martedì 1 marzo 2022

L'AIA della centrale a carbone a Spezia: la data di scadenza del Sindaco e quella della legge

Il Sindaco di Spezia continua a sostenere che la autorizzazione alla centrale a carbone è scaduta il 31 dicembre 2021. 

Il Sindaco, sicuramente mosso da buona fede, confonde la scadenza della autorizzazione con la chiusura della centrale a carbone. 

Le cose non stanno così e mi chiedo perché nessuno a parte il sottoscritto faccia notare questa svista al Sindaco che ha il difetto di sviare la discussione dalle cose concrete che dovrebbero essere fatte in caso di possibile riapertura della centrale spezzina. 

Vediamo perché... 


Le cose vanno distinte come fa l'articolo del Decreto di rilascio dell'ultima Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) del 6 dicembre 2019 (Decreto Ministero Ambiente n° 351). Come potete leggere dalla riproduzione all'inizio di questo post la scadenza dell'AIA è di 16 anni dalla pubblicazione del suddetto Decreto altro che scadenza al 31/12. Ovviamente se la centrale a carbone è chiusa l'AIA perde di efficacia sostanziale ma se la centrale dovesse riaprire l'AIA resta valida altrimenti non si spiegano le seguenti parti del Decreto AIA del 2019:

LA PRIMA: la distinzione tra scadenza dell'AIA e chiusura dell'impianto, se l'AIA scadeva con l'impianto avrebbero dovuto scrivere "la presente autorizzazione scade al momento della chiusura dell'impianto prevista al 31/12/2021". Invece come potete leggere non è così.

LA SECONDA: Nelle Premesse alle Prescrizioni allegate al Decreto AIA del 2019 e precisamente al Paragrafo 9, pur confermando l’impegno Enel a dismettere la centrale a carbone entro il 2021 si aggiunge: “fermo restando il pronunciamento del Ministero dello Sviluppo Economico in merito alla sicurezza ed affidabilità del funzionamento del sistema elettrico nazionale”.

LA TERZA: La prescrizione n°8 del Paragrafo 9.3. del Rapporto istruttorio allegato all’AIA 2019 afferma: ”… ferma restando la fermata definitiva della unità SP2al31/12/2021 di cui alla prescrizione (6), ai sensi del SEN 2017 e del PNIEC 2019, l’utilizzo del carbone quale combustibile per la alimentazione del gruppo SP3 sarebbe stata ammissibile solamente fino al 31/12/2025”.

Queste prescrizioni dell’AIA 2019 non sono casuali sono la conseguenza di una norma di legge statale in vigore da tempo che permette di riaprire o tenere in funzione impianti vetusti per esigenze del sistema elettrico nazionale.


Concludendo sul punto il Sindaco sbaglia e con questa informazioni sbagliate produce confusione verso i cittadini ma soprattutto non aiuta minimamente a fermare la eventuale (per ora) riapertura della centrale a carbone. 



Il Sindaco poi fa riferimento al testo recente Decreto Legge che al suo articolo 2 prevede, in caso di crisi nell'approvvigionamento del gas, la riapertura delle centrali a carbone. Secondo il Sindaco la centrale di Spezia non rientra in quelle che possono riaprire perchè l'articolo 2 citato fa riferimento a centrali in condizioni di regolare esercizio. Francamente mi pare argomentazione debolissima. 

Se il Sindaco intende dire che non è detto che la prima a riaprire sarà la centrale spezzina allora può essere ma se intende dire che la centrale non riaprirà comunque allora sbaglia e per due motivi: 

IL PRIMO FATTUALE: la centrale attualmente non è per niente dismessa ma solo ferma quindi riattivabile in poco tempo (2 o 3 settimane affermano i tecnici Enel), non solo ma la procedura di dismissione della centrale è stata stoppata da parte di Terna e del Governo proprio in concomitanza dell'uscita del Decreto Legge. Un caso? Non penso proprio.

IL SECONDO NORMATIVO: la legge 239 del 2003 è chiarissima se sussiste una deficit di stabilità e adeguatezza del sistema elettrico nazionale le centrali possono essere richiamate in servizio anche se ferme è sufficiente che siano tenute in buona efficienza e la centrale spezzina attualmente lo è nel senso che può essere rimessa in funzione, visto il suo stato tecnologico, in poco tempo.

Quindi la riapertura della centrale a carbone spezzina non dipenderà dalla scadenza inesistente dell'AIA e neppure dal fatto che l'impianto sia attualmente in esercizio o meno, ma soltanto dal livello di deficit che potrebbe crearsi nel sistema Italia e tenuto conto delle interconnessioni con il resto della UE. Questo livello del deficit lo deve elaborare Terna SpA il gestore della rete a livello nazionale. 


COSA DOVREBBE FARE IL SINDACO SUPPORTATO DALLA REGIONE 

Invece che arrampicarsi sugli specchi per trovare cavilli normativi inesistenti il Sindaco dovrebbe fare due cose: 

1. dare mandato da subito ai suoi uffici per capire a quali condizioni di emissioni inquinanti applicabili la centrale potrebbe riaprire visto che sul punto il Decreto Legge è molto ambiguo come ho spiegato QUI

2. il punto 1 è necessario per capire se, in caso di decisione governativa su dati Terna di riaprire la centrale, sussistono nelle condizioni di esercizio dell'impianto profili di rischio sanitario pubblico. In tal modo il Sindaco potrebbe chiedere, come autorità sanitaria, un protocollo di gestione diverso a partire dalla gestione degli avviamenti e arresti che saranno (in caso di riapertura) il vero problema da affrontare per la tutela della salute pubblica degli spezzini. Questo anche utilizzando le risorse per la riapertura delle centrali a carbone che ARERA dovrà stabilire sulla base proprio del Decreto Legge emergenza Ucraina. 


N.B.

Combatto contro la centrale a carbone dal 1981 quando ero poco più un ragazzino e se c'è uno che non vuole riaprirla sono proprio io. Ma in tutti questi anni non ho mai raccontato cose non vere e non realistiche ai cittadini, questo è il modo migliore per combattere l'inquinamento. 

 

  

















 



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