lunedì 16 maggio 2022

La Campagna elettorale del cittadino o del candidato che non c’è: UNA PROVOCAZIONE

In questo nuovo post affronto il tema di come occorra impostare una campagna elettorale alternativa al sistema di potere locale ma da un punto di vista non di parte politica ma dal punto di vista del cittadino elettore e di un metodo per farlo pesare fin dalla campagna elettorale. Insomma la campagna elettorale del candidato che non c’è: il cittadino ma che dovrebbe essere al centro di ogni iniziativa elettorale visto che è quello che vota ed è quello che subisce le scelte di chi vince e governa.

 


UN METODO NUOVO PER DECIDERE LE SCELTE STRATEGICHE DEL NOSTRO TERRITORIO

Intanto una premesse di fondo che dovrebbe essere acquisita da tutti coloro che si candidano a governare. 

Correttezza amministrativa vorrebbe che prima di decidere scelte irreversibili per decenni nel nostro territorio, come quelle svolte purtroppo fino ad ora in tutti questi anni a Spezia e non solo, si applicassero metodi che permettano di capire alcune semplici cose:

1. quali rapporti costi benefici tra posti di lavoro creati e consumo del territorio

2. quanti posti di lavoro si perdono di contro a quelli guadagnati secondo le varie scelte

3. come incidono gli investimenti fatti in una zona sull’economia complessiva della nostra provincia

4. quali indagini di mercato sono fatte per valutare le scelte migliori per un determinato ambito del territorio amministrativo interessato dalla nuova campagna elettorale.

 

Vorrei che questo modo di analizzare le scelte venisse applicato ad esempio, per rimanere a Spezia, al nuovo Waterfront o ai progetti di ampliamento della Snam di Panigaglia, od ancora alla attuazione dei nuovi ambiti del piano regolatore del porto, al futuro dell’area Enel, alle conseguenze di un non adeguato aggiornamento della pianificazione urbanistica comunale.

 

Ma è chiaro che per poter fare questo occorre cambiare profondamente l’attuale ceto politico e burocratico comunale e provinciale, attraverso: 

1. proporre con forza un nuovo modello di governo degli enti locali (vedi ad es. QUI)

2. costruire un percorso totalmente innovativo di una eventuale lista o coalizione di liste che si pongano in discontinuità con il modo di governare la città di tutti questi anni (centro sinistra prima e centro destra ora), percorso fondato su: 

2.1. trasparenza, 

2.2. coinvolgimento dal basso dei cittadini, 

2.3. superamento delle schematizzazioni da schieramento politico nazionale, 

2.4. rimozione della logica personalistica che è alla base della degenerazione politica attuale sia nazionale che locale.

 

 


QUALE PROGRAMMA E QUALI CANDIDATI PER LE PROSSIME AMMINISTRATIVE: INTANTO COMINCIAMO DALLE AUTOCRITICHE
La grande articolazione di candidati a cui assistiamo nella campagna elettorale spezzina ma non solo, dimostra che c’è movimento nella politica spezzina e non. Il movimento è sempre meglio che il ristagno delle acque ma non vorrei che si trattasse dello stesso movimento che in fisica idraulica è proprio dei sistemi chiusi sapete le acque continuamente riciclate di certe fontanine che abbelliscono o meno certe nostre piazze. 

Allora un consiglio a tutti questi candidati: non diteci cosa farete domani ma diteci intanto cosa ne pensate di quello che chi ha governato a Spezia ha fatto fin’ora non in generale ma in concreto esempio su esempio (per Spezia: discariche, Acam, area ex IP, centrale enel etc.) e, se eravate anche voi (singoli o partiti) al potere, magari spiegate perché avete avvallato certe scelte portando dati, fatti persone e gruppi di interesse che vi hanno imposto quelle decisioni. Si chiama AUTOCRITICA ed è la premessa per ogni credibile rinascita pubblica. 

Dopodichè applicate a voi stessi prima di chiederlo agli altri la massima di Plutarco "Esercitare le cariche pubbliche non inseguendole o ricercandole ma fuggendole" . 

Ecco forse dopo questo percorso i candidati diventerebbero più credibili nelle loro affermazioni.
Ci vorrebbe quindi, prima di tutto, un grande audit pubblico sulle esperienze di governo passato e presente. In questo dovrebbe consistere la campagna elettorale partendo prima di tutto dai propri limiti prima ancora che dalla mera propaganda o dalla polemica sloganistica verso l’avversario



DA UNA CAMPAGNA ELETTORALE PER IL CITTADINO AD UNA CAMPAGNA ELETTORALE DEL CITTADINO

Pensando alla politica ufficiale locale (si potrebbe dire anche nazionale ma qui il discorso si complica e ne parliamo in altra sede) mi viene in mente una frase di Josè Saramago: "credo che a differenza di quello che ci hanno insegnato non esistano due sessi ma tre: il maschile, il femminile e ... il politico". La politica oggi è strutturata talmente su questo terzo sesso che solo con un rivolgimento profondo degli altri due sessi (i cittadini) si potrà pensare ad un nuovo inizio. 

Forse dovremmo smetterla di preoccuparci delle elezioni, che sono strutturate secondo le logiche del terzo sesso. Lo so è una provocazione! Ma se noi facessimo una campagna elettorale per il candidato e il programma che non c'è e trasformassimo le elezioni da uno scontro tra candidati, ad un referendum tra da un lato la politica ai cittadini e dall'altro il terzo sesso dei politici? Lo so mi darete del pazzo visionario, ma oggi è l'unico modo per rompere l'incartamento mediatico della politica che tritura tutto anche le migliori intenzioni. Allora noi dovremmo rompere questo giocattolino che il terzo sesso politico si è costruito su misura per autosopravvivere e fare la CAMPAGNA DEL CANDIDATO E DEL PROGRAMMA CHE NON C'E': IL CITTADINO. Una campagna totalmente parallela a quella ufficiale chiedendo ai cittadini di non andare a votare per il terzo sesso e di votare PER IL CANDIDATO CHE NON C’È: IL CITTADINO.




LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL CITTADINO CANDIDATO
Il titolo della Campagna per il Candidato e il programma che non c’è potrebbe essere: “Cittadini in Comune: VOTA IL TUO PROGRAMMA”

La campagna elettorale del CANDIDATO CHE NON C’È, non sarà una campagna di promesse e di programmi astratti da vendere al consumatore-elettore, ma un processo di analisi dei bisogni e di costruzione delle risposte nel confronto con i cittadini. La campagna non la faranno i candidati e i partiti o le liste, la campagna la faranno tutti i cittadini, la campagna non sarà per votare qualcuno esterno al cittadino ma per costruire il programma del cittadino. Pensate se un processo del genere ottenesse un grande consenso noi potremmo dopo le elezioni andare da chi sta nel Palazzo e dirgli ecco il PROGRAMMA DEI CITTADINI, voi avete solo il vostro programma.

Ed ecco un metodo per costruire il programma DEL CITTADINO CANDIDATO
Il programma della Campagna elettorale:
1. definizione di una metodologia per condividere l'analisi dei problemi
2. coinvolgimento attivo e diretto dei cittadini
3. analisi dei problemi del Territorio e loro genesi
4. definizione delle priorità
5. valutazione delle possibili soluzioni, dei costi e dei benefici

In tutta l'attività di indagine devono essere chiare e circostanziate le posizioni di dissenso tra gli attori.
I cittadini partecipanti all'indagine devono essere rappresentativi dei diversi interessi del territorio e dei territori.

Tutta questa attività dovrebbe essere propedeutica alla realizzazione di un protocollo che sancisce le modalità di governo del territorio anche nella fase ordinaria.

Una campagna che non costa niente se non l’impegno di chi la conduce perché non mira a vendere un prodotto, un messaggio, una personalità, ma usa il periodo della campagna elettorale per costruire obiettivi, programmi e squadra di governo con i cittadini.
Una campagna senza parenti e clientes di supporto.

Diciamo un sogno o se volete una provocazione verso la politica ufficiale e quella delle liste in campo soprattutto delle grandi coalizioni, quanto meno un percorso di autocoscienza dei candidati di riscoperta del ruolo di cittadini piuttosto che di dispensatori di soluzioni calate dall'alto, insomma una sorta di speranza attiva.

Cosa volete dopo oltre 30 anni di militanza politica, dopo che hai rotto con tutti o quasi i tuoi compagni, o ex compagni di viaggio passati ma ormai anche quelli presenti, ti resta quanto meno la voglia di provocare di rompere la mummificata politica della tifoseria di parte, parti che non sono più i grandi partiti di massa con progetti di società contrapposti ma coalizioni di ceti politici in competizione per la loro sopravvivenza. 

D'altronde come scriveva un compagno di viaggio che non ho mai lasciato: "se l’uomo è formato dalla circostanze occorre formare umanamente le circostanze” (Karl Marx in La sacra Famiglia). 

 

 

2 commenti:

  1. Caro Marco, giustamente metti al primo posto di un ipotetico percorso totalmente innovativo la trasparenza e termini il tuo elenco con la rimozione della logica personalistica. Ma questo non è realizzato neppure all'interno di associazioni e movimenti, laddove dovrebbe essere massima la distanza dalle schematizzazioni da schieramento politico. C'è invece sempre più una voluta sovrapposizione dei piani e una riproposizione dei peggiori schemi, relazionali e interpersonali, cui ci ha purtroppo abituato la partitica dominante.
    Sogno o provocazione che sia, mi piacerebbe molto la campagna del candidato e del programma che non c'è. Ma sono sempre più pessimista, non credo la vedrò mai

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    1. hai ragione infatti ho messo in maiuscolo "una provocazione", però il post ha avuto una marea di accessi quindi il tema quanto meno è penetrato . Noi siamo quelli che buttano i sassi o che fanno luce in avanti, quanto meno su questo ci proviamo, vedremo

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