Insomma è possibile dimostrare la incompatibilità dell'impianto di Panigaglia con il golfo di Spezia? Io penso di si ma bisogna entrare nel merito della normativa che disciplina la sicurezza per questi impianti e soprattutto vedere questo impianto nel contesto complessivo del nostro golfo.
Da anni scrivo e propongo un percorso di questo tipo vorrei che cominciassimo da qui e finirla, per ora, con le battute sulla ricollocazione. D'altronde studiare approfondire è faticoso lo capisco bene e non porta consenso perché comporta analisi complesse e percorsi non facili ma inevitabili se vogliamo davvero espellere dal nostro golfo il rischio di incidenti catrastrofici o anche solo parziali.
Di seguito elenco, sintenticamente, le problematiche che devono essere affrontate per dimostrare la incompatibilità del rigassificatore ma anche per mettere davvero in sicurezza il nostro Golfo contro gli incidenti.
1. Il rigassificatore non ha mai avuto una complete applicazione del documento Ispra intitolato: “Indirizzi per la sperimentazione dei Piani di Emergenza Esterna degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante ai sensi dell’articolo 21 del DLGS 105/2015” QUI.
2. Non
è dato sapere se il rigassificatore rispetti le linee guida sulla verifica di
vetustà dell’impianto come elaborato dall’apposito Gruppo tecnico nazionale
(vedi QUI);
3.
Il rigassificatore non ha una adeguata disciplina urbanistica nel PUC di
Portovenere come invece prevede la vigente normativa, si tratta del documento relativo
al controllo dell'urbanizzazione nelle aree in cui sono
presenti stabilimenti. Tale elaborato tecnico è aggiornato in
occasione di ogni variazione allo strumento urbanistico vigente che interessi
le aree di danno degli stabilimenti, nonché nei casi previsti al
comma 1, lettere a) e b) che modifichino l'area di danno, e comunque almeno
ogni cinque anni.
4. la
recente giurisprudenza del Consiglio di Stato ha dimostrato la necessità di
valutare il rischio di incidente oltre le curve di danno previste dalla
pianificazione urbanistica degli impianti Seveso ma questo non è mai stato
applicato al caso rigassificatore e tanto meno al porto di Spezia
5. non mi pare che nel caso del Rigassificatore sia stati adeguamenti valutate le novità normative sul contenuti dei Rapporti di Sicurezza (documento fondamentale per misurare il livello di rischio di un impianto rispetto al sito in cui è collocato), in particolare secondo la recente normativa della Seveso III (DLgs 105/2015) non basta la generica descrizione delle zone in cui può verificarsi un incidente rilevante ma con la presente Direttiva occorre anche: “la identificazione degli stabilimenti adiacenti nonché di siti che non rientrano nell'ambito di applicazione della presente direttiva, aree e progetti urbanistici che potrebbero essere all'origine o aumentare il rischio o le conseguenze di incidenti rilevanti e di effetti domino”;
6. il
porto in generale non ha un piano di emergenza esterna e il porto è in se una
attività a rischio di incidente rilevante (a prescindere dalla normativa
Seveso).
7. ci
sono nel nostro golfo più impianti assoggettati alla normativa Seveso ma senza
uno studio di sicurezza integrato dell'area.
8. ad oggi non c’è una adeguata
informazione dei cittadini sul rischio di incidente rilevante per gli impianti
Seveso presenti nel Golfo
9. a breve inizieranno i lavori di
potenziamento di un impianto potenzialmente pericolosi come la piattaforma che
convoglia il carburante per aerei per le basi militari del nord Italia,
aumentando il rischio di incidente nel golfo
10. non
si sa se la normativa sulle infrastrutture critiche (a rischio attacco
terrorismo) sia stata adeguatamente recepita per il nostro golfo che vede una
forte presenza delle attività militari insieme con i già citati impianti Seveso
per non parlare del trasporto di merci e sostanze pericolose. Su questo aspetto
non sia sa nulla con motivazioni delle autorità competenti non fondate sotto il
profilo normativo vedi QUI.
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