Come riporta oggi il Secolo XIX (vedi titolo riportato a fianco) la "nuova" amministrazione comunale spezzina ha prorogato ulteriormente gli attuali dirigenti del Comune. La decisione è stata formalizzata con un Decreto del Sindaco dello scorso 19 giugno (vedi QUI).
Quello che fa specie in questa decisione non è tanto la proroga in se ma la assenza (almeno formalizzata pubblicamente e questo in una Amministrazione è ciò che vale ovviamente) dell’avvio di un processo pubblico di valutazione sull’operato dei dirigenti apicali del Comune della Spezia in tutti questi anni.
Era quello che mi sarei aspettato da una nuova maggioranza, presentatasi con lo slogan “il vento è cambiato”, di fronte ad un sistema di potere locale che per decenni ha visto una continua confusione di ruoli tra dirigenti e politici nella gestione della cosa pubblica.
Tre esempi che tutti sanno ma che molti (soprattutto tra chi conta) fanno finta di non sapere:
Ma cosa si doveva e si dovrebbe fare in concreto? Ecco …
Quello che fa specie in questa decisione non è tanto la proroga in se ma la assenza (almeno formalizzata pubblicamente e questo in una Amministrazione è ciò che vale ovviamente) dell’avvio di un processo pubblico di valutazione sull’operato dei dirigenti apicali del Comune della Spezia in tutti questi anni.
Era quello che mi sarei aspettato da una nuova maggioranza, presentatasi con lo slogan “il vento è cambiato”, di fronte ad un sistema di potere locale che per decenni ha visto una continua confusione di ruoli tra dirigenti e politici nella gestione della cosa pubblica.
Tre esempi che tutti sanno ma che molti (soprattutto tra chi conta) fanno finta di non sapere:
1. l’appartenenza politica, non la competenza, è stata per decenni il principale parametro per le carriere dirigenziali
apicali nel Comune di Spezia;
2. le scelte strategiche
degli ultimi 20 anni (porto, area ex ip, centrale enel) sono state frutto di
istruttorie non trasparenti, senza mettere a confronto interessi generali del
territorio, ma supportando interessi di pochi: Lega delle Cooperative, Contship,
imprenditori edili (i soliti);
3. Gli appalti pubblici
più importanti sono sempre finiti con varianti in corso d’opera in danno delle
pubbliche casse (da ultimo Piazza Verdi).
Allora di fronte a questo
quadro quanto meno la nuova Giunta avrebbe dovuto
avviare, con un percorso pubblico e trasparente, una valutazione complessiva dell’operato
del ceto dirigenziale apicale e della gestione di settori delicati come quelli
degli appalti
Pubblici, dell’urbanistica,
dell’ambiente quanto meno, ma analoghi ragionamenti, viste le gestioni passate, si
potrebbero fare per il settore cultura.
Invece non solo non è
stato fatto nulla ad oggi di tutto questo ma addirittura il Sindaco commentando
un mio post sulla questione dichiarò tempo fa: “ma non si possono licenziare
hanno un contratto a tempo indeterminato”. Come spiego anche di seguito in
questo post non si tratta di licenziare nessuno quanto meno in automatico
ovviamente, per cui il Sindaco non solo non fa quello che ci si sarebbe aspettato da uno che si è presentato come innovatore ma prende in giro
i suoi interlocutori critici attribuendo loro posizioni inesistenti. Della serie prima ti faccio passare da “scemo
e incompetente” poi ti dico che hai torto!
COSA FARE QUINDI RELATIVAMENTE ALLA MACCHINA
COMUNALE E AI SUOI DIRIGENTI…
1. impostare
una vera e propria politica della rotazione. L’Autorità Anticorruzione (ANAC)
ha precisato come intendere la rotazione che non è semplicemente uno
spostamento di un dirigente da un settore all’altro ma una filosofia di
gestione della macchina pubblica diversa dai compartimenti stagni del passato e
in buona parte del presente. Sarebbe necessario un atto di indirizzo che
stabilisca i criteri di rotazione e di conferimento in modo chiaro e
trasparente. Negli uffici ad alto rischio sarebbe opportuno limitarla al
minimo legale (tre anni per gli enti locali e quattro nel decreto Madia).
2. avviare
immediatamente una procedura di valutazione del lavoro svolto dai dirigenti
attuali al fine di verificarne incompetenze, violazioni degli indirizzi
politici, violazioni di norme vigenti, non rispetto delle migliori pratiche nel
settore di competenze, produzione di inefficienze e sprechi nella gestione
della macchina comunale ma anche e soprattutto nelle scelte di amministrazione
attiva a cominciare dai bandi degli appalti pubblici e la loro attuazione,
violazione delle norme su trasparenza accesso ai documenti e accesso civico,
situazioni di conflitto di interesse. La Cassazione Sez. Lavoro, con la sentenza n. 11015 del
5 maggio 2017 ha chiarito il legame tra rimozione del dirigente
e accertamento oggettivo dei risultati conseguiti.
3. la
procedura di cui al punto 2 deve prevedere momenti pubblici di audizione degli
stessi dirigenti e di chi effettuerà la valutazione attraverso le apposite
commissioni consiliari ma anche la partecipazione del pubblico con possibilità
di formulare richieste, osservazioni, critiche. Il tutto dovrà essere
riprodotto in un dossier da pubblicare nel sito del Comune. Fondamentale sarà
anche la terzietà della composizione del soggetto che svolgerà la valutazione
nonchè i criteri per svolgere questa valutazione.
4. il controllo partecipato dei dirigenti dopo la nomina: i primi tre
obiettivi non saranno sufficienti se il livello politico amministrativo non
stabilisce, al di la di quanto già prevede la normativa anticorruzione e
trasparenza (controllo strategico, piano di gestione, piani trasparenza e
anticorruzione etc. etc.), modalità di nomina e poi di successivo controllo dei
dirigenti apicali che vedano un periodico coinvolgimento del
consiglio comunale e dei cittadini, attraverso audizioni pubbliche al momento
della candidatura/selezione del dirigente con presentazione del curriculum, del
programma di lavoro, audizioni da ripetersi periodicamente secondo indirizzi e
parametri approvati a larga maggioranza dal consiglio comunale.
Nessun commento:
Posta un commento