sabato 16 luglio 2016

Portualità: occupazione e localizzazione indifferente

L’ottima inchiesta, apparsa sul  Secolo XIX di questi giorni, relativa ai  dati occupazionali del Porto spezzino ha riaperto in città la discussione sugli impatti socio economici non tanto della attività portuali in se, dati questi noti, ma piuttosto dei prospettati ampliamenti delle banchine come previsto dal Piano Regolatore del Porto del 2006.



Al di la dei dati quantitativi in se sulla occupazione che potrebbero sempre essere sottoposti a doppia lettura a seconda del punto di vista da cui si parte (operatori portuali da un lato, ambientalisti  e residenti dall’altro ad esempio), ancora una volta si conferma come quello che continua a mancare a questa città è un metodo serio, condiviso, trasparente su come valutare (non decidere ma appunto valutare) le scelte strategiche del nostro territorio.
È una discussione tutt’altro che oziosa perché se è vero che il Piano Regolatore del Porto (di seguito PRP)  è stato approvato da tempo è altrettanto vero che le parti più rilevanti devono essere ancora realizzate (terzo bacino, stazione crocieristica, waterfront ad esempio) , progetti che richiederanno comunque iter autorizzatori, in particolare per crociere e waterfront ma anche in parte per il terzo bacino, che potrebbero permettere di cambiare il modo di valutare le nuove decisioni.

Nel Convegno tenutosi nell’ormai lontano 23 Maggio 2007 nel salone della Provincia della Spezia alla presenza delle massime autorità locali, regionali e statali in materia di portualità, venne letta questa mia relazione (io ero purtroppo in ospedale per una operazione)  nella quale analizzando i limiti di valutazione degli scenari economici del PRP indicavo un indirizzo metodologico per aprire un confronto trasparente sulle future attuazioni del PRP allora appena approvato dal Consiglio Regionale della Liguria. Un piano quadro quindi da attuare con strumenti urbanistici nei diversi Ambiti del demanio portuale compreso quello del Porto commerciale.  

Affermavo in quella relazione sui limiti economici del PRP:  “ Questi limiti consistono nel dato di fatto che il  PRP ha visto   nello sviluppo della movimentazione container l’unico e realistico scenario vedendo tutto il resto al massimo un corollario .  Eppure tutti gli studi più attenti sullo sviluppo della portualità non solo in Italia dimostrano  un progressivo indebolimento del rapporto tra i porti ed il sistema economico/territoriale locale di riferimento  . Gli esperti parlano di  localizzazione indifferente, fenomeno i cui caratteri di fondo si possono così riassumere :
1. molte attività legate al ciclo del trasporto non sono più vincolate , nell’era dei trasporti intermodali , alla localizzazione portuale;
2. la movimentazione dei carichi fra la nave ed il trasporto terrestre ed il relativo crescente livello di automazione riducono fortemente l’impiego del lavoro ed aumentano quello di capitale;
3. l’impatto occupazionale dipende sempre meno dalla componente relativa all’ammontare di traffico che passa per il porto; 
4. un capitale che  può non essere localizzato nella regione portuale  per la progressiva concentrazione in pochi grandi gruppi internazionali dei principali terminal portuali  escludendo così il sistema economico locale del porto da buona parte dei benefici economici. Il rischio molto reale è che il PRP arricchisca alla Spezia solo i terminalisti privati per i quali è quasi indifferente che un container sia pieno o vuoto: il business si realizza sulle tariffe di sbarco/imbarco e movimentazione.

Questi elementi di analisi sono validi per il nostro porto ,  al di la di quello che ne possa pensare il sottoscritto ? Ora io penso che avrebbe dovuto essere  il PRP ( nella sua analisi fondativa) a dare risposte, risposte che non arrivano essendo questo Piano tutto chiuso nel suo scenario pro  container  “senza se e senza ma” . 
Era di uno studio di impatto portuale di cui avevamo bisogno  in grado di utilizzare tecniche  che consentano di quantificare gli effetti positivi del porto sulla struttura economica locale .Questo  studio avrebbe dovuto consentire
una descrizione ( quali - quantitativa) delle relazioni esistenti tra porto ed economica locale
una misurazione( anche ripetuta e monitorata nel tempo) dell’impatto economico regionale in virtù della presenza del porto  
di agire con modelli di simulazione per quantificare le variazioni nell’impatto economico a seguito di nuovi investimenti in infrastrutture.

Queste tesi vennero riportate dal sottoscritto insieme con la dottoressa Patrucco nella discussione del Tavolo di Confronto sulla attuazione del PRP, approvato con un ordine del giorno del Consiglio Regionale. Tavolo che in realtà non è mai decollato e che anzi è diventato solo ed unicamente un luogo dove la Autorità Portuale comunicava le sue decisioni senza alcuna reale discussione preventiva.
Sul metodo di valutazione del PRP ho scritto da tempo molti post come questo QUIall’interno del quale troverete altri link di approfondimento,

Ma la questione del metodo di valutazione, sia sotto il profilo ambientale che socio economico, è stata riproposta dal sottoscritto anche sulla questione del nuovo Waterfront come pure della progettata stazione crocieristica. In particolare:

Sulla metodologia di valutazione ed elaborazione vedi QUI e QUI

Sul rispetto delle procedure di legge e di pianificazione sovraordinata del waterfront, vedi QUI

Sul rispetto delle procedure di legge e pianificazione sovraordinata per la stazione crocieristica vedi QUI

Sulla valutazione dell’impatto economico delle stazioni crocieristiche vedi la seconda parte di questo post:  (QUI).


A tutto questo in questi ultimissimi anni si è aggiunta una tematica di grande rilievo: il rischio di una bolla finanziaria che rischia di scoppiare sulla portualità in generale per effetto della finanziarizzazione degli investimenti portuali legata principalmente alle c.d. mega navi container, di cui ho trattato tempo fa QUI.


Credo che in questa città siano maturi i tempi per cominciare a discutere delle scelte strategiche dei prossimi decenni fuori dalle logiche precostituite….. PROVIAMOCI!



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