Pubblicate le linee guida (vedi
QUI) dell’ISPRA e del sistema
delle Agenzie per la protezione dell’Ambiente ( le Arpa) che definiscono come effettuare la Valutazione
Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario (di seguito VIIAS) nelle procedura
di Valutazione Ambientale Strategica dei piani territoriali e urbanistici e dei
programmi (VAS) di Valutazione di Impatto Ambientale di progetti ed opere (VIA)
e di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) di installazioni fortemente
impattanti e pericolose per ambiente e salute.
La vigente normativa su
VAS, VIA ed AIA prevede da tempo (come
spiego nel paper che linko alla fine di questo post) che nell’istruire e
concludere queste procedure si debba tener conto anche della salute dei
cittadini interessati dall’impatto ambientale e sanitario del piano/programma,
progetto od opera.
Si tratta di norme di
principio che richiedono procedure e/o
parametri tecnico operativi per essere attuate come appunto quella della
VIIAS.
Sotto il profilo tecnico
operativo le norme che disciplinavano,
fino ad ora, la VIIAS erano:
1.
il Decreto Presidente del Consiglio dei
Ministri 27/12/1988 che disciplina il contenuto degli Studi di Impatto
Ambientale e prevede che questi debbano avere una apposita sezione su Salute
Pubblica
2. il
Decreto Ministero Salute 24 aprile 2013 che disciplina la valutazione del
danno sanitario in relazione alle procedure di rilascio dell’AIA alle
installazioni commissariate come nel caso dell’Ilva di Taranto (per un commento
vedi QUI).
3.
Il Parere Sanitario del Sindaco (ex
comma 6 articolo 29quater del DLgs 152/2006) nell’ambito della procedura di
rilascio dell’AIA.
Peccato che sia i
presentatori dei progetti che le Autorità
Competenti (Regione Liguria e in parte Province) a decidere la conclusione
delle procedure di VAS, VIA , AIA nonché gli enti pubblici che devono
parteciparvi come i Sindaci dei
Comuni territorialmente interessati, hanno sempre trovato la scusa che non “sapevano”
come svolgere questa VIIAS o comunque applicare i parametri di tutela della
salute per decidere la compatibilità ambientale di impianto fortemente
impattanti: discariche, centrali termoelettriche, rigassificatori, industrie
chimiche, impianti di trattamento rifiuti, per non parlare degli strumenti di
pianificazione urbanistica ed edilizia o quelli di programmazione di trasporti
su gomma e su nave, piani regolatori dei porti.
Tutti progetti piani
programmai soggetti alla disciplina della VAS della VIA e dell’AIA.
Un esempio emblematico di
questa mancata applicazione della VIIAS in questi anni è stato il Parere Sanitario che deve rilasciare il
Sindaco dei Comuni territorialmente interessati dalle installazioni soggette ad
AIA. Questo Parere non è mai stato rilasciato nonostante la legge ne preveda la
obbligatorietà.
Gli esempi nel nostro
territorio riguardano la centrale Enel a carbone e il Rigassificatore di
Panigaglia. Entrambi questi impianti non
hanno avuto ne detto Parere Sanitario ne alcuna valutazione del loro potenziale
e reale impatto sulla salute dei cittadini interessati (vedi QUI)
Questo Parere Sanitario
come dimostrano esperienze in giro per l’Italia deve essere prodotto come una
Valutazione di Impatto Sanitario.
Altro esempio. Nonostante esistessero
norme tecniche come il dpcm del 1988 sopra citato che lo prevedano, la Regione Liguria non ha previsto nella
propria normativa tecnica sulla VIA l’obbligo di una sezione Salute Pubblica
negli Studi di Impatto Ambientale (si veda la DGR 1415/1999).
Soprattutto i Sindaci
liguri hanno sempre trovato coma “scusa” nel non produrre il loro Parere
Sanitario che non esistevano documenti ufficiali istituzionali che chiarissero
come fare questa VIIAS….. ovviamente
questo non è vero come dimostrano numerose esperienze concrete in giro per l’Italia,
come pure modelli operativi anche di fonte ufficiale come:
Progetto “Metodi per la Valutazione Integrata dell’Impatto Ambientale
e Sanitario dell’inquinamento atmosferico - (Progetto
VIIAS[1]);
Progetto Moniter “Monitoraggio degli
inceneritori nel territorio dell’Emilia Romagna ”[2],
Progetto VisPA 2010[3];
Progetto “Tools for HIA (t4HIA)” finanziato
dal CCM e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna,
Dopo la pubblicazione di
queste Linee Guida dell’ISPRA e delle Arpa, i Sindaci non potranno neppure
nascondersi dietro la “scusa” che non esistano documenti
ufficiali che spieghino come fare la VIIAS.
Ma in cosa consiste questa
VIIAS? Per una analisi puntuale e
commentata rinvio al paper che linko alla fine del post, ma giusto per sintetizzare,
fare la VIIAS prima di autorizzare impianti e attività inquinanti, vuol dire produrre preventivamente:
1. documentazione
circa l’evidenza degli impatti sanitari individuati;
2. lista
delle priorità degli impatti in base ai criteri adottati;
3. suddivisione
delle raccomandazioni per la politica, programma o progetto sottoposti a VIIAS
basate sulle priorità dei determinanti;
4. indicatori
e aspetti da monitorare con maggiore attenzione dopo l’avvio della
realizzazione e successiva gestione del progetto od opera
Ora vi sembra che ad
esempio l’AIA rilasciata alla centrale termoelettrica Enel di Spezia abbia avuto questa VIIAS?
Purtroppo no come peraltro ammettono gli stessi Amministratori Locali che da
anni dichiarano di voler colmare questa lacuna
senza però farlo, vedi QUI.
E pensare che se venisse
applicata anche ora da parte del Comune questa potrebbe portare ad una
revisione dell’AIA, come ho spiegato nella seconda parte di questo post QUI.
PER UNA ANALISI
DELLE LINEE GUIDA ISPRA E ARPA VEDI QUI.
[1]
www.viias.it
[2] http://www.arpa.emr.it/moniter/
[3]
http://www.ccmnetwork.it/pagina.jsp?id=node/1603
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