martedì 24 agosto 2021

Il Presidente della Autorità spezzina vuole una alleanza porto città? Si impegni su questi 4 temi: rumore, emissioni navi, dragaggi, rischio incidenti

Il Presidente della Autorità di Sistema Portuale per i porti di Spezia e Carrara , rivolgendosi al monopolista del porto spezzino, sulle pagine regionali di Repubblica di oggi dichiara: “Contship deve tenere conto di tutto quello che sta intorno la miticoltura, le marine sociali è difficile ma questa è la rotta”.

Il concetto è condivisibile ma per certi aspetti fuori tempo massimo almeno per le marine il cui spostamento e relativo terzo bacino si stanno attuando, come ho spiegato anche ieri QUI, violando le prescrizioni con cui venne approvato il PRP del 2006. Ma se per le Marine i giochi, purtroppo sono fatti, resta in piedi al 100% la problematica del rapporto porto città in termini di impatto ambientale e di qualità della vita dei residenti; così come restano in piedi altre problematiche quali la gestione dei dragaggi futuri anzi imminenti e in parte già attivi e la sicurezza della gestione del traffico navale dentro golfo.

Le gestioni precedenti della Autorità Portuale mi lasciano molto pessimista rispetto a dichiarazioni fate sulla stampa locale ma per questa volta voglio prendere sul serio, ma solo perché è arrivato da poco, le parole del Presidente.

Ci sono 4 questioni su cui il Presidente potrà dimostrare che perseguirà sul serio una nuova alleanza porto città, come dichiara oggi su La Repubblica. Le elenco di seguito e attendo risposte chiare anche e soprattutto nella tempistica.

 


RUMORE DA ATTIVITÀ PORTUALE

L'articolo riprodotto a fianco riporta una mia intervista a La Nazione del 2018, quell'impegno purtroppo ad oggi non ha prodotto nulla da parte del Governo ma il tema resta attualissimo, chiedere a chi vive vicino ad importanti porti commerciali come Spezia e Genova!

Occorre quindi sollevare verso il Governo la questione della mancanza di un apposito regolamento sulle emissioni rumorose da attività portuali limitrofe a zone densamente abitate e chi meglio di un Presidente della Autorità di Sistema Portuale potrebbe farlo? 

Ricordo che la stessa legge quadro sul rumore è inattuata, sul punto, dal 1995. La legge 447/1995 al comma 1 articolo 11 recita: “1. Con uno o più decreti del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i Ministri della salute, delle infrastrutture e dei trasporti, della difesa, dei beni e delle attività culturali e del turismo e dello sviluppo economico, secondo le rispettive competenze, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono adottati uno o più regolamenti, distinti per sorgente sonora relativamente alla disciplina dell'inquinamento acustico avente origine dal traffico marittimo, da natanti, da imbarcazioni di qualsiasi natura, dagli impianti di risalita a fune e a cremagliera, dagli eliporti, dagli spettacoli dal vivo, nonché dagli impianti eolici."

Ne ho trattato da ultimo QUI.

Nel frattempo non sarebbe male che attraverso un apposito protocollo tecnico con Comune, Arpal, ASL e Regione il neo Presidente applicasse anticipatamente quanto previsto dalla nuova Direttiva UE 2020/367 (QUI - rettifica QUI) , che comunque entrerà i vigore entro il 31/12/2022. La nuova Direttiva ha modificato l’allegato III della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale (QUI).  Si tratta dell’allegato che definisce i metodi per determinare gli effetti nocivi del rumore nell’ambiente esterno. Uno strumento utile, per imporre prescrizioni alle emissioni rumorose una volta dimostrato specificamente il danno alla salute anche solo potenziale delle stesse. 

Ne ho trattato QUI.


 

EMISSIONI DALLE NAVI NEL PORTO

Qui occorrerebbe avviare prima di tutto dei monitoraggi mirati e specifici per le emissioni portuali, come previsto da progetti europei e metodologie validate a livello internazionale, in modo da uscire dalla diatriba inquinamento da traffico stradale urbano o inquinamento da attività portuale. Non solo ma sarebbe necessario anche la realizzazione di una mappa georeferenziale che individui per ogni area del porto commerciale ma anche della cantieristica: emissioni potenziali e reali nonché gli obblighi di legge da rispettare e come sono rispettati. Questo è un vecchio progetto iniziato dalla Autorità Portuale anni fa e poi lasciata a languire in un cassetto nella migliore tradizione occultista della burocrazia e della politica spezzina.

Inoltre il neo Presidente dovrebbe impegnare sia l’ente che presiede, per la parte di sua competenza, che la Capitaneria di Porto a rendere pubblici tutti gli atti relativi ai controlli delle emissioni da navi e dei combustibili utilizzati all’entrata nel porto spezzino.

Da ultimo ne ho trattato QUI.


 

RISPETTARE PIENAMENTE LE PROCEDURE DI LEGGE PER I NUOVI DRAGAGGI DEL PORTO

In particolare occorrerà valutare le tecniche di dragaggio migliori e soprattutto senza dimenticare che l’area da dragare è dentro un sito di bonifica (sia pure declassificato formalmente a regionale) ancora fortemente inquinato. 

Quindi l’istruttoria che porta alla autorizzazione non dovrà essere interpretata come una mera autocertificazione ma dovrà vedere applicato un iter di valutazione tecnica molto rilevante che diventa più complesso proprio se sia il punto di escavo che le aree contermini (nel caso in esame il golfo di Spezia) vedano la presenza sia di fonti rilevanti di inquinamento anche stabilizzato che di aree di pregio naturalistico e attività di tipo economico turistico.

Da ultimo ne ho trattato QUI.


 

AFFRONTARE LA QUESTIONE DEL RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE NEL PORTO

I Progetti che vedono un ruolo sempre maggiore del GNL trasportato all’interno del nostro golfo (QUI e QUI) si vanno ad inserire in un quadro normativo che vede la scelta folle di rimuovere, dalla disciplina della Seveso III,  le aree portuali con attività differenziate come quella spezzina.

Per ovviare a questo limite non è indispensabile modificare la suddetta normativa, sarebbe sufficiente un accordo Regione Autorità di Sistema Portuale Comune e Prefettura per applicare, sulla base di apposito protocollo tecnico, le linee guida (QUI) elaborate dal sistema Agenzie Regionale Protezione dell’Ambiente (ARPA) e Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Di come attuare queste linee guida ne ho trattato nell’ultima parte di questo post QUI.

 

 

 

 

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