Le regioni, in coerenza con gli indirizzi della strategia forestale nazionale adottano programmi forestali regionali, individuando i propri obiettivi e definendo le relative linee d'azione in considerazione delle strategie, dei criteri e degli indicatori da esse stesse individuati tra quelli contenuti nella Strategia forestale nazionale.
STATO DEL PATRIMONIO FORESTALE ITALIANO
Il
Patrimonio forestale italiano è costituito da 9 milioni di ettari di foreste e
da quasi 2 milioni di ettari di altre terre boscate composti in prevalenza da
arbusteti, neoformazioni e macchia. Complessivamente, le aree forestali coprono
il 36,7% del territorio nazionale. In alcune Regioni e Province autonome le
foreste raggiungono circa il 50% o più della superficie regionale. Secondo i dati 2015, la superficie forestale,
il volume totale e la biomassa arborea epigea, rispetto ai valori stimati al
2005, sono aumentati rispettivamente del 5,5%, del 18,4% e del 19,4%.
Grazie alla capacità di poter svolgere molteplici e diversificate funzioni, le richieste e le attenzioni rivolte al patrimonio forestale sono spesso in conflitto. Per questo gli ecosistemi forestali necessitano di una attenta e diffusa pianificazione, basata sul bilanciamento di interessi diversi (pubblico/privati, locali/globali, di breve/lungo periodo), che ne garantisca sempre la salvaguardia nel tempo e ne valorizzi e tuteli le vocazioni locali.
Le
dimensioni delle previsioni sul gap tra domanda e offerta sono rilevanti: i
livelli attuali di consumo globale di legname sono superiori ai 3 miliardi di
metri cubi annui; al 2030 le previsioni sono di 8,5 miliardi e al 2050 di 13
miliardi19.
OBIETTIVI DELLA STRATEGIA FORESTALE NAZIONALE
1. riconosce il patrimonio forestale come risorsa e bene comune
primario del Paese e della società, e propone un progetto di sviluppo (in
termini di obiettivi e di azioni) rivolto non solo a una migliore “organizzazione
e gestione delle risorse”, ma anche alla protezione e ricostruzione, attraverso
l’integrazione delle politiche, di una relazione identitaria, consapevole e
responsabile tra foreste e società, di cui l’integrazione tra gli aspetti
economico, conservazionistico ed ecologico costituiscono fondamento;
2. riconosce e promuove la “Gestione forestale sostenibile o
gestione attiva” (art.3, comma 2, lettera b) del TUFF) quale strumento
programmatico e operativo di scelta responsabile, in grado di portare le
diverse esigenze dell'economia, dell'ambiente e della società sul territorio al
fine di garantire la conservazione delle foreste e la fornitura di beni e
relativi Servizi ecosistemici;
3. riconosce il contributo attivo del settore forestale e delle sue
filiere nel perseguimento degli impegni internazionali sottoscritti dal Governo
italiano e da cui discendono gli indirizzi strategici europei e le Strategie e
politiche nazionali35 in ambito climatico, di tutela e conservazione della
biodiversità, sviluppo della bioeconomia, energia e mantenimento
dell’occupazione nelle aree rurali;
4. individua un percorso condiviso e partecipativo tra le
istituzioni statali e regionali competenti, le autonomie locali, le
organizzazioni sociali ed economiche associazioni ambientaliste e di categoria,
il mondo produttivo e imprenditoriale, gli ordini professionali e il mondo
scientifico, proponendo un nuovo paradigma nella lettura del ruolo delle
filiere del settore forestale nella società.
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