martedì 29 marzo 2022

Un programma ambientale per Spezia. PARTE SECONDA: UN OSSERVATORIO AMBIENTALE SULLE AREE MILITARI A SPEZIA

Sulle problematiche ambientali prodotte dall'arsenale militare spezzino (sia a dipendenti civili e militari che ai residenti nei quartieri limitrofi come ad es. Marola) in questa città si continuano a fare dei gran discorsi sul futuro ma non si utilizzano intanto gli strumenti legislativi e amministrativi che un Sindaco ma anche la Regione avrebbero sin da ora a disposizione

L’arsenale militare spezzino se vuole rilanciare il proprio rapporto con la città lo deve fare oltre che sotto il profilo strettamente industriale militare anche e soprattutto a partire da una apertura chiara su controlli ambientali e interventi di risanamento nelle aree inquinate. 

Quella che segue è una proposta operativa nel senso suddetto.

 

 

ISTITUZIONE DELL’OSSERVATORIO AMBIENTALE REGIONALE SUI POLIGONI MILITARI IN LIGURIA

Con la Delibera n° 947 del 16/11/2018 (QUI) della Giunta Regionale della Liguria è stata prevista la istituzione dell’Osservatorio ambientale regionale sui poligoni militari.

L’Osservatorio è così composto:

- dirigente del Settore Ecologia della Regione suo delegato;

- dirigente del Servizio Rifiuti della Regione suo delegato;  

 - dirigente del Settore Ecosistema costiero e acque della Regione e suo delegato;

- responsabile del punto focale regionale del Sistema informativo regionale ambientale della Liguria (SIRAL);  

- rappresentante di Arpal    

- rappresentante dell’ASL 5 (Spezzino).

Sempre secondo la Delibera potranno essere coinvolti, su iniziativa del Presidente dell’Osservatorio, i Comuni competenti per territorio in relazione a problematica di loro interesse. In questo senso il Comune di Spezia dovrebbe essere tra i Comuni più interessati vista la presenza di attività militari importanti nel golfo a cominciare ovviamente dall’Arsenale Militare.

 

 

LIMITI AMBITO DI APPLICAZIONE DELLA ATTIVITÀ DELL’OSSERVATORIO

L’Osservatorio così costituito da una lettura formale della Delibera della Giunta Ligure appare limitato nel suo potenziale ambito di iniziativa e anche di aree oggetto della sua attività.  

Infatti:

1. nel titolo della Delibera si fa riferimento all’articolo 241-bis del DLgs 152/2006 relativo alle procedure di bonifica nelle aree di esclusiva competenza  delle Forze Armate

2. la dizione poligoni militari appare limitativa in quanto apparentemente riguardante solo appunto aree interessate da esercitazioni militari,

Vediamo intanto gli spazi di ampliamento della attività di questo Osservatorio in base alla vigente normativa e alle volontà politiche e amministrative di Autorità Civili e Militari. (Regione, Sindaci, Provincia, Ministero della Difesa)

 

 

COSA DICE IL CODICE DELL’ORDINAMENTO MILITARE SULLA DISCICPLINA DELL’IMPATTO AMBIENTALE E I RAPPORTI CON ISTITUZIONI CIVILI

Premesso che il Codice dell’Ordinamento Militare disciplina puntualmente i rischi di inquinamento da aree militari come ho spiegato in questo post (QUI)

In realtà, rispetto a questo ristretto ambito di applicazione dei lavori del neo Osservatorio Ambientale, l’impatto ambientale delle aree militari (ad es. l’Arsenale Militare spezzino) può riguardare aree ed attività ben più ampie.

Non a caso il DLgs 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell'ordinamento militare) disciplina in apposita sezione le problematiche ambientali prodotte da aree e attività militari favorendo la costituzione di accordi, protocolli di collaborazione tra autorità militari e civili non solo in relazione alla disciplina delle bonifiche ma anche ad altre potenziali emissioni inquinanti come l’inquinamento elettromagnetico, le  emissioni aeriformi.  In particolare si veda l’articolo 357 del Codice dell’Ordinamento militare secondo il quale: “1. L'amministrazione della difesa, nell'ambito delle aree in uso esclusivo delle Forze armate, può stipulare Convenzioni con Amministrazioni o Enti, allo scopo di regolamentare attività finalizzate alla tutela ambientale, fatta salva la destinazione d'uso delle aree medesime necessarie per il perseguimento dei fini istituzionali della difesa.”

 

 

LA PROPOSTA

Alla luce di quanto sopra analizzato credo che, al fine di affrontare davvero in modo sistematico e trasparente le problematiche del rischio ambientale da aree militari ed in particolare dell’Arsenale Militare spezzino, avrebbe un grande valore attraverso apposito regolamento attuativo della Delibera di istituzione dell’Osservatorio prevedere:

1. di estendere all’interno Arsenale Militare e ad altri presidi militari presenti nella Regione Liguria la attività dell’Osservatorio

2. che l’Osservatorio elabori in accordo con le Autorità Militari e il Ministero della Difesa, dei protocolli che precisino le attività di monitoraggio continuo sull’inquinamento delle aree militari

3. di elaborare in accordo con le Autorità Militari un protocollo per definire una metodologia per applicare la Valutazione del Danno Ambientale e Sanitario da attività di aree militari.

4. di promuovere sempre in accordo con Autorità Civili e Militari progetti e fonti di finanziamento per affrontare le problematiche ambientali delle aree militari e dell’Arsenale spezzino sia sufficiente pensare alla questione amianto e alla questione bonifiche. Ricordo che nell’Agosto del 2015  il Consiglio Regionale approvò una mozione con la quale si impegnava il Presidente  e l’Assessore Regionale all’Ambiente  tra l’altro a: “promuovere la elaborazione ed approvazione di apposito accordo di programma per l’avvio della caratterizzazione delle aree militari interne al sito di Pitelli, verificando anche l’opportunità di utilizzare nel caso di mancata risposta da parte dei Ministeri competenti (Difesa ed Ambiente) nonché delle autorità militari competenti anche i poteri di ordinanza che la legge riconosce (anche alla Regione come pure ai Sindaci territorialmente competente nonché alla Provincia della Spezia) anche per l’inquinamento delle aree militari nel momento in cui questo possa produrre un danno all’ambiente e alla salute del territorio comunale circostante”.

5. costituire una struttura di supporto operativa ai lavori dell’Osservatorio in modo che lo stesso non diventi un Osservatorio passacarte con alcuna reale efficacia concreta nel contribuire a capire il livello di inquinamento prodotte dalle aree militari e cosa fare per risolverlo.

 

 

 

 

 

 


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