La
candidata PD alla Presidenza della Regione Liguria Raffella Paita ha inviato ai
mass media un comunicato trionfalistico sul numero di bandiere blu assegnate
alle spiagge liguri.
Ovviamente
si capisce chiaramente che questa notizia la signora la vuole utilizzare per
dimostrare la bontà del lavoro svolto dalla Amministrazione Regionale di cui ha
fatto parte
Visto
che la signora nello stile istituzionale non eccelle, questa assunzione
gratuita di meriti la “spiattella” brutalmente nel comunicato: “questo risultato, di cui posso sentirmi orgogliosa anche io
in quanto titolare alla delega sulla depurazione”.
Curioso
il modo di ragionare della signora: sulla protezione civile, dove è indagata per l’alluvione
dello scorso anno, per rimuovere le sue responsabilità, quanto meno politico
amministrative, dichiara che in fin dei conti “lei aveva la delega da pochi
mesi”, sulla balneazione, dove intravede la notizia da sfruttare
elettoralmente, il fatto che abbia la delega alla depurazione "da pochi mesi", diventa un
elemento da rimuovere totalmente!
Ma
lasciamo perdere i meriti presunti o reali della signora e veniamo al sodo. Ma
davvero queste bandiere blu hanno un valore rigoroso sotto il profilo
ambientale? Non direi almeno non in
termini assoluti e vediamo perché….
Il
riconoscimento delle bandiere blu è assegnato dalla Fondazione per l’educazione
ambientale (FEE acronimo in inglese)
Non
ci sono veri e propri criteri e parametri scientifici ma ci si basa su dati
forniti dai Comuni cioè dagli enti che hanno tutto l’interesse a ben apparire
nella classifica.
Come
afferma il programma operativo della FEE (vedi QUI) la
Giuria Nazionale, o Commissione Tecnica Giudicante, identifica i Comuni idonei
tra quelli candidati, attraverso l’analisi e la valutazione delle risposte ai
quesiti riportati sul Questionario Bandiera Blu.
I CRITERI USATI DALLA FEE PER ASSEGNARE LA BANDIERA BLÙ
Vediamoli
questi criteri ricavabili dal questionario compilato dai Comuni su invio della
FEE:
1.
promozione di educazione e informazione
ambientale: sulla balneazione le attività di educazione ambientale sono
indefinite ovviamente. Le informazioni ambientali peraltro sono obbligatorie
per legge a prescindere dalla bandiera blu, basta leggersi il DLgs 116/2008 (Attuazione
della direttiva 2006/7/CE relativa alla gestione della qualità delle acque di
balneazione)
2.
qualità delle acque: si tratta di
rispettare la normativa sulle acque di balneazione…..come dire e ci
mancherebbe!
3.
Gestione ambientale: si tratta di
rispettare le norme di gestione delle spiagge, rispetto e conservazione della
biodiversità se ci sono aree classificate e anche qui possiamo dire ci
mancherebbe….. Quanto ai criteri di
spiagge pulite, raccolta rifiuti, servizi igienici e spogliatoi puliti e in
numero adeguato, scarichi allacciati al sistema fognario: viene da dire come
fanno quelli della Commissione a saperlo? Ma è ovvio glielo dicono i Comuni,
a proposito di conflitti di interessi.
I
documenti
obbligatori da allegare al questionario di risposta poi sono altrettanto
ovvi come le informazioni che abbiamo visto sopra. Infatti devono essere allegati:
1.
Mappe dei campionamenti effettuati sulla qualità delle acque di balneazione,
impianti di depurazione e discariche.
2.
Piano di utilizzo dell’arenile (PUA)
approvato e vigente (se non inviato negli anni precedenti e non modificato);
3. Risultati certificati
ARPA delle analisi di qualità delle acque di balneazione
4. Documenti sulla
quantità e qualità rifiuti prodotti dallo stabilimento balneare
5. Documentazione di
iniziative di sostenibilità ambientale
I documenti dei
punti 2, 3 e 4 sono quelli obbligatori
per legge per chiunque gestisca una attività di balneazione e comunque per le Amministrazioni Comunali interessate.
I documenti del punto 1
invece, se ci riferiamo ad una situazione come quella di Spezia, fanno veramente pensare: tutto il golfo di Spezia è dentro un sito di bonifica nazionale, tutto
da bonificare e soprattutto con un dragaggio/bonifica in corso e che sta
producendo problemi enormi come è noto, e con questo la potremmo chiudere qui, almeno
per Spezia, con queste bandiere blu.
Infine
i documenti del punto 5 sono aria fritta in quanto dietro la parola
sostenibilità ormai si nasconde qualsiasi cosa.
IN
REALTÀ PER AVERE LA BANDIERA BLU LA FEE CHIEDE DI MENO DI QUELLO CHE CHIEDE LA
VIGENTE LEGGE
Vediamo
cosa chiede la normativa (ex DLgs 116/2008) non solo a chi ha la bandiera blu ma
a tutti i Comuni balneari italiani:
I
Comuni assicurano che le seguenti informazioni siano divulgate e messe a
disposizione con tempestività durante la stagione balneare in una ubicazione
facilmente accessibile nelle immediate vicinanze di ciascuna acqua di
balneazione:
a) classificazione
corrente delle acque di balneazione ed eventuale divieto di balneazione di cui
al DLgs 116/2008 mediante una simbologia che risponda agli indirizzi
comunitari;
b) descrizione
generale delle acque di balneazione, in un linguaggio non tecnico, basata sul
profilo delle acque di balneazione predisposto in base all’allegato III del
DLgs 116/2008;
c) nel caso di
acque di balneazione identificata a rischio di inquinamento di breve durata:
c1)
avviso di acqua di balneazione a rischio di inquinamento di breve durata;
c2)
indicazione del numero di giorni nei quali la balneazione è stata vietata
durante la stagione balneare precedente a causa dell’inquinamento di cui al
punto precedente;
c3)avvisto
tempestivo di inquinamento, previsto o presente, con divieto temporaneo di
balneazione;
c4)
informazioni sulla natura e la durata prevista delle situazioni anomale cioè un
evento o una combinazione di eventi che impattano sulla qualità delle acque di
balneazione nella zona in questione e il cui verificarsi è previsto in media
non più di una volta ogni quattro anni;
d) laddove la
balneazione è vietata, avviso che ne informi il pubblico, precisandone le
ragioni;
e) ogniqualvolta è introdotto un divieto di balneazione permanente, avviso che l’area in questione non è più balneabile con la ragione del declassamento;
f) indicazione
delle fonti da cui reperire informazioni più esaurienti.
Le Autorità Competenti,
ciascuna per le funzioni di cui sono
titolari ex lege, utilizzano adeguati mezzi e tecnologie di comunicazione, tra
cui Internet, per promuovere e divulgare con tempestività le informazioni
sulle acque di balneazione di cui sopra, nonché, ove opportuno, in varie
lingue, le seguenti informazioni:
a) elenco delle acque di balneazione, aggiornato e reso
disponibile ogni anno prima dell’ inizio della stagione balneare;
b) classificazione di ciascuna acqua di balneazione
negli ultimi tre anni e il relativo profilo, inclusi i risultati del
monitoraggio effettuato ai sensi del DLgs 116/2008 dopo l’ultima classificazione
tali risultati sono resi disponibili sul sito web del Ministero della Salute,
una volta completate le analisi;
c) misura di risanamento delle acque di balneazione
previste dal DLgs 116/2008;
d) nel caso di acque di balneazione classificate scarse,
informazioni sulle cause dell’inquinamento e sulle misure adottate per
prevenire l’esposizione dei bagnanti all’inquinamento e per affrontarne le
cause;
e) nel caso di acque di balneazione a rischio di
inquinamento di breve durata, informazioni generali relative a:
e1) condizioni che possono
condurre a inquinamento di breve durata;
e2) grado di probabilità
di tale inquinamento e della sua probabile durata;
e2) grado
dell’inquinamento e delle misure adottate per prevenire l’esposizione dei
bagnanti all’inquinamento per affrontarne le cause;
f) nel caso di acque interessate dagli inquinamento
dovuti a casi particolari, informazioni relative ai rischi per i bagnanti.
CONCLUSIONI
Insomma
ci spieghino se stanno rispettando tutto quanto sopra …. poi potremo parlare
anche delle bandiere blu che comunque sono più un marchio di immagine che di sostanza, anzi di
sostenibilità ambientale di un territorio costiero.
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