martedì 26 febbraio 2019

Biodigestore spezzino: esiste ancora una pianificazione pubblica dei rifiuti in Liguria?


Il Comunicato della società Recos (vedi a fianco foto) pubblicato oggi sui mass media spezzini lascia esterefatti.

Non mi riferisco tanto alla c.d. compensazione monetaria per i Comuni confinati o territorialmente competenti per il sito del previsto biodigestore (trattamento e recupero rifiuti organici)  ma piuttosto perché, detto comunicato sembra rimettere in discussione quanto deciso dal Consiglio Provinciale del 6 agosto 2018. In quella data venne approvato il Piano di Area per la gestione dei rifiuti poi recepito dal Piano di Ambito Regionale come previsto  dalla legge regionale 1/2014. Il Piano prevede come sito per il biodigestore  la località Boscalino nel Comune di Arcola.

Quel Piano e soprattutto le modalità con cui venne approvato, ad avviso di chi scrive,  aveva vari profili di illegittimità (vedi QUI e QUI) ma quanto ora proposto nell’ultimo comunicato di Recos sembra riprodurre, tra le righe, quello che è accaduto lo scorso 6 agosto scorso ma in chiave ancora più confusa.

Il ragionamento che mi porta a fare questa affermazione è presto fatto. Piaccia o meno (a me non piace ma come dire per il momento questo conta poco)  il Piano vigente prevede come sito del Biodigestore la località di Boscalino e la Giunta Regionale si è spesa per affermare che questo è e sarà il sito definitivo. 
Non voglio qui mettere in discussione la buona fede degli Amministratori Regionali ma è indiscutibile che se Recos continua a mettere in discussione il sito di Boscalino facendo capire, come fa nel suo ultimo comunicato, che è sempre possibile un'altra soluzione come quella di Saliceti (Comune di Vezzano),  qualche dubbio diventa legittimo.

Ma la cosa più grave è che nessuno (Comuni dell’Autorità di Ambito, Provincia, Regione) chiarisca come sia possibile che di fronte ad un Piano approvato da un Consiglio Provinciale e poi validato dal Comitato di Ambito dove dentro ci sono anche i Comuni, ci sia chi (una società) continui a pensare possibile un altro sito diverso da Boscalino per il biodigestore spezzino.

Vorrei sommessamente ricordare a tutti gli interlocutori istituzionali e imprenditoriale che ci sono leggi ben precise che disciplinano le procedura di valutazione, approvazione e quindi di modifica dei piani di gestione rifiuti come quello di cui stiamo parlando.
Infatti i Piani di Area provinciali relativamente al  loro contenuto sono disciplinati dall’articolo 197 del DLgs 152/2006 dove si afferma che spetta a detti Piani definire la localizzazione degli impianti di gestione rifiuti
Ora rispetto ad un Piano approvato se viene modificata la localizzazione è indiscutibile che detta modifica comporti una variante allo stesso. Non solo ma una variante siffatta costituisce, ai sensi della procedura che valuta l’impatto ambientale di questi Piani (la Valutazione Ambientale Strategica - VAS), modifica[1]  e quindi conseguentemente una nuova VAS quanto meno nella forma della verifica di assoggettabilità (come si evince dal comma 3 articolo 6 del DLgs 152/2006.

Ora visto che quanto sopra è inoppugnabile in termini normativi  e visto che i signori di Recos non credo siano degli sprovveduti che avanzano pubblicamente ipotesi per il gusto di farsi pubblicità,  sorge inevitabile una domanda perché  le Amministrazioni competenti sopra citate non chiariscono fino in fondo quanto sopra, vale a dire che per avere un nuovo sito non basta un comunicato o una trattativa nelle segrete stanze ma una nuova procedura pubblica trasparente e partecipata?  

A me vengono due risposte maliziose, se volete, ma come dire a questo punto piuttosto fondate:
PRIMO: Non è che vogliono mantenere confusa questa situazione perché da un lato non hanno in realtà deciso fino in fondo il sito del biodigestore e vogliono tenersi liberi per trattative con la società interessata alla realizzazione del progetto?
SECONDO: non è che non possono troppo spiegare le reali procedure di modifica di un Piano di Area e di Ambito Regionale perché già lo scorso agosto le procedure di legge sono state discretamente “forzate” ?

Ovviamente come andrà a finire per il sito del biodigestore spezzino “lo scopriremo solo vivendo”, ma una cosa emerge con chiarezza: la pianificazione pubblica della gestione dei rifiuti  urbani e assimilati in Liguria, al di la del dettato normativo, sta diventando sempre meno pubblica e sempre più legata agli interessi imprenditoriali in campo. Sbaglio? Può darsi ma il quadro che emerge per ora e questo e non mi riferisco solo a Spezia ma anche alla altre Province, si vedano i casi dei biodigestori proposti a Isola del Cantone (GE)  e a Vado (Savona), il primo per ora stoppato dal TAR Liguria e il secondo oggetto di un Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica. 

    




[1] La lettera l) articolo 5 DLgs 152/2006 considera: “modifica: la variazione di un piano, programma, impianto o progetto approvato…”

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