L’incidente al rigassificatore con la fiammata vista in tutto il golfo di Spezia hanno sollevato il tema delle emissioni fuggitive di metano dall’impianto perché dalla combinazione tra queste emissioni e un fulmine particolarmente potente che si è sprigionata la fiamma.
Il punto critico al di là della capacità dei tecnici di GNL Italia
che nessuno vuole mettere in discussione è proprio che non sono chiare le
quantità di emissioni anomale di gas da impianti come quello in discussione
come pure più in generale dal ciclo del rigassificatore sia quelli a terra e
tanto più quelli galleggianti come quello che vogliono installare a Vado, ma
anche più semplicemente dalle navi che trasportano il gnl agli impianti di
rigassificazione o di ricarica per le navi con motori a gnl.
Non è il sottoscritto a porre la questione ma autorevoli studi di
Ispra (istituto ricerche del Ministero dell’Ambiente), l’Agenzia Internazionale
dell’Energia, studi ufficiali a livello Europeo e perfino una risoluzione del
Parlamento UE
Non solo ma se andiamo ad analizzare l’AIA (come faccio nell’ultima
parte del post che segue) recentemente approvata (giugno 2023) ma anche quella
precedente del 2008 non solo si ammettono le emissioni di gas, anche per
ragioni di protocolli tecnici di gestione dell’impianto, ma non esistono limiti
quantitativi prescritti a tali emissioni più o meno fuggitive o anomale.
Una delle domande inespresse è non conoscendo le quantità precise
di emissioni di gas dall’impianto quali impatto quest’ultimo può produrre su
ambiente e salute dei residenti nelle zone limitrofe a volte poche centinaia di
metri in linea d’aria? Questione mai affrontata d’altronde l’unico strumento
amministrativo per farlo lo avevano in mano i Sindaci di Portovenere di questi
anni quanto meno dal 2008 ed è il Parere igienico sanitario che ha proprio la
funzione di valutare l’impatto sulla salute pubblica del ciclo di gestione dell’impianto
in questione.
Vediamoli questi studi per poi analizzare cosa dice sul punto emissioni di metano l'AIA del 2023 al rigassificatore di Panigaglia
INTANTO CHIARIAMO QUALI SONO I RISCHI DELLE EMISSIONI DI
METANO NELL’ATMOSFERA
Il metano è un potente gas serra secondo solo
all’anidride carbonica in termini di contributo al riscaldamento globale. Il
metano ha un impatto climalterante 85 volte quello della CO2 su un arco di
20 anni, anche se la CO2 ha un tempo di permanenza in atmosfera per migliaia
di anni, mentre il metano scompare in circa 10-15 anni. Il rapido decadimento
del metano e il suo elevato impatto sulla temperatura atmosferica lo rendono un
obiettivo primario per intervenire in maniera tempestiva ed efficace sui
cambiamenti climatici.
In questo contesto si inserisce l’attenzione rivolta
alle emissioni di metano e agli impegni di riduzione come il Global
Methane Pledge con un impegno politico a ridurre del 30% le emissioni
globali di metano in tutti i settori entro il 2030 rispetto ai livelli del
2020. Impegno sottoscritto fino al 19 settembre 2022 da 122 Paesi.
LO STUDIO DI ISPRA
GNL Italia che gestisce il rigassificatore di Panigaglia
(Portovenere) in un comunicato dello scorso anno ha fornito i dati delle
emissioni di metano da parte di Snam che sarebbero in trend discendente e
addirittura oltre gli obiettivi dei piani europei. In realtà le cose non sono
così chiara come sembra fornire GNL Italia come dimostra studio (QUI)
dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (di
seguito ISPRA) del Ministero della Transizione Ecologica (MITE)
Ispra (Istituto di ricerche del
Ministero della Transizione Ecologica) ha prodotto un rapporto dove sono state
esaminate le emissioni nazionali di metano dalle relative sorgenti emissive e
sono state elaborate le stime di riduzione potenziale delle emissioni al 2030
per ciascuna sorgente. Inoltre, è stata esaminata brevemente la situazione
internazionale delle emissioni di metano ed è stato condotto un confronto tra
le realtà promotrici del Global Methane Pledge: Stati Uniti e Unione
Europea.
Secondo lo studio la gran parte delle emissioni fuggitive di
metano sono riconducibili alla filiera del gas naturale (produzione, trasporto e
distribuzione) che nel 2020 incide per il 79,5% delle emissioni fuggitive
totali di metano con una quota che si è ridotta significativamente dal 1990,
quando era 91,2%.
Il maggior dettaglio per le sorgenti della filiera del gas
naturale mette in evidenza il ruolo prevalente del trasporto, stoccaggio e
distribuzione. Quest’ultima sorgente è a sua volta il fattore chiave per le
emissioni fuggitive della filiera.
La consistente riduzione delle emissioni dalle sorgenti relative
alle fasi di produzione del gas naturale ha lasciato la quasi totalità delle
emissioni della filiera nel 2020 a carico del trasporto-stoccaggio (17.9%) e
della distribuzione (81.4%).
LA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
Molto significativa è anche la Risoluzione del
Parlamento europeo del 21 ottobre 2021 (QUI) sulla
strategia dell'UE per ridurre le emissioni di metano. La Risoluzione
parte da un documento ufficiale: la relazione «Net Zero by 2050:
A Roadmap for the Global Energy Sector» (Azzeramento delle emissioni nette
entro il 2050: una tabella di marcia per il settore globale dell'energia)
dell'Agenzia internazionale per l'energia. Secondo la relazione, in uno
scenario di azzeramento delle emissioni nette, le emissioni di metano generate
dai combustibili fossili dovrebbero essere ridotte del 75 % tra il 2020
e il 2030.
In particolare la Risoluzione afferma testualmente che il
Parlamento UE sottolinea come: "la produzione e il trasporto di
gas naturale liquefatto non solo sono estremamente inefficienti, se si
considerano le perdite di energia dovute alla liquefazione e al
raffreddamento, ma contribuiscono anche ad aumentare in maniera esponenziale le
emissioni di metano del settore del petrolio e del gas; prende atto con
preoccupazione dell'utilizzo del gas naturale liquefatto come combustibile per
i trasporti marittimi;...".
STUDIO AGENZIA INTERNAZIONALE DELL’ENERGIA
Report 2023 (QUI) della Agenzia Internazionale per l’Energia
(IEA) sulle ultime stime delle emissioni provenienti dal settore
metano – attingendo ai dati e alle letture più recenti dei satelliti e delle
misurazioni terrestri – e i costi e le opportunità per affrontare queste
emissioni.
Il Rapporto conferma come le emissioni di metano costituiscano uno
dei fattori principali nella crisi climatica in atto.
Le emissioni sono determinate in primo luogo dalla agricoltura e
dagli allevamenti intensivi ma anche da una gestione scellerata delle
estrazioni di carbone e di gas da parte delle multinazionali dell’energia
scaricando i loro risparmi sull’intero pianeta.
Emissioni di metano dall'industria del gas naturale liquefatto
Le perdite di metano possono verificarsi lungo la catena del
valore del gas naturale liquefatto (GNL) e vi è una crescente evidenza che
potrebbero essere una piccola ma importante fonte di emissioni. Possono
verificarsi perdite negli impianti di liquefazione da valvole di servizio del
gas, compressori alternativi, guarnizioni di pompe o apparecchiature di
misurazione, nonché durante il trasferimento di GNL dall'impianto alla nave.
Durante la spedizione, possono verificarsi perdite di metano anche se il gas
"bollito" (una piccola frazione del carico di GNL che evapora) viene
scaricato o viene utilizzato come propulsione e non completamente bruciato nei
motori della nave.
Sulla base di dati dettagliati sul commercio globale di GNL e del
campione di letture satellitari degli impianti di liquefazione del GNL di
GHGSat (QUI), la
IEA stima che le emissioni totali fuggitive di metano derivanti dalla
liquefazione e dal trasporto di GNL nel 2022 siano pari a circa 0,4 Mt,
equivalenti a circa lo 0,1% del GNL annuo totale trasportato a livello globale.
Il trasporto marittimo costituisce la maggior parte delle
emissioni e la via principale per ridurre il metano associato è garantire che
il gas di ebollizione venga iniettato nei motori o riprodotto piuttosto che
sfiatato. I produttori stanno promuovendo sempre più tecnologie che riducono lo
slittamento del metano (gas che non è completamente bruciato nei motori delle
navi), ad esempio ricircolando i gas di scarico, utilizzando l'iniezione
diretta ad alta pressione o catalizzatori di ossidazione del metano.
PROGETTO SCIPPER: EMISSIONI METANO DA USO GNL PER NAVI E
NON SOLO
Progetto europeo Shipping Contributions to Inland Pollution Push
for the Enforcement of Regulations (SCIPPER - QUI) mira
a implementare tecniche di misurazione all'avanguardia e di nuova generazione
per monitorare le emissioni delle navi durante il loro normale funzionamento.
Secondo un recente Rapporto (QUI)
all’interno del suddetto Progetto di ricerca europeo tra le altre questioni è
emersa la necessità di stabilire limiti di emissione per il metano - più
rilevanti per il gas naturale liquefatto (GNL) come combustibile per
navi. Il GNL è stato introdotto come un combustibile marino principalmente
per rispettare i limiti di zolfo. Tuttavia, l'emissione di metano non è
regolamentata e ha in diversi studi si sono rivelati sostanziali. Esistono tipi
di motore con basso scorrimento del metano e post-trattamento metodi in fase di
sviluppo.
L’AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE AL RIGASSIFICATORE
DI PANIGAGLIA E E LE EMISSIONI DI METANO FUGGITIVE O MENO
L’AIA sia del 2007 che del 2023 (QUI), in
mezzo nel 2014 c’è stato un mero rinnovo, non fissano alcuna prescrizione quantitativa
a queste emissioni per cui i dati del gas emessi dall’impianto sono rimessi
alla totale discrezionalità di GNL Italia.
Se andiamo a leggere i documenti presentati da GNL Italia (QUI) per
ottenere la revisione dell’AIA dello scorso giugno 2023 troviamo (vedi
documento relazione tecnica allegato 1) che la media di metano (CH4) sono di
22.000 tonnellate riferite al 2020.
Si tratta di un dato quantitativo per niente chiaro perché se
andiamo a vedere altri dati che sarebbero più significativi al fine di chiarire
origini di dette emissioni e soprattutto l’impatto sul territorio circostante
non troviamo granchè anzi troviamo delle chiare omissioni:
Nelle prescrizioni ("20230707 DD 655
2023 pubblicazione Riesame GNL" (2.74 MB)
date dalla Provincia all’AIA del 2023 si legge (questa è l’unica novità
significativa rispetto alle precedenti e va riconosciuto a chi l’ha scritta):
“10. nel caso in cui siano messe in esercizio le due emissioni
discontinue, di emergenza e sicurezza (E5, E6), dovrà esserne data preventiva
comunicazione alla Provincia ed all’ARPAL;
11. dovrà essere installato, entro 31.12.2024, un misuratore di
portata per le emissioni E5 ed E6, che registri e garantisca uno storico di
dati di almeno 1 anno e conservazione dei dati su supporto informatico per
almeno 10 anni;”
I punti di emissioni E5 E6 sono quelli appunto del metano e quindi
si situazioni di emergenza o di tutela per la sicurezza dell’impianto ma non si
impongono dati quantitativi a conferma di quanto espresso in precedenza in
questo post.
IL RAPPORTO TRA EMISSIONI FUGGITIVE DI METANO E PREVENZIONE
INCIDENTI AI SENSI DELLA NORMATIVA SEVESO
Nel post di ieri (QUI) scritto
in relazione alla non chiara informazione data in relazione all’incidente che
cito all’inizio del post sollevavo anche una questione a mio avviso
significativa e che si lega alla questione delle emissioni discontinue di
metano poste però in relazioni ad eventi naturali come appunto il fulmine abbattutosi
l’altro giorno sull’impianto.
La questione deriva dal fatto che l’incidente in questione rientra
(per fortuna questa volta solo potenzialmente) tra quelli definiti, secondo
la Direttiva Presidenza Consiglio dei Ministri del 7 dicembre 2022 QUI) eventi
NaTech (Natural Hazard Triggering Technological Disasters). Si tratta di
incidenti tecnologici come incendi, esplosioni e rilasci tossici che possono
verificarsi all’interno di complessi industriali a seguito di eventi calamitosi
di origine naturale.
Ebbene la Direttiva a pagina 14 (allegato 1) così concludeva: “i
Rapporti di Sicurezza o le analisi di rischio possono contenere uno o più
eventi generati da cause naturali (i cosiddetti eventi NaTech).”
Ora se andiamo a vedere quanto pubblicato (QUI) sul
sito della Prefettura spezzina vediamo che sono riprodotti due documenti
fondamentali per l’informazione del pubblico:
1. La Notifica: documento nel quale
sono descritti anche gli scenari incidentali possibili
2. Il
Piano di emergenza esterno: fondamentale per far capire cosa rischia la
popolazione e soprattutto cosa deve fare in caso di incidente.
Premesso che non risulta pubblicato il Rapporto di Sicurezza, comunque
dai suddetti due documenti che fanno riferimento al Rapporto di Sicurezza emerge
che non è considerato uno scenario incidentale del tipo NaTech o comunque che
si riconduca all’evento accaduto l’altro giorno nel sito del rigassificatore di
Panigaglia.
Credo che occorrebbe aprire una riflessione seria su questa lacuna
come su quella che manca nel porto di Spezia un Rapporto di Sicurezza Portuale
e un Piano di Emergenza Esterna Portuale QUI.
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