Il Signor Bolongaro
intervistato dal Secolo XIX (vedi QUI), per
sua “grazia” e dopo anni di controversie sul progetto di Piazza Verdi, ci
dispensa il suo pensiero. Peccato che le sue interpretazioni rimuovano
parecchie questioni decisive.
Ho sempre pensato che il
progetto Buren Vannetti non fosse ne brutto ne bello ma semplicemente
totalmente in contrasto con la storia e l’immagine della Piazza, anche a
prescindere dai pini, soprattutto eccessivamente costoso per le casse comunali
e pubbliche in generale, in una città che richiedeva e richiede interventi di
riqualificazione urbana ben più rilevanti e importanti come dimostrano le
nostre periferie abbandonate da anni.
Ma queste sono mie
opinioni personali, invece come ho sempre detto e scritto in questa vicenda, nonostante
le accuse dei miei detrattori che però non hanno mai smentito nel merito questa
tesi, il vero problema del Progetto di Piazza Verdi non era e non è tanto o solo il progetto
in se ma anche e soprattutto le modalità in cui è stato pensato, istruito, approvato e realizzato.
È questo che il Signor
Bolongaro rimuove e questa rimozione è ancora più grave del progetto in se, perché
dimostra l’assenza in questo personaggio di una cultura amministrativa volta
prima di tutto all’interesse pubblico e non alla “sua” visione dell’arte e
della bellezza.
Dichiara il Sig. Bolongaro a
premessa della intervista: “Il bando fu
presentato anticipatamente agli spezzini alla Fondazione Carispezia il 26
giugno 2009, con il patrocinio del Fai e del Ministero per i Beni Culturali e
con docenti universitari e architetti. Marzia Ratti ed Emilio Erario allegarono
la relazione storica su Piazza Verdi.”
Con questa frase il signor
Bolongaro dimostra, sempre che sia in buona fede, la sua visione elitaria e
verticistica dell’uso degli spazi pubblici.
Il Sig Bolongaro confonde
(volutamente?) il bando generale di finanziamento dei progetti per il centro
città con il bando specifico del progetto su Piazza Verdi.
Il processo partecipativo
andava in realtà svolto sin dall’avvio della impostazione del bando generale. Infatti il Regolamento quadro (n.1083/2006)in materia di disciplina dei
Fondi UE compreso quello che ha finanziato il progetto in esame, afferma all’articolo11: “Gli obiettivi dei Fondi sono perseguiti nel quadro di una stretta
cooperazione, (in seguito: «partenariato»), tra la Commissione e ciascuno Stato
membro. Ciascuno Stato membro organizza, se del caso e conformemente alle norme
e alle prassi nazionali vigenti, un partenariato con autorità ed organismi
quali: a) le autorità regionali, locali, cittadine e le altre autorità
pubbliche competenti; b) le parti economiche e sociali; c) ogni altro organismo
appropriato in rappresentanza della società civile, i partner ambientali, le
organizzazioni non governative e gli organismi di promozione della parità tra
uomini e donne”; ciò in coerenza con l’articolo 69 di detto Regolamento
secondo il quale: ” 1. Lo Stato membro e
l'autorità di gestione del programma operativo forniscono informazioni circa i
programmi cofinanziati e le operazioni e li pubblicizzano. Le informazioni sono
destinate ai cittadini dell'Unione europea e ai beneficiari allo scopo di
valorizzare il ruolo della Comunità e garantire la trasparenza dell'intervento
dei Fondi”.
Non solo, ma al di la del dato normativo ricostruiamo il percorso politico amministativo della vicenda che il Sig. Bolongaro dimostra di non conoscere.
Partecipazione dei
cittadini a parte, che ovviamente non c’è stata, il Consiglio
Comunale approva nel 2008 la partecipazione al bando generale di finanziamento
del progetto integrato, e non si parlava specificamente di Piazza Verdi.
Il giorno dopo la votazione in Consiglio, sulla partecipazione del Comune al bando
generale della UE, viene presentato in Giunta una schema progettuale solo su Piazza
Verdi. Quindi prima ancora che si arrivasse a selezionare specifici progetti sulla base del bando generale, “qualcuno” nella Amministrazione Federici aveva deciso di intervenire
prioritariamente su Piazza Verdi.
E’ chiaramente mancata una seria discussione pubblica sia nella città che nella assemblea elettiva comunale:
1. sulle
priorità delle aree degradate su cui intervenire,
2. sulla
impostazione del bando,
3. sui
criteri di valutazione dei progetti da selezionare.
C’è stata solo una discussione a progetto ormai selezionato mettendo i
consiglieri di fronte al fatto compiuto.
Altro che partecipazione! Io la definirei comunicazione unilaterale.
Aggiungo infine per lo “smemorato”
sig. Bolongaro che in data 14/12/2009 il Consiglio Comunale approvò a larga maggioranza
un ordine del giorno che affermava:“Impegna il Sindaco ….. A trovare
le forme con cui aprire, prima della stesura del progetto definitivo, una fase
partecipativa del consiglio comunale e della città, affinché la comunità
cittadina possa esprimersi sulla sistemazione futura di piazza Verdi a cui la
comunità stessa, guarda con grande interesse”. Peccato che di tale percorso
partecipativo non si è mai avuto riscontro prima della selezione del progetto
avvenuta il 4 febbraio 2010!
D’altronde come peraltro ha dichiarato lo stesso Sindaco Federici in
Consiglio Comunale nella estate 2013:
1. la
Circoscrizione è stata coinvolta solo dopo la avvenuta selezione del progetto,
2. i
cittadini sono stati coinvolti in un convegno di presentazione del progetto
ormai vincitore,
3. gli altri
progetti partecipanti sono stati esposti a concorso ormai chiuso da tempo.
Che cosa prevedeva il bando per Fers alla base di piazza Verdi?
«Non lo conosco nei dettagli. Era riservato a progetti di
riqualificazione urbana e la città ne ottenne notevoli importi anche grazie al
progetto della piazza».
Ecco appunto il Sig. Bolongaro non conosce il
bando che conteneva i criteri in base ai quali dovevano essere definite le
priorità di finanziamento sia in termini localizzativi che di tipologie
progettuali. Una dimenticanza come vedremo decisiva e gravissima perché dimostra
come al Sig. Bolongaro interessava fin dall’inizio solo il progetto su Piazza
Verdi, a
prescindere dai bisogni generali della città da definire nel rispetto dei criteri del bando
generale della UE. Insomma una visione, quella del Sig. Bolongaro, tutta soggettiva e privatistica, sicuramente legittima per una
iniziativa privata, ma non per un bando pubblico finanziato con risorse
pubbliche (europee e comunali).
Ma vediamo meglio la questione dei due bandi perché
è decisiva per comprendere la totale infondatezza di quanto affermato dal sig.
Bolongaro.
Con delibera del 13/10/2008 (vedi QUI), il Consiglio Comunale approva la partecipazione del Comune della
Spezia al P.O.R. Liguria - Fesr 2007-2013, Asse 3 “Sviluppo Urbano” in
qualità di soggetto proponente dei due Progetti Integrati Territoriali:
Centro storico e periferie urbane della costa di Levante.
Il giorno dopo, 14/10/2008, la Giunta approva invece una
ipotesi di intervento di recupero e pedonalizzazione di Piazza Verdi.
La delibera approvata in Consiglio il 13/10/2008 ai
fini della partecipazione delinea un indirizzo progettuale per il centro
storico coerente con le finalità dei finanziamenti POR Liguria FESR 2007-2013
(Asse 3):
1. elevare
la qualità della vita e il livello di vivibilità nell’ambito urbano,
2. contrastare
il disagio e la marginalità sociale,
3. migliorare
l’accessibilità ai servizi pubblici,
4. prevenire
i rischi derivanti da potenziali esondazioni dei corsi d’acqua, frane e
smottamenti dei versanti collinari, erosione dei tratti costieri, - potenziare i
sistemi di collegamento fisico, sviluppando alternative ecocompatibili,
5. all’utilizzazione
dei veicoli privati nella città, allo scopo di ridurre la congestione e
l’inquinamento, e promuovendo un uso più razionale dell’energia.
Riportiamo gli indirizzi progettuali contenuti in detta delibera per il
progetto integrato del Centro Storico:
“ Idea Forza : Completamento degli interventi di riqualificazione e
recupero avviati attraverso il Contratto di Quartiere ed il POI del
centro storico ed incremento dell'accessibilità e centralità delle
piazze del centro cittadino, attraverso un riassetto del trasporto
pubblico locale orientato al decongestione del traffico ed il
potenziamento dei collegamenti filoviari. Il progetto prevede la riorganizzazione
della mobilità urbana (in attuazione del nuovo piano urbano del
traffico) attraverso il potenziamento del trasporto pubblico
sostenibile, l’installazione di sistemi di info-mobility e
la diffusione del bike-sharing, nonchè interventi volti al miglioramento
pedonale di alcune piazze, con l’annessa realizzazione di nuovi
parcheggi interrati(alcuni già previsti, anche a carico di privati, o
in corso di realizzazione) e la predisposizione di collegamenti
meccanizzati tra città e zona collinare. E’ inoltre previsto il
potenziamento delle rete dei servizi socio-culturali con il
recupero di edifici dismessi; il potenziamento della dotazione di verde
pubblico connesso alla valorizzazione della principale ì emergenza
storico-architettonica della città (Castello San Giorgio); l’attivazione di reti
tecnologiche, WiFi e banda larga (utilizzando i cavidotti già
predisposti), volte a garantire la connessione di tutti gli uffici
pubblici e l’accesso ai servizi on-line con idonee postazioni presso le
piazze del centro cittadino, nonchè l’ampliamento del sistema di
video-sorveglianza. Dal punto di vista ambientale si segnalano inoltre: l’ambientalizzazione
del canale Lagora, la diffusione del sistema di raccolta
differenziata dei rifiuti, l’installazione dei sistemi di
illuminazione alimentati con fonti rinnovabili e di impianti di
produzione di energia alternativa presso strutture pubbliche esistenti
e/o edifici/spazi recuperati.”
Gli indirizzi progettuali sembrano affermare una idea ampia di
riqualificazione del centro storico che avrebbe richiesto una istruttoria
adeguata in grado di censire bisogni prioritari. E’ comunque chiarissimo che il
progetto per il centro storico avrebbe dovuto privilegiare la riorganizzare del
traffico utilizzando strumenti innovativi informatizzati , realizzando
parcheggi interrati. Sotto il profilo urbanistico si fa riferimento alla
necessità di migliorare la centralità e accessibilità delle piazza ma senza far
riferimento ad una piazza particolare, mentre sotto il profilo storico
architettonico si fa riferimento alla valorizzazione del castello San Giorgio.
Il giorno dopo (ripeto il 14 ottobre 2008) invece senza alcuna istruttoria adeguatamente motivata si fa
approvare (quasi fosse un semplice passaggio formale) dalla Giunta una ipotesi, molto generica di riqualificazione della
piazza Verdi, prevedendo già l’abbattimento dei pini senza che venisse avviata
la procedura di verifica dell’interesse storico architettonico. Non a caso la
relazione che cercherà di dimostrare, in modo errato come ormai sappiamo, la
non valenza culturale e storico architettonica della parte centrale della
Piazza Verdi, arriverà solo nel 2009 , allegata al bando di selezione che ha
portato alla vittoria del progetto Vannetti – Buren.
Poi nel 2010 a pagina 62 della relazione dirigenziale del
Comune sullo stato di attuazione dei Programmi (vedi QUI) si legge: “Per quanto riguarda invece il progetto POR-FESR
“centro” è stato predisposto alla fine dello scorso anno un bando di
progettazione in due gradi per la riqualificazione architettonica e artistica
di Piazza Verdi. Il concorso che è particolarmente innovativo, in quanto
prevede di coinvolgere fin dalla fase iniziale della progettazione la
collaborazione tra un professionista “tecnico”, architetto/ingegnere e un
“artista visivo”, si è concluso nel mese di febbraio con l’aggiudicazione del
concorso al progetto presentato dall’Arch. Vannetti in collaborazione con
l’artista francese Daniel Buren. Il progetto è stato scelto da una giuria
qualificata che ne ha apprezzato la sua completa integrazione fra il lavoro di
artista e quello di architetto, fra i due metodi creativi, che era il
presupposto fondamentale del concorso”.
Che idea si è fatto alla fine?
«Perché fu atteso l’avanzato avvio lavori per agire a livello
amministrativo? Se fosse stata fatta una professionale analisi preventiva del
bando, della documentazione e del progetto vincitore da parte delle persone dei
comitati che si sono successivamente
opposti, si sarebbe evitato la richiesta di blocco dei lavori che ha creato un
grave danno economico alla città».
Anche in questo caso il Sig. Bolongaro rimuove QUATTRO errori decisivi, non dei comitati oppositori al progetto, ma della Amministrazione Comunale, e con una responsabilità più o meno diretta dei progettisti.
Il primo errore: la
datazione dei Pini;
il secondo errore: la
installazione del cantiere quando stava per arrivare la sospensione dei lavori da
parte della Soprintendenza (siamo come è noto nel giugno 2013);
il terzo errore: la
mancata verifica di interesse culturale della Piazza;
il quarto errore: la
mancata verifica dell’interesse archeologico della Piazza.
Il primo errore
è stato realizzato in sede di bando, infatti la relazione sulla datazione dei
Pini era allegata al Bando su Piazza Verdi. Quindi i primi a non aver fatto le
verifiche di cui parla nella intervista il Sig. Bolongaro sono stati:
gli uffici Comunali,
la dottoressa Ratti,
i Commissari che selezionarono il progetto, tra questi Commissari c’era il Sig. Bolongaro.
gli uffici Comunali,
la dottoressa Ratti,
i Commissari che selezionarono il progetto, tra questi Commissari c’era il Sig. Bolongaro.
Il secondo errore ha comportato un blocco della attività della piazza per una intera
estate in danno delle attività commerciali ma anche dei cittadini residenti,
senza alcun motivo concreto visto che i lavori erano sospesi.
Il terzo errore e il quarto errore sono frutto della incompetenza e della arroganza
degli uffici. Se gli Uffici Comunali avessero svolto sia la verifica di
interesse culturale che quello di interesse archeologico in sede di progetto
preliminare, prima della autorizzazione della Soprintendenza, i ritardi e i costi di cui parla il Sig. Bolongaro non ci sarebbero
stati. Il motivo è ovvio: la Soprintendenza non avrebbe
avuto i presupposti giuridico amministrativi per sospendere il cantiere
sulla Piazza. Su questi due errori e sulle conseguenze degli stessi non ci sono dubbi e questo a prescindere dalle sentenze peraltro l'ultima a sfavore del Comune a conferma che oltre che errori istruttori sono state prodotte illegittimità da parte della amministrazione Federici. Giusto a titolo di esempio vi invito a leggere questo post QUI che riassume credo con chiarezza la volontà autolesionista ma soprattutto l'arroganza della Amministrazione Comunale in questa vicenda.
Insomma il Sig. Bolongaro probabilmente riuscirà a vedere realizzato il progetto che tanto ama su Piazza Verdi, ma di certo avrebbe bisogno di un corso accelerato di cultura della democrazia e di senso e ruolo delle istituzioni pubbliche..... merce rara peraltro nel nostro territorio.
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