venerdì 28 dicembre 2018

Barriere antirumore per il porto spezzino contro il Decreto VIA del Ministero dell’Ambiente

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Arriva per lo scalo spezzino un nuovo progettino, da parte della Autorità di sistema Portuale, di barriera fonoassorbente all’altezza dell’Istituto Tecnico Cappellin. Il progettino dovrebbe limitare le emissioni rumorose da attività portuale e prevede inoltre il taglio degli alberi ad oggi presenti nella zona.

Insomma si continua ad affrontare le problematica emissive da attività portuale a “pezzi e bocconi” ma soprattutto senza tener conto di quanto a suo tempo venne analizzato dalla stessa Commissione del Ministero dell’Ambiente che con apposito parere inquadrò anche le problematiche del rumore dal porto che poi sono state recepite nel Decreto Ministero Ambiente 13 aprile 2006 n° 317 che approvò la Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Regionale del Porto.

Ora  vi invito a leggere, senza alcun commento da parte mia, quanto scriveva la Commissione VIA del Ministero del’Ambiente. Quanto sotto riportato dimostra la palese rimozione delle problematiche emerse in quel documento (tradotto lo ricordo in un decreto ministeriale quindi avente forza cogente di legge) . Come dire non c’è bisogno di aggiungere altro perché qui non si tratta di essere contro il porto ma di applicare correttamente gli stessi atti che il Piano Regolatore del Porto avevano a suo tempo approvato!

Quello che segue (in corsivo) è lo stralcio del Parere della Commissione VIA relativamente alle problematiche delle emissioni rumorose da attività portuale (ambiti 5 e 6 del Piano regolatore del porto), vi invito in particolare a valutare le parti sottolienate:

-  la stima dei livelli post-operam di una realtà portuale come La Spezia costituisce un problema di estrema complessità la cui definizione dovrebbe essere affrontata con la  caratterizzazione sperimentale delle sorgenti di rumore attuali al fine di introdurre nelle scenario futuro

-  le variazioni localizzative gli interventi previsti dal PRP sono prevalentemente associati ad un aumento del carico di rumore,

-  in  analogia all’inquinamento atmosferico, anche per il rumore le maggiori problematiche associate alle previsioni del PRP della Spezia sono localizzate nell’ambito 6 del Porto Commerciale dove  la  specializzazione funzionale determinerà una maggiore concentrazione del carico di rumore in un’area antistante al centro abitato in cui prevalgono funzioni residenziali;

-  il PRP di La Spezia fornisce l’occasione di riorganizzare funzionalmente le attività caratterizzate da emissioni acustiche significative o disturbanti, di introdurre opportune accortezze gestionali preventive e azioni di mitigazione finali.

-  gli  interventi di insonorizzazione nell’area portuale  hanno efficacia limitata ad alcune categorie di emissioni (impianti di  ventilazione, impianti fissi, ecc.) mentre diventa difficile, se non impossibile, pensare di ridurre: le emissioni di rumore determinate dai mezzi adibiti alla movimentazione dei  container, le emissioni di rumore delle  gru e delle navi  ormeggiate in banchina;a tal fina sarà determinante un assiduo controllo da parte dell’AP;

-  l’impatto acustico può  essere riqualificato solo  nel lungo periodo mediante il rinnovamento tecnologico degli impianti ,macchine o attrezzature optando per tecnologie caratterizzate da minime emissioni di rumore ovvero con l’adozione di specifiche azioni di mitigazioni locale su impianti o fasi di attività suscettibili di  confinare le sorgenti di rumore;

- si dovrà procedere ad un monitoraggio in continuo in accordo con l’ARPAL- prima,durante e nella fase di attuazione del Piano- per l’individuazione dei livelli sonori immessi in corrispondenza dei ricettori più prossimi allo svolgimento delle attività portuali più impattanti  per definire i possibili interventi anche passivi di mitigazione sui singoli ricettori sensibili;

-  secondo lo Studio di Impatto Ambientale (che ha accompagnato il PRP del 2006 ndr),una parte rilevante del disturbo è originata,oltre che dall’attività portuale vera e propria ,anche  da comportamenti degli operatori generalmente poco attenti a considerare la propria attività in termini di effetti ambientali;
-  per tale aspetto l‘AP è dotata di poteri decisionali e prescrittivi in grado di contribuire in modo decisivo al contenimento dell’impatto da rumore, sia agendo dall’interno del porto con “aggiustamenti” giornalieri rispetto alle modalità di conduzione delle attività, sia con interventi di indirizzo rispetto ai comportamenti degli operatori;

-  l’attenuazione dell’impatto acustico è stata così concepita: con l’ampliamento della fascia di rispetto con allontanamento delle attività rispetto alla zona urbana ed il trattamento della fascia di rispetto con movimento di barriere di protezione di natura composita;

-  la  prevista fascia di rispetto  cuscinetto,per  determinare un’efficace difesa dell’area, dovrebbe   necessariamente assumere altezze fisiche ragguardevoli  di difficile  realizzazione affinché il cono d’ombra acustica possa determinare una perdita di inserzione significativa ai piani alti degli edifici più prossimi al porto;

-  per i ricettori più sensibili ,da individuare attraverso un campagna di indagini estesa alle aree urbane più prossime agli ambiti dove maggiori sono i fattori di emissione acustica ,dovranno adottarsi da parte dell’Autorità Portuale impianti passivi   di mitigazione;
-  a tal fine viene proposta  nel PRP la creazione di una fascia di rispetto nel Comune della Spezia, prevedendo la realizzazione di spazi verdi e di "riambientalizzazione", nonché strutture fonoassorbenti, di ulteriore compatibilizzazione del rapporto città – porto,.cioè di un segmento di "spazio pubblico" per mezzo del quale risolvere in maniera integrata il disegno della recinzione doganale, le barriere antirumore, l’arredo urbano, la continuità pedonale degli spostamenti urbani, la circolazione perimetrale al porto e la sosta delle auto, la vivibilità dei luoghi;


QUESTA E' LA FASCIA DI RISPETTO CHE DEVE ESSERE REALIZZATA DAVANTI AL PORTO DI SPEZIA...

Secondo il giudizio di VIA del MInistero dell'Ambiente la fascia di rispetto finalizzata a compatibilizzare il porto con l'area urbana della città deve essere così: "... Creazione di una fascia di rispetto da progettare in forma cooperativa (Comuni e Autorità Portuale certamente, è auspicabile la presenza anche di altri soggetti pubblici e non);detto progetto dovrebbe abbracciare l’intero fronte d’acqua e qualificarsi delle specificità ambientali e dell’urbanizzazione che incontra: dai paesaggi di roccia di Porto Venere, quindi pontili, pedane; al paesaggio urbano di La Spezia nella parte centrale e semi-centrale della città, quindi al paesaggio frammisto, di tipo per urbano, del resto della città di Spezia verso Lerici è […] prevedendo la realizzazione di spazi verdi e di "riambientalizzazione", nonché strutture fonoassorbenti, di ulteriore compatibilizzazione del rapporto città – porto, cioè di un segmento di "spazio pubblico" per mezzo del quale risolvere in maniera integrata il disegno della recinzione doganale, le barriere antirumore, l’arredo urbano, la continuità pedonale degli spostamenti urbani, la circolazione perimetrale al porto e la sosta delle auto, la vivibilità dei luoghi”.


Ecco dopo aver letto quanto sopra vi pongo tre domande:
1. L’Autorità di Sistema Portuale ha tenuto conto ad oggi di quanto sopra scritto dal Ministero dell’Ambiente?
2. Le altre Autorità interessate (Comune e Regione in primis) hanno fatto qualcosa per imporre il rispetto del Parere della Commissione VIA sopra riportato, ad esempio (vedi Sindaco) usando i suoi poteri di massima Autorità Sanitaria sul territorio comunale ?
3. Il Ministero dell’Ambiente è intervenuto o sta intervenendo per far rispettare quanto espresso nel Parere della Commissione VIA in sede di ottemperanza?

Tre semplici domande che attendono risposta da 12 anni!

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