Sul
progetto di centrale a gas proposto da Enel a Spezia al posto della attuale sezione a
carbone, oggi su La Nazione ci sono interviste al Sindaco e ai dirigenti delle
tre sigle sindacali.
In
queste interviste ci sono affermazioni, da parte del Sindaco, incomplete e anche non vere e di seguito
spiego perché riportando in corsivo e nel
riquadro quello che lui afferma. Quanto ai Sindacati mi pare che come al solito le loro dichiarazioni siano un mix di arroganza verso chi non la pensa come loro e di sudditanza alle scelte strategiche di Enel.
Afferma
il Sindaco in riferimento al progetto presentato da Enel al Governo: “purtroppo non è una decisione che può
prendere il Sindaco di un città ma che dipende dal Ministero”.
Questa
affermazione non è vera messa come la mette il Sindaco. Infatti la
autorizzazione dipende dal Ministero e quindi anche la valutazione di impatto
ambientale che dovrà precedere o accompagnare il rilascio della autorizzazione,
ma il Sindaco può fare e poteva fare molte cose che potevano potranno avere un peso sulla decisione del
Ministero (Sviluppo Economico e Ambiente).
Eccole le cose che potrebbe fare
il Sindaco:
1. il Sindaco
come massima autorità sanitaria può esercitare i suoi poteri in materia di
regolamentazione delle industrie insalubri da collocare nell’area
2. il Sindaco
come capo politico della Amministrazione Comunale può decidere il destino
urbanistico dell’area anche attraverso la procedura di valutazione ambientale
strategica o del nuovo PUC o di una variante apposita per l’area
3. nell’immediato il Sindaco può, se dovesse porsi realmente il rischio che la centrale duri OLTRE IL 2021 con le non adeguate prescrizioni ambientali attuali (frutto anche di
un AIA non all’altezza dei rischi sanitari prodotti dall’impianto), avviare una analisi dei dati sanitari nell’area interessata dalla ricaduta dei fumi. Sulla base dei dati elaborare le motivazioni per chiedere la revisione dell’AIA con nuove
prescrizioni in questa fase di transizione verso la chiusura o addirittura la
sospensione della attività della centrale. Lo prevede il testo unico ambientale
questa funzione del Sindaco che può essere esercitata anche dopo il rilascio
dell’AIA quindi da subito!
4. non solo ma il Sindaco potrebbe
immediatamente avviare una istruttoria per colmare una lacuna della procedura
dell’AIA rilasciata nel 2013. All’epoca il Sindaco in carica non rilasciò il
Parere Sanitario (atto obbligatorio per legge) previsto all’interno dell’AIA.
Bene grazie a questo Parere (che ha natura provvedimentale grazie al comma 7 [NOTA 1]
articolo 29-quater del DLgs 152/2006, quindi non è solo un documento politico)
si potrebbe arrivare a chiedere la chiusura immediata della centrale (prima del
2021 e soprattutto prima della vera data a rischio e cioè il 2029) ma
soprattutto si potrebbero mettere a confronto i dati sanitari e le eventuali
criticità emerse con vari scenari sul
futuro dell’area Enel scegliendo quello a minor impatto ambientale e sanitario.
5. chiedere
chiarimenti sulla documentazione fino ad ora prodotta da Enel sullo stato di
inquinamento dei terreni interessati dalla centrale (la c.d. Relazione di
Riferimento) e quanto questa documentazione sia adeguata alla nuova normativa
sulla garanzie dì fideiussorie intervenuta dopo che Enel ha depositato detta
Relazione.
Invece il Sindaco non ha fatto nulla di tutto questo fino ad oggi,
anzi ha avvallato la approvazione da parte della sua maggioranza in Consiglio
Comunale di un odg che:
a) chiedeva all’Enel di restare con
una centrale a gas e allo stesso tempo (in modo schizofrenico) affermava di
superare la destinazione industriale dell’area
b) negava l’avvio di uno studio di
danno sanitario prodotto dalla centrale affermando in moto totalmente falso (e
direi anche confuso scientificamente) che "l’indagine epidemiologica c’è già"! Non
solo addirittura si è arrivato a dire che sull’esistente non ha senso svolgere
valutazioni di danno sanitario in palese contrasto non solo con la scienza in
materia ma addirittura con la recente giurisprudenza della Corte di Giustizia
(vedi QUI).
c) negava la possibilità di
dichiarare l’area Enel per il futuro
libera da industrie insalubri di prima classe, con motivazioni ridicole sotto
il profilo giuridico amministrativo prima ancora che politico (vedi [NOTA 2]).
Su una cosa concordo con il Sindaco: sulle enormi responsabilità
della classe dirigente locale regionale e nazionale del centro sinistra che, prima ancora di chi governa ora, non solo non ha predisposto nessuno degli
strumenti sopra elencati ma in precedenza (nel 2013) ha rilasciato una nuova autorizzazione (AIA)
i cui effetti nefasti si cominciano a comprendere solo ora come ho spiegato ampiamente
QUI.
Ma il fatto che si sia sbagliato in
passato anche recente non giustifica chi reitera quegli errori.
Sulla
fine del carbone nella centrale spezzina il Sindaco afferma: “L’anno scorso io e la Regione abbiamo
conquistato lo stop al carbone”.
Mi scuso per la crudezza del giudizio, ma questa è una gigantesca balla che il
Sindaco e i suoi amici della giunta Regionale ligure continuano a ripetere da
un po di tempo senza deve dire alcun ritegno!
La
dismissione del carbone, anzi la dismissione della centrale di Spezia, nasce
per decisione di Enel all’interno del progetto Futur-E presentato nel 2015
(quando l’attuale Sindaco non sapeva neppure che si sarebbe candidato). Il progetto come dimostra questa mappa
riprodotta a fianco prevedeva e prevede la dismissione di ben 23 centrali
termoelettriche (vedi QUI).
Quindi il Sindaco attuale e il suo amico
Presidente della Regione Liguria non hanno conquistato, per dirla alla
spezzina, UN BEL BELINO!
Per favore fatela finita con queste infantili dichiarazioni. Purtroppo (tranne
il breve periodo del Sindaco Burraffato che fece chiudere la centrale per
inquinamento da scarichi termici) la classe dirigente locale sulla centrale
Enel non ha deciso nulla anzi ha subito semmai le strategie di Enel e di chi la
sosteneva al governo nazionale, ma questa è una storia che chiunque ha un
minimo di onestà intellettuale conosce bene!
Il
Sindaco poi facendosi un clamoroso autogoal afferma: “ l’attuale amministrazione non avrebbe certamente costruito una centrale
dentro una città, avrebbe realizzato ben altro”.
Ma
non aveva detto, il Sindaco, poche righe sopra nella sua intervista a La
Nazione, che non è il Comune che può decidere se fare o no una nuova centrale a
gas a Spezia?. Per caso sono cambiati gli strumenti normativi a disposizione
dei Sindaci in materia? No assolutamente
come ho dimostrato sopra nell’elenco di atti e azioni che il Sindaco poteva e
può fare ora, non oltre 60 anni fa quando venne costruita la centrale.
Ancora
sulla bonifica della parte di area Enel che non verrà occupata dalla centrale a
gas il Sindaco afferma: “ la sfida è farla intervenire (Enel ndr) nei restanti
63 ettari per la bonifica”.
Caro
signor Sindaco questa non è una sfida, Enel deve bonificare come soggetto sia
proprietario dell’area che gestore su di essa per decenni di una attività
inquinante. Se non lo facesse incorrerebbe nel reato di omessa bonifica (che
oggi è un delitto introdotto dalla recente riforma che ha introdotto i delitti
ambientali nel Codice Penale). Il punto semmai è che sia l’Amministrazione
precedente che quella attuale sulle problematica della bonifica dell’area Enel
non hanno fino ad oggi impostato un adeguato confronto con Enel. Eppure le problematiche derivanti
dalla bonifica restano aperte da prima che si insediasse la attuale
Amministrazione Comunale (vedi QUI e QUI)
I SINDACATI INVECE NELLA INTERVISTA A LA NAZIONE
NON RIESCONO A PENSARE AD ALTRO CHE AVVALLARE IL PROGETTO ENEL
Mi
auguro che il Convegno che vogliono organizzare a fine giugno abbia ben altro
spessore propositivo. Ma soprattutto mi auguro che la finiscano con le
dichiarazioni, verso chi critica il nuovo progetto di centrale a gas, scioccamente
arroganti come questa: “la tendenza ad
esprimere giudizi senza alcun reale approfondimento tecnico ed economico non è
l’approccio giusto”. Quale è l’approccio giusto invece quello di accettare
sempre e comunque quello che propone Enel? Come si difende l’occupazione oggi
nel 2019, con progetti che confermano le fonti fossili in pieno centro urbano?
Ma soprattutto facciamola finita con questi toni supponenti. Il fronte
ambientalista a Spezia da decenni (da ultimo il Comitato SpeziaViadalcarbone) analizza
tecnicamente le problematiche della centrale, ha organizzato decine di
iniziative portando esperti di fama nazionale se non addirittura
internazionale. Quindi liberi di pensare
che la centrale a gas sia la soluzione ma fatela finita di disegnare chi non la
pensa come voi come una banda di “belinoni incompetenti”.Sono anni che fate
questo giochino e vi assicuro che chi critica il progetto di centrale a gas sa
benissimo cosa sia un turbogas e quali rischi diversi dal carbone può
comportare. Imparate un poco di umiltà nel confrontarvi
con chi non la pensa come voi: cioè decine di migliaia di spezzini che
hanno subito per decenni servitù energetiche e militari oggi non più
accettabili a scatola chiusa!
Quanto alla dichiarazione sempre dei sindacati che non bisogna sulla centrale a gas avere: "un no a priori", semmai questa è una battuta da rilanciare ad Enel che con questo progetto ha posto invece un "SI A PRIORI" visto che ha affermato: il progetto della centrale a gas va avviato subito, come dire prendere o lasciare, alla faccia del dialogo con i territori.
IL PROGETTO DI CENTRALE
A GAS È IN CONTRADDIZIONE CON IL METODO DEL PROGETTO FUTUR-E DI ENEL
Piuttosto
perché Sindaco e Sindacati non hanno posto una questione molto seria ad Enel e cioè:
il progetto è coerente con il metodo annunciato dl 2015 sulla attuazione del
progetto Futur-E? Io dico di no e sarebbe interessante che su questo punto si
aprisse un dibattito vero in città. Infatti come dovrebbe essere noto a chi da
lezioni di competenza dall’alto del suo ruolo istituzionale e sindacale, il
metodo del Progetto Futur-E di Enel relativo alla dismissione di siti con
impianti energetici convenzionali (a carbone, olio e gas) non definisce una
soluzione a priori ma definisce un metodo in tre fasi: - ascolto del
territorio, - manifestazione di interesse,- invio di proposte progettuali
comprensive di offerte vincolanti per l’acquisizione del sito.
Insomma
non mi pare che nel caso spezzino Enel abbia seguito il metodo annunciato nel
suo progetto. Siamo di fronte al solito atteggiamento arrogante rispetto ai
territori. Sarebbe ora che chi ha responsabilità istituzionale spiegasse ad
Enel che il ricatto occupazionale negli anni 2000 non funziona più. Anche perché
la centrale spezzina dagli anni 80 ha perso oltre 600 posti di lavoro senza che
su questo la politica locale e nazionale dicesse “a”, senza considerare che
come è noto la tecnologia del gas nella generazione termolettrica riduce i
posti di lavoro invece di produrli!
[NOTA 1] In presenza di circostanze intervenute successivamente al rilascio dell'autorizzazione
di cui al presente titolo, il sindaco, qualora lo ritenga necessario
nell'interesse della salute pubblica, può, con proprio motivato provvedimento,
corredato dalla relativa documentazione istruttoria e da puntuali proposte di
modifica dell'autorizzazione, chiedere all'autorità competente di riesaminare
l'autorizzazione rilasciata ai sensi dell'articolo 29-octies
[NOTA 2] Secondo gli “espertoni” della maggioranza mettendo questa
frase si impediva di realizzare anche i “caseifici” usando un esempio dall’elenco delle categorie di
attività considerate industrie insalubri. Dimenticando due
particolari non banali:
1.come
ha affermato il Consiglio di Stato ( sentenza 27/5/2014 n. 2751) se
è vero che la normativa nazionale sulle industrie insalubri
(articolo 216 del T.U. n.1265/1934) non prevede un divieto assoluto di
collocazione di queste negli abitati, non è precluso né illogico fissare
con norme regolamentari parametri più rigorosi di quelli rinvenibili
nell’art.216 del T.U. n.1265/1934 al fine di conseguire una più intensa tutela
della salute pubblica (Consiglio di Stato, sezione V n.338/1996).
2. non
avrebbe avuto senso in un odg di un Consiglio Comunale entrare nel
merito dell'elenco per distinguere tra impianti e attività ammesse o meno. L'elenco è
suddiviso per sostanze utilizzate (sottoallegato A, prodotti sottoallegato B, categorie di attività
sottoallegato C). Molte di queste categorie di attività vanno lette
insieme con le sostanze utilizzate nel processo produttivo di cui al
sottoallegato A quindi non è facile distinguere sopratutto in un atto politico
di principio come un ordine del giorno che inevitabilmente non può avere avuto
una istruttoria adeguata. Vi faccio
un esempio: la categoria 15 tra le attività riguarda le industrie chimiche dove
c'è scritto: "produzioni anche per
via petrolchimica non considerate nelle altre voci". Ora le “altre voci”
come dice la legge si perdono
nell'elelnco del sottoallegato B quello sul tipo di prodotti realizzati dalla
attività e/o impianto. Quindi distinguere per singole attività la eventuale
esclusione può essere fatto solo dopo adeguata istruttoria e non certo in un
atto politico (mozione) del consiglio altrimenti si rischia di ammettere non
volendo attività potenzialmente inquinanti tanto quanto i rifiuti, per esempio,
ma sono solo esempi ovviamente: concerie, recupero di auto rottamate
etc. L’istruttoria verrà svolta dagli uffici e dalla giunta
inserendo una norma specifica nel nuovo PUC o nella Variante e/o Regolamento ad hoc che dovranno essere
motivate adeguatamente ricordando che cmq: “le scelte urbanistiche dettate
dall’Amministrazione comunale mediante la relativa strumentazione piano
regolatore costituiscono valutazioni connotate da amplissima discrezionalità,
sottratte come tali al sindacato di legittimità, salvo che non siano inficiate
da errori di fatto abnormi ovvero da manifesta irragionevolezza” (Consiglio di
Stato, Sez. IV, 21 ottobre 2013, n.5114). Non solo ma come è
ovvio variante e/o regolamento per le industrie insalubri
dovranno passare dal Consiglio Comunale.
ottimo
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