martedì 23 novembre 2021

COME FUNZIONANO LE COMPETENZE SUL PROGETTO DI CENTRALE A GAS SPEZZINO: IL RESTO È PROPAGANDA ELETTORALE

Leggo ancora oggi, sui mass media locali, di polemiche tra Ministero del Lavoro spezzino e il Presidente della Regione Liguria su chi spetterebbe decidere il via libera alla realizzazione del progetto di centrale a gas proposto da Enel SpA a Spezia per sostituire la centrale a carbone esistente.

Premetto che le questioni della transizione energetica dimostrerebbero la inutilità di questo progetto a condizione che si fossero fatte o si facessero una serie di scelte che spettano (senza condizionali) al 90% al Governo Nazionale. Chi ha governato  in questi anni, dai Governi Gentiloni/Renzi eppoi Conte 1 e 2 fino a quello attuale, ha dimostrato di credere ancora molto nelle fonti fossili. Ma di questo ho trattato ampiamente nel mio blog e vi rimando a quei post ed in particolare a questi più recenti: QUI e QUI.

In questo nuovo post mi limito a ricostruire per politici, ministri e amministratori, tutti apparentemente smemorati, la verità sulle competenze relativamente a questo progetto.

 

La "verità" sulle competenze nel decidere il progetto di centrale a gas proposto a Spezia è scritta nelle leggi vigenti e nelle sentenze della Corte Costituzionale e non nelle dichiarazioni propagandistiche di stampo elettorale.

Se chi sta al Governo ritiene che queste leggi siano sbagliate le cambi altrimenti si impegni a rispettarle soprattutto se fa il Ministro.

Queste leggi e queste sentenze in sintesi dicono:

 

1. la VIA è di competenza del Ministero della Transizione Ecologica e in questa procedura la Regione e il Comune di Spezia come quello di Arcola possono  esprimere solo delle osservazioni;

2. dopo la VIA ci sarà l’autorizzazione integrata ambientale che costituisce autorizzazione all’esercizio dell’impianto insieme con l’autorizzazione in materia energetica con procedimento unico. Tutte queste autorizzazioni sono di competenza del Ministero della Transizione Ecologica;

3. la Regione relativamente alla sola autorizzazione in materia energetica deve esprimere una Intesa. Se la Regione decide di dire no alla Intesa deve motivarlo non da un punto di vista ambientale (l’ambiente è competenza esclusiva dello Stato) ma da un punto di vista energetico (l’energia è materia di legislazione concorrente stato regioni) così come lo fece anni fa sul progetto di ampliamento del rigassificatore di Panigaglia;

4. il Comune di Spezia ha approvato una variante al vigente piano urbanistico comunale che impedisce di realizzare impianti come quello della centrale a gas nell’area interessata ma la autorizzazione del Ministro se arriverà andrà in variante automatica alla pianificazione comunale. Su questo il Comune potrebbe opporsi, con atto formale specifico, rinviando la questione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ma se quest’ultima si esprime a favore della centrale a gas al Comune non resta che il ricorso al TAR del Lazio.

5. la Regione deve formalizzare il No alla Intesa con apposita delibera di Giunta, lo può fare anche subito senza attendere la procedura di autorizzazione ministeriale;

6. se la Regione formalizza il NO alla Intesa sulla autorizzazione finale al progetto di centrale a gas cosa succede? Il progetto non si blocca ma finisce al Consiglio dei Ministri a cui partecipa la Regione, ma se il Consiglio decide di approvare il progetto questa decisione può bypassare il no della Regione;

7. di fronte ad una decisione del Consiglio dei Ministri che respinga il No alla Intesa della Regione quest’ultima può fare solo due cose: ricorso al TAR del Lazio oppure sollevare conflitto di attribuzione di fronte alla Corte Costituzionale se riesce a motivare che la decisione del Consiglio dei Ministri contrasta con i principi di leale collaborazione stato regioni in materia energetica così come affermati da numerose ed univoche sentenze della Corte Costituzionale.

 



 

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