Nella
primavera del 2000 il porto venne sequestrato per violazione dei limiti di
legge delle emissioni da rumore. All'epoca le istituzioni competenti (in primo
luogo Autorità Portuale e Comune) invece di rispondere con l'azione
amministrativa alla situazione di grave disagio per i residenti della zona est
della città, cercarono in tutti i modi di bypassare la azione della procura
dell'epoca.
Ci
riuscirono con un vero colpo di mano istituzionale perpetrato nel pomeriggio
di una giornata frenetica.
Il
Sindaco dell'epoca invece che svolgere una funzione terza si schierò
apertamente a favore non del porto (che ci poteva stare) ma dell'inquinamento
prodotto dal porto ( e questo non era e non è ammissibile visto che lui era ed
è la massima autorità sanitaria sul territorio comunale).
Quel
comportamento mi portò a dimettermi da assessore all'ambiente dopo appena 9
mesi dall'inizio del mio incarico.
La nuova
inchiesta della magistratura, a prescindere da come andrà finire sotto il
profilo delle responsabilità penali, conferma che le problematiche ambientali e
sanitarie del 2000 sono ancora tutte sul tappeto e questo nonostante il porto
si sia ulteriormente sviluppato grazie anche un Piano Regolatore del Porto che
andava diversamente valutato già nel 2006.
Ma
nonostante quel Piano Regolatore del Porto avesse grossi limiti, ai gestori del
porto (Autorità Portuale compresa) non bastava e fecero (e continuano a fare)
di tutto per derogare alle poche prescrizioni che il Ministero dell'Ambiente e
il Consiglio Regionale posero per la tutela della salute dei cittadini
residenti nei quartieri limitrofi
Se nel
2000 ci fosse stata una classe dirigente politica in Comune e in Autorità
Portuale in grado di svolgere una funzione di garanzia per tutte le parti in causa
non saremmo ancora ad una nuova inchiesta penale. E la cosa preoccupante è che
la nuova classe dirigente che governa il Comune sembra continuare nella vecchia
logica di comportamento passivo verso la situazione prodotta dalla attività
portuale come ha confermato il Consiglio Comunale recente sulle emissioni da
navi: confuso e inconcludente.
Il fatto di aver ricordato quello
che accadde 18 anni fa non è accademia
storicistica o agiografia personale ma serve per far capire che sono stati
persi ben 18 anni per affrontare le questioni ambientali e sanitarie prodotto
dal porto di Spezia e in gioco non ci sono
le ragioni, passate e presenti, di nessuno ma la tutela della salute di
migliaia di persone.
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