L’Amministrazione
Provinciale spezzina scarica sull’ufficio legale la elaborazione delle
motivazioni per impedire la discussione di ordini del giorno che chiedevano la
messa in discussione della legittimità della procedura di autorizzazione del
progetto di biodigestore in località Saliceti (Comune di Vezzano Ligure), il
cosiddetto provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR).
Tre sono le tesi, assolutamente infondate, dell’ufficio legale della Provincia su cui si è impedita la discussione in Consiglio Provinciale:
1. la fase delle osservazioni del pubblico nel procedimento di autorizzazione in corso (PAUR) del progetto in questione sono terminate
2. il procedimento di PAUR è di esclusiva competenza
regionale quindi la discussione in Consiglio Provinciale sarebbe inutile
3. non si può porre una deliberazione del Consiglio alla
Conferenza dei servizi che è solo organo tecnico e d’altronde (vedi sopra punto
2) il ruolo della Provincia si è concluso
con la approvazione del Piano
Ha ragione l’ufficio legale della Provincia ? NO ed ecco perché:
MOTIVAZIONE N° 1
Gli odg presentati alla
discussione del Consiglio Provinciale, in particolare chiedevano sostanzialmente di impegnare la
Amministrazione Provinciale a farsi portavoce della richiesta alla Regione di
annullare in autotutela il procedimento di autorizzazione in corso sul progetto
di biodigestore per una serie di violazioni della legge vigente in materia
riportate in modo francamente troppo sintetico nel parere dell’ufficio legale
della Provincia. Credo che non occorra avere
discusso una tesi di laurea in diritto amministrativo per capire che una cosa
sono le osservazioni del pubblico (i termini sono effettivamente scaduti) altra
cosa è una istanza (una volta approvato l’odg diventava una istanza) di annullamento
in autotutela di un procedimento in corso. Le osservazioni non hanno alcuna
conseguenza legale se non quella di essere genericamente valutate a discrezione
della Autorità Competente a decidere il procedimento mentre l’istanza di annullamento
in autotutela chiede l’avvio di un procedimento specifico di annullamento del provvedimento
o del procedimento in corso (il PAUR in questo caso).
Questa motivazione 1 non
ha alcun fondamento giuridico e fa torto alla competenza dei dirigenti della
Provincia.
MOTIVAZIONI N° 2 e N° 3
Qui mi pare di capire che non
si conosca o si faccia finta di non conoscere la giurisprudenza addirittura
della Corte Costituzionale. In particolare la sentenza n° 198 del 2018 ha
chiarito la natura giuridica del provvedimento autorizzatorio unico regionale
(PAUR) . La Corte Costituzionale ha
quindi chiarito che il provvedimento unico
non sostituisce i diversi provvedimenti emessi all’esito dei procedimenti
amministrativi, di competenza
eventualmente anche regionale, che possono interessare la realizzazione del
progetto, ma li ricomprende nella determinazione che conclude la conferenza
di servizi (comma 7, del nuovo art. 27-bis cod. ambiente, introdotto
dall’art. 16, comma 2, del d.lgs. n. 104 del 2017). Esso ha,
dunque, una natura per così dire unitaria, includendo in un unico atto i
singoli titoli abilitativi emessi a seguito della conferenza di servizi che,
come noto, riunisce in unica sede decisoria le diverse amministrazioni
competenti. Secondo una ipotesi già
prevista dal decreto legislativo 30 giugno 2016, n. 127 (Norme per il riordino
della disciplina in materia di conferenze di servizi, in attuazione
dell’articolo 2 della legge 7 agosto 2015, n. 124) e ora disciplinata dall’art.
24 del decreto legislativo censurato, il provvedimento unico regionale non è
quindi un atto sostitutivo, bensì comprensivo delle altre autorizzazioni
necessarie alla realizzazione del progetto.
Quindi non è vero che la Provincia (come si afferma nella motivazione n° 3 ) che il ruolo della Provincia si conclude con la approvazione del Piano. In realtà la Provincia all’interno della Conferenza dei Servizi, mantenendo la titolarità della funzione autorizzatoria (si veda anche la legge regionale 18/1999 lettera c) coma 1 articolo 24) contribuisce all’interno del procedimento unico allo svolgimento della istruttoria della autorizzazione che è altra cosa del giudizio di compatibilità ambientale anche se poi il tutto viene assorbito nel provvedimento unico finale in recepimento delle conclusioni della Conferenza dei Servizi (Corte Costituzionale sentenza n° 147 del 2019)
CONCLUSIONI
Come si vede le cose non stanno
assolutamente come afferma il parere. Penso quindi che la Amministrazione
Provinciale ha perso una occasione per approfondire una serie di problematiche
di sua assoluta competenza.
Una cosa, infatti, è contestare nel
merito i profili di legittimità del procedimento in corso sul progetto di
biodigestore , posizione assolutamente legittima, altro è invece impedire la
discussione nella assemblea consigliare provinciale usando motivazioni legali
assolutamente non fondate.
Si tratta a mio avviso di un
comportamento molto grave di cui principale responsabile è il Presidente della
Provincia che avrebbe dovuto semplicemente permettere il dibattito presentando
in Consiglio le motivazioni della eventuale infondatezza delle tesi contenute
negli odg. Impedire la discussione è stato un atto lesivo delle regole
democratiche di un organo collegiale.
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