martedì 11 dicembre 2018

Sulle emissioni dal porto di Spezia la maggioranza in Consiglio Comunale nasconde dati e studi


Riferendosi allo studio realizzato a Civitavecchia dal Dipartimento di Epidemiologia del Lazio un consigliere per difendere l’odg (sulle emissioni da navi nel porto di Spezia) poi votato dalla maggioranza che governa il Comune ha affermato che: “Il lavoro citato nella premessa del consigliere Caratozzolo è datato 2015 ed è riferito non solo al porto di Civitavecchia ma anche a tutte le industrie e al traffico di quella zona.  Sono dati importanti ma non sono da prendere come inquinamento portuale.”  

Questa affermazione non è vera neppure per i porti liguri. In realtà gli elementi per fare una prima valutazione dell’inquinamento specifico da attività portuale ci sono tutti.   

Intanto ci sono studi europei che spiegano come effettuare monitoraggi specifici sulle emissioni da navi.  
Il Centro comune di ricerca (JRC), il servizio scientifico interno della Commissione europea, con un apposito studio ha misurato i parametri chiave della qualità dell’aria nei porti del Mediterraneo prima e dopo l’entrata in vigore  della normativa sopra citata.  
Questo studio ha dimostrato che nei porti dove è stata applicata la nuova normativa c’è stata una  riduzione delle emissioni di diossido di zolfo (anidride solforosa). Spezia non rientra nei porti monitorati.    
Inoltre lo studio ha confermato che vi è una correlazione tra diossido di zolfo ed elementi chimici tipicamente emessi dalle ciminiere delle navi, dimostrando che le navi rappresentano la fonte principale di diossido di zolfo nei porti.  

Attualmente la normativa sulle emissioni da navi nei porti prevede obblighi di campionamento e analisi solo sui combustibili marittimi. Quindi, come avviene anche nel nostro porto, si applicano sistemi di  monitoraggio secondo la normativa generale sulla qualità dell’aria ma non specifici sulle emissioni da navi.  

Ma è  possibile effettuare tali monitoraggi specifici in concreto? Direi di si e l’esempio è il porto di Genova.  
Si veda a titolo di esempio il progetto POSEIDON, coordinato dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr (Isac-Cnr).  Il metodo di raccolta e analisi dei dati permette di isolare il  contributo specifico delle emissioni navali dall’inquinamento atmosferico totale. Grazie all’elevata frequenza di campionamento, infatti, è possibile raccogliere prima, durante e dopo il passaggio di una nave tutte le informazioni su polveri sottili (pm2,5) e gas (ossidi di azoto e zolfo). Tale   metodologia deve in particolare servire per valutare i picchi di emissioni al momento dell'arrivo e della partenza delle navi oltre che nella loro permanenza. 
Un altro progetto correlato al Poseidon è il progetto CAIMANs (vedi QUI), per un approfondimento vedi QUI.
I due progetti sono  finanziati dal Programma europeo MED per la cooperazione territoriale, che lavorano sui porti di Venezia, Brindisi, Genova, Rijeka (Croazia), Patrasso (Grecia) e Marsiglia (Francia)

Non solo ma esisto dati specifici sul porto di Spezia in uno studio di Arpal mai implementato.
Lo studio è stato presentato a Genova nel Maggio 2015. (per il testo di presentazione vedi QUI).
Vi invito a leggere QUI la sintesi relativi alla situazione del porto di Spezia.


CONCLUSIONI
Si possono fare monitoraggi specifici sulle emissioni dalle navi in porto? SI
Ci sono esperienze in Liguria già in atto o attuate? SI
Ci sono dati specifici sulle emissioni dal porto di Spezia distinte per attività? SI

L’attuale Amministrazione Comunale in carica da oltre 1 anno e mezzo ha cercato di implementare questi studi e aggiornarli? NO

Questo dovrebbe spiegare l’attuale Sindaco insieme con la signora che presiede la Autorità di sistema Portuale, altro che battuta da incompetenti di qualche consigliere di maggioranza che cerca di difendere l’indifendibile magari per  rinviare a qualche nuovo Tavolo e Accordo volontario che arriveranno non si sa quando, vedi QUI.  

Nessun commento:

Posta un commento