martedì 7 marzo 2023

Rapporto GME: calo della domanda e della offerta di gas naturale

NewsLetter (QUI) di Febbraio 2023 del Gestore dei Mercati Energetici (GME)che analizza il calo dei consumi del gas dettati da vari fattori: il clima più temperato ma anche i provvedimenti UE e nazionali sulla riduzione del consumo del gas anche in chiave di diversificazione degli stati produttori, si vedano i limiti del piano italiano QUI  e il Regolamento UE QUI.

Ma questi dati si vanno ad aggiungere alla riduzione dell’offerta del gas che continuerà nel medio termine scatenando una pericolosa concorrenza economica, ma anche geopolitica, per conquistare parti sempre maggiori di una produzione ridotta di gas fossile.

Un Rapporto che fa il paio con quelli già riportati in questo blog: 

1. sui rischi di un eccesso di rigassificatori previsti in italia QUI

2. sulla necessità di puntare più sulle rinnovabili che il gas QUI (viste le criticità del mercato di tale fonte per non parlare delle sue emissioni) nell'affrontare la emergenza energetica attuale legata alla guerra Ucraina e non solo alla guerra perchè sullo sfondo resta strategicamente anche la crisi climatica. 

Vediamo in sintesi per la parti principali del nuovo Rapporto del GME.

 

 

LA RIDUZIONE DEI CONSUMI DI GAS NEL 2022

Nel 2022, a fronte di una riduzione dei consumi UE rispetto all’anno precedente pari al 13% (-55 mld mc circa), in Italia la diminuzione è stata del 10% corrispondente a 7,7 mld mc in meno. Di questi, il 59% (4,5 mld di mc) è attribuibile ai minori prelievi delle reti di distribuzione urbane legati prevalentemente ai consumi per usi civili, il 27,9% ai minori consumi delle grandi industrie allacciate alla rete di trasporto (2,1 mld mc), l’11,6% alla diminuzione dei consumi termoelettrici (-0,9 mld mc), il restante 1,5% a consumi di sistema e altre voci residuali

 

 

I CONSUMI DELLE CENTRALI TERMOELETTRICHE

Dopo una prima metà dell’anno in cui la produzione termoelettrica a gas e i relativi consumi erano aumentati soprattutto per la necessità di far fronte al forte calo della produzione idroelettrica causato dalla prolungata siccità (nel 2022 l’idroelettrico ha segnato complessivamente una riduzione della produzione del 37,7% pari a ben 17 TWh), soprattutto a partire da settembre la richiesta di gas è cominciata a diminuire, con riduzioni mensili rispetto alla media che vanno dal 7% in dicembre al 23% in novembre. Le cause della riduzione, nonostante il persistere della crisi del comparto idroelettrico, vanno ricercate: a) nella contrazione della domanda elettrica dovuta soprattutto alla diminuzione dei consumi delle industrie per l’aumento del costo dell’energia, infatti l’indice IMCEI (Indice Mensile Consumi Elettrici Industriali) elaborato da Terna, dopo avere sostanzialmente tenuto nella prima fase di aumento dei prezzi, mostra valori sempre molto negativi nella seconda metà dell’anno, con particolare accentuazione nei mesi di luglio e agosto e di nuovo in dicembre; b) nella sostituzione del gas con carbone/olio combustibile come peraltro previsto dal piano nazionale di contenimento dei consumi gas; infatti Terna segnala un aumento della produzione a carbone ‘22/’21 del 61,4% pari a circa 8 TWh, che corrispondono indicativamente ad un risparmio di consumo di gas di 1,4 mld mc.

 

 

LA SITUAZIONE DEGLI STOCCAGGI

Dopo gli interventi normativi che hanno incaricato a partire da fine giugno SNAM e GSE di procedere ad iniettare gas nei siti, al 1° novembre il livello di riempimento aveva raggiunto il 95%. A inizio febbraio gli stoccaggi nazionali si mantengono ancora pieni al 70% (71 % quelli UE) rispetto al 48% dello scorso anno, circa 3,8 mld mc in più a disposizione.

 

 

CONCLUSIONI SU EVOLUZIONE CONSUMI NELLA UE E LA RISTRETTEZZA DELLA OFFERTA DI GAS

L’Europa sta reggendo piuttosto bene al primo inverno senza, o quasi, gas russo.

Tuttavia, se ciò sta avvenendo, oltre alla rapidità con cui l’UE si è mossa dopo alcune settimane di smarrimento nella ricerca di soluzioni alternative e di rimedi temporanei o strutturali, è anche grazie ad una serie di circostanze fortunate:

1. il clima straordinariamente mite

2. la debole concorrenza asiatica sul GNL.

Circostanze che non è detto si ripetano alla lunga distanza, con in più il fatto di dovere fare i conti di un contesto di ristrettezza dell’offerta che sembra destinato a permanere nel medio termine, quindi nel 2023 l’andamento della domanda, sia europea che asiatica, sarà uno dei fattori determinati nell’equilibrio dei mercati.

Riguardo l’Europa, le maggiori incertezze riguardano l’andamento metereologico nel corso dell’anno e una possibile (e augurabile) ripresa dei consumi industriali, dopo il forte ridimensionamento dei prezzi avvenuto a partire da metà di dicembre rispetto ai livelli record della seconda metà del 2022.

 

 

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