I cittadini residenti in
località Cerri di Follo hanno inviato al Presidente della Provincia e al
Sindaco di Follo una lettera/diffida
nella quale invitano le due autorità e gli uffici competenti delle istituzioni
che rappresentano ad intervenire per far cessare la situazione di violazione
delle autorizzazioni rilasciate all’impianto di deposito e recupero di rifiuti
pericolosi della ditta Ferdeghini.
L’invito è stato rivolto
alla Provincia in quanto ente che rilascia la autorizzazione all’impianto e al
Sindaco di Follo in quanto massima autorità sanitaria presente sul territorio
LE PRESCRIZIONI VIOLATE SECONDO LA
LETTERA/DIFFIDA DEI CITTADINI
Secondo la Lettera/Diffida l’impianto in oggetto è stato autorizzato più volte e
anche recentemente, vedi determina della Provincia
della Spezia del 3/4/2015 n. 209.
Le autorizzazioni
imponevano prescrizioni relativamente alla quantità e qualità di rifiuti
gestiti dall’impianto ma anche alle modalità di deposito dei rifiuti
nell’ambito delle strutture dell’impianto
Relativamente al deposito
le prescrizioni delle suddette autorizzazioni prevedevano i seguenti obblighi:
a) lo stoccaggio dei
rifiuti potrà avvenire solo nelle aree individuate nella planimetria pervenuta
in data 18 aprile 2004
b) lo stoccaggio
all’esterno dei capannoni potrà avvenire solo in contenitori muniti di
copertura
c) in caso di stoccaggio
esterno dei rifiuti, sia posta particolare attenzione alla raccolta delle acque
piovane al fine di evitare che le stesse, venendo a contatto con i rifiuti,
possano inquinare la falda o direttamente i corsi d’acqua,
d) lo stoccaggio esterno
comunque dovrà essere dotato di appositi sistemi di copertura e avvenire su
adeguata pavimentazione e non superare mai i limiti di quantità stoccabili;
e) non dovranno essere mescolate diverse categorie di rifiuti
pericolosi,
f) per il tempo di stoccaggio dei rifiuti è fissato nel
periodo massimo di 6 mesi e comunque al raggiungimento del quantitativo massimo
stoccabile.
La Lettera/Diffida rileva poi che l’impianto in oggetto, come
dimostrato dalla documentazione fotografica allegata alla stessa non rispetta
le suddette prescrizioni:
1. sono sistemativamente violate relativemente a quelle delle
lettere a), b) c), d)
2. che potrebbero,
come conseguenza delle violazioni dell sopra citate prescrizioni, essere
violate anche le prescrizioni di cui alle lettere e) ed f).
LA
INSUFFICIENTE AZIONE DI VIGILANZA DELLE AUTORITÀ PREPOSTE
La Lettera/Diffida sottolinea che il verbale ispettivo
dell’Arpal del 18/3/2015 si è limitato a
riportare unicamente la violazione dello stoccaggio in contenitori non coperti,
ma che dalla documentazione fotografica allegata al presente documento, si
dimostra la violazione anche di altre prescrizioni in atto da mesi anche
precedenti al verbale ispettivo dell’Arpal
A sua volta sulla base della insufficiente ispezione
dell’Arpal la Diffida della Provincia della Spezia n. 209 del 3/4/2015 si limitava a chiedere il rispetto solo della
prescrizioni citata in detto verbale dell’Arpal
LE
RICHIESTE DELLA LETTERA/DIFFIDA
Secondo la Lettera/Diffida questa situazione di violazione
delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni è ancor più aggravata dal fatto che l’impianto
in oggetto è collocato ad una distanza, in linea d’aria, molto ravvicinata a
numerose abitazioni civili. Chiaro il rischio di disagi e impatti sanitari sui
residenti determinati anche dalle polveri emesse quotidianamente dai cumuli di rifiuti, per non parlare degli
ulteriori e più gravi rischi di contaminazione determinati dal mescolamento dei
rifiuti anche pericolosi o dalle piogge stante la assoluta mancanza di ogni
copertura di detti cumuli
La Lettera/Diffida conclude chiedendo un immediato intervento
alle due istituzioni al fine di far cessare la palese violazione delle
autorizzazioni e quindi della vigente normativa in materia.
LA
LETTERA DI SCUSE DELLA DITTA FERDEGHINI NON CONVINCE ANZI SEMBRA UNA PRESA IN GIRO
La Lettera/Diffida dei cittadini residenti aggiunge alla fine che, in assenza di
riscontri da parte delle Autorità interpellate, entro i 15 giorni dal ricevimento della
presente, ci si riserva di adire le vie
legali a tutela della salute e della
qualità della vita dei residenti delle aree limitrofe all’impianto in oggetto.
La lettera di "scuse" è stata inviata
ieri (25 maggio 2015) ed il giorno dopo, guarda la combinazione, la ditta scrive al rappresentante dei
residenti chiedendo scusa (vedi foto a fianco)
per i disagi prodotti in tutti i mesi passati. La motivazione addotta da parte
della ditta è che starebbero introducendo un nuovo impianto di selezione dei
rifiuti gestiti dall’impianto.
Questa motivazione, al di la degli aspetti di cortesia che possono
certo essere apprezzati, sotto il profilo della legalità e quindi del percorso
amministrativo corretto a tutela della salute e dell’ambiente , non convince.
Infatti in primo luogo la Autorità competente, la Provincia di Spezia, avrebbe dovuto comunque intervenire per imporre il rispetto delle prescrizioni già vigenti da
anni. Infatti la presentazione di progetti di modifica di un impianto non può
assolutamente giustificare la violazione delle autorizzazioni vigenti.
Sia l’articolo 256 del DLgs 15272006, che disciplina le
sanzioni per violazione delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni, sia
l’articolo 208 del DLgs 152/2006, che disciplina la procedura autorizzatoria degli impianti di rifiuti come quello in oggetto, non contemplano l’ipotesi di deroga alle vigenti autorizzazioni
in caso di presentazione di un progetto di modifica sostanziale dell’impianto.
D’altronde è ovvio che sia così considerato che la modifica
sostanziale dell’impianto deve essere oggetto di una nuova autorizzazione e non
può certo essere effettuata in deroga o addirittura contro la legge vigente.
Questo ultimo aspetto fa emergere un ulteriore elemento
inquietante infatti secondo il comma 19
articolo 208 del DLgs 152/2006 anche le varianti sostanziali in esercizio degli
impianti devono essere autorizzati come fossero impianti nuovi.
Che quella indicata nella lettera di “scuse” della ditta
Ferdeghini sia una variante sostanziale è chiarissimo anche ai sensi della
definizione di modifica sostanziale prevista per gli impianti di rifiuti
soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale, la c.d. AIA ( e l’impianto in
oggetto deve andare ad AIA come vedremo subito) : un “potenziamento
dell’impianto" con possibili effetti ambientali. Ora è indiscutibile che introdurre
un impianto di selezione costituisce una variante sostanziale.
Il punto è che non risulta pubblicata alcuna domanda di
variante sostanziale, ne questa variante è citata negli atti ufficiali della
Provincia, neppure nella diffida dello scorso 3 aprile 2015.
Ma c’è di più perché, come ho ampiamente dimostrato QUI, questo impianto doveva andare ad AIA ed il termine per
presentare la domanda di adeguamento a questa normativa è scaduto il il 7
settembre 2014. Non solo ma questo impianto non ha mai avuto neppure la
Valutazione di Impatto Ambientale.
Ora avendo avviato da tempo una variante sostanziale
dell’impianto i gestori di questo
impianto avrebbero dovuto presentare domanda di AIA e anche domanda di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Peraltro su questa ultima procedura proprio recentemente la Regione Liguria (ne ho trattato QUI) ha
introdotto con legge regionale 12/2015 la c.d. VIA ex post relativa a quei
progetti ed impianti che non
avevano avuto la Valutazione di Impatto Ambientale (di seguito VIA), violando
all’epoca la normativa in materia e che ora in sede di rinnovi di
autorizzazione o di ampliamenti devono essere sottoposti a VIA per la prima
volta nel rispetto della vigente normativa in materia.
CONCLUSIONI
Questa vicenda compresa la coda delle presunte scuse dei
gestori dell’impianto in oggetto conferma la situazione di inaccettabile
confusione con la quale vengono gestite istruttorie autorizzatorie e controlli
su impianti potenzialmente pericolosi per la salute e l’ambiente.
Infatti:
1. la Regione
non fa rispettare la procedura di VIA applicabile da anni a questo impianto
2. la Provincia
non avvia la procedura di passaggio ad AIA dell’impianto in oggetto
3. l’Arpal non
controlla adeguatamente le violazioni di tutte le prescrizioni autorizzatorie
4. la Provincia
non effettua a sua volta alcuna verifica sul campo limitandosi a recepire le
uniche violazioni rilevate dal verbale dell’Arpal
5. il Sindaco di Follo non esercita mai
i suoi poteri di Autorità Sanitaria sul territorio di competenza
6. la ditta che
gestisce l’impianto non solo viola le prescrizioni autorizzatorie da mesi ma
nel frattempo dichiara in una lettera informale ai cittadini residenti che sta
realizzando una modifica dell’impianto senza dimostrare di aver presentato una
nuova domanda di autorizzazione.
7. la cosa incredibile è che in questa lettera di scuse la ditta non chiarisce neppure i tempi precisi per finire i lavori di modifica sull'impianto , forse la fine del mese ma non è detto. In questo modo è la ditta che decide quanto dovranno durare le violazioni delle autorizzazioni. Pazzesco e lo scrivono pure!
Insomma siamo alle solite siamo in Provincia di Spezia, anzi
siamo in Liguria.
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