto contenuto nel Pacchetto
“FIT for 55”, portando da 18 a 35 mld mc l’asticella della produzione annua
attesa per il 2030.
Viene stimato che per decuplicare l’attuale produzione occorrerà
l’upgrading in biometano di buona parte degli impianti di biogas esistenti e
realizzare nuova capacità produttiva direttamente a biometano. In particolare,
saranno necessari investimenti in nuova capacità per circa 5.000 unità di
biometano, di cui 4.000 unità più piccole e 1.000 su larga scala.
INCENTIVI PER IL BIOMETANO
Il Rapporto del GME conferma la necessità di ingenti incentivi per
sviluppare la produzione di biometano: 18 miliardi di euro. Dei 18 miliardi di
euro citati, 4,1 saranno investiti nei prossimi due anni, altri 12,4 entro il
2030; oltre 1 miliardo è stato stanziato senza una tempistica specifica. Gli
interventi saranno per lo più localizzati in Francia (1,4 miliardi di euro) e
in Italia (1,1 miliardi di euro).
IMPIANTI E PRODUZIONE IN ITALIA
Il biometano immesso in consumo nel 2022 è stato di 210 mil mc,
pari al 5% circa della produzione totale UE di biometano e allo 0,3% dei
consumi nazionali di gas naturale. Il biometano è impiegato nel settore
trasporti.
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) riferisce che al 31
dicembre 2022 risultavano attivi 45 impianti di biometano, dei quali 13 entrati
nel corso dell’anno, per una capacità produttiva di 41.374 Smc/ora, circa 330
mil mc/anno.
L’Italia oggi può contare anche su circa 2.260 impianti di
produzione di biogas per una potenza installata di 1.455 MW e una produzione
sui 2,5 mld mc, che rende il nostro paese secondo produttore di biogas in
Europa e quarto al mondo (dopo Germania, Cina e Stati Uniti). Di questi
impianti circa 1.800 (79%) sono agricoli per una potenza installata di 1.000
MW, i restanti sono legati al settore rifiuti (17%) e all’impiego di fanghi di
depurazione come feedstock (4%).
LE PRIME MISURE DI INCENTIVAZIONE: IL DM 2 MARZO 2018
Il meccanismo di incentivazione si basa sui c.d. Certificati di
Immissione in Consumo (CIC)13 e sulla possibilità di loro ritiro dedicato da
parte del GSE a un prezzo predeterminato. Il valore dei CIC a cui hanno diritto
i produttori di biometano dipende dalla tipologia di biomassa che viene
utilizzata: ai fini dell’incentivazione, viene effettuata la distinzione tra
biometano e biometano avanzato, ossia prodotto da rifiuti organici, scarti
agroalimentari, materie lignocellulosiche e altre materie prime che non sono in
competizione con le colture alimentari e contribuiscono all’economia
circolare14. Per il biometano avanzato il valore dei CIC in energia ai fini
degli obblighi di immissione raddoppia secondo un meccanismo denominato double counting15
ed è prevista un’incentivazione particolarmente favorevole, consistente nel
ritiro dedicato garantito dei CIC da parte del GSE al prezzo fisso di 375 euro.
Il Decreto del 2 marzo 2018 è stato prorogato con il Decreto 5 agosto
2022 (QUI).
IL BIOMETANO NEL PNRR E IL DM N. 340/2022
La misura “Sviluppo del biometano, secondo criteri per la
promozione dell'economia circolare" del PNRR (Missione 2, Componente 2,
Investimento 1.4) ha messo a disposizione per nuovi impianti di biometano o
riconversione impianti biogas esistenti di 1,9 miliardi di euro.
In attuazione a quanto previsto nel PNRR, Il Decreto Ministeriale n. 340 del 15
settembre 2022 (QUI) ha
introdotto una revisione dei meccanismi incentivanti applicabile alle seguenti
due categorie di impianti:
(i) quelli di nuova realizzazione alimentati da matrici agricole o
da rifiuti organici;
(ii) quelli per la produzione di elettricità da biogas agricolo
oggetto di riconversione.
In particolare, il nuovo meccanismo prevede l’incentivazione del
biometano immesso nella rete del gas naturale e destinato al settore dei
trasporti o ad altri usi attraverso un sostegno in conto capitale (pari al
massimo al 40% delle spese sostenute) e un incentivo in Conto Energia per 15
anni (tariffa incentivante applicata alla produzione netta di biometano).
Quest’ultimo incentivo si sostanzia in una Tariffa Onnicomprensiva, per gli
impianti con capacità produttiva non superiore a 250 Smc/h e in una tariffa
premio per gli altri impianti. Possono beneficiare degli incentivi gli impianti
di produzione di biometano di nuova realizzazione e gli interventi di
riconversione a biometano (totale o parziale) di impianti agricoli esistenti di
produzione di elettricità alimentati da biogas, la cui realizzazione ha inizio
in data successiva al decreto medesimo e termine entro il 30 giugno 2026.
ULTERIORI SEMPLIFICAZIONI PER REALIZZARE IMPIANTI DI
PRODUZIONE DI BIOMETANO
Con la recente approvazione del Decreto Legge 57/2023
(“decreto rigassificatori”) al comma 1 dell'articolo 3 quinquies (QUI) è stata
introdotta una procedura abilitativa semplificata per la riconversione a
biometano degli impianti a biogas e per la modifica degli impianti a biometano
esistenti, a condizione che la modifica non comporti un ampliamento delle aree
occupate.
OBIETTIVI DEL NUOVO PNIEC
Il nuovo PNIEC 2023, in linea con il RepoweEU, fissa al
2030 un ambizioso obiettivo di produzione di 5 Mtep di biogas e biometano, pari
a circa 6 mld di mc, suddivisi tra termico (3,7 Mtep o 4,5 mld mc) e trasporti
(1,2 Mtep o 1,5 mld mc). Ciò corrisponderebbe a ben il 9% degli attuali consumi
di gas naturale e a quasi al doppio della produzione nazionale da fonte fossile
del 2022 (3,3 mld mc). L’attuale trend di produzione di biometano ottenuta
dagli impianti in esercizio (DM 2 marzo 2018), appare finora inferiore a uno
scenario evolutivo di graduale avvicinamento agli obiettivi recentemente
delineati. Come visto, la produzione 2022 è stata di poco superiore ai 200 mil
mc, da qui l’attivazione di nuovi strumenti di sostegno.
NUOVI AGGIORNAMENTI IN SEMPLIFICAZIONI E INCENTIVI?
Il Ministero Ambiente e della Sicurezza Energetica ha comunicato che sono in corso verifiche con il GSE per
possibili aggiustamenti e semplificazioni procedurali per consentire “una più
agevole fruizione delle risorse a disposizione”.
Integrare il biometano nella rete gas esistente richiede anche
un’attenta pianificazione di progetti e infrastrutture, tenendo conto che la
presenza di molti impianti diffusi sul territorio implica importanti
investimenti per realizzare nuovi punti di immissione del biometano e relative
reti di trasporto/ distribuzione. La produzione di biogas è molto distribuita e
con dimensione degli impianti piuttosto modeste. Oltre a ciò, occorrerà un
accurato monitoraggio dell’andamento dei costi di produzione e della
remunerabilità degli investimenti per trovare un congruo equilibrio tra livelli
di incentivazione e sostenibilità economica dell’intero sistema di supporto.
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