giovedì 5 maggio 2022

Gestore Mercati Energetici: la transizione alle fonti rinnovabili rallenta pesantemente

Pubblicata la Newsletter di Aprile (QUI) del Gestore dei Mercati Energetici. Il GME è stato costituito dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE S.p.A.), società interamente partecipata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Il GME organizza e gestisce i mercati dell'energia elettrica, del gas naturale e quelli ambientali. Nell'ambito del processo di liberalizzazione del settore energetico, al Gestore dei Mercati Energetici S.p.A. (GME) è stata inizialmente affidata l'organizzazione e la gestione economica del mercato all'ingrosso dell'energia elettrica, nel rispetto dei principi di neutralità, trasparenza, obiettività e concorrenza.

La Newsletter mensile del GME contiene commenti sull’andamento dei mercati energetici ed ambientali nazionali ed europei, gli approfondimenti degli esperti e il focus sui maggiori temi di attualità del settore. Un aggiornamento utile per tutti gli operatori, i professionisti e le istituzioni.

Nella Newsletter di Aprile 2022 emergono:

1. il ritorno con forza del carbone per la generazione elettrica a livello mondiale: +4,7%

2. la crescita delle vendite nazionali vede al primo posto il carbone seguito dal gas

3. consumi di gas in Italia aumentano soprattutto nel termoelettrico: + 12,9%

4. consistente flessione, invece, per le fonti rinnovabili (minimo dell’ultimo decennio per il mese di marzo, -15,9% sul 2021).

 

 

AUMENTO CONSUMO CARBONE A LIVELLO MONDIALE

Complessivamente nel 2021, l’aumento della richiesta di carbone per la generazione elettrica è quantificabile in un +9% sul 2020 (+4,7% sul 2019), per un volume complessivo che si porta a 10.300 TWh, il massimo mai registrato4. Il carbone ha così coperto il 36% del mix elettrico mondiale: uno share ancora incompatibile rispetto all’8% del 2030 e ancor peggio allo 0% al 2050, auspicato dallo scenario più estremo dell’AIE (Net Zero Emissions), ma anche molto lontano dallo scenario inerziale (STEPS) che quantifica il peso del carbone nel mix elettrico rispettivamente al 26% al 2030 e al 13% al 2050. Cresce anche il consumo del carbone dell’industria, seppur ad un tasso inferiore rispetto all’elettrico. L’AIE stima, infatti, un +0,2% (rispetto al -5,4% dell’anno prima) per la domanda di carbone termico da destinare a settori diversi dalla generazione elettrica (tipo l’industria del cemento), mentre il carbone metallurgico, utilizzato soprattutto per la produzione dell’acciaio, aumenta dello 0,5%, compensando in parte il calo del 3% del 2020.

Le ragioni dell’aumento sono la ripresa economica dopo le chiusure del Covid19, in inverno rigido ma anche l’aumento continuo e straordinario dei prezzi del gas, che mese su mese, specie in Europa, hanno frantumato al rialzo ogni record, rendendo così maggiormente conveniente la generazione a carbone. Se prendiamo a riferimento l’UE 27, dove nel 2021 i prezzi spot del gas sono più quadruplicati rispetto al 2020, produrre6 un MWh di elettricità a gas è costato mediamente sui 112 euro a fronte di circa 60-62 euro per un MWh prodotto a lignite o hard coal.

 

 

MERCATO ELETTRICO NAZIONALE DELLE FONTI

La crescita delle vendite nazionali risulta sostenuta esclusivamente dalle fonti tradizionali (+21,3%), che si mantengono su livelli molto elevati. Resta in netto aumento il gas (+13,9%) e ancor più il carbone (+169,1%), i cui volumi, sebbene nettamente inferiori a quelli del gas (15,2 GWh medi vs. 2,4 GWh medi) risultano tra i più elevati degli ultimi tre anni, in un contesto connotato anche da una forte riduzione del costo dei permessi di emissione (-15 €/ton sul record di febbraio).

Ancora una consistente flessione, invece, per le fonti rinnovabili (minimo dell’ultimo decennio per il mese di marzo, -15,9% sul 2021), distribuita sulla penisola e concentrata sugli idroelettrici, scesi su uno dei livelli più bassi dell’ultimo decennio (meno di 3,0 GWh medi, -37,0%) e ai minimi al Nord, e sugli impianti solari (-10,7%). Contiene solo parzialmente il calo delle vendite rinnovabili la crescita dei volumi eolici (+17,3%). Pertanto le quote del gas e del carbone sul totale venduto si attestano rispettivamente al 53,9% (+3,6 punti percentuali) e all’8,5% (+5,2 p.p.), mentre scende al 31,4% la quota delle rinnovabili (-8,3 p.p.), con l’idrico al 10,5% (-7,2 p.p.) e l’eolico e il solare sopra il 9% (rispettivamente circa +2 p.p. e -1 p.p.) (Tabella 5, Grafico 4).  

 

 

MERCATO ITALIANO DEL GAS

I consumi di gas naturale in Italia accelerano la crescita su base annua (+5,6%), portandosi ai massimi degli ultimi quattro anni per il mese di marzo. In aumento la richiesta dei settori civile (+4,2%) e, soprattutto, termoelettrico (+12,9%), quest’ultima spinta da una maggiore domanda, ridotte importazioni di energia elettrica e bassi livelli di offerta rinnovabile. In controtendenza i consumi del settore industriale (-10,3%). Su lato delle immissioni risultano in aumento le importazioni di gas sia tramite gasdotto (+1,6%) che rigassificatori GNL (+3,9%), mentre tornano a salire su base annua anche le erogazioni dai siti di stoccaggio (+19,5%). Scende, infine, la produzione nazionale (-13,0%).

 

 



 

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