mercoledì 26 gennaio 2022

Arpal: nessun superamento limiti ossidi di azoto a Spezia. La salute pubblica non pervenuta insieme con ASL spezzina

Rispondendo oggi ad un articolo della giornalista Sondra Coggio sul Secolo XIX dello scorso 24 gennaio, Arpal spiega che non ci sono stati superamenti dei limiti di legge per l’inquinante ossido di azoto nelle zone limitrofe alla zona di ormeggio delle navi da crociera. 

Il nodo di fondo che affronto in questo post è il modo di comunicare di questi enti tecnici che è frutto prima di tutto dell'assenza della politica e quindi dei nostri amministratori decisori (Comune e Autorità di sistema portuale in primo luogo). Se la politica è assente e non indirizza le decisioni, gli enti tecnici si limitano a fare i notai: "siamo nei  limiti di legge", e non potrebbero fare altrimenti! Ma  tra i limiti di legge, peraltro non sempre rispettati come Arpal sa bene, e la tutela della salute pubblica c'è un mondo inesplorato di cui dovrebbero occuparsi appunto i decisori pubblici come pure l'altra grande assente in questo dibattito: l'ASL. Vediamo perchè... 


Premesso che i rapporti Arpal di tutti questi anni dimostrano una criticità in quell’area dovuta sicuramente alle navi da crociera con superamenti dei limiti negli anni dal 2017 al 2019. Secondo il comunicato di oggi di Arpal non ci sono stati superamenti dei limiti degli ossidi di azoto sia per la media nelle 24 ore che quella annuale nel corso del 2021 e neppure a inizio 2022.

A parte il fatto che se andiamo a vedere anche i soli dati giornalieri di questi giorni risultano picchi di ossido di azoto rilevanti al limite dei valori di legge (vedi QUI) come peraltro ammesso dalla stessa Arpal nel comunicato di oggi. Arpal sul punto gioca con le parole “i valori in questi giorni sono alti ma non si può proprio parlare di livelli record” sic! Dove alti significa due cose: 

1. la prima, ammessa da Arpal, che sono molto vicini ai limiti di legge da non superare anzi da cui tenersi più lontani possibile; 

2. la seconda, rimossa da Arpal, che i valori degli inquinanti rilevati sono ben al di sopra dei limiti che secondo OMS producono danni alla salute pubblica.


È questa filosofia che va combattuta assolutamente! I limiti degli inquinanti nell’aria che respiriamo ogni secondo vanno visti, in termini biologici, come valori da cui tenersi il più lontano possibile e non come dati matematici utili per evitare di dover prendere decisioni che possono dare fastidio ai grandi interessi economici che producono gli inquinanti leggi alla voce operatori crocieristici. Quindi quando Arpal afferma che siamo nei limiti con atteggiamento verso i cittadini del tipo “tranquilli non facciamo allarmismi”, sbaglia visto che i dati di Arpal, non dei giornalisti, sono comunque vicinissimi a quelli di legge ( media annuale sempre abbondantemente sopra i 32 microgrammi/m3 quando il limite è 40). 

Qui viene in gioco il senso del titolo di questo post. Si perché non il sottoscritto, o qualche giornalista critico, ma l’OMS ha chiarito che i limiti attuali di legge, sia le media annuali che orarie, non tutelano la salute pubblica.

La tabella che riporto all’inizio del post è chiarissima il valore annuale per il biossido di azoto passa, secondo OMS, da 40 a 10 microgrammi/m3 di aria!  Capito?

Ma c’è di più perché Arpal nella sua dichiarazione di oggi ad un certo punto afferma: “non esistono limiti giornalieri per gli ossidi di azoto una accortezza del legislatore”! Ma quale accortezza del legislatore semmai una sua lacuna visto che le nuove linee guida dell’OMS hanno introdotto un nuovo parametro temporale, proprio quello delle 24 ore pari a 25 microgrammi/m3 di aria. Arpal nel suo comunicato afferma di dare questi dati delle 24 ore avendo come riferimento la dizione di qualità aria pessima se il dato supera i 60 microgrammi/m3 aria!

Ultimo elemento che emerge da questo comunicato di Arpal è la frase finale: “non esiste neppure una relazione diretta tra sorgenti e dati misurati”. Ci credo! Quando mai monitoraggi di questo tipo sono stati fatti sul porto di Spezia? (QUI) Monitoraggi che non possono basarsi sulla battuta di Arpal: “a San Cipriano la presenza di due navi da crociera in due giorni distinti non ha prodotto valori più alti”.

Peccato che la nota Arpal del 20 ottobre 2020 afferma esattamente il contrario: “La presenza delle navi da crociera al molo Garibaldi nel 2017 e nel 2018 ha contribuito al supero del valore medio annuo di 40 mg/m3 previsto dalla vigente normativa per il Biossido di Azoto (NO2) presso la postazione sopracitata; nel corso del 2019 si è assistito, probabilmente grazie alle condizioni meteorologiche meno favorevoli all’accumulo degli inquinanti, ad una riduzione generalizzata dei valori di questo parametro che con 39,7 mg/m3 è rimasto, seppur di poco, al di sotto del valore limite.”

Insomma capire l’impatto delle navi da crociera non può basarsi sul dato di due giorni sul quale possono incidere molti fattori non ultimo le condizioni atmosferiche, tutto questo anche considerando che si parla per il 2022 di quasi 200 navi che attraccheranno nel porto di Spezia.

Ovviamente in tutta questa bella discussione spicca l’assenza dell’ASL si sa la prevenzione nella tutela della salute pubblica non è molto sentita in quegli uffici anzi non se la “cagano manco per il belino” per scriverla alla spezzina.  Questo è l’altro grande problema sul tema della limitazione dell’inquinamento a Spezia perché sia chiaro chi dovrebbe sollevare e approfondire le criticità che faccio in questo post è proprio ASL visto che Arpal ha per legge il compito istituzionale di monitorare gli inquinanti ma la valutazione del rischio sanitario spetterebbe al fantasma ASL igiene ambientale!

 

Comunque e per concludere consiglio ai signori di Arpal ma soprattutto di ASL di leggersi la  Risoluzione (QUIdel Parlamento europeo approvata il 25 marzo 2021 sull'attuazione delle direttive sulla qualità dell'aria ambiente: Direttiva 2004/107/CE (QUI) e Direttiva 2008/50/CE (QUI). In quella autorevolissima sede sono state avanzate una serie di proposte alla Commissione UE molto significative:

1. rivedere le norme sulla qualità dell'aria e invita la Commissione ad allineare i valori di PM10, PM2,5, SO2 e O3 alle linee guida dell'OMS;

2. necessità che la legislazione dell'UE tenga maggiormente e opportunamente conto dell'esposizione umana all'inquinamento atmosferico individuare appositi indicatori sull’impatto sanitario dell’inquinamento atmosferico

3. visto che l'impatto dannoso delle navi sulla qualità dell'aria continua ad aumentare parallelamente alla crescita del settore, la Risoluzione invita la Commissione a rispettare urgentemente il proprio impegno di regolamentare l'accesso ai porti delle navi più inquinanti.


Intanto una cosa semplice si potrebbe fare da subito: signori di Arpal mettete a fianco delle vostre tabelle sui dati degli inquinanti che monitorate anche i valori dell’OMS. Lo so non sono obbligatori ma eviterebbero di far pensare ai cittadini spezzini che come afferma il comunicato di oggi di Arpal: “la lettura dei dati può essere ambigua”!


 

P.S.

Un ultima cosa il  titolo del Secolo XIX che riporta il comunicato di Arpal non è corretto neppure rispetto a quello che afferma Arpal. Il titolo “Qualità dell’aria mai superati i limiti” fa sembrare che questo non sia mai avvenuto mentre la stessa Arpal ammette che i limiti negli anni passati sono stati superati più volte!  Come dire se anche il quotidiano da cui è partita la problematica delegittima se stesso andiamo lontano da una informazione chiara, peraltro chi fa giornalismo mi dovrebbe insegnare che i titoli incidono moltissimo sulla impressione del lettore nell’analisi critica di una notizia o no?

 

 

 

 

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