venerdì 16 luglio 2021

Consiglio Regione Liguria no alla Intesa sulla centrale a gas: come impostare questo atto

Ieri in Commissione del Consiglio Regionale è stato approvato un atto che impegna la Giunta Regionale a formulare un no alla Intesa sul progetto di centrale a gas proposto da Enel a Spezia grazie agli incentivi del capacity market nato per gestire la transizione alla generazione elettrica da fonti rinnovabili ed oggi diventato strumento di promozione (con soldi pubblici) delle centrali a gas.

L’atto approvato dalla Commissione e si spera poi dal Consiglio Regionale è importante perché il diniego della Intesa può essere uno strumento fondamentale per fermare il progetto di centrale a gas. Certo non è uni diniego assoluto in quanto la decisione ultima spetta al Consiglio dei Ministri ma se impostato correttamente può diventare decisivo.

Vediamo quindi come deve essere impostato l’atto di diniego della Intesa (ci vuole una delibera della Giunta Regionale)…

 

UNA PREMESSA PER CHIARIRE IL LIVELLO DELLE RESPONSABILITA' SU QUESTO PROGETTO SPEZZINO DI CENTRALE A GAS 

Il Governo Nazionale ha delle responsabilità enormi nel ritardo sulla transizione alle fonti rinnovabili per la generazione elettrica in primo luogo nella gestione degli incentivi del capacity market e nel non fermare il proliferare di progetti di centrali a gas (oltre 15.000Mwe) che nulla hanno a che fare con la transizione alle fonti rinnovabili per la generazione elettrica. Tutto questo nonostante quanto affermato dallo stesso Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) che a pagina 111: “ferma restando la necessità di accelerare la crescita delle energie rinnovabili, nell’ambito degli interventi complessivi (accumuli, reti, generazione flessibile, altre opere di rete) da realizzare per il target 2030, alcune modifiche infrastrutturali risultano in particolare connesse allo scenario di phase out dal carbone e in particolare, da avviare nella finestra 2020-2025: - nuova capacità a gas per circa 3 GW, di cui circa il 50% sostanzialmente connesso al phase out, coerentemente con la pianificazione e la regolamentazione (paesaggistica e ambientale) regionale,…”.

Quindi intanto si prevedono solo 3GW di centrali a gas cioè 3000 Mwe altro che 15.000 MWe in autorizzazione attualmente, inoltre come si vede lo stesso PNIEC afferma la necessaria coerenza dei progetti di uscita dal carbone con la pianificazione regionale tra cui c’è anche quella energetica.


 

QUINDI… COME IMPOSTARE IL NO ALLA INTESA DA PARTE DELLA REGIONE

Sotto il profilo del diniego della Intesa

1. La Regione deve impostare, da subito senza attendere la conclusione della VIA sul progetto di centrale a gas spezzino, la motivazione del diniego di Intesa al progetto di centrale a gas fondandolo sui margini di flessibilità che le norme europee sul mercato comune della energia elettrica e il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) lasciano per decidere su quali fonti fondare la transizione al 2025 aggiungendo anche i nuovi obiettivi del Green Deal che richiedono al più presto una revisione degli stessi PNIEC. N.B.  possibile definire il no alla Intesa con apposita delibera di giunta regionale sin da ora all’interno della procedura di VIA in corso presso il Ministero della Transizione Ecologica. Peraltro c’è stato un precedente in questo senso proprio in Liguria. Si tratta del diniego di Intesa da parte della Regione Liguria all’ampliamento del rigassificatore di Panigaglia (Portovenere). Quel diniego non fu deliberato come un parere tecnico tanto meno come atto dirigenziale ma con una Delibera di Giunta Regionale (DGR 393 del 3 aprile 2009 - QUI). 

2. chiedere la archiviazione del procedimento di VIA, sul progetto di centrale a gas,  motivandolo con la necessità rivedere gli obiettivi della transizione al 2025 secondo gli ultimi indirizzi della UE: Green Deal nonché Comunicazione della Commissione sulla nuova strategia di adattamento ai mutamenti climatici (QUI) che porteranno a rivedere il Piano Nazionale di ripresa e resilienza approvato dall’ex Governo Conte II. Sotto il profilo strettamente normativo la giustificazione della archiviazione si potrebbe trovare nella non coerenza del quadro programmatico dello Studio di Impatto Ambientale del progetto di centrale a gas presentato da Enel con gli scenari suddetti.

 

In parallelo a questo atto fondamentale occorre:

1. impegnare il Governo ad accelerare i progetti in corso di autorizzazione presso il Ministero Ambiente sia per le fonti rinnovabili (impianti di accumulo compresi sia da realizzare che da riattivare garantendo così la programmabilità degli impianti a fonti rinnovabili per la stabilità del sistema elettrico) che per il potenziamento degli impianti a gas esistenti che permetterebbero di evitare sicuramente la continuazione della centrale a carbone dopo il 31 dicembre 2021 ma anche la prospettata nuova centrale a gas a Spezia;

2. utilizzare la pressione derivante dall’esercizio del potere di Intesa nel senso prospettato al punto 1 per avviare immediatamente un tavolo di confronto Stato Regione Enti Locali parti sociali ed Enel, dando attuazione a quanto previsto dallo stesso PNIEC; in particolare la Dichiarazione di sintesi (22 gennaio 2020) relativa alla procedura di VAS del PNIEC, a pagina 10, afferma: “Il Piano è un documento di natura strategica e non scende nel dettaglio degli interventi, né li localizza sul territorio” per poi aggiungere: “Nelle fasi attuative del Piano è previsto che i Ministeri competenti insieme alle Regioni individuino le aree idonee e quelle non idonee”.  

3. aprire un confronto con il Governo sulla gestione del meccanismo del capacity market attualmente tutto indirizzato a favore delle fonti fossili e del gas in particolare (QUI) evitando che la proroga della scadenza dei termini di questo sistema degli incentivi favorisca ancora il gas. Voglio ricorda che in Italia il meccanismo capacity market è stato approvato con Decreto Ministeriale, quindi non servirebbe neppure una legge per modificarlo. Certo ci sono le aste assegnate ma questo si può superare con un accordo al tavolo di concertazione suddetto che garantisca ai produttori la realizzazione di progetti diversi dalle nuove centrali a gas. 

4. contestare che, a prescindere dalla proroga, già fin d’ora sussiste un contrasto tra quanto disciplinato dal Decreto 28 giugno 2019 e la modalità con cui Enel ad oggi ha avuto accesso alla assegnazione delle aste di MW sopra citati. Basta leggere il Decreto e i suoi allegati (io l’ho fatto e spiegato QUI) per capire che ad esempio il progetto di centrale a gas di Spezia non poteva essere presentato da Enel e tanto meno potevano essere assegnati, con le aste già tenute, i GW di impianti che non avevano ancora alcuna autorizzazione. 

 

P.S.

Se fossi nella Giunta Regionale approfondirei anche l’ultima riforma del potere di Intesa in materia energia approvata dal decreto legge governance per attuare il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza , vedi QUI.




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