martedì 13 luglio 2021

I Biodigestori senza AIUTI durerebbero "quanto un gatto in tangenziale"!

UN ESEMPIO CONCRETO, SENZA TROPPE INTERPRETAZIONI, PER CUI SENZA GLI INCENTIVI DEL BIOMETANO I BIODIGESTORI NON REGGONO LO LEGGETE NELLA MEMORIA DI REPLICA DI IREN AL NOSTRO RICORSO CONTRO IL BIODIGESTORE SPEZZINO IN RELAZIONA ALLA UDIENZA DI SOSPENSIVA DI DOMANI DI FRONTE AL TAR LIGURE. ECCO COSA SCRIVONO QUESTI SIGNORI:

Per converso ove tali attività venissero sospese si determinerebbe un  irrimediabile gravissimo danno in capo alla Società, consistente nella perdita degli incentivi energetici del biometano in autotrazione, previsti dal  D.M. 2 marzo 2018 (“Promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti”), il quale contempla quale condizione per il relativo riconoscimento il rispetto della data del 31 dicembre 2022 per la messa in esercizio di impianti di produzione di biometano. E difatti la sospensione dell’inizio delle attività descritte determinerebbe  certamente un ritardo tale da comportare lo sforamento della data relativa  alla realizzazione dell’impianto attualmente prevista, secondo il  cronoprogramma, per il terzo trimestre del 2022, e dunque la perdita dei  suddetti incentivi (cioè i CIC dal GSE), con un conseguente danno  (correlato alla perdita dei medesimi per i 10 anni previ ti) di enormi  proporzioni, per un totale di 54 milioni di Euro (precisamente 6 milioni di  metri cubi anno di cessione in rete di biometano a 0,6 euro a metro cubo per 10  anni di incentivo pieno e per altri 10 anni di incentivo dimezzato fanno circa  54 milioni di euro persi sul PEF del progetto su 20 anni di esercizio stimati). Tale pesantissima ricaduta renderebbe realisticamente l’intervento de quo del tutto inattuabile, posto che solo a fronte di detti incentivi la  realizzazione dell’opera può dirsi economicamente sostenibile (altrimenti  sarebbe ictu oculi “fuori mercato”). In proposito si consideri che tutti gli  operatori del settore stanno cogliendo questa opportunità, realizzando o  trasformando gli impianti esistenti al fine di conseguire questo obiettivo (che  oltre a rientrare nelle politiche ambientali europee, rappresenta una importante  opportunità non solo di tipo economico, ma anche, come si dirà, per le  fondamentali ricadute positive in termini tariffari), e appare del tutto evidente  il danno che, anche in termini concorrenziali, la perdita dei finanziamenti arrecherebbe a RECOS rispetto agli altri competitors."

 PIU' CHIARO DI COSI'  🤷🏻


N‍ON SIAMO DI FRONTE AD INCENTIVI PER PROMUOVERE LA ECONOMIA CIRCOLARE MA UN CHIARO AIUTO DI STATO DIRETTO AD UN UNICA TIPOLOGIA DI IMPIANTO CHE STA SCATENANDO IN TUTTA ITALIA UNA GARA NON A CHIUDERE IL CICLO DEI RIFIUTI MA A CONQUISTARE PRIMA DEI CONCORRENTI I QUESTI AIUTI. 

PER QUESTO STANNO CERCANDO DI AUTORIZZARE BIODIGESTORI FUORI DALLA PIANIFICAZIONE PUBBLICA DEROGANDO ALLE NORME AMBIENTALI: NON HANNO TEMPO DA PERDERE PER IL LORO BUSINESS! 

PENSARE CHE LA LEGGE, NON QUELLO CHE PENSO IO, METTE SULLO STESSO PIANO IN RELAZIONE AGLI INCENTIVI E AIUTI IL COMPOSTAGGIO AEROBICO CON QUELLO DEI BIODIGESTORI (ARTICOLO 182-TER DEL DLGS 152/2006), MA GUARDA CASO GLI AIUTI SI DANNO SOLO A QUESTI ULTIMI, UN CASO? 


CONCLUDENDO

La finalità di molti progetti di biodigestori (compreso quello proposto da Iren Recos su Vezzano Ligure sopra citato) è: "ci sono gli incentivi per il biometano ? bene allora presento un progetto anche se non previsto dalla pianificazione perchè prima lo presento e prima anticipo altri concorrenti per ottenere gli incentivi".
Siamo all'opposto della ratio della normativa vigente infatti il biodigestore è prima di tutto un impianto di gestione rifiuti costruito con le finalità disciplinate dal testo unico ambientale: realizzare impianti che garantiscano la autosufficienza di ambito regionale e/o provinciale nella gestione dei rifiuti urbani anche da raccolta differenziata.
L'incentivo al biometano (sottoprodotto del biodigestore) è una conseguenza dell'impianto non una premessa, invece nella logica dei "cacciatori" di incentivi diventa la vera ragione per cui si realizzano questi impianti.


In questo modo si trasformano gli incentivi da strumento per favorire il recupero di energia dai rifiuti in una logica di economia circolare a vero e proprio aiuto di stato per favorire unilateralmente una tecnologia violando i principi suddetti della normativa sui rifiuti ma a mio avviso anche le norme UE sugli aiuti di stato.

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