Il motivo del rinvio e/o annullamento della iniziativa deriva
dalla decisione del Comune di Lerici che ha ritenuto "troppo sbilanciato politicamente" l’elenco dei relatori, per confermare il patrocinio. Un errore clamoroso del Sindaco (sempre sia stato un errore) perché
l’iniziativa aveva un significato di promozione della cultura della pace non
certo di schieramento partitico. Peraltro il Sindaco o chi per lui se aveva da esprimere posizioni autonome rispetto ai relatori poteva farlo all'interno della iniziativa peraltro come già scritto patrocinata da mesi.
Comunque vista l’importanza delle tematiche
che dovevano essere trattate dai relatori pubblico almeno il testo completo
dell’intervento che avrei svolto...
Il mio intervento pone
l’accento sul precipitare della c.d. transizione ecologica dentro lo scontro
geopolitico mondiale.
Da questo consegue, anche a
livello normativo, quanto meno una progressiva militarizzazione della gestione
della transizione ecologica.
Primi indizi erano stati:
1. la trasformazione nel 2022 del
Ministero della Transizione Ecologica in Ministero della sicurezza
energetica (QUI)
2. la istituzione nel 2023 del Comitato sulla sicurezza della
transizione energetica e i rischi climatici (QUI) : formalizzazione
di uno spostamento di ruolo dal Ministero Ambiente al Ministero dell’Interno in
una logica che riguarda più la sicurezza dello Stato che la transizione
ecologica.
3. Piano Mattei che ha l’obiettivo di affermare l'Italia come un importante hub energetico per la distribuzione del gas fossile estratto dall'Africa e dall'Africa Mediterraneo al resto d’Europa - rafforzare il ruolo delle imprese italiane nello sfruttamento del patrimonio naturale e umano dell’Africa risorse. (80 ONG africane lo hanno contestato). Per una analisi puntuale delle criticità del Piano Mattei vedi QUI.
Ma lo scontro geopolitico oltre che militare si è inasprito in questi anni come dimostra la recente normativa europea e italiana come risulta da questi due esempi significativi.
ESEMPI UE DI LOGICA
GEOPOLITICA NELLA DISCIPLINA DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Il Regolamento di Esecuzione (Ue) 2025/1176 (QUI)della Commissione del 23 maggio 2025 che specifica i criteri di preselezione e aggiudicazione delle aste per la diffusione dell'energia da fonti rinnovabili.
Uno dei criteri principali
è limitare la partecipazione di tecnologie di paesi extra UE alle aste
stabilendo percentuali vincolanti, questo a prescindere dalla qualità delle
tecnologie e dalle garanzie di raggiungere i migliori obiettivi di riduzione di
emissioni di gas serra
Comunicazione della
Commissione UE del 26 giugno 2023: “Una
prospettiva nuova sul nesso tra clima e sicurezza: parare l'impatto dei
cambiamenti climatici e del degrado ambientale sulla pace, la sicurezza e la
difesa”.
Gli elementi che emergono
dalla comunicazione in sintesi sono:
1. necessità di ampliare l’indice di rischio
globale dei conflitti dovuto allo scontro per il superamento della dipendenza
dai combustibili fossili al fine di migliorare la capacità di prevenzione dei
conflitti;
2. Il processo decisionale relativo ai mandati
della PSDC (Politica di sicurezza e difesa comune della UE) dovrebbe tenere
conto delle nuove analisi annuali delle tendenze sul clima, l'ambiente e la
sicurezza;
3. costituire gradualmente un gruppo di esperti
(certificati) che, oltre al lavoro svolto presso i ministeri nazionali,
potrebbero essere messi a disposizione dagli Stati membri nell'ambito di
missioni/operazioni della PSDC;
4. istituire un apposito centro di competenza a
guida UE sui cambiamenti climatici, la sicurezza e la difesa, al fine di
migliorare l'adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei loro
effetti tra le forze armate degli Stati membri;
5. sviluppare soluzioni orientate alla difesa destinate a
sostenere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie e prodotti per la difesa
dedicati al clima e alla gestione ed efficienza energetica;
6. incrementare tra UE e Nato un coordinamento più
intenso con la possibilità di cooperare in modo concreto su determinati filoni
di lavoro, quali l'analisi dei dati e l'allarme rapido, la formazione e la
sensibilizzazione, il rafforzamento della resilienza e lo sviluppo delle
capacità (anche relativamente all'efficienza energetica e alla transizione
energetica), che offrono spazi concreti di cooperazione.
ESEMPI ITALIANI DI LOGICA
GEOPOLITICA NELLA DISCIPLINA DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Vincoli ad esportare
materie prime critiche (materiali ferrosi anche) fuori della UE (legge 51/202)
La legge 115/2024 disciplina organica sull’approvvigionamento delle materie prime critiche.
Ha
due obiettivi principali:
1. ridurre drasticamente
dipendenza delle materie prime critiche da paesi a rischio (Cina in primis) ma
anche una risposta ai programmi USA molto aggressivi in materia
2. semplificare le procedure di autorizzazione delle attività di acquisizione dei materiali critici: (termini ristretti del procedimento autorizzatorio - concessioni in variante alla pianificazione urbanistica - deroghe all’applicazione della VIA e della valutazione di incidenza soprattutto per la ricerca di nuovi siti - per i rifiuti di estrazione storici intesi come i rifiuti di estrazione ma riconducibili ad attività minerarie chiuse o abbandonate si esclude la applicazione della normativa speciale ex DLgs 117/2008 (gestione rifiuti dalle attività estrattive.
N.B. In caso di contenzioso contro progetti strategici di materie prime critiche si applica la disciplina di accelerazione dei giudizi di fronte alla giustizia amministrativa prevista per i progetti finanziati dal PNRR.
LA LOGICA DUAL USE
Le deroghe semplificazioni e accentramenti decisionali sopra richiamati non bastano il vero obiettivo è quello di costruire un modello unitario civile-militare nella disciplina sugli usi e realizzazioni degli strumenti e delle infrastrutture per la transizione ecologica
Ora La nuova parola magica
è “dual use”.
L’applicazione del principio “dual use” avviene legando una visione ampia di sicurezza nazionale (come vedremo) con il rafforzamento delle strutture militari
Regolamento SAFE (Security Action for Europe)
Regolamento 2025/1106 (QUI)
introdotto lo strumento finanziario SAFE ((Security
Action For Europe): 150 miliardi di euro per:
1. potenziare la capacità produttiva militare europea
2. potenziare anche la difesa di infrastrutture e beni a
doppio uso: infrastrutture critiche quindi tutti gli impianti e le reti
energetiche ad esempio.
Quindi la transizione ecologica diventa la giustificazione del potenziamento della difesa militare.
Accelerare spostamenti di truppe infrastrutture e mezzi militari
Nella suddetta direzione vanno il pacchetto di norme che sta predisponendo la UE per migliorare la circolazione delle truppe, delle attrezzature e dei mezzi militari in tutta l'Unione europea e oltre. Obiettivi:
1. affrontare le strozzature
infrastrutturali esistenti, gli ostacoli procedurali e le lacune di capacità e
quindi i movimenti delle truppe
2. integrare al contempo le
esigenze militari con le più ampie politiche dell'UE come i trasporti,
l'energia e la tassazione.
Ecco dual use vuol dire
doppio uso civile militare ma anche semplificazione delle procedure di
autorizzazione dei progetti dual use e deroghe alle norme ambientali
ESEMPI NORMATIVI DELLA
ACCELERAZIONE DELLA LOGICA DUAL USE IN DEROGA A NORME AMBIENTALI
Modifica (dello scorso
luglio) al testo unico ambientale che permette al Ministero della Difesa di inserire ulteriori categorie di opere
classificabili per la difesa nazionale che verrebbero escluse dalla VIA.
N.B. Il Codice
dell'Ordinamento Militare all'articolo 358 (QUI)
prevede che il Ministero dell'Ambiente valuta caso per caso i progetti relativi
a opere e interventi destinati esclusivamente a scopo di difesa nazionale ai
fini della valutazione di impatto ambientale. Ci può essere l'esclusione dalla
VIA solo in caso di esigenze di difesa nazionale (cosa che ovviamente non può
riguardare opere dual use) e comunque la esclusione deve essere determinata dal
concerto tra Ministero Ambiente e Difesa. Questo per una ragione di diritto
comunitario visto che la definizione (ex lettera f) paragrafo 2
articolo 1 della Direttiva sulla VIA) di autorità competente riguarda i
soggetti istituzionali: “che gli Stati membri designano per assolvere i
compiti derivanti dalla presente direttiva”. Quindi la partita non può
essere lasciata in mano al solo Ministero della Difesa.
Non casualmente questa
norma arriva poco dopo le dichiarazioni del Governo di promuovere il dual use
alla diga di Genova (per esempio) e ad altre infrastrutture e relativi progetti
di modifica ampliamento costruzione come i bacini di carenaggio.
Ma la logica di deroga
alle norme ambientali nel dual use riguarda ben altro che bacini di carenaggio
e dighe. Infatti, come abbiamo visto sopra il Regolamento SAFE fa riferimento
alle infrastrutture critiche (QUI) quindi
a tutti gli impianti energetici a loro volta classificati impianti di interesse
strategico nazionale.
Cosa si intende per impianti di interesse strategico nazionale.
La norma di riferimento è
l’articolo 1 della legge 231/2012 (QUI) per cui la
dichiarazione avviene con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ma
in realtà ci sono altre norme che dichiarano le imprese di interesse strategico
nazionale come la legge 35/2012 (articolo 57- QUI) per tutte le
varie tipologie di depositi energetici ma anche oleodotti e impianti di
estrazione per la geotermia.
Quanto sopra avendo come
riferimento le norme quadro:
1. Legge 443/2001: Delega al Governo in materia di infrastrutture ed
insediamenti produttivi strategici (QUI);
2. lettera i) comma 7 articolo 1 legge 239 del
2004 per cui è compito dello Stato tra l’altro: “i)
l'individuazione delle infrastrutture e degli insediamenti strategici, ai sensi
della legge 21 dicembre 2001, n. 443, e del decreto legislativo 20 agosto 2002,
n. 190 (abrogata ora vedi DLgs 36/2023 ndr.), al fine di garantire la
sicurezza strategica, ivi inclusa quella degli approvvigionamenti
energetici e del relativo utilizzo, il contenimento dei costi
dell'approvvigionamento energetico del Paese, lo sviluppo delle tecnologie
innovative per la generazione di energia elettrica e l'adeguamento della
strategia nazionale a quella comunitaria per le infrastrutture energetiche;” (QUI).
3. Ormai l’interesse strategico nazionale è
applicabile anche ad altri impianti energetici come i rigassificatori
sottoposti a procedura commissariale e addirittura recentemente è stato esteso
anche ai Programmi di investimento esteri (QUI) e alla
c.d. Aree di interesse strategico nazionale (QUI).
Il tutto con una
discrezionalità assoluta in mano alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e
ai Commissari da essa nominati.
LA DIFESA NAZIONALE
ESTESA ALL’INTERESSE STRATEGICO NAZIONALE
Non casualmente nel
2023 (QUI)
l’articolo 233 del Dlgs 66/2010 ha introdotto a fianco del concetto di difesa
nazionale quello più ampio di interesse nazionale.
In conseguenza il Piano nazionale per la sicurezza a cui lavora da tempo lo Stato Maggiore della Difesa si propone di rafforzare le capacità difensive dell’Italia attraverso un significativo aumento del personale militare ed un ammodernamento delle infrastrutture strategiche.
Esempio: progetto Basi
blu è un ulteriore esempio significativo soprattutto nelle modalità
con cui è stata impostata la procedura di valutazione e autorizzazione (QUI il
caso dell’Arsenale Militare di Spezia nel progetto Basi Blu).
A complemento, di quanto sopra, il Governo Meloni sta lavorando ad una regia nazionale per la sicurezza (QUI) con la finalità è creare un Consorzio nazionale della Difesa coinvolgendo capacità industriali sotto la regia del governo.
Quanto sopra ovviamente
dentro la logica del dual use finanziata anche con fondi pubblici anche UE.
Ecco a cosa serve lo
strumento SAFE Facility a cui ha aderito l’Italia chiedendo 14 miliardi di euro
alla UE). Al contempo l’acquisizione dei fondi ha tempi tecnici da cui la
conclamata necessità di semplificazioni deroghe etc.
QUESTA VISIONE SI ESTENDE DA TEMPO ORMAI ANCHE ALLE RISORSE MARINE.
Si veda ad esempio la
NorthSeal; una piattaforma (operativa dal gennaio 2025 di sicurezza istituita a
seguito della "Dichiarazione congiunta sulla cooperazione in materia
di protezione delle infrastrutture nel Mare del Nord".
Questa ha la finalità di
sorveglianza delle infrastrutture marittime critiche, dagli impianti eolici
offshore ai cavi sottomarini e ai gasdotti energetici.
Non casualmente c’è chi (QUI) ha
collegato tale forma di cooperazione con il Polo Nazionale della
dimensione Subacquea presentato proprio a Spezia (QUI): “potrebbe
diventare un nodo fondamentale nella rete europea di sorveglianza sottomarina.
Oppure ai nostri corridoi logistici nord-sud, ancora in cerca di un’identità
forte, ma strategicamente ben posizionati per connettere la dorsale baltica con
il Mediterraneo centrale.”
La questione assume un
significato più chiaro alla luce dell’arresto recentissimo di un ucraino tra i
responsabili del grave attentato al gasdotto Nord Stream (QUI).
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