Come è noto è molto
fondata l’ipotesi, riportata anche dai mass media locali spezzini sulla necessità
che vengano potenziati gli arrivi di gnl nel rigassificatore di Panigaglia
(Portovenere) uno dei tre impianti di questo tipo attivi in Italia attualmente.
Si parla di circa 90 navi
che dovrebbero portare il gnl per essere rigassificato oppure girato alle
bettoline per il carico di navi che hanno motori adatti a questo combustibili,
o chiatte per portare il gnl ai distributori per l’autotrasporto terrestre.
Sono un numero di accessi
in più non previsti dal progetto attualmente alla verifica di assoggettabilità
a VIA presso il Ministero della Transizione Ecologica
Ma c’è di più come vorrei
ricordare a questa città dove politici burocrati e opinionisti hanno sempre la
memoria corta quando si tratta di certi temi che toccano interessi forti, quali
sono i passaggi normativi necessari per approvare questo progetto al fine di garantire
tutela del nostro golfo e tutela della sicurezza di chi ci abita.
QUALE
PROGETTO È ATTUALMENTE ALLA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA DEL MINISTERO
DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Il progetto è in fase
istruttoria gestita dalla Commissione Tecnica Ministeriale, la documentazione
la trovate QUI.
Ma in cosa consiste questo
progetto? Vediamolo subito sinteticamente:
1) valutazione
delle condizioni e stima della vita utile di alcuni elementi dell'impianto:
serbatoi di stoccaggio,transfer line, pontile di attracco;
2) fornire l'attività di caricazione navi presso il terminale, ad impianto di rigassificazione in marcia e fermo (con particolare riferimento alla gestione di Gas di Boil-Off) N.B. Per ricevere e stoccare il GNL di solito sono disponibili due o più serbatoi fuori terra. Durante il normale funzionamento, nei serbatoi di stoccaggio e nelle tubazioni del GNL si genera gas di boil-off (BOG) dovuto al trasferimento di calore dall'ambiente circostante. Il gas BOG viene sottoposto a compressione e liquefazione in un ricondensatore. Questo contribuisce a prevenire flaring o esposizione all'aria e a ridurre al minimo l'impatto ambientale della struttura.
3) fornire l'attività di caricazione autobotti e
ISO container presso il terminale, ad impianto di rigassificazione in marcia e
fermo;
4) liquefazione del Gas Naturale dal metanodotto e
l'iniezione nei serbatoi del terminale;
5) realizzare, fuori dal terminale, un impianto di stoccaggio costiero, rifornito da feeder ship, per la caricazione di autocisterne; e ISO-Container. N.B. La feeder ship è una nave di dimensione medio-piccola (es. 50-500 TEU) che collega un porto servito da una linea ad altri porti non serviti, svolgendo la cosiddetta attività di feederaggio, che si è sviluppata moltissimo con l'introduzione delle grandi navi portacontenitori, che toccano pochissimi porti hub, i quali sono al centro di un'intensa rete di feederaggio o transhipment, cioè lo scarico da una nave ed il ricarico su un'altra (grande o piccola), per cui i porti hub sono anche detti di transhipment o hub), che avviene in parte fra navi grandi ed in parte fra queste ed i feeder.
Quindi gli
obiettivi del progetto sono tre:
1. aumentare le possibilità di attracco per navi
bettoline quindi un nuovo pontile
2. serbatoi per caricare le navi di GNL
3. un
impianto esterno lungo la costa (dove?) rifornito da feedership per il GNL da
autotrazione
Come ho avuto modo di
spiegare da tempo, questo progetto:
1. dovrebbe andare a VIA ordinaria sia sulla base dei
criteri per applicare questa procedura ben più rigorosa di quella attuale ma
addirittura la VIA ordinaria andava applicata da subito come ho spiegato
abbondantemente QUI.
2. l’impianto con questo progetto deve andare ad una
nuova AIA (autorizzazione integrata ambientale) considerato che di fatto è una
modifica sostanziale di quello attuale. Secondo la lettera l-bis comma 1
articolo 5 DLgs 152/2006 per modifica sostanziale di un progetto, opera o di un
impianto si intende: “la variazione delle caratteristiche o del
funzionamento ovvero un potenziamento dell'impianto, dell'opera o della
infrastruttura o del progetto che, secondo l'autorità competente,
producano effetti negativi e significativi sull'ambiente.” È
indiscutibile che in questo caso siamo di fronte ad un potenziamento
dell’impianto con potenziale ulteriori effetti negativi sull’ambiente
circostante e questo a prescindere dai benefici ambientali che l’uso del gnl
nei trasporti potrà produrre ma non direttamente nel sito dove verrà
realizzato. Peraltro la stessa Provincia spezzina ha dichiarato in sede di
osservazioni sul progetto in questione che l’AIA del rigassificatori (del 2014)
deve essere revisionata nel 2021 (scadenza superata ormai).
3. quanto affermato al punto 2 comporterebbe che il
bello addormentato del Sindaco di Portovenere rilasciasse il parere sanitario
obbligatorio previsto dal comma 6 dell’articolo 29-quater del DLgs 152/2006 (QUI)
4. il nuovo
progetto deve prevedere una nuova procedura di rilascio del nulla osta per la
normativa sulle industrie a rischio di incidente rilevante (c.d. SEVESO III),
infatti questo progetto costituisce modifica sostanziale anche per la normativa
Seveso, vedi l'allegato D al DLgs 105/2015, come ho spiegato QUI.
5. la procedura ex Seveso III richiamata al punto 4 deve
comportare l’applicazione di tutte le lacune nella gestione del rischio di
incidente rilevante sia per l’impianto di Panigaglia che per il trasporto di
merci e sostanze pericolose nel golfo di Spezia a cominciare dalla verifica di
vetustà dell’impianto e alla redazione di un rapporto di sicurezza e di un
piano di emergenza esterno portuale nonché dell’applicazione delle linee guida sulle
esercitazioni di protezione civile elaborato dal Corpo Nazionale dei Vigili del
Fuoco
6. l’autorizzazione
finale del progetto di competenza del neo Ministero della Transizione Ecologica
richiede comunque l’Intesa con la Regione, quindi se il Sindaco di Spezia ha
dichiarato che non vuole potenziamenti del rigassificatore intanto chieda al
suo sostenitore Presidente della Regione Liguria di esercitare questo potere.
COSA SUCCEDE SOTTO IL PROFILO DELLE AUTORIZZAZIONI CON LE PREVISTE 90 NAVI IN PIÙ DI GNL AL RIGASSIFICATORE DI PANIGAGLIA
Sul Secolo XIX del 10
gennaio 2020 (ne ho trattato QUI) i
rappresentanti di GNLItalia avevano affermato che il progetto per distribuire
gnl per trasporti via mare e e via terra non è pericoloso perché l'aumento del
traffico sarà "irrisorio nell'ambito del golfo spezzino"
Appare chiaro che 90 navi
in più che trasportano una sostanza altamente pericolosa in caso di incidente o
di fuoriuscita dalla nave francamente non possano essere qualificate irrisorie.
Siamo di fronte ad una modifica significativa dell’attuale gestione dell’impianto di Panigaglia che rientra nella definizione di cui alla lettera l) comma 1 articolo 5 del DLgs 152/2006: “la variazione di un piano, programma, impianto o progetto approvato, compresi, nel caso degli impianti e dei progetti, le variazioni delle loro caratteristiche o del loro funzionamento, ovvero un loro potenziamento, che possano produrre effetti sull'ambiente;”.
È chiaro che siamo di
fronte ad un potenziamento consistente dell’impianto prima di tutto e comunque
ad un intervento che può avere effetti significativi sull’ambiente come dice la
norma citata. Attenzione quando affermo che c’è un potenziamento non mi
riferisco tanto o solo alla quantità di gnl trattabile nell’impianto ma proprio
all’aumento del traffico marittimo da e per il rigassificatore infatti la norma
sopra citata è chiara: c’è modifica se viene modificato il funzionamento dell’impianto
le sue caratteristiche in modo potenziato e con possibili effetti sull’ambiente,
questo riguarda sicuramente anche le navi che fanno parte del funzionamento
dell’impianto perché senza le quali l’impianto non potrebbe esistere. Non a
caso la lettera i-quater comma 1 articolo 5 DLgs 152/2006 definisce la
installazione da assoggettare ad AIA (come l’impianto in questione) in questi
termini: “'installazione': unità tecnica
permanente, in cui sono svolte una o più attività elencate all'allegato VIII
alla Parte Seconda e qualsiasi altra attività accessoria, che sia tecnicamente connessa
con le attività svolte nel luogo suddetto e possa influire sulle emissioni e sull'inquinamento. È considerata accessoria l'attività
tecnicamente connessa anche quando
condotta da diverso gestore;”
Questo enorme numero di navi richiede quindi che sia applicata quanto meno la verifica di assoggettabilità a VIA attraverso due strade:
1. presentare una modifica del progetto attualmente in
sede di verifica di assoggettabilità a VIA presso il Ministero della
Transizione di cui ho trattato sopra, quindi sospensione del procedimento in
corso e riapertura dei termini di consultazione del pubblico
2. presentare
l’arrivo delle nuove navi come un progetto specifico che deve andare comunque a
VIA o quanto meno a verifica di assoggettabilità e non farlo passare come un mero adeguamento funzionale all'impianto dettato dalla "emergenza" energetica nazionale. I progetti di emergenza come quello di cui stiamo parlando non possono derogare automaticamente alla procedura di VIA e alle altre procedure ambientali (nel caso AIA e nulla osta Seveso III).
In entrambi i casi si pone quindi la necessità di adempiere a quanto ho scritto sopra per il
progetto attualmente in valutazione relativamente all’AIA e alla procedura
Seveso.
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