venerdì 14 aprile 2017

La logica para - mafiosa del sistema di potere spezzino: niente è come appare!

La definizione ufficiale del fenomeno mafioso così si esprime: “una subcultura locale non necessariamente collegata a manifestazioni delinquenziali, oppure una modalità di esercizio del potere, o anche un'attitudine alla corruzione politica e/o affaristica” (Mafia Enciclopedia delle Scienze Sociali (1996). Quindi la cultura mafiosa è qualcosa di più ma anche di diverso dall’insieme dei fenomeni criminogeni legati alle varie cosche.


D’altronde la prima riflessione alta sul fenomeno mafioso (Leopoldo Franchetti “Inchiesta in Sicilia” 1876) poneva al centro il tema della politica e dell'amministrazione locale, il problema di una classe dirigente abituata a considerare le istituzioni strumento di sopraffazione, incapace di sollevarsi sino alla concezione moderna della legge impersonale e uguale per tutti. 

Intorno agli aspetti manifestamente delinquenziali della mafia, c’è un substrato di cultura di governo e di mentalità che potremmo definire para mafiosa cioè propedeutica a creare un clima che può favorire illegalità nonché uso spregiudicato della cosa pubblica in mano a gruppo privati di interesse.   

Questo modello para mafioso è stato ben definito dal Procuratore Anti Mafia Pietro Grasso (Ottobre 2006 discorso tenuto a  Crotone):  “quelle forme di degenerazione dei rapporti fra cittadini, istituzioni pubbliche e private ai vari livelli, che ormai hanno sviluppato una sorta di comportamenti assimilabili alle pratiche mafiose che privilegiano i furbi, i raccomandati, i faccendieri, a scapito delle persone perbene, oneste, capaci, competenti e meritevoli che vengono mortificate e bollate come ingenue.  Queste pratiche squallide e deplorevoli, indirettamente diffondono nel tessuto sociale l’idea che la strada per raggiungere un risultato non è lo studio, l’impegno, l’acquisizione di una formazione seria e specifica, la moralità, bensì la conoscenza della persona giusta, vicina al potente di turno che spianerà la strada per andare a ricoprire un ruolo che invece non spettava. Una mansione magari delicata, importante per il funzionamento della macchina amministrativa, o strategicamente delicata per scelte di indirizzo politico-economico, dove si richiederebbero proprio quelle competenze e integrità morale che invece sono state scandalosamente mortificate. Come si comporterà il beneficiario di simile ruolo? Sarà improvvisamente folgorato sulla via di Damasco e diventerà integerrimo ed irreprensibile? Non siamo così ingenui per crederci ! È molto più probabile che costui vestirà i panni dell’arrogante autoritario, qualità tipica dell’ignorante che è stato messo a ricoprire un ruolo che non è capace di svolgere.”

Questa descrizione sembra ritagliata su molte parti istituzionali e politiche del nostro paese ma altrettanto ed ancora di più sul sistema di potere locale spezzino:
1. sulle sue modalità di autorigenerazione attraverso la cooptazione
2. sulle sue modalità di gestione,
3. sulle sue modalità di controllo sociale,
4. sulle modalità di emarginazione dei c.d. dissenzienti.



A SPEZIA TUTTI SANNO…..
A Spezia tutti sanno che non fai carriera nella pubblica amministrazione locale, se non hai una tessera di partito, o appartieni a una corrente politica o sei espressione di un gruppo di interesse preciso.

A Spezia tutti sanno che non lavori se sei un professionista non allineato a prescindere dalle tue competenze

A Spezia tutti sanno che quasi sempre le procedure amministrative (in particolare quelle urbanistiche ed ambientali) sono gestite in modo approssimativo con istruttorie inadeguate e con continui profili di illegittimità (l’illegittimità anticamera della illegalità)

A Spezia tutti sanno che il Comune è gestito da tre/ quattro persone al di fuori del circuito democratico ufficiale

A Spezia tutti sanno che se non hai una tessera di partito precisa o sei parte di un gruppo che lo sostiene direttamente o indirettamente non diventerai mai dirigente del Comune o non avrai mai incarichi tecnici in enti di secondo grado controllati dalla politica. 

A Spezia tutti sanno che le scelte strategiche degli ultimi 20 anni (porto, area ex ip, centrale enel) sono state frutto di istruttorie non trasparenti, senza mettere a confronto interessi generali del territorio, ma supportando interessi di pochi: Lega delle Cooperative, Contship, imprenditori edili (i soliti).

A Spezia tutti sanno che gli appalti pubblici importanti vengono sistematicamente gonfiati con le varianti in corso d’opera per gli “errori” degli estensori dei bandi che continuano a rimanere ai loro posti di collettori nella distribuzione delle “prebende pubbliche”.

A Spezia tutti sanno che ad esempio dietro lo scandalo di Pitelli era presente un interesse chiaro della criminalità organizzata nel traffico internazionale dei rifiuti.

A Spezia tutti sanno che il sito di Pitelli non verrà mai bonificato, con la colpevole inerzia anche della Marina Militare, compresa la parte a mare.

A Spezia tutti sanno che per anni, con la copertura prima dell’Asl e poi dell’Arpal, è stato possibile accelerare la “bonifica” dell’area ex IP in danno della salute dei cittadini e nell’interesse solo della società che voleva realizzare in tempio rapidi la nuova Ipercoop.

A Spezia tutti sanno che la centrale Enel ha continuato in questi anni a non rispettare le prescrizioni della autorizzazione del 1997

A Spezia tutti sanno che il porto, almeno sotto il profilo dell’inquinamento da rumore è fuori legge dagli anni 90 del secolo scorso.


A Spezia tutti sapevano fin dalla fine degli anni 90 che Acam era fuori controllo soprattutto nella gestione dei propri bilanci …. Ad esempio guardate  qui a fianco questa denuncia che da assessore nel ormai lontano 1999 facevo sullo stato del contratto di servizio con Acam per la raccolta dei rifiuti e sul fatto che in quel settore Acam fosse fuori controllo già allora senza che nessuno nella giunta (nella quale c’erano personaggi che oggi si presentano come alternativi non si sa bene a cosa) prendesse minimamente in considerazione la mia denuncia tanto che alla fine mi dimisi sentendomi completamente isolato.

A Spezia tutti sanno che la bonifica della discarica della Sistemi Ambientali è stata commissionata agli stessi soggetti che hanno prodotto l’inquinamento in quella zona con una procedura assolutamente non trasparente e con chiare forzature nella vigente normativa.

A Spezia tutti sanno che c'è un intreccio perverso tra chi gestisce il potere, chi gli gira intorno, chi fa finta di opporsi e chi si oppone senza costruire progetti e proposte, senza entrare nel merito dei problemi.

A Spezia tutti sanno…… ma …..
c’è una tecnica di rimozione abilissima di un sistema di potere che ha fatto della logica para mafiosa sopra descritta la cifra della propria azione di sopravvivenza. Una rimozione che sconfina spesso nel trasformismo come sta avvenendo nella formazione delle liste alle prossime elezioni amministrative del giugno 2017. 



CONCLUDENDO: UN EPISODIO DI LOGICA PARA-MAFIOSA
Voglio concludere con un episodio, perché come dimostra anche la storia della mafia siciliana, sono gli episodi concreti che confermano la presenza della logica paramafiosa sopra descritta.
Quando, nel mio breve periodo da assessore (era l’inizio del 2000)  proposi come nuovo dirigente del settore ambiente il comandante dei Vigili Urbani, il Direttore Generale del Comune, dell’epoca,  mi disse testualmente : “ non va bene questa proposta perché quando il nuovo dirigente andrà sull’area IP (in fase di inizio bonifica all’epoca ndr.) come dirigente dovrà vederla in un modo, ma come comandante dei Vigili visti i suoi poteri di vigilanza nei reati potrebbe vederla in ben altro modo non molto coerente con il ruolo di dirigente del Comune”. Come dire se sei amministratore o dirigente e vedi cose che possono costituire ipotesi di reato è bene tu volga lo sguardo altrove…… 



1 commento:

  1. fernando solanas la chiama mafiocrazia.
    auguri di buone feste Grondacci
    emilio.e

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