Io sono un garantista ma
non tollero i bugiardi....che si nascondono dietro la parola garantismo.
Perché dietro la polemica
scatenatasi dopo la pubblicazione dell’elenco degli impresentabili (per il
testo ufficiale vedi QUI) c’è soprattutto la
rimozione della verità dei fatti oltre che delle regole che stanno alla base di
quell’elenco.
I dirigenti del PD
attaccando la Presidente della Commissione Antimafia addirittura accusandola di
comportamento contro la Costituzione hanno dimostrato di dichiarare il falso in
luogo pubblico.....
Perché un attacco così
violento ad un proprio compagno di partito, sia pure della minoranza, da parte
dei dirigenti del PD?
Non aveva detto il
Presidente Renzi qualche giorno fa, minimizzando tutto il dibattito sugli
impresentabili che “sono
pronto a scommettere che come tutti sanno ma nessuno ha il coraggio di dire nessuno di loro, nessuno,
verrà eletto. Sono quasi tutti
espressioni di piccole liste civiche”.
Invece dopo la
pubblicazione della lista si è alzato un fuoco di sbarramento da parte di tutti
i dirigenti del PD contro la Commissione
Parlamentare Antimafia e il suo Presidente, perché?
Ma è ovvio perché non è
accaduto quello che “auspicava” Renzi nella dichiarazione sopra riportata. Nella lista c’è un candidato che ha ottime probabilità non solo di essere
eletto ma addirittura di diventare Presidente della Regione Campania: Vincenzo
De Luca.
Ma la domanda che dobbiamo porci, se siamo veri garantisti,
è la seguente: è fondato l’inserimento di De Luca nell’elenco degli
impresentabili sulla base dei parametri di giudizio utilizzati dalla Commissione Parlamentare Antimafia ?
Intanto vediamo quali sono
questi parametri. I parametri stanno nel Codice etico che la Commissione Parlamentare Antimafia ha
approvato alla unanimità. Questa approvazione
non è una invenzione dell’ultimo mese ma è stata deliberata nel settembre del
2014.
Cosa dice questo Codice
Etico (per testo completo vedi QUI)....
Intanto definisce i
compiti della Commissione in relazione alla formazione delle liste elettorali
per qualsiasi tipo di elezioni.
Il Compito della
Commissione è quello, tra gli altri, di verificare la rispondenza della composizione
delle liste elettorali alle prescrizioni di questo Codice Etico.
Cosa dice questo Codice
Etico al fine dello svolgimento della
suddetta verifica da parte della Commissione?
All’articolo 1 si afferma:
“I partiti, le formazioni politiche, i
movimenti e le liste civiche che aderiscono alle previsioni del presente codice
si impegnano, fermo restando quanto previsto dal decreto legislativo 31
dicembre 2012, n. 235, a non presentare e nemmeno a sostenere, sia
indirettamente sia attraverso il collegamento ad altre liste, come candidati
alle elezioni europee, politiche, regionali, comunali e circoscrizionali coloro
nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi
elettorali, sia stato emesso il decreto
che dispone il giudizio o la citazione diretta a giudizio, ovvero che siano
stati condannati con sentenza anche non definitiva di primo grado….”.
Primo commento: tutti i
partiti presenti in Parlamento hanno rappresentanti nella Commissione Antimafia
quindi anche il PD, il partito di De Luca. Quindi anche il partito di De Luca deve
rispettare il Codice che ha sottoscritto.
Ma quali sono i reati che
rientrano nell’ambito del Codice Etico? Sono molti, tra questi anche quello di concussione
(art. 317 c.p.).
Ebbene contro Vincenzo de
Luca pende un
giudizio nel procedimento per il reato di concussione continuata
commesso dal maggio 1998 e con «condotta in corso» (e altri
delitti, quali abuso d’ufficio, truffa aggravata, associazione per delinquere).
La prossima udienza è fissata per il 23 giugno 2015. La situazione
giudiziaria di De Luca rientra quindi nella casistica di esclusione del Codice
Etico come afferma la relazione della Commissione AntiMafia: “1) casi di giudizio pendente in primo grado
per reati rientranti nel codice di autoregolam entazione”.
Quindi il candidato del PD alla Presidenza della Regione Campania è
stato rinviato a giudizio per uno dei reati che rientrano tra quelli
individuati dal suddetto Codice Etico. Questa condotta di reato per la
magistratura competente è “in corso”, quindi non ha alcun senso il riferimento dei
dirigenti del PD al fatto che l’inizio del reato è del 1998, anzi ha il"senso" di confondere i fondamenti legali del contrasto tra la candidatura di De Luca e il
Codice Etico.
Dove sta quindi lo scandalo di questo elenco predisposto alla unanimità
da una Commissione Parlamentare sulla
base di un Codice approvato anche questo all’unanimità in epoca non sospetta?
Ma soprattutto dove sta la incostituzionalità del comportamento della
Commissione Parlamentare Antimafia e del suo Presidente?
In realtà la Commissione
ha solo svolto il compito che tutti i partiti gli hanno conferito.
Quindi De Luca può
querelare fin che vuole, le sue sono minacce che cadranno nel vuoto sotto il
profilo legale e quindi giudiziario.
Di fronte ad un quadro
così chiaro invece che prendere atto della applicazione delle regole che tutti
i partiti si sono dati , i dirigenti del PD dichiarano: “L’iniziativa della presidente della
commissione antimafia ci riporta indietro di secoli, quando i processi si
facevano nelle piazze aizzando la folla”
(Matteo Orfini) e ancora: “Bindi sta violando la Costituzione, allucinante che si
pieghi la commissione antimafia a vendette interne di corrente partitica” (Ernesto Carbone deputato PD)
Cioè applicare un
Codice Etico che si sono dati tutti i partiti è fare processi in piazza? E' incostituzionale? La domanda che sorge spontanea è dove erano questi dirigenti
del PD quando il Codice venivano approvato? Lo conoscono il testo del Codice,
oppure in realtà è incostituzionale solo
ciò che gioca contro il PD ed i suoi esponenti?
Insomma per i dirigenti
del PD la sovranità non appartiene più al popolo ma al PD? Sembrerebbe proprio
di si alla luce di quanto ho scritto sopra.
P.S.
c'è una argomentazione ancora più ridicola contro l'elenco degli impresentabili. Si afferma da parte della dirigenza del PD: "è scorretto averlo pubblicato ora a due giorni dalle elezioni". No quello che è scorretto è avere candidato una persona che in base ad un Codice sottoscritto dal PD circa un anno fa non doveva essere candidato. Il Codice Etico non è una legge? Certo è di più è una regola che il PD si era dato da solo....e se non si rispettano neppure le regole che ci si autoimpone allora non si venga a parlare di legalità in generale!
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