venerdì 29 maggio 2015

Lista impresentabili: il PD non rispetta le regole che si è dato da solo

Io sono un garantista ma non tollero i bugiardi....che si nascondono dietro la parola garantismo. 


Perché dietro la polemica scatenatasi dopo la pubblicazione dell’elenco degli impresentabili (per il testo ufficiale vedi QUIc’è soprattutto la rimozione della verità dei fatti oltre che delle regole che stanno alla base di quell’elenco.

I dirigenti del PD attaccando la Presidente della Commissione Antimafia addirittura accusandola di comportamento contro la Costituzione hanno dimostrato di dichiarare il falso in luogo pubblico.....

Perché un attacco così violento ad un proprio compagno di partito, sia pure della minoranza, da parte dei dirigenti del PD?

Non aveva detto il Presidente Renzi qualche giorno fa, minimizzando tutto il dibattito sugli impresentabili  che sono pronto a scommettere che come tutti sanno ma nessuno ha il coraggio di dire nessuno di loro, nessuno, verrà eletto. Sono quasi tutti espressioni di piccole liste civiche”. 

Invece dopo la pubblicazione della lista si è alzato un fuoco di sbarramento da parte di tutti i dirigenti del PD  contro la Commissione Parlamentare Antimafia e il suo Presidente, perché?

Ma è ovvio perché non è accaduto quello che “auspicava” Renzi nella dichiarazione sopra riportata. Nella lista c’è un candidato che ha ottime probabilità non solo di essere eletto ma addirittura di diventare Presidente della Regione Campania: Vincenzo De Luca.

Ma la domanda  che dobbiamo porci, se siamo veri garantisti, è la seguente: è fondato l’inserimento di De Luca nell’elenco degli impresentabili sulla base dei parametri di giudizio utilizzati dalla Commissione Parlamentare Antimafia ?

Intanto vediamo quali sono questi parametri. I parametri stanno nel Codice etico  che la Commissione Parlamentare Antimafia ha approvato alla unanimità.  Questa approvazione non è una invenzione dell’ultimo mese ma è stata deliberata nel settembre del 2014.


Cosa dice questo Codice Etico (per testo completo vedi QUI)....  

Intanto definisce i compiti della Commissione in relazione alla formazione delle liste elettorali per qualsiasi tipo di elezioni.
Il Compito della Commissione è quello, tra gli altri, di verificare la rispondenza della composizione delle liste elettorali alle prescrizioni di questo  Codice Etico.


Cosa dice questo Codice Etico  al fine dello svolgimento della suddetta verifica da parte della Commissione?

All’articolo 1 si afferma: “I partiti, le formazioni politiche, i movimenti e le liste civiche che aderiscono alle previsioni del presente codice si impegnano, fermo restando quanto previsto dal decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, a non presentare e nemmeno a sostenere, sia indirettamente sia attraverso il collegamento ad altre liste, come candidati alle elezioni europee, politiche, regionali, comunali e circoscrizionali coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, sia stato emesso il decreto che dispone il giudizio o la citazione diretta a giudizio, ovvero che siano stati condannati con sentenza anche non definitiva di primo grado….”.

Primo commento: tutti i partiti presenti in Parlamento hanno rappresentanti nella Commissione Antimafia quindi anche il PD, il partito di De Luca.  Quindi anche il partito di De Luca deve rispettare il Codice che ha sottoscritto.

Ma quali sono i reati che rientrano nell’ambito del Codice Etico? Sono molti, tra questi anche quello di concussione (art. 317 c.p.).

Ebbene contro Vincenzo de Luca pende un giudizio nel procedimento per il reato di concussione continuata commesso dal maggio 1998 e con «condotta in corso» (e altri delitti, quali abuso d’ufficio, truffa aggravata, associazione per delinquere). La prossima udienza è fissata per il 23 giugno 2015. La situazione giudiziaria di De Luca rientra quindi nella casistica di esclusione del Codice Etico come afferma la relazione della Commissione AntiMafia: “1) casi di giudizio pendente in primo grado per reati rientranti nel codice di autoregolam entazione”.

Quindi il candidato del PD alla Presidenza della Regione Campania è stato rinviato a giudizio per uno dei reati che rientrano tra quelli individuati dal suddetto Codice Etico. Questa condotta di reato per la magistratura competente è “in corso”, quindi non ha alcun senso il riferimento dei dirigenti del PD al fatto che l’inizio del reato è del 1998, anzi ha il"senso" di confondere i fondamenti legali del contrasto tra la candidatura di De Luca e il Codice Etico.

Dove sta quindi lo scandalo di questo elenco predisposto alla unanimità da una  Commissione Parlamentare sulla base di un Codice approvato anche questo all’unanimità in epoca non sospetta?

Ma soprattutto dove sta la incostituzionalità del comportamento della Commissione Parlamentare Antimafia e del suo Presidente?


In realtà la Commissione ha solo svolto il compito che tutti i partiti gli hanno conferito.

Quindi De Luca può querelare fin che vuole, le sue sono minacce che cadranno nel vuoto sotto il profilo legale e quindi giudiziario.

Di fronte ad un quadro così chiaro invece che prendere atto della applicazione delle regole che tutti i partiti si sono dati , i dirigenti del PD dichiarano: “L’iniziativa della presidente della commissione antimafia ci riporta indietro di secoli, quando i processi si facevano nelle piazze aizzando la folla” (Matteo Orfini) e ancora: “Bindi sta violando la Costituzione, allucinante che si pieghi la commissione antimafia a vendette interne di corrente partitica” (Ernesto Carbone deputato PD)

Cioè applicare un Codice Etico che si sono dati tutti i partiti è fare processi in piazza? E' incostituzionale? La domanda che sorge spontanea è dove erano questi dirigenti del PD quando il Codice venivano approvato? Lo conoscono il testo del Codice, oppure in realtà  è incostituzionale solo ciò che gioca contro il PD ed i suoi esponenti?

Insomma per i dirigenti del PD la sovranità non appartiene più al popolo ma al PD? Sembrerebbe proprio di si alla luce di quanto ho scritto sopra. 
  


P.S.
c'è una argomentazione ancora più ridicola contro l'elenco degli impresentabili. Si afferma da parte della dirigenza del PD:  "è scorretto averlo pubblicato ora a due giorni dalle elezioni".   No quello che è scorretto è avere candidato una persona che in base ad un Codice sottoscritto dal PD circa un anno fa non doveva essere candidato.   Il Codice Etico non è una legge? Certo è di più è una regola che il PD si era dato da solo....e se non si rispettano neppure le regole che ci si autoimpone  allora non si venga a parlare di legalità in generale!

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