domenica 16 dicembre 2018

Rumori dal porto spezzino: la nuova inchiesta della Procura e quello che non venne fatto 18 anni fa…



Nella primavera del 2000 il porto venne sequestrato per violazione dei limiti di legge delle emissioni da rumore. All'epoca le istituzioni competenti (in primo luogo Autorità Portuale e Comune) invece di rispondere con l'azione amministrativa alla situazione di grave disagio per i residenti della zona est della città, cercarono in tutti i modi di bypassare la azione della procura dell'epoca.



Ci riuscirono con un vero colpo di mano istituzionale perpetrato nel pomeriggio di una giornata frenetica.
Il Sindaco dell'epoca invece che svolgere una funzione terza si schierò apertamente a favore non del porto (che ci poteva stare) ma dell'inquinamento prodotto dal porto ( e questo non era e non è ammissibile visto che lui era ed è la massima autorità sanitaria sul territorio comunale).
Quel comportamento mi portò a dimettermi da assessore all'ambiente dopo appena 9 mesi dall'inizio del mio incarico.


La nuova inchiesta della magistratura, a prescindere da come andrà finire sotto il profilo delle responsabilità penali, conferma che le problematiche ambientali e sanitarie del 2000 sono ancora tutte sul tappeto e questo nonostante il porto si sia ulteriormente sviluppato grazie anche un Piano Regolatore del Porto che andava diversamente valutato già nel 2006.


Ma nonostante quel Piano Regolatore del Porto avesse grossi limiti, ai gestori del porto (Autorità Portuale compresa) non bastava e fecero (e continuano a fare) di tutto per derogare alle poche prescrizioni che il Ministero dell'Ambiente e il Consiglio Regionale posero per la tutela della salute dei cittadini residenti nei quartieri limitrofi

Se nel 2000 ci fosse stata una classe dirigente politica in Comune e in Autorità Portuale in grado di svolgere una funzione di garanzia per tutte le parti in causa non saremmo ancora ad una nuova inchiesta penale. E la cosa preoccupante è che la nuova classe dirigente che governa il Comune sembra continuare nella vecchia logica di comportamento passivo verso la situazione prodotta dalla attività portuale come ha confermato il Consiglio Comunale recente sulle emissioni da navi: confuso e inconcludente.

Il fatto di aver ricordato quello che accadde 18 anni fa  non è accademia storicistica o agiografia personale ma serve per far capire che sono stati persi ben 18 anni per affrontare le questioni ambientali e sanitarie prodotto dal porto di Spezia  e in gioco non ci sono le ragioni, passate e presenti, di nessuno ma la tutela della salute di migliaia di persone.

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