Si tratta di una iniziativa tardiva a mio avviso ma comunque condivisibile almeno in generale. Il problema è cosa verrà chiesto al Governo. Quello che la politica locale continua a far finta (oppure proprio non è in grado) di non capire è che il progetto di centrale a gas per Spezia si inserisce in un progetto complessivo italiano ed europeo di transizione e in questo contesto va valutato comprese gli strumenti normativi con cui questa transizione, ad oggi, è stata attuata in Italia. A questo occorre aggiungere, questione non banale, che è in fase conclusiva il procedimento di VIA del progetto di centrale a gas spezzino, questione che a me pare decisiva nel senso che se non verrà archiviato rischia di spazzare via ogni proposito di stop a questo progetto salvo eventuali e improbabili ricorsi al TAR Lazio.
Provo ad elencare una serie di proposte che potrebbero avanzare i parlamentari spezzini al Governo anche se devo dire che ad oggi i due Governi Conte e il Governo attuale sul tema della transizione alla generazione elettrica da fonti rinnovabili hanno dimostrato una sudditanza inquietante verso le fonti fossili gas in primo luogo.
Comunque vediamo queste
proposte che per ragioni di sintesi elenco di seguito schematicamente:
1. Occorre, al di la
dell’atto di diniego alla Intesa impostato secondo quanto ho spesso indicato in questo blog (QUI), chiedere
la archiviazione del procedimento di VIA, sul progetto di centrale a gas,
motivandolo con la necessità rivedere gli obiettivi della transizione al
2025 secondo gli ultimi indirizzi della UE: Green Deal nonché Comunicazione
della Commissione sulla nuova strategia di adattamento ai mutamenti climatici (QUI) che porteranno a rivedere il Piano Nazionale di
ripresa e resilienza approvato dall’ex Governo Conte II. Sotto il profilo
strettamente normativo la giustificazione della archiviazione si potrebbe
trovare nella non coerenza del quadro programmatico dello Studio di Impatto
Ambientale del progetto di centrale a gas presentato da Enel con gli scenari
suddetti.
2. Il punto 1 è rafforzato
dal dato per cui ormai è chiaro come sia possibile (anche in coerenza con il
PNIEC) chiudere la centrale a carbone spezzina e non realizzare la nuova
centrale a gas senza mettere a rischio la stabilità del sistema elettrico
nazionale e quindi europeo (vedi QUI)
3. impegnare il Governo
ad accelerare i progetti in corso di autorizzazione presso il Ministero
Ambiente sia per le fonti rinnovabili (impianti di accumulo compresi sia da
realizzare che da riattivare garantendo così la programmabilità degli impianti
a fonti rinnovabili per la stabilità del sistema elettrico) che per il
potenziamento degli impianti a gas esistenti che permetterebbero di evitare
sicuramente la continuazione della centrale a carbone dopo il 31 dicembre 2021
ma anche la prospettata nuova centrale a gas a Spezia;
4. aprire un confronto con il Governo sulla gestione del meccanismo del
capacity market attualmente tutto indirizzato a favore delle fonti fossili
e del gas in particolare (QUI) evitando che la proroga (QUI) della scadenza dei termini di questo sistema degli incentivi favorisca
ancora il gas. Voglio ricordare che in Italia il meccanismo capacity market è
stato approvato con Decreto Ministeriale, quindi non servirebbe neppure una
legge per modificarlo. Certo ci sono le aste assegnate ma questo si può
superare con un accordo al tavolo di concertazione suddetto che garantisca ai
produttori la realizzazione di progetti diversi dalle nuove centrali a
gas.
5. contestare che, a prescindere dalla proroga, già fin d’ora sussiste
un contrasto tra quanto disciplinato dal Decreto 28 giugno 2019 e
la modalità con cui Enel ad oggi ha avuto accesso alla assegnazione delle aste
di MW sopra citati. Basta leggere il Decreto e i suoi allegati (io l’ho
fatto e spiegato QUI) per capire che ad esempio il
progetto di centrale a gas di Spezia non poteva essere presentato da Enel e
tanto meno potevano essere assegnati, con le aste già tenute, i GW di impianti
che non avevano ancora alcuna autorizzazione.
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