domenica 22 maggio 2022

Presidente Autorità portuale spezzina: Tempi lunghi per limitare le emissioni delle navi. Cosa occorre fare subito

Questa mattina in un interessante articolo del Secolo XIX (vedi titolo a fianco) il Presidente della Autorità di Sistema Portuale con la onestà intellettuale che contraddistingue il suo approccio tenuto fino ad ora sul rapporto porto città ha dichiarato tre cose molto significative:

1. l’elettrificazione delle banchine non sarà sufficiente per salvaguardare la salute pubblica degli spezzini dalle emissioni delle navi in particolare quelle da crociere;

2. occorrono ulteriori provvedimenti del governo per incentivare i combustibili puliti da utilizzare nelle navi non ben definiti nel merito e nei tempi di realizzazione;

3. i tempi per arrivare a interventi risolutivi sul rapporto tra inquinamento del porto e tutela della salute pubblica sono indefiniti allo stato attuale.

Insomma i tempi sono lunghi per risolvere il problema ambientale ma nel frattempo le navi continuano ad arrivare e contemporaneamente, mentre le soluzioni ambientali languono,  arrivano dal governo nuove procedure di semplificazione  per autorizzare progetti che aumenteranno pure il rischio incidentale nel golfo (vedi QUI)

Non si tratta come sostengono i cultori del fare di mettere in crisi o bloccare il porto, ci sono invece provvedimenti e scelte immediate da fare subito per almeno tamponare la situazione nell’interesse della salute pubblica e dell’ambiente. Ne ho scritto più volte su questo blog in vari post ed ora li riassumo di seguito:

 

1. Prima di tutto migliorare i controlli sulla qualità del combustibile usato quelli attuali sono troppo pochi e non rispettano neppure le percentuali di legge.

 

2. Applicare monitoraggi alle ricadute delle emissioni su tutta la fascia portuale non limitandosi alle centraline attuali di Arpal, peraltro questa è una prescrizione del PRP del 2006.

 

3. Applicare monitoraggi alle ricadute delle emissioni che permettano di distinguere le  fonti inquinanti diverse dal porto per capire come meglio intervenire, dal centro città fino a Muggiano.

 

4. Il punto 3 deve essere accompagnato con uno studio di impatto sanitario che verifichi i danni reali e potenziali alla salute pubblica nella zona est della città , se ASL non è in grado incaricare un istituto universitario.

 

5. Sulle navi da crociera se i tempi della elettrificazione delle banchine restano incerti (due anni ma forse di più secondo Sommariva) e soprattutto tecnicamente non esaustivi, nell’immediato unica soluzione è una ordinanza del Sindaco, se non la vuole fare la AdSP, per limitare il numero di navi in accesso al porto tranne quelle a gnl (ma sono rarissime). Le altre navi con combustibili inquinanti potrebbero attendere in rada con servizi di battelli ma anche qui prima occorre capire bene il rischio di ricadute dei fumi anche in Comuni diversi come Lerici e Portovenere.

 

6. Rivedere la fascia di rispetto per il rumore del porto e soprattutto la zoonizzazione acustica che il Comune vuole approvare condannando nei prossimi anni (visti i tempi lunghi della elettrificazione vedi appunto dichiarazione di oggi di Sommariva) i quartieri est della città ad una qualità della vita inaccettabile.

 

7. Affrontare la questione del rischio incidentale nel porto avviando un confronto con tutte le autorità competente per realizzazione un piano di emergenza integrato dell’area portuale secondo le linee guida predisposte da anni da Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e sistema delle agenzie per la protezione dell’ambiente (ARPA). Questo risulta ancora più necessario visti i progetti di aumento dei traffici che porteranno il gnl nel nostro golfo aumentando potenzialmente il rischio incidentale nell’intera area dentro e fuori diga.

 

8. Dragaggi: impedire che i fanghi vengano sversati al largo della diga visto che il rischio di danno ambientale non è solo legato al livello degli inquinanti presenti in detti fanghi ma anche alla torbidità e ai solidi in sospensione che possono danneggiare comunque la biocenosi marina senza considerare che siamo ad un passo da aree protette (Palmaria, Parco Portovenere, 5terre, Santuario Cetacei al largo del golfo) il che richiederebbe una valutazione di incidenza che accompagni la approvazione del progetto di dragaggio.  

 

 

 

 

 

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