Vediamole..
SECONDO: non è scaduta neppure l'autorizzazione come ho spiegato QUI. Comunque scadute o meno VIA e AIA le centrali a carbone possono essere riaperte sulla base di una istruttoria di Terna formalizzata da un provvedimento del Ministero della Transizione Ecologica in deroga alle procedure ordinarie di VIA e AIA, ovviamente se è dimostrata una situazione di emergenza energetica motivata con dati precisi.
TERZO: le centrali a carbone esistenti funzionanti sono già state utilizzate al massimo delle loro capacità, come sono in grado di spiegare i tecnici che ci lavorano. Comunque tutto questo non ha nulla a che vedere con le modalità di funzionamento del passato dove funzionavano come centrali di base e non per rispondere principalmente alla domanda di punta come avviene oggi.
QUARTO: la riapertura delle centrali a carbone dipende dalle necessità energetiche del Paese che allo stato non sono definibili in assoluto e tanto meno in anticipo con una battuta televisiva di un Ministro.
QUINTO: è Terna che come gestore della rete elettrica nazionale ha in mano il quadro per capire quando e se servono le riaperture delle centrali. Infatti la centrale di Spezia già chiusa venne riaperta poco mesi fa per esigenze del sistema nonostante che poco prima i ministri competenti avessero negato questa possibilità. Come funziona la procedura di riapertura di una centrale a carbone l'ho spiegato QUI.
SESTO: affermare come fa il Ministro Cingolani che funzioneranno al massimo della potenza solo le centrali attualmente operative vuol dire fare una affermazione irresponsabile da un punto di vista ambientale. Queste centrali funzionerebbe in deroga alle attuali norme sulle emissioni come ho spiegato QUI. Ovviamente il Ministro non si è neppure posto il problema ad esempio pensando ad un modello di funzionamento che recepisca le norme UE sulle accensioni e spegnimenti che non viene applicato nelle centrali a carbone esistenti come quella spezzina ma anche in quelle attualmente in funzione.
SETTIMO: il sistema elettrico nazionale è costruito in aree per cui se ci fosse un buco nelle offerta di energia elettrica nella zona Nord del Paese non puoi colmarlo con una centrale in Sicilia per fare un esempio. Il Ministro penso lo sappia ma evidentemente la crisi internazionale lo deve avere confuso. Quindi invece che sparare sciocchezze sui costi di riapertura della centrale a carbone avrebbe dovuto analizzare i dati sulla situazione della offerta dei vari comparti del sistema elettrico e chiarire che ad oggi non ci sono buchi nell'area che interessa la centrale spezzina come ho spiegato QUI. Questo non esclude che nei prossimi mesi si possa creare una carenza di gas da riprodurre un buco anche nella nostra zona di interesse ma allo stato attuale questo non sussiste. Questo è un argomento serio per fermare la riapertura della centrale a carbone spezzina altro che le stupidaggini del Ministro sul "la spesa non vale l'impresa".
OTTAVO: quello che il Ministro non dice invece è che la esigenza di riaprire le centrali a carbone non nasce dalla crisi dell'Ucraina ma ha radice ben più profonde nella assoluta incapacità di pianificare la politica energetica nazionale da parte di tutti i Governi degli ultimi anni come ho spiegato QUI.
N.B. quello che questo Ministro rimuove totalmente è che il carbone è già ripartito nel mondo e il nostro Paese è arrivato a questa nuova emergenza in modo assolutamente inadeguato. Sul passato le colpe non sono del Ministro ovviamente ma sul presente si. Di fronte ad una crisi come quella attuale cosa fa l'Italia? Promuove, in modo confuso vedi i punti sopra, la riapertura delle centrali a carbone, prevede l'aumento della produzione nazionale di gas e va in cerca di gas diverso da quello russo ma sempre in Paesi a forte instabilità geopolitica.
L'ULTIMO RAPPORTO DELLA AGENZIA INTERNAZIONALE DELL'ENERGIA
L'ultimo Rapporto (QUI) della Agenzia Internazionale intitolato Global Energy Review: emissioni di CO2 nel 2021è chiarissimo purtroppo.Il carbone ha rappresentato oltre il 40% della crescita complessiva delle emissioni globali di CO2 nel 2021. Le emissioni di carbone ora si attestano al massimo storico di 15,3 Gt, superando il picco precedente (visto nel 2014) di quasi 200 Mt. emissioni di CO2 da gas naturale anche rimbalzato ben al di sopra dei livelli del 2019 a 7,5 Gt, poiché la domanda è aumentata in tutti i settori. Con 10,7 Gt, le emissioni di petrolio sono rimaste significativamente al di sotto dei livelli pre-pandemia a causa della limitata ripresa dell'attività di trasporto globale nel 2021.
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