In una intervista sul quotidiano on line Città della
Spezia l’assessore all’Ambiente della Regione Liguria con i suoi soliti toni di
“sufficienza irridente” verso chi critica le decisioni della Amministrazione
che rappresenta, cerca di contestare le
critiche al progetto di Biodigestore proposto dal RE.COS Spa nel sito di Saliceti (Comune di Vezzano
Ligure).
Di seguito rispondo punto per punto alle affermazioni
dell’Assessore…
Afferma l’Assessore: “ Chi si chiama fuori dall'inchiesta pubblica fa male perché sarà un
momento di vero confronto”
I comitati dei cittadini si chiamano fuori da una
procedura di approvazione del nuovo progetto che è totalmente illegittima, l’Inchiesta
essendo radicata ex lege dentro questa procedura
non ha alcun valore formale, prima di tutto, ma anche sostanziale. Infatti proprio per i motivi di illegittimità della
procedura l’Inchiesta è anche metodologicamente sbagliata perché trasforma una
discussione che deve essere su scenari alternativi veri (di sito,di tipologia
di impianto) in uno scontro tra un finto sito (Boscalino) e un sito vero
(Saliceti) come dimostra l’istanza presentata da Recos in Regione avente per
oggetto: Polo integrato di trattamento e recupero dei rifiuti località Saliceti
– Comune di Vezzano Ligure (SP), vedi quanto riprodotto all’inizio di questo
post.
Il tutto confermato dalla Regione Liguria che nella sezione dei procedimenti di Valutazione in corso intitola il procedimento in questione: “Polo integrato di trattamento e recupero dei rifiuti loc. saliceti - comune di vezzano ligure SP” (vedi QUI).
Il tutto confermato dalla Regione Liguria che nella sezione dei procedimenti di Valutazione in corso intitola il procedimento in questione: “Polo integrato di trattamento e recupero dei rifiuti loc. saliceti - comune di vezzano ligure SP” (vedi QUI).
Afferma
l’Assessore: “Se il dibattito partisse dai presupposti che la Regione ha intrapreso la
strada giusta sulla differenziata – quando siamo arrivati era al 32 per cento,
ora supera il 40 – e che è giusto chiudere il ciclo dei rifiuti, ma ci sono
dubbi sul sito Saliceti, ecco, sarebbe cosa ben diversa”.
L’Assessore rivolta la frittata. E’ proprio perché ci
sono dubbi sul sito di Saliceti che la procedura attuale scelta dalla Regione è
contestata dai cittadini e ora anche dal Comune di Santo Stefano Magra. Il sito di un impianto si sceglie dentro una
procedura di pianificazione basata su scenari alternativi veri cosa che, come
ho già scritto sopra, la procedura attuale non fa assolutamente: scegliendo un
sito a priori in contrasto perfino con la già, di per se, confusa
pianificazione vigente (vedi QUI).
Afferma l’Assessore : “Dove fare gli impianti? È una scelta delle Province a cui fanno seguito
valutazioni tecniche e di impatto ambientale per capire se l'ubicazione va bene
o no.”
Qui l’Assessore, come si dice, si “da la zappa su piedi”! Da un lato afferma che i siti degli impianti
li decide la Provincia dall’altro la Giunta di cui fa parte e i dirigenti del settore ambiente hanno avvallato una
procedura che mira ad approvare un progetto di biodigestore in un sito diverso
da quello del Piano approvato dalla Provincia lo scorso 6 agosto 2018
Afferma l’Assessore: “Sostenere che il digestore è il male assolto e
paragonarlo a un termovalorizzatore è sbagliato”
Anche qui l’Assessore usa la tecnica antica del Potere di
stravolgere le posizioni altrui per dimostrare che di fronte ha una banda di “coglioni
incompetenti”. Nessuno ha mai detto, Comitati o Amministrazioni che contestano il progetto in questione, che i biodigestori sono come gli inceneritori o che
sono il male assoluto. L’assessore ne è perfettamente a conoscenza ma
nonostante ciò, dimostrando una profonda disonestà intellettuale, continua a
far girare questa bufala.
Afferma l’Assessore: “in ogni provincia andrà un
biodigestore da 60mila tonnellate annue.”
Voglio ricordare all’Assessore che se venissero approvati
tutti i progetti di biodigestori in corso e aggiungendo quello esistente di
Cairo Montenotte arriveremmo alla bella cifra di oltre 370.000 tonnellate/anno
di capacità di trattamento di contro ad un fabbisogno ufficiale di 180.000 ton/a! Ulteriore
conferma che ormai la pianificazione degli impianti per chiudere il ciclo del
rifiuto organico è fuori controllo nella nostra Regione, in mano agli investitori privati!
CONCLUDENDO...
Con questo
atteggiamento denigratorio e falso, di chi dovrebbe governare la politica regionale sui rifiuti, mi convinco sempre di più che partecipare
alla Inchiesta Pubblica sia un errore non solo politico ma anche
amministrativo. Significherebbe avvallare non solo una procedura illegittima ma
anche un modo di comunicare fondato su
dati falsi e soprattutto sulla denigrazione di coloro per i quali l’Inchiesta
Pubblica dovrebbe essere svolta: i cittadini di Vezzano Ligure e Santo Stefano
Magra.
Nessun commento:
Posta un commento