L’ultima
trovata della candidata alle primarie del PD per la Presidenza della Regione è, come ribadito
in una dichiarazione anche di suoi sostenitori in questi giorni, la proposta
di una legge per la tutela delle coste e del suolo (pagina 8 del suo
programma vedi QUI).
Ancora
una volta la signora che ha fatto parte per anni della attuale Giunta Regionale
con competenze inerenti alle infrastrutture quindi interferenti anche con la
pianificazione costiera, scopre in ritardo, quello che lei o quanto meno l’Ente di cui ha
fatto parte fino ad ora (la Regione), avrebbe dovuto predisporre da anni.
Non
è la prima volta, come ho dimostrato QUI, che
la Signora Paita si inventa obiettivi
come fossero sue idee geniali quando invece trattasi di obblighi che la
normativa Europea e Nazionale prevede da anni. Obiettivi dei quali, in questi anni di governo la Signora, insieme
con il suo Presidente, si è dimenticata
alla grande, per poi spolverarli in vista di queste nuove elezioni, peraltro
senza chiarire mai nel merito come davvero voglia raggiungerli.
Ora
è la volta della pianificazione e tutela degli ambienti costieri. Secondo il
programma della Paita si tratterebbe della prima legge di questo genere in
Italia!
Voglio
ricordare alla Signora Paita e a chi gli
suggerisce le sue proposte elettorali
quali sono gli obblighi in materia di ambienti costieri vigenti da anni.
Dal 2008 è in vigore la
Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (Direttiva 2008/56/CE). Gli Stati membri (quindi anche le
Regioni per la parte di loro competenza) dovranno elaborare, per le loro acque territoriali
all’interno di ciascuna regione marina, strategie per la protezione
dell’ambiente marino
articolate su diverse fasi temporali : dai
monitoraggi della qualità delle acque marina ai programmi per raggiungere gli
obiettivi di qualità delle acque marine. Nel concetto di ambiente marino
rientrano anche le acque costiere.
Voglio
ricordare che secondo il DLgs 190/2010
(attuazione della suddetta Direttiva 2008/56/CE) deve essere verificata (entro
il 2012) l’integrazione degli obiettivi di qualità delle acque con gli
strumenti di programmazione e pianificazioni regionali e locali.
Nel
2009 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della UE il Protocollo integrato sulla gestione delle
zone costiere del Mediterraneo (vedi
QUI) e,
sempre nel 2009, la Comunicazione della Commissione UE su: “Una politica marittima integrata per una
migliore governance nel Mediterraneo”.
Questi documenti individuano nella Pianificazione dello spazio marittimo (PSM),
lo strumento principe per una governance
efficace ai fini di una gestione basata sugli ecosistemi che affronti l’impatto
combinato delle attività marittime, i conflitti connessi alle diverse
utilizzazioni dello spazio e la preservazione degli habitat marini. Peraltro
nel 2008 (vedi QUI) sempre la Commissione UE, aveva individuato i criteri per arrivare ad
elaborare una corretta Pianificazione dello spazio marittimo.
Ho trattato di questi documenti ufficiale della UE
QUI e QUI, al fine di proporre una corretta progettazione del
futuro waterfront della Spezia. Questa poteva essere l’occasione per la signora
Paita di chiedere una applicazione corretta delle norme europee su un caso
concreto e non utile solo per gli slogan elettorali: ovviamente occasione
persa!
Nel
2011 è stato approvato il Regolamento UE n.
1255 che istituisce un programma destinato a sostenere misure intese a
promuovere lo sviluppo ulteriore e l’attuazione della politica marittima
integrata dell’Unione. In particolare questo Programma è volto a finanziare lo
sviluppo di strumenti intersettoriali, segnatamente la Pianificazione dello
Spazio Marittimo (PSM, vedi in precedenza).
Più
recentemente è intervenuta la Direttiva 2014/89/UE
che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo (vedi QUI)
Questa nuova Direttiva prevede che gli Stati membri
dovranno elaborare e attuare processi coerenti per pianificare gli usi
umani dello spazio marittimo e garantire la gestione sostenibile delle
zone costiere. Uno dei principali valori aggiunti della proposta è il sostegno offerto
alla connettività terra-mare grazie al requisito di coerenza
tra la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone
costiere. I dettagli della pianificazione e la determinazione degli
obiettivi di gestione sono lasciati agli Stati membri. L'UE non prenderà
parte a tali processi. In particolare il processo di pianificazione
propriamente detto deve essere condotto dalle autorità degli Stati membri
in funzione delle rispettive strutture costituzionali e di governance,
delle priorità politiche settoriali nazionali e, nella misura del
possibile, deve basarsi su meccanismi e politiche esistenti.
La proposta di legge di cui tratta il “programmino” della Signora Paita si occuperà di attuare i
principi di questa nuova Direttiva? La Signora Paita e la giunta Burlando hanno
pensato di partecipare al Programma previsto dal Regolamento UE n. 1255/2011?
Non è dato sapere visto che questi atti e documenti
ufficiali UE non vengono minimamente citati nel “programmino”
elettorale.
Insomma non
basta scrivere farò una legge sulla tutela delle coste, bisogna chiarire il
quadro di riferimento normativo e tecnico dal quale la legge svilupperà i proprio
contenuti!
CONCLUSIONI
La Signora Paita invece che annunciare leggi “fantasmagoriche” senza peraltro
chiarirne i contenuti, ci spieghi come e quanto la Regione Liguria in questi
anni ha attuato o si sta attivando per attuare le norme europee e nazionali citate
in questo post.
Chi ha governato per molti anni non deve fare promesse
future ma deve soprattutto giustificare quello che ha fatto o non ha fatto.
Questo è l’unico modo per garantire che le promesse siano credibili.
Peraltro nel caso in esame si tratta di un promessa
indefinita: una legge per la quale si descrive solo il titolo generico e niente
più!
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